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Commento di antonella aggiunto il 11.05.2007
letto e apprezzato, sia quest'articolo che il libro. un caro saluto antonella
Articolo di riferimento : Fabiano Alborghetti trova Stefano Sanchini. Interrail|Cercando l'oro 11
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Commento di Loredana aggiunto il 11.05.2007
Sembra di ascoltare un racconto orale fatto a bassa voce, uno story teller digitale :-)
Lo
Articolo di riferimento : Gianmario Bonfadini: Viaggio ai confini dell'Europa per una scultura di neve
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Commento di Roberto Pereira aggiunto il 10.05.2007
roberto Pereira
http://cubaisuoivolti.blogspot.com/


Il nome di Dariel Alarcon Ramirez non dice molto a chi non conosca la storia di Cuba, più noto il suo nome di battaglia “Benigno”. E’ stato il compagno inseparabile di Che Guevara, con lui anche in Bolivia quando fu catturato ed ucciso. Un uomo che ora prova a ricordare ed a raccontare. Ci consegna riflessioni davvero importanti, che spero trovino un editore italiano interessato ai suoi cinque libri, e specialmente all’ultimo, dove racconta la rivoluzione, la conquista del potere, il tentativo guevarista d’esportare la rivoluzione in tutta l’America Latina, l’imboscata e la morte del Che, poi i suoi anni al fianco di Fidel Castro. Il 9 ottobre 1967 una raffica uccide Guevara. I boliviani gli avevano consentito di consumare un pasto, tenendolo prigioniero in una scuola, poi erano passati all’esecuzione sommaria.

Un agente della Cia aveva tentato di fermarli, ma gli ordini dei loro superiori erano precisi. Benigno, con gli altri compagni, aveva avuto la notizia dalla radio, nel mentre ancora lo aspettavano. Un colpo terribile, dopo di che cominciarono il lungo tragitto, braccati dall’esercito, per sfuggire alla morte che attendeva anche loro. Quando riuscirono a rimettere piede a Cuba, il 6 marzo 1968, dopo un viaggio infinito che li aveva portati anche a Mosca, furono accolti in modo trionfale, con un Castro commosso che volle lungamente e pubblicamente abbracciarli. Solo dopo, con il tempo, Benigno seppe che la notizia non era stata data ai cubani, che la manifestazione di giubilo era stata organizzata dallo stesso Castro, il quale, prima di ogni cosa, voleva parlargli.

Benigno non credette all’idea, diffusasi qualche tempo dopo, che a tradire Guevara fosse stato il francese Régis Debray. Anzi, ricorda che quando, dopo tre anni di carcere e le forti pressioni degli americani sui boliviani, Debray fu liberato e poté anch’egli tornare a Cuba fu quest’ultimo, a muso duro, a rimproverare Castro per l’isolamento, e forse il tradimento del Che. Ma andiamo con ordine. Benigno torna a prendere il suo posto, adesso sorretto anche da una grande fama, a Cuba, ma non rinuncia, in modo riservato, a condurre una propria indagine sugli accadimenti boliviani, e mano a mano che osserva Castro e parla con i suoi amici si rende conto che, quanto meno, nulla era stato fatto per aiutare il Che ed i suoi uomini ad uscire dalla trappola. Quanto meno. Il punto nevralgico del suo ragionamento ruota attorno ai rapporti fra Cuba e l’Unione Sovietica. Castro era un protagonista di quei rapporti, mentre Guevara era su una posizione diversa.

E’ bene ricordare quel che il Che aveva detto ad Algeri, il 24 febbraio 1965, nel corso di una seminario presieduto da Ben Bella. In quell’occasione Guevara aveva preso la parola ed aveva detto, chiaro e tondo, che c’era un’alleanza oggettiva fra due imperialismi, quello capitalista e quello sovietico, tutti protesi a dividersi il mondo in aree d’influenza, ed aveva sostenuto che contro quella realtà occorreva battersi. In ragione di quel discorso Castro volle parlargli, cosa che avvenne a Cuba, pochi giorni dopo, nel corso di un incontro tutt’altro che sereno. Terminata quella discussione, durante la quale Guevara aveva ottenuto il sostegno per le sue azioni rivoluzionarie fuori da Cuba, il Che si era ritirato a scrivere tre lettere di addio: una ai familiari, una ai suoi figli e la terza a Castro. Quest’ultima lettera non rimase riservata, perché Castro la lesse, pubblicamente, il 3 ottobre 1965. Guevara commentò: “Eccolo, il culto della personalità (…) questo mi obbliga a sparire dalla scena politica (…) non ho più niente da fare a Cuba (…) è la mia rivoluzione, ma non è la mia Cuba”.
l'intero articolo lo trovate su http://cubaisuoivolti.blogspot.com/
Commento di Gordiano Lupi aggiunto il 10.05.2007
Mi piacerebbe che i tanti cubani della diaspora che vivono in Italia e in Europa commentassero questi pezzi e facessero sentire la loro voce. I chivatones si astengano, prego. Fanno già abbastanza danno in patria e qui non ci sono i Comité, i trabajadores sociales...

Gordiano Lupi
Commento di KIKA aggiunto il 10.05.2007
Io porto la poesia NON GRIDATE PIù agli esami all' inizio l' avevo portata perchè era corta ma ripetendola ho capito il suo significato. Questa poesia rappresenta il dolore portato dalla seconda guerra mondiale e dovrebbe farci capire che intanto non vanno mai giudicati i caduti della guerra di qualsiasi reggimento siano perchè loro hanno sacrificato la loro vita e poi la cosa più importante bisogna smetterla di combattere perchè le guerre portano solo dolore e distruzione ma nonostante che lo sappiamo andiamo avanti a farle perchè in fin dei conti penso che la guerra sia dentro di noi è come se fosse la nostra natura!!!!!!
PS solo le persone che guardano all' aldilà delle parole possono comprendere le poesia di Ungaretti
Commento di cubano 100% aggiunto il 10.05.2007
a la grande lupi,,,,,
Commento di Antonio aggiunto il 10.05.2007
Cara Erminia
sapevo naturalmente del giovane amico mecenate ma le tue precisazioni e notizie ulteriori mi giungono nuove e preziose. Il triangolo amoroso, più in generale, è uno schema drammatico comune a tutte le epoche ma da ciascuna caricato di valenze diverse e storicamente determinate.
La poesia, come le arti in genere, non è impermeabile al contesto storico e culturale. Chissà se arriverà un epoca pacificata di 'famiglie allargate' o invece nuove stagioni per le famiglie tradizionali, magari depurate da incrostazioni e preconcetti. Io mi auguro che s'avverino entrambe le cose. Ma sto uscendo un po' dal seminato...
Antonio
Articolo di riferimento : In versi d'amore: la scelta di Erminia Passannanti. A cura di Alivento (1)
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Commento di erminia aggiunto il 10.05.2007
Caro Antonio, la donna shakesperiana è tanto libera da stereotipi da potere essere ambigua al punto da suggerire ogni ipotesi eccentrica.

In realtà, l’interpretazione convenzionale del triangolo amoroso vede Shakespeare “invaghito” del facoltoso amico, il terzo conte di Southampton, Henry Wriothesley, suo generoso mecenate, il cui affetto ricambiato gli viene rubato dalla tremenda “dark lady”, già amante del poeta, che inizia una relazione con il giovane biondo.

Il triangolo amoroso ha suscitato molte interpretazioni, alcune delle quali affascinanti: quella più oscura che avrebbe delle basi storiche tuttavia non accertate e che, in effetti, sotto il nome di Shakespeare si nascondesse il padre del Fair Youth, Edward de Vere, 17mo Conte di Oxford, che fino al 17mo sonetto incitava pertanto il figlio a sposarsi, coem padre preoccupato e premuroso. Il resto dei sonetti sarebbe dedicato da Edward de Vere alla Dark Lady, ovvero alla regina Elisabetta I, di cui il giovane biondo sarebbe stato il figlio illegittimo, partorito e lasciato in affidamento al padre. Questi sarebbe stato messo a tacere dalle autorità per ordine della regina e dunque costretto a perorare la causa della sua dinastia ovvero a documentarla per i posteri, attraverso lo pseudonimo “Shakespeare”.

un caro saluto
Articolo di riferimento : In versi d'amore: la scelta di Erminia Passannanti. A cura di Alivento (1)
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Commento di jazzman aggiunto il 09.05.2007
il guardian ha dato solo 3/5 e solo perchè c'è un certo Tippet ed un certo Moholo. l'album secondo me non è all'altezza della carriera di moholo.
Articolo di riferimento : Louis Moholo Viva La Black - Live at Ruvo (Ogun) 2007
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Commento di Antonio Fiori aggiunto il 09.05.2007
Shakeaspeare è scelta quantomai interessante e intrigante, da parte di Erminia; volevo solo ricordare la felice ambiguità dell'identità sessuale della persona amata. L'operazione di Shakeaspeare, che anticipa di certo più moderni mascheramenti, è giocata su sottilissimo filo e trova (parziale) spiegazione anche nei ruoli teatrali femminili notoriamente affidati, all'epoca, agli uomini.
Un saluto ad Erminia e Alivento
Antonio
Articolo di riferimento : In versi d'amore: la scelta di Erminia Passannanti. A cura di Alivento (1)
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Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
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