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Commento di Alivento aggiunto il 06.06.2007 Ringrazio Stefano del placet sulle zone d'ombra lasciate all'ombra, e Iole dell'incoraggiamento sincero.
Vorrei poter dire qualcosa di più sul percorso, l'unica cosa che mi viene in mente è che mi rendo conto di quello svolto, lo posso raccontare e percepire in pesantezza e tortuosità, quello che mi resta da compiere è invece incerto, nebuloso, potenzialmente infinito o tutto all'opposto suscettibile d'improvvisa fine.
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] Commento di simone aggiunto il 06.06.2007 sono un ragazzo, che debbo sostenere la maturità, il prossimo 20 giugno. trovo il lavoro eccezionale per un istituto tecnico. complimenti alla prof.spero che mi sarà utile. Simone Articolo di riferimento :
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] Commento di Cristiano aggiunto il 06.06.2007 Ciao Francesco. Ti ricordi di me? Sono stato a Cuba nel 2004 è un pò che non ci sentiamo. Spero che la vita proceda per te bene. Mi farebbe piacere sentire qualcosa della tua vita. Scrivimi quando vuoi l'indirizzo lo hai. Ciao grande e non smetterò mai di ringraziarti per la bellissima vacanza che abbiamo in parte condiviso. Articolo di riferimento :
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] Commento di iole toini aggiunto il 06.06.2007 Conosco da poco tempo Alivento, la sua poesia, il suo modo di ascoltare i testi degli altri autori e di narrare questo ascolto.
Una delle cose che mi ha maggiormente colpita di lei è la sua capacità di comunicazione, di discussione - quel saper mettersi in discussione che è cosa di pochi.
Il suo percorso poetico è sicuramente faticoso e lungo come lo è quello di tutti. Ma lei più di molti, sicuramente più di me, sa restare nello spazio silenzioso, in quel taglio d'ombra che le permette di osservare meglio se stessa e tutto quello che le ruota intorno.
Non trovo le sue poesie senza senso. Anzi, molto più che in altri autori, sento la fatica della ricerca, sia poetica che esistenziale.
E' una poesia legata ad un lirismo più classico, che scala la sonorità della parola, ma che nello stesso tempo cerca una forma più aperta, più sua.
Avanti, quindi, Alivento, il nulla è una forma vuota che non papartiene certo a te :)
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] Commento di Giuseppe Siano aggiunto il 06.06.2007 Cara Alessandra, lungi da me dal voler esercitare il potere della critica o della polemica con chicchessia. Parlo schiettamente con te perché ti voglio bene perché sei una cara amica. Per me sia il tradizionale che l’innovativo poeta (sia esso uomo o donna o trans… e tra breve anche programma di AI [Artificial Intelligence]) merita tutto il rispetto di questo mondo. Ti dicevo solo cosa io cerco nella poesia: nuove forme di racconti espresse con un linguaggio innovativo con tropi, torsioni di delle parole che liberano insolite figure retoriche, mai prima sperimentate; e oggi queste corrono attraverso il video, il computer e ricerca di nuove forme che coinvolge la sinestesia e la tecnologia (le persone che ti ho segnalato sono «vecchi» ed affermati autori, come lo è Luciano Romoli ormai un settantenne architetto fiorentino, ma ci sono giovani che liberamente si cimentano fuori dai percorsi istituzionali). Dal momento che la poesia (come del resto l’arte) è diventata a partire dall’Ottocento un racconto e una ricerca di come noi vediamo raccontiamo il mondo attraverso il nostro interiore profondo (sia che Esso si chiami Inconscio o si chiami Dio o Dei o Vuoto o Nulla o Armonia ecc.) che si palesa attraverso o la coscienza o le nostre sistemiche linguistiche con cui ci relazioniamo o agiamo nel mondo.
Noi, come più volte ti ho scritto, continuamente raccontiamo a noi stessi e agli altri ciò che vediamo e ciò che sentiamo. Alcune cose però non si possono fare, per costume sociale o per repressione individuale. Saremmo tutti nevrotici se non ci fosse l’azione liberatrice come descritta dalla sublimazione di Freud, con cui possiamo scaricare le nostre energie pulsionali verso un oggetto di un desiderio momentaneo su cui si dirige il nostro Es ma su cui la nostra censura (dell’Io o del Super Io) pone il suo veto. Togliamo il carico delle tensioni che altrimenti rimarrebbero come energia repressa dentro di noi, o attraverso la religione (e si fa in modo che la nevrosi che è all’interno del nostro corpo si scarica su un oggetto, un Dio non fisicamente individuabile nella corporeità, o una statua di un santo individuabile fuori di noi, a cui si attribuiscono poteri taumaturgici o un Uomo-Padre [o Donna-Madre] idealizzato[-a], ecc.) l’antropofilia (e si fa in modo che la pulsione verso l’oggetto si scarica con l’amore verso gli uomini, mostrando che si accetta tutto per il bene dell’umanità) e l’arte (e si fa in modo che questa azione di creare forme permette di cercare un modo per scaricare la propria nevrosi attraverso una crazione che diventa un racconto bello con cui ci si libera della nevrosi legata a quell’oggetto, e che gli altri guardando ne comprendano la sistemica del messaggio e attraverso l’oggetto artistico [ma potrebbe essere azione scenica o figura della danza o suono musicale ecc. — Aristotele parlava della catarsi nel dramma [azione] tragico in teatro — ] si placano le tensioni e i nostri sensi possono riposarsi).
Quello che volevo dirti è che ogni tempo storico aggiorna i nostri sistemi sia di produrre nevrosi sia di liberarsi da esse nevrosi. Io vorrei camminare al passo coi tempi, vorrei sperimentare sempre nuove forme dove cercare nuove connessioni metaforiche. Ma, non devo mai dimenticare che aver fede nella nuova scienza intera, anche se spiega più cose in questo nostro ambiente, ha lo stesso valore di colui che ancora crede nelle divinità tribali. Ciò significa che anche se ci muoviamo meglio in un ambiente linguistico più ampio, non dobbiamo mai dimenticare le nostre radici: siamo persone limitate dal proprio punto di vista e dal proprio linguaggio. Tutto quello in cui crediamo è generato dal nostro punto di vista limitato.
Ecco se tu hai la tua «missione», ogni altro uomo ha la propria (anche se per la maggioranza è limitata alla coltivazione del proprio orticello), ti dico che a me piace sondare le nuove frontiere del racconto, ma lungi dal sentirmi superiore o dal voler criticare qualcuno, poi, specie un’amica. Un doppio affettuoso abbraccio, Giuseppe
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] Commento di Alfredo aggiunto il 06.06.2007 L'intensità e la precisione con cui è stato scritto l'articolo fa sicuramente venire voglia di andare a vedere il film.
Concordo come il cinema nell'ambito dei linguaggi della comunicazione sia uno strumento immediato ed efficace per l'educazione e la formazione in particolare nelle scuole. Articolo di riferimento :
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] Commento di Giuliana Occupati aggiunto il 06.06.2007 Cara Alessandra, le tue parole sulla Barbagianna mi hanno fatto un gran bene... mi irrobustiscono. Il tuo messaggio è sempre forte e conciso, una mirabile sintesi di arte, operosità, sentimento della natura, dello spazio e del tempo. Da molto ho scoperto la tua bella scrittura che scava... si avverte l'urgenza e la necessità di aderire il più possibile alla verità.
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] Commento di gugl aggiunto il 06.06.2007 Il senso, infatti, in poesia, è stratificato e mantiene una zona d'ombra, un luogo altro che lo alimenta. sta in questa reciprocità la natura fecondamente ambigua della poesia.
Fai bene dunque a non illuminare quella zona. Articolo di riferimento :
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] Commento di Alivento aggiunto il 05.06.2007 Non esattamente Stefano, in alcuni casi è fortemente presente l'intento espresso da Alessandro, comunicare emozioni usando le parole nel loro valore di suono ed evocative di senso, non necessariamente legato al senso dell'intero testo che pure certo c'è sempre; Alessandro non mi segue da moltissimo, i primi tempi mi affannavo a esplicare, specie al caro Arturblord, il senso delle mie poesie in prosa, poi ho capito ch'era inutile anzi deleterio, ch'era preferibile lasciare filtrare il discorso emotivo emozionale che gli altri percepivano d'impatto.
A questo punto mi sembra d'obbligo citare un pensiero del grande T.S.Eliot "la vera poesia può comunicare anche prima d'essere capita" che assolve comunque i miei testi dal presunto difetto di comprensibilità.
Tuttavia dire valido questo discorso del suono - emozione - non senso per ogni mio testo mi sembra riduttivo.
"Sbocco" ad esempio è di un senso così evidente che spiegarlo in prosa è superfluo, salvo che non si voglia analizzare nella molteplicità dei richiami a tema che sono innumerevoli, almeno quanto quelli sul tema dell'amore. Quadro piove è descrittiva, quindi anche qui la comprensibilità è immediata. In definitiva, Alessandro, la mia poesia si chiude al senso quanto più emerge intimamente la necessità di una comunicazione puramente emozionale. Grazie dell'occasione di dialogo.
Grazie anche a Stefano di ogni cosa m'abbia fin qui donata. Articolo di riferimento :
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] Commento di Costanza aggiunto il 05.06.2007 Mi piacerebbe venirci con la mia famiglia... Articolo di riferimento :
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