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Dal discorso tenuto da Barack Obama all'Università del Cairo. Proposta per gli esami.
08 Giugno 2009
 

E pluribus unum. "Da molti, uno solo".  Ed è  con questa frase che voglio riportare parte del discorso tenuto all’Università del Cairo, il giorno 4 giugno da Barack Obama, Presidente degli Stati Uniti.

Una lezione di Storia, di umanità, di uguaglianza, di Democrazia che nessun testo  potrebbe mai offrire ai nostri giovani, in un mondo che cambia e che rischia di perdere di vista i valori fondamentali della vita, valori troppo spesso e a danno di tutti, elusi, specialmente da chi non conosce o volutamente o per ignoranza che cosa sia parlare di politica.

 

Una lezione da seguire per chi si accinge ad affrontare la prova di maturità:

 

-Dal punto di vista dell'istruzione, allargheremo i nostri programmi di scambi culturali, aumenteremo le borse di studio, come quella che consentì a mio padre di andare a studiare in America, incoraggiando un numero maggiore di americani a studiare nelle comunità musulmane. Procureremo agli studenti musulmani più promettenti programmi di internship in America; investiremo sull'insegnamento a distanza per insegnanti e studenti di tutto il mondo; creeremo un nuovo network online, così che un adolescente in Kansas possa scambiare istantaneamente informazioni con un adolescente al Cairo.
Noi abbiamo la possibilità di creare il mondo che vogliamo, ma soltanto se avremo il coraggio di dare il via a un nuovo inizio, tenendo in mente ciò che è stato scritto. Il Sacro Corano dice: "Oh umanità! Sei stata creata maschio e femmina. E ti abbiamo fatta in nazioni e tribù, così che voi poteste conoscervi meglio gli uni e gli altri". Nel Talmud si legge: "La Torah nel suo insieme ha per scopo la promozione della pace". E la Sacra Bibbia dice: "Beati siano coloro che portano la pace, perché saranno chiamati figli di Dio"-.

-Ho studiato Storia e ho imparato quanto la civiltà sia debitrice nei confronti dell'Islam. Fu l'Islam infatti - in istituzioni come l'Università Al-Azhar - a tenere alta la fiaccola del sapere per molti secoli, preparando la strada al Rinascimento europeo e all'Illuminismo. Fu l'innovazione presso le comunità musulmane a sviluppare scienze come l'algebra, a inventare la bussola magnetica, vari strumenti per la navigazione; a far progredire la maestria nello scrivere e nella stampa; la nostra comprensione di come si diffondono le malattie e come è possibile curarle. La cultura islamica ci ha regalato maestosi archi e cuspidi elevate; poesia immortale e musica eccelsa; calligrafia elegante e luoghi di meditazione pacifica. Per tutto il corso della sua Storia, l'Islam ha dimostrato con le parole e le azioni la possibilità di praticare la tolleranza religiosa e l'eguaglianza tra le razze-.

-Fino a quando i nostri rapporti saranno definiti dalle nostre differenze, daremo maggior potere a coloro che perseguono l'odio invece della pace, coloro che si adoperano per lo scontro invece che per la collaborazione che potrebbe aiutare tutti i nostri popoli a ottenere giustizia e a raggiungere il benessere. Adesso occorre porre fine a questo circolo vizioso di sospetti e discordia-.

-Io sono qui oggi per cercare di dare il via a un nuovo inizio tra gli Stati Uniti e i musulmani di tutto il mondo; l'inizio di un rapporto che si basi sull'interesse reciproco e sul mutuo rispetto-.

 

-Non c'è dubbio alcuno, pertanto: l'Islam è parte integrante dell'America. E io credo che l'America custodisca al proprio interno la verità che, indipendentemente da razza, religione, posizione sociale nella propria vita, tutti noi condividiamo aspirazioni comuni, come quella di vivere in pace e sicurezza, quella di volerci istruire e avere un lavoro dignitoso, quella di amare le nostre famiglie, le nostre comunità e il nostro Dio. Queste sono le cose che abbiamo in comune. Queste sono le speranze e le ambizioni di tutto il genere umano-.

-E quando innocenti inermi sono massacrati in Bosnia e in Darfur, è la coscienza di tutti a uscirne macchiata e infangata. Ecco che cosa significa nel XXI secolo abitare uno stesso pianeta: questa è la responsabilità che ciascuno di noi ha in quanto essere umano-.

-L'Islam non è parte del problema nella lotta all'estremismo violento: è anzi una parte importante nella promozione della pace-.

 

-A questo proposito potrei citare le parole di Thomas Jefferson che disse: "Io auspico che la nostra saggezza cresca in misura proporzionale alla nostra potenza e ci insegni che quanto meno faremo ricorso alla potenza tanto più saggi saremo"-.

 

-Troppe sono le lacrime versate; troppo è il sangue sparso inutilmente. Noi tutti condividiamo la responsabilità di dover lavorare per il giorno in cui le madri israeliane e palestinesi potranno vedere i loro figli crescere insieme senza paura; in cui la Terra Santa delle tre grandi religioni diverrà quel luogo di pace che Dio voleva che fosse; in cui Gerusalemme sarà la casa sicura ed eterna di ebrei, cristiani e musulmani insieme, la città di pace nella quale tutti i figli di Abramo vivranno insieme in modo pacifico come nella storia di Isra, allorché Mosé, Gesù e Maometto (la pace sia con loro) si unirono in preghiera

È vero il contrario: la fede dovrebbe avvicinarci. Ecco perché stiamo mettendo a punto dei progetti di servizio in America che vedano coinvolti insieme cristiani, musulmani ed ebrei. Ecco perché accogliamo positivamente gli sforzi come il dialogo interreligioso del re Abdullah dell'Arabia Saudita e la leadership turca nell'Alliance of Civilizations. In tutto il mondo, possiamo trasformare il dialogo in un servizio interreligioso, così che i ponti tra i popoli portino all'azione e a interventi concreti, come combattere la malaria in Africa o portare aiuto e conforto dopo un disastro naturale-.

 

-Internet e la televisione possono portare conoscenza e informazione, ma anche forme offensive di sessualità e di violenza fine a se stessa-.  (Dalla traduzione di Anna Bissanti)

 

E in aggiunta:

«Gli Stati Uniti non sono in guerra con l'Islam».

«Ci deve essere un nuovo inizio nei nostri rapporti, basato sull'interesse reciproco»

«combattere gli stereotipi negativi sull'Islam, da dovunque provengano. come i musulmani non rientrano in uno stereotipo grezzo», ha però chiarito Obama, «l'America non è lo stereotipo grezzo di un impero interessato».

«Agli Stati Uniti non interessa mantenere l'esercito in Afghanistan» e «i Palestinesi devono smettere di attaccare Israele, e Israele di formare nuovi insediamenti. Sei milioni di ebrei sono stati uccisi dal Terzo Reich. Negare questo fatto è assurdo e odioso. Minacciare Israele di distruzione è profondamente errato».

 

I legami degli Stati Uniti con Israele sono «indistruttibili», ma la situazione dei palestinesi è «intollerabile».

L'unica soluzione per le aspirazioni di israeliani e palestinesi «è quella di due Stati che convivono in pace e sicurezza. «Questa è la strada che intendo perseguire», ha detto Obama.

E per il presidente, «l'Iran deve avere la possibilità di fare esperimenti nucleari, ma con fini pacifici, e deve aderire al Trattato di non-proliferazione». «Nessun sistema di governo può o dovrebbe essere imposto da una nazione sopra qualsiasi altra», ha detto Obama che si è soffermato su questo punto: non vuol dire - ha aggiuto - che tutti i sistemi si equivalgano. Dire che la democrazia non può essere imposta, dice Obama, non «vuol dire indebolire il mio impegno verso quei tipi di governo che rispecchino la volontà popolare. Ma ogni nazione dà vita a questo principio nel suo modo peculiare, basato sulle sue tradizioni. L'America non ha la pretesa di avere la ricetta giusta per tutti... Ma sono convinto che tutti, in tutto il mondo, debbano aspirare ad alcuni diritti di base: la libertà di espressione... La fiducia in una legge uguale per tutti e in una giusta amministrazione, un governo trasparente, che non si approfitti della cittadinza, che sia onesto, e la libertà per ciascuno di scegliere la vita e lo stile di vita che preferisce Queste non sono idee americane, ma diritti umani di base, che sosterremmo e per cui combatteremo ovunque».
«L'11 settembre è stato un trauma enorme per l'America. La paura e la rabbia provocati sono comprensibili ma, in alcuni casi, ci hanno portato ad agire in modo contrario rispetto ai nostri ideali».

«Non condivido l'idea di alcuni occidentali che credono che una donna che accetta di coprirsi il capo sia meno uguale, ma credo che negando l'istruzione ad una donna le si neghi l'eguaglianza».«Le nostre figlie possono contribuire alla società quanto i nostri figli - ha poi aggiunto - e rispetto le donne che scelgono di vivere la loro vita secondo le regole tradizionali, ma deve essere una loro scelta».

-Se sceglieremo di rimanere ancorati al passato, non faremo mai passi avanti. E vorrei dirlo con particolare chiarezza ai giovani di ogni fede e di ogni Paese: "Voi, più di chiunque altro, avete la possibilità di cambiare questo mondo".

I problemi che vi ho illustrato non sono facilmente risolvibili, ma abbiamo tutti la responsabilità di unirci per il bene e il futuro del mondo che vogliamo, un mondo nel quale gli estremisti non possano più minacciare i nostri popoli e nel quale i soldati americani possano tornare alle loro case; un mondo nel quale gli israeliani e i palestinesi siano sicuri nei loro rispettivi Stati e l'energia nucleare sia utilizzata soltanto a fini pacifici; un mondo nel quale i governi siano al servizio dei loro cittadini e i diritti di tutti i figli di Dio siano rispettati. Questi sono interessi reciproci e condivisi. Questo è il mondo che vogliamo. Ma potremo arrivarci soltanto insieme.

  


A cura di Anna Lanzetta



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