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Commento di Aurora Monacelli studentessa SFP aggiunto il 15.04.2020
"Trovare sempre il bello nel brutto" è la frase che racchiude il nostro stato d'animo durante questa battaglia contro il re Virus che ci mette cosi tanta paura. Allo stesso tempo la frase suddetta è l'insegnamento che ci danno i bambini che vedono in questo periodo di quarantena l'opportunità di passare del tempo con i genitori che sono tanto impegnati nella vita "normale". Nonostante i bambini siano stati privati della passeggiata al parco con i nonni o della partita a pallone sotto casa con gli amici sono riusciti ad adattarsi alla situazione creando nuovi giochi e nuovi passatempi da fare in casa.Questo dimostra quanto sia geniale la mente del bambino che dà sicuramente tanta forza agli adulti in questo periodo in cui siamo stati catapultati in un mondo diverso da quello a cui eravamo abituati. Importante in questo momento è l'aiuto degli insegnanti che continuano ad istruire e a seguire a distanza il percorso educativo e scolastico dei bambini.
Commento di Giorgia Dati aggiunto il 15.04.2020
Lavoro come educatrice professionale in una scuola primaria sul territorio di Fiumicino.
Seguo tre bambini in tre classi diverse, una seconda, una terza e una quarta.
Ad oggi le amministrazioni comunali non hanno ancora trovato il modo di integrare il nostro servizio con le piattaforme digitali che il corpo docenti sta già utilizzando, non dandoci modo di poter continuare a seguire i nostri bambini anche a distanza, almeno per il momento.
Per questo motivo ho chiesto a chi, invece, la didattica a distanza la sta già effettuando, avendo modo anche di vedere i bambini immersi in questa nuova realtà.
Una maestra della scuola dell'infanzia, Lo Scarabocchio, sita nel nostro territorio, mi raccontava che i suoi piccoli alunni, dopo qualche settimana dalla chiusura delle scuole, hanno iniziato a cercarla tramite gruppi presenti sui social o tramite la messaggistica istantanea.
I più le mandavano messaggi di dispiacere nel sentire la mancanza sua, dei compagni e delle tante attività svolte tutti insieme.
Se da un lato, però, i bambini mostravano rammarico, dall'altro esternavano la gioia di poter vivere e condividere molto più tempo con i propri genitori.
In particolare mi ha colpito la reazione di uno dei bambini più piccoli, di 3 anni, alla vista della maestra durante la loro prima video lezione.
Il piccolino non voleva partecipare e ripeteva spesso di non voler tornare a scuola, rimanendo abbracciato alla mamma.
Incuriosita, ho chiesto alla maestra se si fosse fatta un'idea del perché il piccolo alunno avesse avuto quella reazione e lei mi ha spiegato che il bambino, per la maggior parte del tempo, durante una giornata tipo, si trova in compagnia della baby sitter, in quanto i genitori sono spesso fuori per lavoro.
Ha dedotto quindi, non mostrando sofferenza nello stare a scuola con gli altri compagni, che il bambino abbia in qualche modo timore che il rientrare alle normali attività scolastiche voglia dire perdere il privilegio di passare tutto questo tempo 'bonus' con la propria mamma.
Quindi sì, se da un lato questo Virus con la corona rappresenta un terribile pericolo per i più grandi e anche per i più piccini, dall'altro rappresenta anche il lasciapassare per questa sorta di terra di mezzo, dove tutti siamo approdati all'improvviso e in cui il tempo scorre senza i ritmi incalzanti scanditi dalle campanelle, dagli appuntamenti e dalle scadenze.
I bambini vedono coinvolgersi nella realizzazione di prodotti fatti in casa e scoprono la meraviglia e la soddisfazione nel consumare il pane o i dolci fatti dalle loro manine, con l'aiuto dei propri genitori.
Hanno il desiderio di contribuire alla causa comune, rincuorando grandi e piccoli con disegni e striscioni con su scritto 'Andrà tutto bene', tingendo teli bianchi con i colori dell'arcobaleno.
Al di là di tutto, fa tenerezza notare che, nel profondo del loro cuore, nutrano nostalgia per la loro amata Scuola e commuove anche un po' vederli tanto entusiasti nel ritrovarsi per la prima volta in video chiamata tutti insieme, talmente entusiasti da fare fatica a sovrastare le loro voci, che emozionate si intrecciano in svariati concitati saluti.



Commento di Elisabetta Falamesca aggiunto il 14.04.2020
L’emergenza COVID19 ha catapultato le nostre esistenze in una dimensione lontana dalla nostra routine. Il distanziamento sociale che ci è stato imposto ci ha condotto a rivalutare la nostra umanità, a capire che l’io senza l’altro non ha ragione di esistere. Questo nemico invisibile e tanto pauroso sembra essere l’opportunità per riscoprirci nella nostra dimensione umana e nella assoluta necessità di sentirci parte di un mondo comune. Ci ha portato a riscoprire il valore della famiglia come comunità, di un "tempo nuovo" da poter dedicare ai nostri bambini, di un perder tempo insieme, che però non sarà mai perduto. Ci ha reso ancor più consapevoli di quanto sia importante che le famiglie, mamma e papà insieme, partecipino attivamente all'educazione dei loro bambini e ancor di più di quanto sia fondamentale che queste collaborino con la scuola, per mantenere vive quelle relazioni oggi più che mai indispensabili per esorcizzare davvero la paura ed uscirne tutti vincitori.
Commento di Francesca Ferrone aggiunto il 14.04.2020
I bambini rappresentano da sempre un universo ricco e affascinante da esplorare, nelle situazioni di cambiamento improvviso mostrano una straordinaria capacità di adattamento e anche di disciplina. Improvvisamente è stato detto loro che la scuola sarebbe stata chiusa, la riapertura è stata gradatamente posticipata fino a perdere quasi di importanza, ormai la didattica è quella a distanza. Sono stati privati delle passeggiate al parco e dello sport, ma hanno colmato questo vuoto con il potere della loro fantasia con i disegni e le favole da farsi leggere, ma anche da inventare. I nonni presenza fondamentale e spesso quotidiana non possono piu’ abbracciarli eppure nelle videochiamate non sono mai avari di sorrisi, la speranza regna sempre nella vita dei bambini abituati che gli eroi vincono comunque. E chi sono gli eroi? Per un bambino di 3 4 5 anni gli eroi sono i genitori! Quei genitori a cui si rimprovera di essere digitalmente distratti, avari di tempo e di attenzioni, ora non solo continuano a lavorare, ma sebbene privi di baby sitter e nonni sono capaci di essere tutto il mondo di cui i bambini necessitano. E allora sono abili cuochi che insieme ai figli preparano il pane e mille altre pietanze, sono insegnanti che mediano questa tecnologia che prima era tanto negativa per i piu’ piccoli e ora è diventata fondamentale, sono compagni di avventure e di mille giochi, ma soprattutto sono coloro che ogni giorno rendono normale ai loro piccoli questa situazione surreale. E non ho parlato di mamme, ma di genitori, perchè i padri di oggi amano stare con i propri figli e goderseli in tutto il loro mondo dall’accudimento al gioco, sanno che pulire e cucinare non significa aiutare la moglie che magari lavora a sua volta, ma rientra nei compiti di padre. Quindi sicuramente la convivenza forzata che il virus ci ha “regalato” ha permesso di condividere piu’ tempo in famiglia, ma i bambini sanno che i genitori hanno i super poteri, la differenza è che forse ora anche i genitori ogni volta che i loro bambini vanno a letto sereni sono consapevoli di essere eroi.
Commento di Miriam Martini, studentessa SFP aggiunto il 14.04.2020
Fin dall'antichità la famiglia è considerata la prima agenzia educativa e l’ambito responsabile della socializzazione primaria, perché è il primo luogo in cui si impara ad ascoltare, a condividere, a rispettare, ad aiutare e a convivere. Nella società attuale però, la nostra vita è scandita da ritmi frenetici, i genitori, occupati da mille impegni lavorativi e personali, sono presenti in minima parte e, chi risente di più di questa assenza sono proprio i bambini. In questo interessante articolo viene messo in luce il cambiamento che il Coronavirus attua all'interno della quotidianità di ognuno di noi e, soprattutto, in quella dei bambini. Improvvisamente si ritrovano a casa, lontani dalla scuola e dalle maestre e vicini ai propri genitori che, finalmente, hanno la possibilità di vivere attimi di cui ignoravano l'importanza. I bambini, dal canto loro, prendono coscienza di questo cambiamento e fanno tesoro delle nuove abitudini. Fare dolci con la mamma o aiutare il papà a sistemare il giardino diventano le attività maggiori del nuovo stile di vita, che esorcizza la paura e che fa del "cattivo" l'occasione per riscoprirsi uniti. Unione che riguarda anche la scuola, impegnata in un lavoro immenso di didattica a distanza e in un dialogo continuo con le famiglie degli alunni che collaborano e fanno da ausilio ai processi di apprendimento interrotti già da un mese. Grazie alle testimonianze dei lavori dei bambini delle scuole dell'infanzia all'aperto di Roma, riportate nell'articolo, possiamo quindi constatare che, anche da un periodo di crisi come quello che stiamo vivendo, si può ricavare il lato positivo e, forse, anche un po' "sentimentale" di una pedagogia in continuo rinnovamento.
Commento di Pilarin aggiunto il 13.04.2020
Trovo definitivamente ironiche e divertente le vignette di Mellana, grandi complimenti per riuscire a a farli in modo molto garbato anche per quelli \"simpaticoni\" che personalmente gli consegno alla categoria \"vomitevole\". Grazie per regalarci tante belle risate.
Articolo di riferimento : Mellana. Altro che resurrezione...
Commento di Marika Scala aggiunto il 13.04.2020
Sembra strano, eppure in una situazione angosciosa e difficile da sostenere come quella che stiamo vivendo in queste settimane, dobbiamo ammettere che questo piccolo e ostinato nemico ci ha fatto un dono davvero prezioso: il tempo.
Il tempo, quello che non abbiamo mai a disposizione per niente nella frenetica vita che ci siamo imposti, in giornate trascorse sempre in fretta e furia, correndo da una parte all’altra come trottole impazzite. Questa forzata sospensione spazio-temporale ci ha fatto scoprire la nostra casa, luogo di protezione e rifugio e i veri valori della vita come i rapporti familiari e lo stare con i nostri meravigliosi bambini. Che valore ha il tempo trascorso a parlare, a giocare, a pasticciare con loro?
E’ inestimabile. Grazie alla loro semplicità nel guardare le cose tutto ci sembra meno angoscioso, il loro adattamento a questa situazione è incredibile: avere gli insegnanti al telefono, mettere in pratica le norme per evitare il contagio è per loro diventato normale e lo hanno reso normale anche a noi. Questo tempo riconquistato e insperato deve costruire un tesoro per il futuro; l’insegnamento da trarne è quello di imparare a ritagliare il tempo per vivere in modo più umano, più tranquillo seguendo ritmi più naturali di vita.
Commento di RAFFAELLA PECA aggiunto il 13.04.2020
Questa emergenza ha portato i bambini a trascorrere più tempo con i loro genitori e viceversa, finalmente molte mamme e papà abituati a lasciare i propri bambini a scuola alle 8.00 del mattino e a rivederli a sera fatta dopo le 18.00 possono godere del tempo insieme, tutto il tempo possibile: colazione, pranzo, merenda, cena. Tanta paura ma dall\'altro lato una fortuna che mai questi genitori avrebbero sperato. Un sogno che si avvera per i bambini. Sicuramente un’occasione per tutti. E questi genitori si trovano adesso a creare delle giornate serene e gioiose per i loro figli che l’occasione sanno sfruttarla molto bene e tirano fuori le loro infinite e inimmaginabili risorse per mostrarle a mamma e papà, con l’impagabile aiuto delle maestre che sono lontane ma con tutti i mezzi e i modi possibili in fondo forse più vicine che mai.
Commento di Vanessa Babusci aggiunto il 13.04.2020
La chiusura delle scuole, la distanza e l’isolamento improvvisi sono stati uno choc per tutti: famiglie, bambini, insegnanti. Ciascuno di noi ha dovuto riorganizzare i propri spazi, tempi, abitudini creando una rinnovata routine rassicurante per dar senso e significato ad ogni giornata. In questa ricerca di equilibrio, la casa e la famiglia sono diventate nuovamente centrali, come forse non lo erano da troppo tempo. La famiglia ha riscoperto il piacere della sua essenza, ovvero quello di essere prima di tutto una microcomunità a cui ognuno sente di appartenere, perchè in essa ritrova le origini, la propria natura, il proprio sé riconoscendosi nell’altro, in un arricchimento reciproco. La famiglia, dunque, ha la preziosa occasione di rafforzarsi e tornare (continuare?) ad essere pura ed autentica socialità, nido accogliente in cui sentirsi apprezzati e valorizzati per ciò che si è.​ La famiglia può ancora e, con maggior consapevolezza, incorporare quel valore di base sicura da cui partire per conoscere, conoscersi e crescere con fiducia, soprattutto in questo delicato periodo. Il ritmo frenetico che cadenzava la nostra quotidianità ha lasciato, per un pò, il passo a un tempo “lumaca”, un tempo fatto di attesa, condivisione, dialogo, ascolto, un tempo da “sprecare” con qualità. Il tempo lumaca ci regala la percezione più viva della temporalità e di ciò che vogliamo essere e fare mentre il tempo scorre, tutti ne possiamo beneficiare adulti e bambini. Il mio pensiero va a loro, ai bambini che stanno godendo di caldi momenti di intimità con le famiglie, ai bambini che intrecciano relazioni e scambi speciali con le loro maestre senza sentire troppo il peso della distanza e infine ai bambini che non perdono la voglia di esprimere se stessi, le emozioni e i desideri che li animano e che lo fanno liberamente, in autonomia dimostrando agli adulti di essere veri soggetti competenti e costruttori del proprio sapere.
Commento di Marzia Nencioli aggiunto il 12.04.2020
La ricchezza di un tempo ritrovato da trascorrere in famiglia, così come la cura che i genitori devono, in questa situazione di isolamento forzato, offrire ai propri figli, sono sicuramente i "doni" positivi e inaspettati di questa pandemia. Posso affermare per esperienza personale, come è espresso anche nell'articolo, che i bambini ai quali genitori e insegnanti riescono ad offrire la vicinanza e l'amore necessario a contenere ansie e paure, assieme a una narrazione dell'esperienza vera, ma adatta alle loro capacità di comprensione e di interpretazione della realtà, vivono questa situazione con relativa serenità riuscendo anche sviluppare un sano senso civico. Il mio pensiero va a quella parte dell'umanità infantile che non può accedere ad una rete di contenimento familiare efficace e che sta vivendo un momento di estremo disagio. Quando tutto sarà finito questi bambini non potranno integrare in se stessi l'esperienza della quarantena positivamente. Per questi bambini la scuola diviene spesso ancora di salvezza, e la scuola è per loro che dovrà lavorare con ancora più determinazione e volontà quando, finalmente, le porte delle nostre case si potranno aprire nuovamente.


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Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
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