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Commenti da 1601 a 1610
Commento di Luigi Sartorio aggiunto il 17.04.2020 Simone Pini è stato condannato per un reato di omicidio un giorno che era in Italia.
La polizia di Bayamo racconta che Pini invece era a Cuba ma non ha mai chiarito come e quando è arrivato nell'isola.
Quì siamo alla follia.
Luigi Sartorio
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Commento di Luigi Sartorio aggiunto il 17.04.2020 Grazie delle belle parole nei miei confronti signor Carlo.
Luigi Sartorio Articolo di riferimento :
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] Commento di Elisa Giuliano aggiunto il 16.04.2020 Con l’arrivo di un “Re chiamato Virus originario dai paesi lontani” i genitori e le maestre hanno dovuto fronteggiare dei compiti senza precedenti: il “cattivo” ha infatti ristabilito l’ordine valoriale per cui i genitori ritornano ad essere i massimi protagonisti dell’educazione dei loro figli. Il loro “surplus di ore da passare con i piccoli” richiede l’impegno di stimolare una riflessione su tutto ciò che sta accadendo. È compito dei maestri accompagnare i genitori ad incentivare una analisi sulla realtà storico-sociale che si sta affrontando fornendo materiali o spunti di riflessioni su conoscenze già acquisite dal bambino che possono essere integrate o modellate. Per far ciò è necessario un continuo colloquio con le famiglie per monitorare i progressi o le difficoltà che i bambini affrontano. Ovviamente i docenti, non si devono eclissare agli occhi dei propri alunni, in quanto rimangono parte attiva del processo di apprendimento e rispettosi dell’inarrestabile fantasia e sensibilità del discente si fermano insieme alle famiglie (solitamente sono le madri più partecipi) ad osservare alunni e figli per poi dare testimonianza “di ciò che sta accadendo nella biografia di ogni piccola esistenza”. Le esperienze riportate nell'articolo dimostrano quanto l’educazione non debba avere argomenti taboo poiché anche se dolorosi, essi, se esposti con efficacia e con rispetto dell’età mentale ed anagrafica del bambino possono essere appresi, comunicati se non addirittura stravolti, con dei risultati che stimolano una sincera commozione agli occhi degli adulti ed un evidente progresso nei discenti. Articolo di riferimento :
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] Commento di Carla Bianchi aggiunto il 16.04.2020 Il tempo e la narrazione. Mi sembra che siano i due fili intrecciati di questo articolo. E' molto bello leggere di bambini che riscoprono il tempo con le loro famiglie disposte a raccogliere come un'occasione speciale la necessità di stare a casa, in modo diverso anche dalle vacanze dove spesso si sta all'aperto e buona parte del tempo lontani, con i nonni o nei centri estivi. Probabilmente molto di ciò è legato al progetto di scuola a cui queste famiglie appartengono per scelta di vita: apprezzare il "perder tempo" e soffermarsi sull'osservazione e la narrazione comune devono esser stati semi gettati prima e ormai condivisi, insieme a quelli per la costruzione di autonomia e valorizzazione di azioni significative.
Mi piacerebbe molto che questi semi si potessero diffondere in tutte quelle forme di didattica a distanza dove si prova a collaborare ma ancora confusamente e con l'occhio al programma. Mi piacerebbe anche che il libro possa essere uno strumento per sostenere quelle famiglie che invece faticano per le condizioni in cui si trovano, con l'aiuto di una comunità cittadina che è capace di costruire rete. Articolo di riferimento :
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] Commento di Giorgia Marchetti aggiunto il 16.04.2020 Lo stop serrato ci ha costretto ad una ridefinizione di spazi e tempi diversi e meno frenetici di quelli della realtà moderna, nella quale siamo abituati ad aggiungere. Aggiungere cose su cose e poi ancora cose e adesso: siamo costretti a sottrarre, a tenere con noi solo il necessario (che poi siamo noi stessi).
Abbiamo riscoperto, insieme ai nostri bambini: la noia, la reciprocità, la possibilità di mettere a disposizione le nostre competenze e la capacità di mettere sul piatto le nostre fragilità e le nostre risorse.
Bambini e ragazzi hanno attivato strategie alternative e ci stanno dimostrando, paradossalmente in questa situazione, di avere le carte per farcela e, in qualche occasione, di riuscire a giocarsele anche meglio.
La sfida educativa che ci si pone davanti è quella di restare al loro fianco anche in questo momento, e riuscire a raccontargli e a raccontarci quello che ne è stato di tutti noi in questo tempo vuoto, che forse è molto più pieno di quello consueto. Articolo di riferimento :
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] Commento di Luigi Sartorio aggiunto il 16.04.2020 Un giorno questa vergogna si chiarira.
Sono in Italia da 7 anni e sono sempre stato ostacolato nel poter raccontare il dramma che sono caduto. Articolo di riferimento :
Commento di Andrea aggiunto il 16.04.2020 Interessante e stimolante, sarebbe opportuno anche che l'OMS o comunque la comunità internazionale si impegnassero ad aiutare le autorità dei vari paesi sul monitoraggio della diffusione del virus. Le molte domande che ancora abbiamo (se rallenti la contagiosità col caldo, per esempio) troverebbero risposte più veloci e affidabili con un coordinamento delle iniziative... e ne gioveremmo tutti. Articolo di riferimento :
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] Commento di LUCIA SALVUCCI aggiunto il 15.04.2020 La drammatica esperienza che stiamo vivendo in questo momento fa capire a chiunque come anche le piccole cose della vita siano importanti. Questo pensiero si riflette, in qualsiasi modo, nella mente del bambino il quale, immagazzinando tutto, entra a diretto contatto con la famiglia e capisce che la sua quotidianità sta cambiando; le attività extrascolastiche che lo lasciavano fuori casa almeno 12 ore al giorno si sono tramutate in attività da fare all'interno della propria casa natale. in questo momento così delicato per il bambino è fondamentale anche la continua interazione con la maestra che si adopera per constatare l'andamento scolastico del fanciullo, adottando forme di comunicazioni digitali tra cui Whatsapp, Zoom, Google Classroom, Meet e Teams. In questo senso è molto importante il ruolo del genitore che lo aiuta anche a capire come utilizzare queste piattaforme. Articolo di riferimento :
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] Commento di Mariarosaria Gianoglio aggiunto il 15.04.2020 L'emergenza sanitaria e le conseguenti misure anti-contagio imposte dal Governo hanno stravolto la vita di bambini e ragazzi. Mentre gli adulti recepivano le nuove e progressive regole imposte dalla quarantena le famiglie cercavano di ristrutturare in maniera rapida abitudini e stili di vita, con i bambini e gli adolescenti costretti a subire le limitazioni nel loro abituale modo di vivere, talvolta senza poterne capire a pieno il motivo. Basta feste di compleanno, basta partite di basket, calcio, basta lezioni di danza, basta uscite al parco, basta compiti a casa dell’amico. Con grande rapidità la quotidianità di bambini e adolescenti è stata alterata imponendo interminabili ore a casa, con l’interfaccia del computer come compagno di banco o come mediatore di giochi fatti a distanza con gli amici lontani. Se rovesciamo il discorso, paradossalmente questo brutto virus ci offre un’occasione: quella di fare comprendere ai più piccini il valore dello stare in casa con la propria famiglia, l’importanza del dialogo con la propria famiglia, del gioco, l’attività motoria in giardino, senza vincoli di tempo. Questa situazione sta proponendo a tutti il recupero, se non la scoperta, di luoghi fisici che ci appartengono ma che nella frenesia del quotidiano, spesso, non utilizziamo: spazi della casa come la cucina, dove in questi giorni molti si scoprono pizzaioli e panettieri. Questa è l’occasione per le famiglie per recuperare quegli spazi mentali, emotivi ed affettivi, che solitamente non frequentano con i loro figli: in quelle cucine si presenta l’occasione per coinvolgere i figli in attività su cui non esiste solitamente complicità, o che non si condividono proprio. Bisogna quindi imparare proprio dai bambini che con fantasia riescono a cogliere il lato positivo della situazione per saperla affrontare. Articolo di riferimento :
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] Commento di Antonella Amoroso aggiunto il 15.04.2020 Da quando l’Organizzazione mondiale della sanità ha dichiarato lo stato di pandemia in merito al contagio dal nuovo Coronavirus (Covid-19), il conseguente lockdown ha sovvertito inevitabilmente lo stile di vita delle popolazioni. I ritmi frenetici di poco tempo fa sembrano solo un ricordo e nuove abitudini casalinghe stanno prendendo il sopravvento. A beneficiarne, oltre la natura, gli uomini e le donne del domani: i bambini. La prospettiva della reclusione in casa in stato di emergenza, si è mutata magicamente nell’opportunità per gli adulti di dedicarsi ai piccoli come mai era stato loro concesso. Le attività motorie in giardino, il cimentarsi in cucina nella preparazione di piatti tipici e le altre forme di gioco sperimentate in famiglia stanno incidendo notevolmente sulla crescita personale dei piccoli, da tempo, schiavi di restrizioni e proibizioni convenzionali. Grazie ad un progetto innovativo si è cercato di comprendere l’impatto dell’epidemia sui bambini di scuole dell’infanzia all’aperto di Roma. Interazioni virtuali tra insegnanti, scolaretti e genitori, hanno portato ad un riscontro del tutto positivo. D’altronde già Aristotele riteneva che il gioco fosse utile per lo sviluppo della personalità e per l’allenamento della sfera cognitiva, così come Maria Montessori e altri numerosi pedagogisti che da sempre hanno sostenuto il valore educativo delle attività ludiche.
“Un virus con la corona, un Re venuto da lontano alla conquista della terra facendo degli uomini e delle donne più deboli dei servitori privati della libertà e dei sudditi senza volontà” I bambini hanno trovato così il giusto equilibrio per far fronte a questo male. Non si tratta di distorsione della realtà, sono consapevoli del pericolo incombente ma hanno piuttosto sviluppato una grande capacità di adattamento grazie alla loro fantasia. Articolo di riferimento :
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