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Commento di savina martinucci aggiunto il 11.03.2008
Che meraviglia cio' che e' scritto .... inoltre apprezzo molto quando i testi sono brevi eppur dicono tutto o almeno molto.
Commento di m26 aggiunto il 11.03.2008
....l' ha detto lei..."il mestiere piu' vecchio del mondo..."....per cui..non mi scandalizzerei cosi' tanto..
..negli anni novanta ho visto e ho capito la necessita'...nel 2007...ho creduto solo nella volonta' di fare la bella vita...e'una deriva morale...
ce ne sono tante di donne a Cuba..e non tutte sono...
in tutto il mondo si chiamano prostitute...a Cuba non lo sono "tout court"??....allora anche in Italia ci sono...ma non vanno con gli stranieri perche' contano solo i soldi che posseggono...(ferrari...rolex...etc.)
Commento di dilemas cubanos aggiunto il 11.03.2008
buon giorno..sono di nazionalità cubana e al leggere questo mi cascano i brasci.mi vergogno di queste parole e de la cattiva fama che aviamo i cubani.
se a cuba funziona solo il sesso sicuramente e anche grasie a voi ,hai i vecchi che cercano ragazza come moglie..a ragazzi in cerca di pasare una bella notte bollente,a le "segnore" italiane in cerca di un bell nero..


è poi "pingueros" significa uomo che dà le prestazioni hai uomini.....sensa ricevere (questo pinguero)niente dal suo fondo schiena

a presto
Commento di dargy aggiunto il 11.03.2008
signor leonardo sono d'acordo con lei che le opinioni debono essere sostenutti da argomenti(magari validi).
poi,che cuba sia "socialista", forse una volta lo era ma e tantto tempo che non e più cossi(le diferenze sociali sono tropo grandi).
per i bambini cubani,non si posono comparare con il restto del mondo,perche i cubani teniamo ai nostri bimbi(perfino cuando cera bastista,machado e altri dittatori i bambini cubani estabano meglio del resto del mondo).
la parola democrazia lei non la puo capire(non a la mente abastanza aperta), democrazia vuol dire liberta,in ogni senzo, che ci siano perzone che la vogliono sfruttare e un'altra cosa,come ci sono persone che anno sfruttato la parola socialismo,reboluzione,comunismo, contro cueste persone bisogna lottare(contutte le forse)sia per una che per l'altra.
espero che almeno su cuesto argomento lei sia d'acordo con me
la saluto dargy ciberio





Articolo di riferimento : Cuba senza Castro. L'ottimo libro di Giorgio Ferrari
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Commento di Piero Cappelli aggiunto il 11.03.2008
caro signor Tommaso,
ho letto il suo commento e noto come lei - benchè citi l'accoglienza di Gesù con i peccatori -, in realtà poi sposta tutto il problema sul richiamo morale: 'e non peccare più'. Però prima, egregio signor Tommaso (e forse anche il suo nome non è a caso...), occorre fare come Gesù l'accoglienza, quella vera, autentica, sicera, partecipata con tutti i peccatori e noi come lui. Così anche il fratello Papa Benedetto XVI dovrebbe fare con tutti i peccatori: prima l'accoglienza, umana e spirituale, e poi indicare il 'non peccare più' come liberazione dal non-amore...perchè Gesù ci ha insegnato quello che è il più grande e il primo di tutti i comandamenti e che li riassume: ama, ama, ama, tutto - come Grazia - e tutti, come fratelli in Cristo. E poi ha aggiunto di amare perfino i 'nostri nemici' per cui...capisce bene signor Tommaso cosa ci viene chiesto...e il Papa dovrebbe essere l'esempio più emblematico di Gesù... un caro saluto fraterno, Piero
Articolo di riferimento : Piero Cappelli: Lettera aperta al Papa-teologo Benedetto XVI
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Commento di Leonardo aggiunto il 11.03.2008
Massimo, credo lo spazio gentilmente offerto da Tellusfolio sia per discutere e scambiare. Fare calde riaffermazione del proprio schieramento, secondo me, non serve. Potrei fare una centinaia diametralmente opposte. Preferisco sostentare i criteri con fatti e dati, anche con le percentuali che a lei li appaiono grottesche.
Non ho capito se la frase “ma quale socialismo” è perchè mette in dubbio che Cuba sia socialista o perché non considera il socialismo come alternativa al capitalismo. Se fossi la prima, offra anche le ragioni; invece, se è la seconda, potrebbe essere gentile di dirci, secondo lei, quanto tempo i paesi capitalisti poveri (più del 75% della popolazione mondiale) sì “impegneranno” a mantenere un sistema che sostenta i livelli di vita dei paesi altrove (i capitalisti ricchi), mentre in casa, ogni anno, 11 milioni di suoi bambini sono spazzati via da malattie prevenibili e curabili.
Sentendo le sue parole mi viene in mente Francisco Flores, presidente del Salvador. Nel Vertice Iberoamericano (2000) accusò Fidel e augurò la fine del suo dittatoriale governo. Flores diventò un’icona del mondo libero. Il democratico Flores come risultato del suo democratico impegno (1999-2004) lasciò più di 280 mila bambini lavoratori equivalente al 12% circa della popolazione attiva. Fra questi, quasi 20 mila* lavoravano nella estrazione di molluschi dalle mangrovie e il fango, fabbricazione e manipolazione di esplosivi, alza manuale di canna di zucchero, raccolta di immondizia e prostituzione infantile.
E questa è la democrazia?
*Fonte: 2006, José Roberto Espinal Escobar, Ministro del Lavoro e Providenza Sociale, già Assessore nel governo di Francisco Flores.
Articolo di riferimento : Cuba senza Castro. L'ottimo libro di Giorgio Ferrari
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Commento di Jan aggiunto il 10.03.2008
Ho visto la mostra che è molto bella e interessante ...certo se prima avessi letto lo scritto
della Borsetti Venier certamente mi avrebbe aiutato a capirla in profondità.
Comunque meglio tardi che mai...grazie
Articolo di riferimento : Alessandra Borsetti Venier: Al Mart “La parola nell'arte”
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Commento di Giuseppe Robles aggiunto il 10.03.2008
Il corso e l' obiettivo sono davvero interessanti.L'apicoltura è un mondo fantastico e ricco di segreti.Da mio zio apicoltore infatti, apprendo ogni volta nuove nozioni affascinanti. E' da tempo che cercavo un corso simile ma, in questo periodo proprio non mi è possibile cogliere quest' opportunità.
Spero che questo corso si ripeta in un altro peroido di questo anno. Giuseppe.
Commento di Voce d'insegnante e genitore aggiunto il 10.03.2008
Lo strappo in TV!E' proprio vero che non abbiamo difese contro la maleducazione, l'ultimo gesto plateale visto alla televisione offende noi adulti e diventa cattivo esempio per i giovani. Ma quando impareremo a comportarci dignitosamente? Fino a quando dovremo e potremo sopportare tutto ciò? Perchè vengono fatti vedere simili cose?
Credo con queste parole di interpretare il pensiero di molti.
Articolo di riferimento : Anna Lanzetta: Dalla parte dei giovani
Commento di gaetano barbella aggiunto il 09.03.2008
Napoli, «una fossa dove seppellire incapacità, collusione, corruzione e nefandezze varie»?
Mi viene in mente il "pozzo di Gravina", dove sono stati ritrovati i resti dei corpi di Francesco e Salvatore Pappalardo. Una disgrazia? No! Perché anche se questi due poveri ragazzini se la sono procurati da loro, non lo è a causa di una società che è ancora improntata alla "verticalità" e poco alla "orizzontalità", dove tutti hanno uguali diritti e doveri. A cominciare dal loro padre nel quale ha prevalso la severità intimorendo a tal punto i due figlioli da indurli a scappare di casa. Forse era questo il primo impulso dei due posti come allo sbaraglio, che poi sarebbe rientrato e avrebbero fatto ritorno dal padre, ma avvenne l'imprevisto e fu la loro fine tremenda. Resta però la severità del padre che si mostrava incapace della benevolenza materna a loro preclusa "forzatamente".
Così è ora Napoli della monnezza, Napoli di Pulcinella: come Ciccio e Salvatore finiti tragicamente nella fossa della vergogna. Ed allora si può mai far pesare la colpa dell'infamia mediatica, oggi imperversante anche all'estero, solamente su Napoli?
No, perché c'è un'Italia falsamente paterna che soffoca l'altra ancora da crescere, o forse eternamente all'insegna di un certo "Peter Pan" per destino, che tanto porta alla storiella dell'asino finito nel pozzo e dello stolto padrone-contadino.
Sappiamo che questi, non riuscendo a trarlo in salvo e talmente infastidito dai suoi ragli provenienti dal fondo del pozzo, decise di lasciarlo morire e così si diede da fare per riversare terra su di lui. Ma finì che nella sua animalità, l'asino, scansando la terra che pioveva su di lui, trovò modo di di emergere e, ironia della sorte, fu grato al suo padrone per avergli salvato la vita.
Ecco, la storia della nostra strana Italia è passata più volte per analoghe disavventure finite poi a lieto fine e con falsi meriti. Si potrebbe pensare allora che l'Italia sarà sempre composta da "padroni" ed "asini", ovvero dal cosiddetto Nord e Sud? Beh, se così fosse nulla di tanto cattivo, almeno fin quando l'uno rispetta l'altro e così se ne giova (e questo vale anche per l'asino che si salva, come si è visto, in modo controverso). Ma è chiaramente una croce che pesa su entrambi e che saggiamente non può essere posta, per comodità, solo su Pulcinella, ritornando a Napoli della monnezza, ovvero sull'asino del racconto. Tanto più che si tratta di un "asino d'oro", visto che Pulcinella è riconosciuto «la splendida geniale maschera» dei napoletani. Ma è una cosa che farebbe bene anche quelli Nord per giovarsi della peculiare "ironia e capacità di ogni soluzione" che vi si riconosce.
La monnezza di Napoli in questione mi porta al mito di Eracle chiamato per la sesta impresa su ordine di Euristeo.

Come si sa Eracle dovette trovare il modo di far pulizia nelle stalle di Augia a causa del bestiame che cresceva indefinitivamente perché resi immuni dalle malattie. Ma prima di apprestarsi a fare il miracolo in un solo giorno, per scommessa Eracle chiese al re Augia in cambio un decimo di tutto il suo bestiame. E così l'eroe mitico, senza sporcarsi, escogitò la deviazione dei vicini fiumi Alfeo e Peneo, che con l'irruenza delle loro acque spazzarono via lo sterco ovunque si trovasse.
Ma il re Augia che non si aspettava questa sorta di bravata, preso dal livore per l'inganno non volle mantenere la parola e così rendere ad Eracle la ricompensa suddetta.

Il seguito di questa storia del mito è piuttosto avvolto in una nebulosa, quasi a rimandarla nel futuro...

Forse a oggi. Forse alla Napoli ripiena di Monnezza fino agli ancora "pascoli casertani" per antonomasia «Terra di lavoro».

Ma mi domando perplesso, che potrebbe farebbe l'Eracle di questa generazione, di una certa sorta di "bestiame" preso a rilasciare la personale "monnezza"? Già, perché egli non avrà certo dimenticato la beffa subita in seguito al suo intervento nel passato mitico, che pur dovette fare, per capirne l'inutilità. Questa volta poi non è solo un "re Augia" a farsi bello e mortificare l'eventuale nuovo Ercole capace di fare il miracolo per la ex bella Napoli, ora inzaccherata nella monnezza. Come si fa a mettere la museruola ai suoi eredi che non si contano e che sono frammischiati nello stesso "bestiame" produttore di monnezza?

Come si vede non sembra proprio che ci sia via di uscita, salvo a stimare una cosa buona che il buon napoletano, quello della povertà, è simile a quel mitico bestiame della sesta fatica di Eracle. Questo per dire che almeno questi miseri napoletani sono immuni alle possibili contaminazioni della monnezza e sopravviveranno.

Dove il guaio sulla "monnezza" di Napoli dunque? Senza dubbio in quel 10 per cento antico su cui si accendono, negli occulti olimpi d'oggi, le lotte per l'appannaggio sull'oro alchemico derivante dalla "monnezza".

Ma, a lungo andare, potrebbe anche indisporsi l'immunità mitica sul "bestiame olimpico" in discussione, e come accadde con l'epidemia milanese raccontata da Manzoni nei «Promessi Sposi», fu così che anche l'irriducibile e malvagio «Don Rodrigo» fu messo in fuori gioco.


Gaetano Barbella
Articolo di riferimento : Francesco Giubilei: Hanno ucciso Pulcinella
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Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
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