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Commento di Ivana Cenci aggiunto il 16.10.2007
La sua accalorata sincerità, unita alla simpatia che emana, non possono non toccarmi, caro gpt, al punto da spingermi ad invitarla a rileggere con un po’ più di distacco le mie parole, nello scrivere le quali , se c’era in me una forma di interrogazione e di autoesame, non ho mai avvertito alcun impulso di rimprovero o di giudizio, né verso la sua persona, né verso i contenuti della sua scrittura. Sono un essere curioso e riflessivo, signor gpt, mi piace leggere e intendere, non bacchettare: leggendo il suo desiderio di ulteriore approfondimento, e non trovando interessante trasformare un luogo di incontro e confronto pubblico in uno spazio personale, mi son trovata fra le mani una strana e, dal mio punto di vista, apprezzabile opportunità, che non ho voluto perdere. Quella di prendere atto e rilevare la preziosità di poter lasciar fluire, su una pagina web di una rivista di cultura, quella immediatezza del dire di cui lei, con le sue stesse parole, dà ulteriore conferma in quest’ultima missiva: un compiacimento, da parte mia, e un riconoscimento verso la redazione, per il fatto che ci sia uno spazio disponibile e democratico dove il tono e l’atteggiamento “artistico”, sia suo che mio, o di chi abbia qualcosa da dire, possono trovare voce ed interloquire senza tema di suscitare arringhe e subire un giudizio.
E tramite il quale, se ne sarà già accorto, lei ha trovato e sta già percorrendo la staffetta per andare oltre quella che, parole sue, definisce una sua superbia. Non sarà lei, un po’ severo, magari? Tutti vorremmo acquisire la sicurezza desiderata!
Lei, per la sua ambizione, chiede supporto. Io glielo do volentieri, non trascuri lei un po’ di pazienza.
Cari saluti
Commento di gaviotazalas da Cubadice aggiunto il 15.10.2007
MI AMICA Venezuelana me ha detto: primo li hanno dato il voto a tutti gli immigranti, boliviani, colombiani e altri che abitano nelle favelle, che in cambio hanno passato alla legalità.
Dopo hanno votato per PC cosi tutti sanno a chi hai votato, e adesso quelli che hanno votato contrario a Chavez gli hanno sotto occhio o perdono i lavori. La famiglia di lei deve vivere ingabbiata perché non cè sicurezza, e ogni tanto arrivano tre o quattro ruffiani vestiti di militare e come chi non vuole le cose devono darli soldi.
Altro che Democrazia,,,PRONTI Venezuelani arriva Patria o Muerte!
Articolo di riferimento : A. Torreguitart Ruiz. L’ora di Chavez
Altri commenti all'articolo [ 11 commenti ]
Commento di gpt aggiunto il 15.10.2007
....cosa mi tocca sentire!
Non sono un pazzo furioso, nè tantomeno un caso patologico, un poco mi turbo....
Tengo a precisare, con forza, se posso, che non rinnego una sola sillaba di quanto ho scritto, non avevo certo intenzione di ritrarre la mano dopo aver lanciato il sasso. La precisazione fatta, voleva dire che il senso delle mie parole erano e sono sincere e mie, mentre il tono e l'atteggiamento, nasceva da uno spirito, diciamo per dire, artistico. Ho fatto l'errore di lasciarmi coinvolgere emotivamente, soprattutto di lasciare che il Soggetto della disputa fosse portato a essere oggetto, di questo mi sento colpevole e me ne scuso pubblicamente. Di nascondermi dopo aver parlato, però, lo nego assolutasmente. So bene, e lo confermo, di aver espresso cose che solitamente stanno "dentro la pancia", ma se l'ho fatto è grazie alla bravura, e principalmente all'impegno, che la signora Cenci ha messo nello studiare e poi riportare quelle belle riflessioni. Personalmente, glielo devo. L'attenzione e la libertà che concede il Direttore di questo giornale, mi hanno dato l'occasine e lo sprone per uscire allo scoperto. Se uso una sigla per firmarmi significa che ancora non ho quella sicurezza in me che dovrei avere, ma se mi sentirò ancora a casa, insieme a voi, supererò questa mia superbia in breve.
Sincero in questo modo lo sono raramente, non vorrei aver usato queste righe per una difesa personale, spero di poter dare un contributo alla discussione e non ricevere rimproveri così severi.... Con simpatia, gpt
Commento di Gaetano Barbella aggiunto il 14.10.2007
Mi è venuto in mente di aggiungere alcuni approfondimenti a quanto ha egregiamente esposto Cappelli sulla questione dell'Omelia, ma senza sovvertirla. Semmai la dispone ad avere, forse, un provvidenziale abbrivio per poi procedere a realizzare «la chiesa del futuro», come l'autore auspica, che così sembrerà a portata di mano.
Vado subito al nodo non considerato da Cappelli, mettendo in evidenza una cosa di base su cui si poggia tutta la liturgia della Messa, il mistero di ciò che «non è di questo mondo» da dove proviene «la Parola che salva». Vi consegue che anche l'Omelia, per influire a rinforzare la fede, deve poter agire in modo che resti “avvolta” dal mistero.
Ecco che si comincia a far luce sulla necessità di far fare questo importante atto liturgico esclusivamente al celebrante della Messa, il quale essendo stato “iniziato” dal Vescovo a farlo, ne ha lo specifico potere. Si tratta di una vera e propria operazione chirurgica sull'anima per vie misteriche, non dissimile – a mio avviso – da un esorcismo.
Allora, se questo mio ragionamento sta in piedi, il catecumeno non è altro che il paziente che può solo partecipare all'operazione non senza sofferenza a causa del bisturi dell'Omelia, una vera e propria «Spada di Cristo», senza possibilità di intervenire.
Ma si è perplessi sul fatto che al tempo di San Paolo, questo “bisturi” era anche in mano ai convenuti alle assemblee cristiane ed ora no. Come si spiega? Eppure, come rileva Cappelli, San Paolo oggi viene presentato come «modello di predicatore».
Mi pare di ravvisare la ragione relativa nel fatto saliente che al tempo dei primi cristiani era molto diffusa un'umanità con dei carismi speciali, come quello della profezia, della veggenza, il dono di interpretare la divina Parola stessa, ed altro. Era come se il «non di questo mondo» fosse ivi presente, quasi a portata di mano e perciò era d'uopo che tutti i convenuti potessero intervenire per «l’edificazione comune». Ovviamente era cosa buona per San Paolo che non venisse spento lo Spirito divino che in essi aleggiava così vistosamente.
Il seguito storico a queste prolifiche esperienze paoline lo conosciamo. Progressivamente cominciano ad affievolirsi e degradarsi i poteri carismatici della cristianità in cammino. Di qui deviazioni dottrinali in continuo aumento hanno dovuto per forza maggiore indurre i Papi e con essi i Vescovi a disciplinare come sappiamo l'azione liturgica della Messa, in particolare in sede omeletica.
Oggi, di carismi non se parla affatto e quelli che sembrano tali, comunemente definiti “paranormali”, non sono tanto visti di buon occhio dalla Chiesa, tanto meno dalla civile comunità laica. Insomma si tratta di un mondo che – tutto sommato – non è così incisivo da molestare il cristianesimo, semmai sostenerlo se pur a modo suo.
Che può implicare questa nuova situazione?
Che forse, come si profetizza nell'ultimo testo sacro del Vecchio e Nuovo testamento, l'Apocalisse di Giovanni apostolo, stanno per scadere i «mille anni» della detenzione del «dragone, il serpente antico – cioè il diavolo, satana» [Ap. 20,2]. Non ha più i suoi poteri eccezionali di quanto ebbe modo di abbindolare nel giardino edenico Adamo ed Eva.
Si tratta della “sapienza” di nuova generazione, proprio la stessa auspicata da Cappelli a conclusione del suo articolo: «Così da rafforzare la coesione umana e spirituale, della persona con i suoi simili, del cristiano con i suoi confratelli, la parrocchia, la Chiesa universale e la Comunione dei Santi che, – grazie al Corpo mistico di Cristo –, unisce il Cielo con la terra facendoci intravedere il ‘già non ancora’ della Vita eterna».
Tant'è che è l'Apocalisse giovannea a additare «il nome della bestia» come sede della «sapienza» [Ap. 13,18].
Gaetano Barbella
Il geometra pensiero in rete
Articolo di riferimento : Piero Cappelli: La Chiesa del futuro.
Commento di Ivana Cenci aggiunto il 14.10.2007
"Ciascuna volta si recita a soggetto", ecco un titolo che potrebbe sintetizzare, forse, appropriatamente questa raccolta di commenti, mettendo in evidenza come la scrittura via web spesso si presti a dare spazio a quell’inclinazione dell’anima che è la spontaneità, l’immediatezza, a quell’immediatezza del dire che, scevra da riflessioni profonde e da congetture filosofiche, risponde piuttosto ad una urgenza del momento, lasciando emergere quello che difficilmente lasceremmo sortire in contesti altri, e che mai affideremmo alla carta stampata.
Che cos’ha di diverso la scrittura via web? Cosa c’è di particolare, in questo che alcuni definiscono “diabolico” strumento di comunicazione, che fa sì che un signor Gpt osi esprimere con semplicità dubbi e questioni che, probabilmente, non aveva lasciato affiorare prima neanche a se stesso?
Per poi arrivare ad affermare che, tutto sommato, questa che viene messa in scena è in fin dei conti una parte di una commedia e a sentire la necessità di scusarsi per questo spirito sbarazzino e un po’ irriverente che evidentemente è sfuggito al suo abituale status di controllo?
Mentre il signor Carlo, dopo attenti e dettagliati ragionamenti, giunge a proclamare di non voler prestare fede a voci altre che non siano quella del suo desiderio, che egli definisce, con un termine calzante e con la maiuscola, Direttore d’Orchestra.
Allora, se il desiderio è il vero Direttore d’orchestra, è ad esso e alle sue urgenze che rispondiamo nel gesto di scrivere, e particolarmente quando ci mettiamo a scrivere sul web, dalle persone più preparate e colte, a quelle più semplici e naives, permettendoci quella immediatezza e ingenuità di linguaggio, che sulla carta non use/oseremmo mai e che trova accettabilità e supporto nel fatto che oltre il monitor ci sia un essere “altro” cui idealmente ci rivolgiamo, il quale ci dia garanzia e testimonianza di ascolto e di riconoscimento entro un tempo che per noi risulti accettabile. Rileggersi e trovarsi a confronto con la propria scrittura non è mai facile, ancor meno in questo caso in cui, proprio per le condizioni e le suggestioni suscitate e favorite dal mezzo, ci si scopre particolarmente esposti, talvolta inspiegabilmente esposti, quasi fossimo stati oggetto di malia. Eppure non c’è malia alcuna, se non quella sorta e alimentata, per l’appunto, da un desiderio: il nostro che, trovando un ideale punto di appoggio, coglie volentieri l’illusione di un più facile e accessibile spazio espressivo e si mostra più disinibito e senza riserve. Per accorgersi poi, che le questioni e le attese istintivamente rivolte e caldamente indirizzate all’altro, tornano irrimediabilmente, con eco fedele e accresciuta valenza, al punto esatto da cui sono partite. E ci premono come prima non era accaduto.
E’ una visione sicuramente azzardata e molto, molto parziale, ma si potrebbe anche ipotizzare che i dibattiti, le discussioni, i confronti e i coinvolgimenti iniziati negli anni sessanta-settanta, proseguiti con le lotte sociali e politiche e poi degenerati o delusi fino ad estinguersi, abbiano in qualche modo seppur parzialmente, trovato voce e traduzione in questo spazio in cui i lettori sentono possibile una interlocuzione senza giudizio e senza frontiere, una possibilità di dialogo, uno scambio culturale ed umano simile a quello che, in maniera sicuramente più concreta, si faceva allora: un universo, seppur virtuale, che permetta l’espressione di sé, dove dibattere dei propri problemi e confrontarsi sui diversi punti di vista …. che non ci lasci solo impalati e passivi spettatori inermi, e dietro il quale si percepisca almeno un resto: una traccia visibile di umanità.

Commento di Gordiano Lupi aggiunto il 13.10.2007
Davvero la signora Gioia Minuti dirige quella rivista di comicità involontaria che è il Granma Edizione Italiana? Sergio Martino che sta giorando L'allenatore nel pallone parte seconda. Forse la potrebbe prendere come consulente alle battute di spirito...

Ah! Ah! Ah!

Gordiano Lupi
Articolo di riferimento : Democrazia? Cuba s'ispira ai principi di Martí (secondo Gioia Minuti)
Altri commenti all'articolo [ 52 commenti ]
Commento di Gordiano Lupi aggiunto il 13.10.2007
Passa su SKI di tanto in tanto...

Gordiano Lupi
Articolo di riferimento : Quando i picciotti sgarrano (1978)|Un film fantasma da recuperare
Altri commenti all'articolo [ 1 commento ]
Commento di gpt aggiunto il 12.10.2007
Una bella competizione.....
Vorrei fosse esplicito il fatto che, da parte mia, naturalmente, è parte di una commedia, questo duetto. Intendo dire che quel che conta è il contenuto dello scritto che parla di me stesso, mentre lo stile, il personaggio, nonchè lo spirito, sono occasionali. Sinceramente, dovrei vergognarmene, rivesto i concetti che provo a esprimere, a seconda dell'umor mio, in quel momento, più spesso guardo al tono e all'intenzione di colui, colei che leggo prima.
Non ho intenzione di mancare a nessuno, se questo spirito un poco sbarazzino e irriverente, urta la vs sensibilità, mi dispiaccio e domando scusa.... davvero io ci gioco, cercando di creare uno stile, grazie, a forse presto...gpt
Commento di GAVIOTAZALAS aggiunto il 11.10.2007
Mi dispiace che questi dibattiti rimangono seppelliti nel passato 2006 di queste OBLÓ verso Cuba quando sono temi molto attuali in nostro paese.
La storia raccontata è tanto reale. Rifletta la vita diaria de tante ragazze cubane che di fronte a una vita senza speranza hanno preso la strada più comoda. Quando parliamo di Jineterismo non possiamo mettere tutte nello stesso sacco, anche se dal punto di vista morale il degrado è uguale.
Esistono tante donne che vengono dall’altra parte della isola, dove le cose sono diverse, a fare le prostitute all’Avana. La povertà e i problemi aumentano proporzionalmente alla distanza dall’Avana. Queste ragazze venute da più lontano, l’Oriente del paese, si prostituiscono per vera necessità dare da mangiare a loro famiglie, figli.
Se una ragazza si prostituisce per avere cose materiali, vuole dire che gli insegnamenti socialisti nel mio paese non hanno dato il risultato aspettato dal governo. Fa pena una giovane che si prostituisce per avere un jeans di marca, un paio di scarpe, o altre cose non imprescindibili. Questo tipo di prostitute si trovano dapper tutto. Da un certo punto di vista i giovani (non li giustifico) a certa età non hanno chiari le cose veramente importante della vita. Penso che un 70% di quelle prostitute nel mio paese lo fa per cose materiali e per migliorare lo Standard di vita.
Chissà tutto questo sia il risultato della costante insistenza del social-ISMO nel negare gli istinti innati dell’individuo alla ricerca del benessere materiale. Ci ha fatto credere che tutti abbiamo gli stessi obiettivi o riferimenti morali nella vita, che tutti siamo uguali, non lasciando spazio a quelli che la pensano diversamente. Le Jineteras sono il risultato di tutto quello che nostro coma-andante ha criticato della società capitalista; trovarsele a casa certamente non è piacevole.
La ragazza cubana, ha detto che esistono due opzioni, (per fare un riassunto a grosso modo della società), o ti prostituisci o rubi al governo quello che ti capita. Quella è la situazione! Per chi non ha nessun tipo di aiuto economico extra, parente nello straniero o cosa simili, le alternative sono poche.
Certi stranieri vanno a Cuba e si sposano le prostitute con la piena conoscenza dei fatti, non credo ci sia bisogno di andare cosi lontano. Pensano: “la tiro fuori della miseria e mi sarà grata per sempre” Loro credono di comprare una donna e l’amore è un sentimento che a Cuba anche se siamo poveri conosciamo tanto bene. Quello che pensano di fare si chiama affare tanto diverso dell’ amore.
La involuzione cubana ha fatto tanti passi indietro ma alle donne ci ha aiutato a crescere in tanti aspetti. Saluti Gaviota DA CUBADICE.BLOGSPOT aggiungo questo dibattito al blog.
Articolo di riferimento : Jineterismo e prostituzione a Cuba|Intervista a una prostituta cubana
Altri commenti all'articolo [ 27 commenti ]
Commento di enea baldi aggiunto il 11.10.2007
i pesos servono per coprire il debito pubblico (lei sa che accade questo anche in Italia?) e se non si trovano gli antibiotici è a causa del bloqueo. Il socialismo non può esistere senza mezzi di sussistenza, ma neanche la democrazia o pseudo tale, quella che la gente come lei osanna e prende a vessillo senza considerare la tragedia che sta causando in occidente. E' questione di tempo, ma qualcuno presto o tardi rimpiangerà di non essere nato in un paese come Cuba.
Cordiali


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Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
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