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Commento di Alfredo Mazzoni aggiunto il 11.10.2007
Cara Marina,
non condivido molto la vostra proposta. Mio nonno diceva "che l'è püsee bel fa ubidì che cumandà". Per decidere, (per comadare) bisogna esser(ne) capaci. Non importa se uomo o donna. Ciao!
Articolo di riferimento : Marina Pensa. 50e50 ovunque si decide
Commento di Carlo aggiunto il 11.10.2007
Stimata, adorata, ammirata, adulata e venerata (da me, s’intende) Signora Cenci, (ehi, niente paura, si tratta solo di “narcisismo cronico” e/o “semplice galanteria”!), vorrei dire alcune cose su questo Suo ultimo scritto-commento-risposta, che trovo assai bello, generoso per quanto mette in gioco di se, ed elegante. Parto da termini ed espressioni da Lei usati, che fanno coerentemente seguito alla questione già toccata (di striscio) sulla “in” e consapevolezza, ossia:
“discernere ciò che è veramente mio e viene da me....da ciò che non lo è “; e ancora, termini che ricorrono sparsi, come “identità”, “individualità”…etc.. Ora, potremmo provare a paragonare la moltitudine degli individui alle milioni di cellule di cui è fatto ciascuno: riusciamo ad immaginare in cosa evolverebbe la specie umana se ogni cellula rivendicasse per sé libertà, identità, personalità, individualità, senza avere come scopo unico e primo l’armonia e il funzionamento dell’intero organismo? E’ plausibile pensare che “l’essere se stessi”, il rivendicare qualcosa come “proprio”, non può prescindere da un “non-proprio” che è alla radice e su cui il “proprio” si fonda. Il “non-proprio” possiamo intenderlo come la realtà inattingibile, quel Vero di cui nessuno può farsi garante. Cionondimeno, ciascuno è libero e legittimato a lavorare per il conseguimento di una seppur illusoria identità, senza necessariamente tirare in ballo concetti come dovere, responsabilità o altro, verso se stessi e gli altri. Cito a proposito, e perché la poesia illumina, alcuni versi che ho recentemente letto da qualche parte, credo di Montale: “Se un’ombra scorgete, non è / un’ombra – ma quella io sono. / potessi spiccarla da me, / offrirvela in dono....”. Tra conscio e inconscio, identità e alterità, proprio e non-proprio, sé e altro da sé, ci accorgiamo che le voci in campo sono fin troppe....e che la “reciprocità” attiene più al coro che al duetto. Per conto mio, ricordando che ci troviamo nella sezione “discorso amoroso”, e che pur uscendo dal solco non vorrei uscir dal seminato, mi propongo di non prestare troppa fede a tutte queste voci e seguire solo la bacchetta dell'unico Direttore d'Orchestra: il desiderio. Anche per non rischiare di andare ad un incontro amoroso con la stessa leggerezza e ardore con cui si va ad una riunione di condominio.
A proposito di direttori, colgo l’occasione per salutare cordialmente il Direttore Di Scalzo e informarlo pubblicamente, se ancora non lo sapesse, sulla mia modesta presunzione e sete smisurata di fama e notorietà: voglio la prima paginaaaaaaaaaaaaaaa!!!!!!
Un caro saluto a Lei Signora Cenci
Commento di gpt aggiunto il 11.10.2007
Mi coglie impreparato, sig Direttore e Sgnora Cenci, in quanto il motivo della mia partecipazione al dialogo non era certo di assurgere a notorietà. Piuttosto è iniziato per rivalsa intellettuale verso altri partecipanti, ritenendo certi commenti scollegati dal contesto e miranti, oltre che al narcisismo, a semplice galanteria. Di essere un presuntuoso rivoltante lo so bene, ma mi professo onesto e quindi vi ringrazio per l'apprezzamento. Ho pensato che potrei farmi pagare, che ne dite, trattiamo? Scherzo, naturalmente! Se la mia testa funzionerà anche in futuro, mi farà piacere commentare ancora i vs articoli. E' davvero un giornale ( nn so come lo definite voi, semplifico) intelligente, libero e interessante, il vostro, complimenti! Cavoli..... sono famoso!!!!
Commento di gpt aggiunto il 11.10.2007
Che piacere ricevere risposta da Lei, gentile Signora, mi dispiarebbe se il tono di questa sua fosse piccato. Ho inteso proporre il mio pensiero in assoluta sincerità intellettuale, scoprendomi al rischio, come avvenuto, di critiche e rimbrotti. Entrando nel merito:
condivido ciò che lei mi obbietta, anzi rafforzo il concetto dicendo che Mai si deve rinunciare a difendere se stessi e quanto si vale in sè, ma andavo più nel sottile, scrutando col microscopio le sfumature. Del mondo che ci circonda, davanti alla ns dignità, e alla fedeltà di cui l'argomento a valle, convengo pienamente, ma approfondendo, se l'Altro "è", di sua natura, e io ho accettato un ruolo, lasciandolo inalterato (lui), quindi sincero, rendo un onore alla mia fedeltà o la rinnego, dato la posizione che ho preso in partenza, di scegliere io, senza nessun coinvolgimento dell'Altro? Non sono sicuro di saper esprimere quanto colgo dal cesto dei pensieri, mi scuso ancora, ma voglio restare un improvvisatore pensante, senza diventare un professionista del pensiero. Prendersi sul serio, mi sembra, ai ns giorni, stia facendo danni catastrofici, sembra la malattia dell'attore che nn sa più uscire dal personaggio e che perde per questo la identità e anche stravolge quella teatrale. La digressione sociale è un omaggio compreso nel prezzo... Non so cosa significhi la discussione con il direttore, se sono pedante, se non opportuno, vi basta dirlo....sparirò. Cordiali e sinceri, in quanto dal cuore, saluti!
Commento di Ivana Cenci aggiunto il 11.10.2007
La ringrazio vivamente per la Sua interlocuzione e curiosità, Signor Gpt, soprattutto per l’occasione di riflessione che il suo interrogarsi permette. Come avrà avuto modo di osservare, più che ammirazione, ciascun commento porta in sé un contributo di perplessità e di quesiti, e questo è davvero il dono più prezioso, in quanto si dà e può essere raccolto come motivo di riconsiderazione e di crescita, sia per chi lo scrive, sia per chi legge.
Per venire al Suo quesito, ovviamente posso offrirLe soltanto il mio modesto punto di vista: resta a Lei la scelta di riconoscergli un fondo di verità o contestarlo. Personalmente, ho vissuto molta parte della mia esistenza dedicando il massimo rispetto, e poco serbandone per me stessa, quindi, a quel micromondo cui Lei fa riferimento, per necessità e pressioni che da quel mondo stesso mi venivano imposte e che io sentivo come inderogabili. Siccome non mi piace scendere troppo sul personale, Le dirò semplicemente che, per fortuna, altre necessità, provenienti dal fondo del mio essere, mi si sono via, via imposte chiedendo, anche con violenza, un’attenzione a me stessa. Un’attenzione che, lo affermo senza remore, non mi ha certamente impedito di mancare di ascolto e sensibilità verso chi mi sta intorno, semmai, a imparare pian piano a dare ascolto anche a me, ascolto profondo intendo, quello che permette di discernere ciò che è veramente mio e viene da me, come necessità, da ciò che non lo è, e scegliere di dedicare risorse a quanto effettivamente merita e sento per me importante, senza pretendere di essere pari a un dio. Imparare, nell’accezione più vera e pertinente il rispetto per sé stessi, implica necessariamente riconoscere il proprio limite, sentirsi parte unica e insostituibile del mondo cui si appartiene, aver consapevolezza del valore e dell’unicità di ciascun altro individuo, riconoscendo la sua valenza per noi e la diversa posizione di ciascuno. Implica anche l’accettazione, con vera onestà d’animo, di saper dire di no quando ci viene chiesto e sentiamo di non avere le risorse per dare, o di non voler dare, ben sapendo che l’altro ha identiche facoltà. Quella attitudine di generosità e disponibilità oltre il proprio confine che molti di noi hanno, quasi mai per libera scelta, fatto propria o, avendola fatta propria, assurta al ruolo di virtù, porta inevitabilmente a rompere gli argini da qualche parte, con conseguenze dannose, talvolta rovinose per l’individuo e per la collettività. Parlare di rispetto verso se stessi non è certo da confondersi con l’avidità, l’eccesso di narcisismo o la prevaricazione sugli altri: nel testo da me redatto mi pare che questa distinzione si evinca piuttosto facilmente, e come sia difficile pervenire a tale equilibrio. Ad ulteriore precisazione dirò qui che non solo io penso, ma è stato ampiamente accertato e riconosciuto che non è possibile accedere e poter mantenere il rispetto verso gli altri, senza prima aver attraversato e inteso fino in fondo il rispetto verso se stessi. Così come l’ascolto di sé, quello vero, permette di meglio intendere, distinguendola dalla nostra, la domanda dell’altro.
Mi dirà, gentile Gpt, se sono riuscita ad intendere un poco la Sua.
Un vivo e cordiale saluto
Commento di Ivana Cenci aggiunto il 11.10.2007
Gentile direttore Di Scalzo
Personalmente non mi sentirei poi così sicura, lo sa? di definire queste relazioni “non pericolose”!
Ha visto anche Lei che quasi, quasi, si è temuto di far cadere, e in qual disdicevole modo, la regina?
Per fortuna, con un poco di ironia, siamo riusciti ad accordare un po’ di respiro agli alfieri, mantenendo salda colei che, senza fallo, cadendo ci condurrebbe fatalmente allo scacco matto.
Ahhhh,, l’ironia, verità pudicamente velata…. sol a chi le sa intendere, rivela le sue forme!
Mi perdonerà il gioco di parole, io pure sono toccata dall’interesse sollevato da questo articolo, e gran giovamento e ripensamento assai ne traggo, dato che il questionar dei lettori è sincero e pertinente, e ad altri lembi di verità conduce.
E perché, vista l’inusitata apertura di sguardo e di orizzonti, e l’attitudine all’innovazione ampiamente testimoniate da entrambe le riviste, non osare questo viaggio inverso, dal web alla carta stampata?
La mia disponibilità è salda, egregio direttore... almeno quanto la regina
Ammesso che, come garanzia, questo possa bastare
Saluti vivissimi
Commento di giusgatt aggiunto il 10.10.2007
Comunque si dice che non si fa avvicinare da nessun giornalista o chiunque altro si interessi del settore perche il solito " bene informato " dice che lei ce l'abbia con quel mondo che l'ha trattata male e dove ha dovuto subire delle angherie ed umiliazioni................ In passato mi risulta sia stata piu' volte invitata da Maurizio Costanzo ma ha sempre declinato l'invito anche perche i figli non desiderano si esponga piu' di tanto.
Articolo di riferimento : Vizi privati e guai giudiziari di Marina Frajese, regina del porno
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Commento di tyayo aggiunto il 10.10.2007
Vi ringrazio molto!!!!!!!!!!! Non so come avrei dovuto fare per l'interrogazione di domani!! Grazie!!!

W Juve e il Pascal di Foggia!!

tyayo di Troia(Fg)
Articolo di riferimento : Jacopo da Lentini, Meravigliosamente. Analisi e Parafrasi.
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Commento di Gordiano Lupi aggiunto il 10.10.2007
Credo che viva a Roma, ma non saprei dire dove.

Lupi
Articolo di riferimento : Vizi privati e guai giudiziari di Marina Frajese, regina del porno
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Commento di Gordiano Lupi aggiunto il 10.10.2007
Non credevo che Marina fosse ancora così popolare!

Gordiano
Articolo di riferimento : Eroma di Vecchiano: Dieci poetiche esibizioni per Marina Frajese
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Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
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