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Commento di Ivan Battista aggiunto il 17.03.2020 Ottima l\'idea di catalogare i disegni e gli scritti dei bambini. Senza chiamare in campo Louis Corman, ma restando nella pedagogia più schietta, credo che visionare e raccogliere insieme un numero di disegni infantili sul fenomeno coronavirus sia davvero interessante perché, paradossalmente, istruttivo anche per noi adulti. La visione del mondo del bambino ci deve interessare poiché è anche, in parte, la nostra di adulti. Mentre il cambiamento somatico è progressivo e definitivo dalla nascita alla morte, cioè i connotati di età del nostro corpo ci abbandonano, la mutazione psicologica no. Nel nostro essere la dimensione infantile/fanciulla non ci lascia mai e si accomoda tra le pieghe del nostro ricordo più affettivo. Il Puer/Puella è un archetipo potente, base della nostra fantasia e creatività. È la spinta all\'immaginazione più libera che è inebriante perciò potente, ma anche pericolosa. Per questo va integrata con l\'archetipo contrapposto del Senex, cioè la saggezza, lo studio e il calcolo. Trovo, quindi, l\'idea della professoressa Sandra Chistolini molto interessante perché ci darebbe un\'ulteriore occasione di riflessione sul mondo infantile per comprenderlo meglio e, così facendo, giungere a comprendere meglio quello adulto. La totalità delle istanze psichiche, spesso separate e autonome in modo pericoloso, più saranno integrate al meglio e più avremo garanzia di equilibrio psichico. Equilibrio che deve essere la sostanza fondamentale di qualsiasi teoresi pedagogica, pena la sofferenza per i nostri piccoli e, in definitiva, anche per noi. Mi auguro, dunque, che l\'iniziativa della pedagogista Sandra Chistolini possa procedere fino a trovare un editore che pubblichi i disegni dei bambini sul coronavirus. Sarebbe un\'occasione straordinaria di crescita culturale per le giuste e competenti osservazioni della scienza pedagogica che potrebbero derivarne.
Dr. Ivan Battista, psicolgo, psicoterapeuta dinamico e del profondo. Articolo di riferimento :
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] Commento di Roberta De Horatis aggiunto il 17.03.2020 Cosa è accaduto? Come è possibile che per frenare l' incessante e inesorabile correre frenetico della nostra quotidianità sia stato necessario obbligarci a uno spazio senza tempo.
Questo spazio che cicatrice ci lascerà? Quanto e come rimarginerà la nostra ferita?
Ma poi questo tempo...riappropriarmi di togliere il pigiama quando ne ho voglia e accorgermi che non è una di quelle domeniche casalinghe che ho scelto di non tuffarmi in iniziative goliardiche o culturali ma un comune martedì.
Togliere la sveglia anzi le sveglie che cadenzano quei cinque minuti in più che sto distesa e che mi illudo di riposare ma che tracciano l'inesorabile scadenzario della giornata.
Cambiare l'ordine delle cose da espletare perché ho tempo, si ho tempo!
Il tempo di affacciarmi arruffata sulla terrazza e guardare il vicino che annaffia amorevolmente il suo giardino.
Il tempo di svegliare senza ansie mio figlio senza dovergli ribadire per la decima volta che farà tardi a scuola, il tempo per abbracciare mio marito, preparare la colazione insieme, accarezzare il cane e consolare al telefono l'amica che teme per la salute dei suoi genitori.
Il tempo per conciliare il mio inesorabile desiderio di scrivere e di leggere e soprattutto di farlo guardando il mare. Si, il mare perché io ci vivo quasi dentro nel mare ma come ogni essere umano che si abitua a tutto, anche a panorami come questo, di una bellezza che lascia senza respiro, spesso lo guardo di sfuggita con la presunzione di fargli conservare gelosamente e senza la dovuta riconoscenza, le mie paure, le mie gioie, i miei sogni, il destino dei miei cari.
E i miei alunni, si i miei piccoli alunni!
Gli uomini e le donne di domani che adesso vivono questa reinvenzione della loro quotidianità …chi si interessa del loro vissuto?
E’ così che abbiamo compreso che questo tempo andava raccontato, così come i bambini lo “sentono”.
Ed è possibile che, tra le mille cose che sta distruggendo questo temibile virus, un giorno ci troveremo a ringraziarlo quasi vergognandoci di farlo?
Gli stessi bambini con tono flebile mi dicono: "Sai Maestra quasi quasi questo Coronavirus mi piace perché mi fa passare tanto tempo in casa con mamma e papà."
Abituata alle loro voci, alle loro mille richieste ma soprattutto ai loro abbracci e alle loro confidenze,
quel tutto che dopo una giornata a scuola ti fa tornare a casa con la testa piena ma con il cuore ancor più traboccante di amore.
Non so se e quando tutto passerà, e passerà, ricorderemo quell'odore di pane fatto in casa, l'abbraccio di quella musica che ci ha accompagnato quando temevamo per il peggio...
Di certo, caro Tempo io ti rispetterò di più e a te dolcissimo mare che da diversi anni mi culli come una madre amorevole non riserverò più sguardi fugaci o a termine.
Nel frattempo caro Coronavirus ti esorcizzo con la storia che hanno inventato i miei alunni che come ogni bella storia che si rispetti ha un dolcissimo lieto fine!
ANDRA’ TUTTO BENE
Maestra Roberta
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] Commento di Chiara Molteni aggiunto il 17.03.2020 Così come dettiamo le linee guida da seguire nella vita dei nostri piccoli per orientarli su ciò che è giusto e sbagliato allo stesso modo dovremmo a volte fermarci ad ascoltarli e osservarli ed imparare da loro una percezione della realtà che è istintiva, immediata, senza filtri spesso fuorvianti.
Il disegno e l’arte tutta abbatte le barriere culturali e linguistiche, strumento democratico per eccellenza e come tale tra le più efficaci forme di comunicazione possibili. Impariamo dai disegni dei nostri bambini la loro e la nostra realtà. Oggi impariamo da loro qualcosa sul Coronavirus, su come difenderci, sulle paura, le delusioni e sui lati positivi che porta un tempo lento, dilatato, ritrovato. Articolo di riferimento :
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] Commento di Alessandra Natalini aggiunto il 17.03.2020 Grazie a questo articolo è possibile riflettere sul fatto che un caso di emergenza, quale il Coronavirus, consenta a bambini ed adulti di divenire consapevoli della responsabilità che ognuno di noi ha nei confronti degli altri, riscoprendo il valore di cittadinanza attiva e il senso di comunità. I bambini sono i primi, infatti, a rendersi conto del cambiamento in atto e dell'importanza di seguire le regole quotidiane apprese a scuola, quali il lavarsi le mani e il coprirsi la bocca in caso di tosse o starnuti. Questa nuova situazione, inoltre, ha permesso alle famiglie di riscoprire il valore dello stare insieme senza la '' minaccia del tempo che scorre''. Articolo di riferimento :
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] Commento di Carlo Forin aggiunto il 16.03.2020 Hai ragione, Rossella. Combattente col sorriso. Consapevole di lottare al fine che tanti continuino a respirare, certa che gira nell'aria la possibilità di cambiar ruolo da chi respira bene in quello di chi deve usar una maschera per restare vivo. E sorridere per non preoccupare il curato.
Vorrei abbracciarle una ad una. Articolo di riferimento :
Commento di Michele Tarabini aggiunto il 14.03.2020 Vorrei approfittare di questo spazio per dare un piccolo
suggerimento aggiuntivo (non da medico, ma da semplice
appassionato di medicina) alle norme igieniche contro il
Coronavirus, nel senso che mi sembra importante, oltre a
mantenere disinfettata l'epidermide, anche mantenere
disinfettati, in modo naturale, gli altri apparati corporei.
Il limone, ad esempio, è un antisettico naturale ed efficace:
abbondiamo in limonate, in questo periodo; usiamolo per
condire le insalate e, ogni tanto, spremiamo un limone e
beviamone il succo puro. Ciò dovrebbe portare giovamento
non solo all'apparato digerente, ma un po' a tutti gli
organi. E magari contribuirà a far attecchire più dolcemente
il virus, se arriverà, e comunque non ci farà male. Articolo di riferimento :
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] Commento di Carlo Forin aggiunto il 13.03.2020 Brava M.P.F. da C.F. Articolo di riferimento :
Commento di Manuela Santucci aggiunto il 07.03.2020 Partecipare al Seminario sul metodo sperimentale della Scuola dell'Infanzia della Pizzigoni è stata una grande opportunità di ampliamento delle conoscenze storiche in ambito pedagogico, scoprendo cosi'che molto del metodo che si usa nelle scuole oggi probabilmente affonda le sue radici proprio in questo metodo che già allora pose uno "sguardo" verso il bambino. Inoltre l'aver potuto vedere anche solo una parte di tutto il materiale utilizzato negli anni dalla Pizzigoni è stata non solo una grande emozione ma una conferma che la passione e la dedizione verso ciò in cui si crede può dare vita a qualcosa di eccezionale e sopperire anche alla carenza di opportunità, la Pizzigoni creava da sola i giochi da dare ai bambini per ampliare la loro visione di ciò che li circonda. Grazie Articolo di riferimento :
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] Commento di Annalaura Iannilli aggiunto il 06.03.2020 La partecipazione al seminario di formazione per insegnanti ed educatrici di Scuola all\'Aperto e in servizio nella Scuola dell\'Infanzia e nel Nido, tenuto dalla Professoressa Sandra Chistolini, ha rappresentato per me studentessa di Scienze della Formazione Primaria, prossima alla Laurea, un\'esperienza davvero unica ed irripetibile di stimolo, confronto e riflessione critica sull\'operato di una donna, Giuseppina Pizzigoni, una maestra di vita che fu capace di andare controcorrente nella scuola e di operare una sorta di \"rivoluzione\" scolastica per rinnovare l\'idea e la pratica dell\'insegnamento e per liberare l\'infanzia.
A volte non ci rendiamo neppure conto di quanto abbia significato per la formazione il contributo di personalità di spicco, come quella della Pizzigoni o l\'intervento di maestre motivate, come Sara Bertuzzi, la quale ha portato avanti con entusiasmo e determinazione il Metodo Pizzigoni. Dobbiamo dire grazie a loro se oggi esistono insegnanti determinati, o futuri insegnanti che vorrebbero proporre un itinerario educativo basato sull\'esperienza concreta e personale del bambino.
Molti si chiedono che cosa il Metodo Pizzigoni possa offrire oggi alla scuola italiana, che sicuramente non potrà ripetere l’eccellenza di una tradizione così radicata, ma potrà trarne spunti di riflessione sul processo pedagogico. Ecco allora che mi viene da pensare all\'esperienza personale di tirocinio diretto che sto svolgendo in una scuola Primaria della provincia di Roma, improntata sul metodo \"tradizionale\". La mia proposta e il mio intento, a tal proposito, è quella di stabilire un contatto tra questa scuola e la scuola Pizzigoni per raccogliere l’esperienza preziosa del passato e confrontarla con la nuova scuola.
A questo proposito vorrei sottolineare un aspetto del metodo Pizzigoni che mi è rimasto particolarmente in mente: “Io ho fatto una scuola, non ho parlato della scuola”.
Ella ha costruito cioè una nuova realtà educativa; ha portato avanti un programma e una pedagogia innovativa; ha esaltato la vita attiva del bambino e ha messo al primo posto il dar forza al corpo e allo spirito dello scolaro, per provvedere ad una crescita sana, costituita da ricca esperienza.
Con il passare del tempo purtroppo il sistema scolastico si è appesantito e si è perso un po’ il senso del fare scuola al servizio degli studenti. Pertanto la mia proposta vorrebbe puntare alla \"ricostruzione\" della scuola, anche e soprattutto in questo momento storico in cui si sente continuamente parlare di riforma della scuola, l’impegno dovrebbe essere quello di fare, di costruire, di sperimentare.
Negli ultimi anni si è fatto già qualche passo avanti per rinnovare l’organizzazione della scuola, ma quanto tutto ciò ha effettivamente migliorato il “fare scuola”?
La scuola Rinnovata secondo il metodo Pizzigoni, a mio avviso, potrebbe essere un valido punto di riferimento per fare scuola.
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] Commento di Alessandra Natalini aggiunto il 04.03.2020 Ritengo che il seminario sul Fondo Pizzigoni, tenuto dalla Professoressa Sandra Chistolini, abbia saputo riassumere al meglio i principi che sono alla base del metodo sperimentale di Giuseppina Pizzigoni, ricostruendo il contesto nel quale esso si è sviluppato. Ciò ha permesso un ampio confronto tra le esperienze che gli insegnanti oggi vivono quotidianamente nelle loro classi e le esperienze descritte da Giuseppina Pizzigoni e portate avanti da Sara Bertuzzi, evidenziando così l'importanza e l'attualità di tale metodo. L'incontro ha consentito, inoltre, alle insegnanti e a tutti noi di prendere coscienza della base scientifica dell'insegnamento. In particolare, abbiamo avuto l'opportunità di riflettere sul fatto che il metodo sperimentale, rispetto ad altri approcci, rispetti pienamente l'infanzia e le sue caratteristiche, ma soprattutto ponga al centro dell'azione didattica il naturale sviluppo del bambino, garantendo un'educazione integrale della persona. Articolo di riferimento :
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