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Commento di Pasquale Paoli aggiunto il 02.10.2006
Ho letto l'articolo del 15 settembre; mi pare che questi signori si difendano assai male. Non scrivo per difendere Fidel Castro; non ho mai mitizzato nessuno e tantomeno mitizzo un avvocato dei Caraibi. Non sostengo dunque che i castristi abbiano sempre ragione; sostengo, invece, che gli antica$tri$ti siano spesso e volentieri impresentabili. Ribadisco che l'unica "peculiarità" di Cuba sta nell'aver cacciato gli americani a calci, e che solo questo viene fatto pesare come una colpa alla classe politica del paese.
Articolo di riferimento : L'ostilità “incomprensibile” di Lupi “contro” Cuba e Fidel Castro
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Commento di Pasquale Paoli aggiunto il 02.10.2006
Ribadisco quanto sostengo, tranquillo tranquillo. I Caraibi son belli grandi ed irti di ingiustizie sociali assai più macroscopiche: nessuno, nella barzellettistica ed insultante nazione chiamata "italia", ha fatto una piega davanti al fiume di eroina e di imprese offshore in cui si è concretizzata la "libertà" yankee a Grenada. Il fatto che ad Haiti, nel 1984, la popolazione vivesse secondo Amnesty International in condizioni che non potevano essere definite umane ha suscitato ancora meno clamore. Ma torniamo al punto: Carotenuto fa presente che quotidiani yankee hanno cacciato a calci gente che è risultata aver inventato, NON GRATIS, balle per vent'anni. Come la mettiamo? Non me ne importa niente se un link sarebbe stato più comodo. Voglio una risposta, una volta tanto.
Articolo di riferimento : L'ostilità “incomprensibile” di Lupi “contro” Cuba e Fidel Castro
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Commento di Enea Sansi aggiunto il 02.10.2006
Caro P.P., è esercizio scarsamente utile al servizio dell’informazione – credo – stare a riversare da un portare all’altro interi documenti che il lettore/navigatore interessato può agevolmente reperire. Più utile, in questi casi, credo possa risultare una semplice segnalazione con indicazione dell’indirizzo della relativa pagina web, dove solitamente si ha a disposizione una migliore presentazione, oltre a eventuali commenti e discussioni che ne facilitano la comprensione. Oltretutto lei ha inserito il suo commento sotto un articolo che tratta di altro (o intendeva suggerire che anche il nostro collaboratore G. Lupi sia al soldo della CIA?). Sul medesimo argomento cui si riferisce la lettera di G. Carotenuto, al contrario, Tellusfolio aveva già pubblicato (in questa sessa rubrica, il 15 settembre scorso) una presa di posizione del F.L.T.C. – Quanto al precedente suo commento del 29/09/06, caro Pasquale Paoli, non mi pare proprio che in Italia Cuba sia tenuta così «sotto i riflettori da sempre», come lei sostiene. Risultando semmai vero esattamente il contrario.
Articolo di riferimento : L'ostilità “incomprensibile” di Lupi “contro” Cuba e Fidel Castro
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Commento di RICCARDO BRANDONI aggiunto il 02.10.2006
Io dico solo una cosa, invece di denunciare la solita storia che ormai e' diventata una "lagna" della mancanza di liberta' di dire cio' che si vuole senza incorrere nel carcere, si potrebbe spingere con una grande campagna informativa gli USA a togliere il blocco economico.
visto che ad ogni votazione dell'onu SOLO 3-4 STATI LO VOGLIONO ANCORA (USA, ISRAELE ISOLE MARSHALL E PALAU)contro oltre 170 che chiedono di toglierlo.
Si aprirebbe cosi' una nuova possibilita' economica di cui beneficera' anche chi guadagna 15 cuc al mese con un lavoro onesto.
Non e' forse un'equa distribuzione della ricchezza e un capitalismo sostenibile equo e solidale che potra' far proseguire una vita degna su questo pianeta alla gente di tutti gli stati. O si preferisce un'autodistruzione rapida lasciando la ricchezza solo a pochi eletti?
Articolo di riferimento : Almeno il pane, Fidel|Cuba quotidiana nel periodo speciale
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Commento di Pasquale Paoli aggiunto il 01.10.2006
Un altra notiziuola che ho trovato su censurati.it e che spero faccia riflettere un tantinello. Gennaro Carotenuto ha scritto al direttore di Repubblica per segnalare un fatterello che la dice assai lunga sull'attendibilità e la correttezza degli anticastristi.


Come mai la Repubblica, pur avendo un corrispondente a Miami, buca le notizie da Miami?

di Gennaro Carotenuto

Gentile direttore de La Repubblica, Ezio Mauro,
i giornali di tutto il mondo riportano una notizia che la Repubblica, il quotidiano che lei dirige, mi risulta bucare completamente. Almeno nove giornalisti di tutti i più importanti media della Florida, sono stati licenziati in tronco perché è stato dimostrato che prendevano migliaia e a volte centinaia di migliaia di dollari dal governo degli Stati Uniti per confezionare notizie false e tendenziose su Cuba.

I coinvolti sono tutti nomi molto noti, e la cosa è gravissima non tanto rispetto a Cuba ma per quello che rappresenta un fatto così grave per la libertà di stampa del mondo. Se ad un paese -Cuba- dove da decenni vige una stretta censura informativa si replica con la sistematica manipolazione e falsificazione dell'informazione su quello stesso paese -cosa che per altro tutti i più seri latinoamericanisti denunciano da decenni- è purtroppo la libera stampa ad uscire con le ossa rotte.

Almena una delle persone coinvolte nello scandalo, Carlos Alberto Montaner, è una sorta di madonna pellegrina dell'anticastrismo militante, più volte citato anche dal suo giornale come un'autorità morale e un combattente per la libertà a Cuba, una penna prestigiosa nota su tutti i maggiori quotidiani mondiali, dallo stesso Miami Herald al quotidiano conservatore (già franchista) spagnolo ABC. Sulla recente malattia di Castro ha pubblicato articoli con titoli come "Il cancro renderà giustizia", che riecheggia da vicino -per chiunque abbia orecchio per le cose latinoamericane- quel "Viva il cancro" con il quale a Buenos Aires gli omologhi argentini di Montaner accolsero mezzo secolo fa la malattia e la morte di Eva Duarte de Perón. Almeno dall'85, come ricorda citando le fonti, un gustoso articolo di Raúl Gómez, Montaner propone in maniera ossessiva ai lettori dell'autorevole Miami Herald notizie -false e tendenziose- sul "cancro di Castro", sui cancri di Castro, una decina e in ogni parte del corpo, e gli augura -per 21 anni consecutivi- una sequenza interminabile di malattie e più d'una volta descrive perfino i preparativi del funerale.

Solo adesso, che sappiamo ufficialmente "chi paga" Montaner, possiamo capire con quali coperture ed appoggi, personaggi di tale spessore e grossolanità abbiano potuto trovare ascolto in tutto il mondo e costruire immagini e carriere. E bisognerà ammettere -visto che adesso è conclamato- che se è dovere del cronista verificare le notizie, a volte possono risultare verificate anche le denunce di parte cubana. Quel governo, infatti, da decenni denuncia che Montaner è tutt'altro che un paladino dei diritti umani, ma solo un agente della CIA in servizio permanente effettivo, vicinissimo ai terroristi internazionali Luís Posada Carriles e Orlando Bosch, rei confessi, ma né pentiti né puniti, di crimini che hanno causato la morte di centinaia di persone tra le quali il cittadino italiano Fabio di Celmo.

Non posso sapere, caro direttore, se continueranno ad offrire al suo giornale articoli di Montaner come se fossero le opinioni del Dalai Lama, ma dopo questo scandalo (sono sicuro che le sue letture vadano oltre La Repubblica e quindi ne sia al corrente) è avvisato sulla credibilità di simili personaggi. Uno scandalo così grave come quello scoppiato a Miami testimonia l'improcrastinabilità, l'urgenza vera, di una diversa e più multilaterale lettura su quanto sta avvenendo non solo a Cuba, ma anche in Venezuela, Bolivia, Argentina e in tutta l'America Latina progressista, e in paesi chiave come il Messico, anche da parte del suo giornale.

Bel paese gli Stati Uniti. Media su posizioni anticastriste sbattono fuori le proprie firme più prestigiose per essere state più realiste del re, ed essersi arricchite inventando a pagamento null'altro che quello che in fondo i lettori di quegli stessi media volevano sentirsi dire. Evidentemente lo scandalo emerso è la punta dell'iceberg ed è da sperare che non sia coinvolto anche il giornalismo europeo ed italiano dopo che lo scorso anno anche l'associazione "Reporter senza Frontiere" fu costretta ad ammettere di essere finanziata dalla stessa CIA.

Da noi l'Agente Betulla (alias Renato Farina) ha continuato a lavorare come niente fosse, e Giuliano Ferrara fa un vanto dell'essere (stato?) pagato della CIA. Sono sicuro che il suo giornale, che ha sempre avuto un atteggiamento intransigente verso le commistioni tra informazione e servizi segreti, e che ha pagato spesso prezzi alti, come il caso Bonino-D'Avanzo ha dimostrato, abbia gli anticorpi per non essere toccato da tali infiltrazioni.

Quello che mi lascia stupito però -mi consenta e chiudo- è che il suo giornale mi risulta avere un corrispondente dall'America Latina che afferma che il miglior posto per coprire i fatti latinoamericani sia proprio Miami (precisamente il News Café, al numero 800 dell'Ocean Drive di Miami Beach, tel. +1 305 5386397). Lì, all'aperto di fronte alla spiaggia (come racconta il suo stesso corrispondente dall'America Latina, Omero Ciai), si riunisce il fior fiore del mondo dei media della Florida.
Articolo di riferimento : L'ostilità “incomprensibile” di Lupi “contro” Cuba e Fidel Castro
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Commento di Gordiano Lupi aggiunto il 01.10.2006
Vorrei avvisare il signor Sandino che si può risalire alla sua identità e alla sua e-mail con un controllo da parte della polizia postale. Per ora mi sono limitato a rispondere sulla stampa alle sue parole e l'ho fatto con equilibrio. Io scrivo libri dove racconto la mia verità. In Italia è ancora permesso avere idee diverse ed esprimerle. Accetto attacchi e repliche su quello che scrivo nel libro come normale libertà di espressione. Non accetterò diffamazioni personali e passerò al mio legale ogni cosa che verrà scritta e detta su questo piano. Sandino avvisato mezzo salvato.

Gordiano Lupi
Articolo di riferimento : Almeno il pane, Fidel|Cuba quotidiana nel periodo speciale
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Commento di SANDINO RIVOLUZIONARIO aggiunto il 30.09.2006
A fianco di Cuba per tenere aperta la prospettiva
del SociaAl lismo nel XXI° Secolo



(il documento-volantino che la Rete dei Comunisti diffonderà a Milano il 30 settembre

in occasione della manifestazione nazionale di solidarietà con Cuba)



1. Cuba continua ad essere un riferimento decisivo per i processi di progresso sociale ed indipendenza politica che stanno attraversando l’America Latina.. E’ la testimonianza vivente di come il socialismo possibile non sia stato tutto travolto e dissolto con la disfatta del “socialismo reale” tra il 1989 e il 1991. Se oggi in America Latina si va riaprendo il dibattito sul Socialismo del XXI° Secolo, il contributo decisivo svolto da Cuba (e oggi dal Venezuela) è innegabile. Così come è innegabile il ruolo positivo svolto da Fidel Castro e dal gruppo dirigente cubano in questo processo di resistenza prima e controffensiva poi contro l’egemonia imperialista USA.



2. Cuba è una sfida continua e vincente ai parametri dei pasdaran liberisti e liberali. Le agenzie dell’ONU le riconoscono grandi meriti e conquiste sul piano dei diritti sociali mentre le “agenzie per i diritti umani” ne contestano la mancanza di libertà politiche. Su questa clamorosa contraddizione, anche nella sinistra europea si danno per scontate cose che scontate non sono affatto. Le menzogne ripetute all’infinito rischiano anche di legittimare dentro l’opinione pubblica le guerre di aggressione, anzi, come si dice adesso “l’esportazione di democrazia”.



3. Cuba condivide con altri paesi la lista nera del Dipartimento di Stato USA. Come è noto questa è una collocazione molto pericolosa che comporta minacce di guerra, sanzioni e il ricorso ad un vero e proprio terrorismo di stato come dimostra il caso del bombarolo della CIA Posada Carriles:. L’embargo statunitense, da tredici anni, viene condannato ogni anno e sistematicamente dal 98% dei paesi del mondo riuniti nell’Assemblea Plenaria delle Nazioni Unite eppure l’embargo e la “guerra non dichiarata” contro Cuba continuano.



4. Le forze ed i governi popolari dell’America Latina e del terzo mondo guardano a Cuba con ammirazione e rispetto. Le forze politiche europee la guardano invece con fastidio (se“di sinistra”) o con odio e ostililità profonda (se“di destra”). Prendere posizione contro l’embargo a Cuba costa poco o nulla. Difendere l’indipendenza politica e il progetto socialista di quest’isola richiede – al contrario – una buona dose di coraggio politico.

La direzione dei DS risolve la contraddizione schierandosi contro l’embargo verso Cuba ma richiedendo il rovesciamento politico del suo governo. E’ una posizione molto grave e fortemente speculare a quella dell’amministrazione statunitense, il cui vero obiettivo resta proprio quello di rovesciare il governo cubano. Il cambiamento di regime politico ed economico di paesi come Cuba è, ad esempio, una ambizione dichiarata pubblicamente dell’amministrazione Bush



Per questo riteniamo doveroso battersi apertamente in difesa di Cuba e della sua esperienza rivoluzionaria. Di fronte alla “ingerenza militar-democratica” riteniamo che sia meglio poter migliorare l’ evoluzione della esperienza cubana, difendendone ciò che è stato conquistato, che celebrarne la sconfitta. Alla luce della guerra preventiva scatenata dall’amministrazione Bush, il posizionamento a sostegno o meno di Cuba fa la differenza anche nei rapporti all’interno della sinistra italiana ed europea.



Solidarietà con Cuba socialista e il Venezuela bolivariano

Libertà per i Cinque Patrioti Cubani imprigionati negli Stati Uniti

Fermiamo il terrorismo di stato degli USA contro Cuba e l’America Latina



La Rete dei Comunisti

Bush è "el Diablo", non lasciamo che Prodi sia Caronte.... almeno questo.
i que viva Chavez !




INTERVENTO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA BOLIVARIANA, HUGO CHÁVEZ, ALLA LXI ASSEMBLEA GENERALE DELL'ORGANIZZAZIONE DELLE NAZIONI UNITE (ONU), PRESSO LA SEDE DELLE NAZIONI UNITE, NEW YORK, MERCOLEDÌ 20 SETTEMBRE 2006

Presidente della LXI Assemblea Generale delle Nazioni Unite, Sheika Haya Rashed Al-Khalifa: In nome dell'Assemblea Generale ho l'onore di dare il benvenuto alle Nazioni Unite a Sua Eccellenza il Signor Hugo Chávez Frías, presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela e di invitarlo a rivolgersi all'Assemblea.

(applausi)

Presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela, Hugo Chávez: Signora Presidente, Eccellenze, Capi di Stato ed alti rappresentanti dei Governi del mondo, buongiorno a tutte e tutti. In primo luogo, desidero invitare, con molto rispetto, coloro che non hanno potuto leggere questo libro a farlo; Noam Chomsky, uno dei più prestigiosi intellettuali di quest'America e del mondo, uno dei suoi lavori più recenti: "Egemonia o sopravvivenza, i rischi del dominio globale americano". Eccellente lavoro per comprendere ciò che è accaduto nel mondo nel Ventesimo Secolo, ciò che sta accadendo ora e la più grande minaccia che incombe sul nostro pianeta: la pretesa egemonica dell'imperialismo nordamericano mette a rischio la sopravvivenza stessa della specie umana. Continuiamo a lanciare l'allarme per questo pericolo ed a fare appello al popolo stesso degli Stati Uniti ed a fermare questa minaccia, che è come la spada di Damocle. Pensavo di leggerne qualche capitolo ma, per rispettare i tempi, è meglio che mi limiti a raccomandarvelo. Si legge rapidamente. È molto buono, Signora Presidente. Sicuramente lei lo conosce. È sicuramente pubblicato in inglese, tedesco, russo ed arabo.

(applausi)

Io credo che i primi cittadini che dovrebbero leggere questo libro siano i cittadini fratelli e sorelle degli Stati Uniti, perché hanno la minaccia in casa loro; il diavolo è in casa loro, dunque. Il diavolo, il diavolo in persona è in casa loro. Ieri, il diavolo, è venuto qui.

(applausi)

Ieri il diavolo è stato qui, in questo stesso luogo. Si sente ancora puzza di zolfo a questo tavolo, dove mi è toccato parlare! Ieri, signore e signori, da questa stessa tribuna, il signor Presidente degli Stati Uniti, che io chiamo "il diavolo", è venuto qui parlando come padrone del mondo, come padrone del mondo. Uno psichiatra non sarebbe fuori luogo per analizzare il discorso di ieri del Presidente degli Stati Uniti. Come portavoce dell'imperialismo, è venuto a dare le sue ricette per cercare di mantenere l'attuale schema di dominio, di sfruttamento e di saccheggio dei popoli del mondo. Per un film di Alfred Hitchcock sarebbero buone; io proporrei anche un titolo: "Le ricette del diavolo". Vale a dire, l'imperialismo nordamericano -e qui Chomsky lo dice con una chiarezza illuminante e profonda- sta compiendo sforzi disperati per consolidare il suo sistema egemonico di dominazione. Nopi non possiamo ammettere che questo accada, non possiamo permettere che si instauri la dittatura mondiale, che si consolidi la dittatura mondiale. Il discorso del Presidente-tiranno mondiale, pieno di cinismo, pieno di ipocrisia, è l'ipocrisia imperiale, il tentativo di controllare tutto. Essi vogliono imporci il modello democratico come lo concepiscono loro: la falsa democrazia delle élites. E, inoltre, un modello democratico molto originale: imposto a suon di bombe, di bombardamenti, di invasioni e di cannonate! Accidenti, che democrazia! Bisognerebbe rivedere le tesi di Aristotele, no? E dei primi che, là in Grecia, parlarono della democrazia, per vedere che modello di democrazia è questa, che si impone con i marines, con le invasioni, con le aggressioni e con le bombe. Il Presidente degli Stati Uniti, ieri, in questa sala, ha detto quanto segue: "Ovunque guardiate, sentite estremisti che dicono che si può sfuggire alla miseria e recuperare la dignità attraverso la violenza, il terrore ed il martirio". Ovunque guardi, lui vede estremisti! Io sono sicuro che vede te, fratello, con questo colore e crede che tu sia un estremista. Con questo colore, Evo Morales -il degno Presidente della Bolivia, che è venuto ieri- è un estremista. Gli imperialisti, vedono estremisti da tutte le parti. No, non è che siamo estremisti; ciò che accade è che il mondo si sta svegliando ed ovunque i popoli insorgono. Io ho l'impressione, signor dittatore imperialista, che lei vivrà il resto della sua vita con un incubo, perché ovunque guardi appariremo noi, coloro che insorgono contro l'imperialismo nordamericano, coloro che reclamano la libertà piena del mondo, l'uguaglianza dei popoli, il rispetto della sovranità delle nazioni. Sì, ci chiamano estremisti, insorgiamo contro l'impero, insorgiamo contro il modello di dominazione. Poi, il signor Presidente, è venuto a parlarvi, dicendo: "Oggi voglio parlare direttamente alle popolazioni del Medio Oriente, il mio paese desidera la pace…". Questo è vero. Se noi andiamo in giro per le strade del Bronx, se noi andiamo in giro per le strade di New York, di Washington, di San Diego, della California, di qualsiasi città, di San Antonio, di San Francisco e chiediamo alla gente, ai cittadini statunitensi, questo paese vuole la pace. La differenza sta nel fatto che il Governo di questo paese, degli Stati uniti, non vuole la pace, vuole imporci il suo modello di sfruttamento e di saccheggio e la sua egemonia a forza di guerre. Questa è la piccola differenza, vuole la pace e cosa sta avvenendo in Iraq? Cosa è successo in Libano ed in Palestina? E allora cosa è successo, negli ultimi cento anni, in America Latina e nel mondo? Ed ora le minacce contro il Venezuela, nuove minacce contro il Venezuela, nuove minacce contro l'Iran… Ha parlato al popolo del Libano: "Molti di voi hanno visto come le loro case sono rimaste intrappolate nel fuoco incrociato". Che cinismo! Che capacità di mentire sfacciatamente davanti al mondo! Le bombe su Beirut, lanciate con precisione millimetrica, sono fuoco incrociato? Credo che il Presidente stia pensando ai film western, dove si spara dal cinturone e qualcuno resta preso nel fuoco incrociato.

Fuoco imperialista, fuoco fascista, fuoco assassino e fuoco genocida, quello dell'impero e quello di Israele contro il popolo innocente di Palestina e contro il popolo del Libano! Questa è la verità! Ora dicono che soffrono, che stiamo soffrendo perché vediamo le loro case distrutte. Infine, il Presidente degli Stati uniti è venuto a parlare ai popoli, è venuto a dire, inoltre -ho portato, signora Presidente, alcuni documenti, perché questa mattina ho assistito ad alcuni discorsi e ho aggiornato le mie parole- ha parlato al popolo dell'Afghanistan, al popolo del Libano: "Al popolo dell'Iran dico… Al popolo del Libano dico… Al popolo dell'Afghanistan dico…" Ebbene, uno si domanda: così come il Presidente degli Stati Uniti dice "vi dico…" a questi popoli, cosa direbbero a lui, questi popoli, se potessero parlare? Cosa gli direbbero? Ve lo dirò io, poiché conosco la maggior parte dell'anima di questi popoli, i popoli del Sud, i popoli colpiti. Direbbero: "Impero yankee go home!", questo sarebbe il grido che si innalza ovunque se i popoli del mondo potessero parlare all'unisono all'impero degli Stati Uniti. Per questo, signora Presidente, colleghi, amiche ed amici, noi l'anno scorso siamo venuti in questa stessa sala, come tutti gli ultimi otto anni, ed abbiamo detto una cosa che oggi è pienamente confermata e che io credo che qui, in questa sala, quasi nessuno possa smettere di sostenere: il sistema delle Nazioni Unite, nato dopo la Seconda Guerra Mondiale, , ammettiamolo con onestà, è collassato, crollato, non è utile! Serve a venire qui a pronunciare discorsi, a vederci una volta l'anno, sì, a questo serve; ed a redigere documenti molto lunghi ed a fare buone riflessioni e ad ascoltare buoni discorsi come quello di Evo, ieri, come quello di Lula e molti altri, come quello che ascoltavamo poco fa, del Presidente dello Sri Lanka e quello del Presidente del Cile. Sì, a questo serve. Ma hanno trasformato quest'assemblea in un organo meramente deliberativo, meramente deliberativo, senza alcun potere di impattare minimamente la realtà terribile che vive il mondo. Per questo, noi torniamo a proporre, il Venezuela torna qui ed oggi, 20 settembre, a proporre di rifondare le Nazioni Unite. Noi l'anno scorso abbiamo avanzato, signora Presidente, quattro modeste proposte, che consideriamo improrogabilmente necessario siano accolte dai capi di Stato, dai capi di Governo, dai nostri ambasciatori, dai nostri rappresentanti e che le discutiamo. Primo, l'allargamento -ieri lo diceva Lula- del Consiglio di Sicurezza, sia per quanto riguarda le sue categorie permanenti, sia quelle non permanenti, concedendo l'accesso a nuovi paesi sviluppati ed a paesi sottosviluppati, al terzo mondo, come nuovi membri permanenti. Questo innanzitutto. In secondo luogo, l'applicazione di metodi efficaci per affrontare e risolvere i conflitti nel mondo, metodi trasparenti di dibattito e decisione. Terzo, ci pare fondamentale la soppressione immediata -e questa è un'esigenza di tutti- dell'antidemocratico meccanismo del veto, il veto sulle decisioni del Consiglio di Sicurezza. Ecco un esempio recente: l'immorale veto del Governo degli Stati Uniti ha liberamente permesso alle forze israeliane di distruggere il Libano, apertamente, davanti a noi tutti, evitando una risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Ed in quarto luogo, è necessario rafforzare -l'abbiamo sempre detto- il ruolo, le attribuzioni del segretario generale delle Nazioni Unite. Ieri, il segretario generale ci ha fatto un discorso, praticamente di commiato, e riconosceva che, in questi dieci anni, il mondo si è complicato e che i gravi problemi del mondo, la fame, la miseria, la violenza, la violazione dei diritti umani, si sono aggravati. Ciò è conseguenza terribile del collasso del sistema delle Nazioni Unite e della pretesa imperialista nordamericana. D'altra parte, signora presidente, il Venezuela ha deciso vari anni fa di ingaggiare questa battaglia all'interno delle Nazioni Unite, riconoscendo le Nazioni Unite quale suo membro, con la sua voce, con le sue modeste riflessioni; siamo una voce indipendente per rappresentare la dignità e la ricerca della pace, la riformulazione del sistema internazionale, per denunciare la persecuzione e le aggressioni dell'egemonismo contro i popoli del pianeta. Così il Venezuela ha presentato il suo nome, questa patria di Bolivar ha presentato il suo nome e si è proposta come membro non permanente del Consiglio di Sicurezza. Lo sappia: il Governo degli Stati Uniti ha iniziato un'aggressione aperta, un'aggressione immorale nel mondo intero per cercare di impedire che il Venezuela sia eletto liberamente ad occupare un seggio nel Consiglio di Sicurezza; ha paura della verità, l'impero ha paura della verità, delle voci indipendenti, accusandoci di essere estremisti. Gli estremisti sono loro. Io voglio qui ringraziare tutti quei paesi che hanno annunciato il loro appoggio al Venezuela, pur essendo la votazione segreta e non è necessario che nessuno l'annunci. Ma credo che, data l'aggressione aperta dell'impero nordamericano, questo abbia accelerato l'appoggio di molti paesi, il che rafforza molto, moralmente, il Venezuela, il nostro popolo, il nostro Governo. Il Mercosur, per esempio, ha annunciato in blocco il suo appoggio al Venezuela, i nostri fratelli del Mercosur -il Venzuela, ora, è membro a tutti gli effetti del Mercosur, insieme a Brasile, Argentina, Uruguay e Paraguay- e molti altri paesi dell'America Latina, come la Bolivia; tutto il Caricom ha annunciato il suo appoggio al Venezuela; l'intera Lega Araba ha annunciato il suo appoggio al Venezuela. Ringrazio moltissimo il mondo arabo, i nostri fratelli d'Arabia, quest'Arabia profonda, i nostri fratelli del Caribe, dell'Unione Africana: quasi tutta l'Africa ha annunciato il suo appoggio al Venezuela. E paesi come la Russia, come la Cina e molti altri del pianeta. Moltissime grazie a nome del Venezuela, a nome del nostro popolo ed a nome della verità. Perché il Venezuela, occupando un posto nel Consiglio di Sicurezza, porterà la voce non solo del Venezuela, ma anche quella del terzo mondo, quella dei popoli del pianeta, saremo là a difendere la dignità e la verità. Al di là di tutto questo, signora Presidente, credo vi siano ragioni per essere ottimisti, irrinunciabilmente ottimisti, direbbe un poeta, perché al di là delle minacce, delle bombe, delle guerre, delle aggressioni, della guerra preventiva, della distruzione di interi popoli, si può percepire che sta iniziando una nuova era, come canta Silvio Rodríguez: "La era está pariendo un corazón (L'era sta partorendo un cuore, N.d.T.)". Sorgono correnti alternative, pensieri alternativi, movimenti alternativi, gioventù dal pensiero differente; in un solo decennio, si è già dimostrato che era totalmente falsa la tesi della fine della Storia, totalmente falsa la tesi dell'instaurazione dell'impero americano, della pax americana, l'instaurazione del modello capitalista, neoliberista, che genera miseria e povertà, la tesi è totalmente falsa, è crollata ed ora bisogna definire il futuro del mondo. C'è un'alba sul pianeta e la si vede ovunque, in America Latina, in Asia, in Europa, in Oceania. Voglio evidenziare questa visione ottimista affinché rafforziamo la nostra coscienza e la nostra volontà di battaglia per salvare il mondo e costruire un mondo nuovo, un mondo migliore. Il Venezuela si impegna in questa lotta e, per questo, siamo minacciati. Gli Stati Uniti hanno già pianificato, finanziato e promosso un colpo di Stato in Venezuela e gli Stati Uniti continuano ad appoggiare movimenti golpisti in Venezuela e, contro il Venezuela, continuano ad appoggiare il terrorismo. Già la presidente Michelle Bachelet, qualche giorno fa -scusate, qualche minuto fa-, ricordava l'orribile assassinio dell'ex cancelliere cileno Orlando Letellier; io aggiungerei solo questo: i colpevoli sono liberi ed i colpevoli di quel fatto, nel quale morì anche una cittadina statunitense, sono nordamericani, della CIA, terroristi della CIA. Ma in questa sala bisogna anche ricordare che fra pochi giorni saranno anche trascorsi trent'anni da quell'orrendo episodio di terrorismo che fu l'abbattimento dell'aereo cubano, nel quale morirono settantatre innocenti, un aereo della Cubana de Aviación; e dove si trova il più grande terrorista di questo continente, colui che ha rivendicato l'abbattimento dell'aereo cubano come suo autore intellettuale? È stato detenuto in Venezuela per alcuni anni ed è fuggito con la complicità di funzionari della CIA e del Governo venezuelano di allora. Si trova qui, vive negli Stati Uniti, protetto da questo Governo e la sua colpevolezza è stata provata e confessata. Il Governo degli Stati Uniti usa due pesi e due misure e protegge il terrorismo. Queste riflessioni per dire che il Venezuela è impegnato nella lotta contro il terrorismo, contro la violenza e si unisce a tutti i popoli che lottano per la pace e per un mondo di uguali. Ho parlato dell'aereo cubano, Luis Posada Carriles è il nome del terrorista ed è protetto qui. Come protetti qui sono grandi corrotti fuggiti dal Venezuela; un gruppo di terroristi che, là, ha piazzato bombe contro ambasciate di diversi paesi, che là ha assassinato gente durante il colpo di stato, sequestrato questo umile servitore e stava per fucilarlo, solo che Dio ci ha messo una mano, insieme ad un gruppo di buoni soldati e ad un popolo che è sceso in piazza e, per miracolo, sono qui. Sono qui, protetti dal Governo degli Stati Uniti, i leader di quel colpo di stato e di quelle azioni terroriste. Io accuso il Governo degli Stati Uniti di proteggere il terrorismo e di fare un discorso totalmente cinico. Parliamo di Cuba, veniamo dall'Avana, arriviamo felici dall'Avana. Siamo stati là diversi giorni e là si può vedere la nascita di una nuova era: il vertice del G-15, il Vertice del Movimento dei Non Allineati, con una risoluzione storica:documento finale -non spaventatevi, non lo leggerò tutto-, ma qui c'è un insieme di risoluzioni decise con una discussione aperta e con trasparenza da più di cinquanta capi di Stato. L'Avana è stata la capitale del Sud per una settimana. Abbiamo rilanciato il Movimento dei Non Allineati e se c'è qualcosa che posso chiedere qui, a tutti voi, compagni, fratelli e sorelle, è di mettere molta volontà nel rafforzare il Gruppo dei Non Allineati, importantissimo per la nascita della nuova era, per evitare l'egemonia e l'imperialismo. Inoltre, voi sapete che abbiamo designato Fidel Castro presidente del Gruppo dei Non Allineati per i prossimi tre anni e siamo sicuri che il compagno Presidente Fidel Castro svolgerà l'incarico con molta efficienza. Coloro che desideravano che Fidel morisse, frustrati sono rimasti e frustrati resteranno, perché Fidel veste già di nuovo la sua uniforme verde oliva ed ora non solo è il Presidente di Cuba, ma anche il Presidente dei Non Allineati. Signora Presidente, cari colleghi, presidenti, lì è nato un movimento molto forte: quello del Sud. Noi siamo uomini e donne del Sud, noi siamo portatori, con questi documenti, con queste idee, con queste critiche, con queste riflessioni -ora chiudo la mia cartella ed il libro me lo porto via, non dimenticate che ve lo raccomando molto, con molta umiltà-, cerchiamo di fornire idee per il salvataggio di questo pianeta, per salvarlo dalla minaccia imperialista ed affinché, speriamo presto, in questo secolo, fra non molto, magari potessimo vederlo noi e viverlo meglio insieme ai nostri figli e nipoti: un mondo di pace, retto dai principi fondamentali dell'Organizzazione delle Nazioni Unite, ma rilanciata, rilanciata e ridislocata. Credo che dovremmo ubicare le Nazioni Unite in un altro paese, in qualche città del Sud, come abbiamo proposto dal Venezuela. Voi sapete che il mio medico personale è dovuto restare rinchiuso nell'aereo, che il capo della mia sicurezza è dovuto restare rinchiuso nell'aereo: non è stato loro permesso di venire alle Nazioni Unite. Un altro abuso, un'altra prepotenza, signora Presidente, che dal Venezuela chiediamo resti registrata come prepotenza -anche personale-, del diavolo. Si sente puzza di zolfo, ma Dio è con noi. Un forte abbraccio e che Dio ci benedica tutti. Buona giornata.

(applausi ed ovazione).

Articolo di riferimento : Almeno il pane, Fidel|Cuba quotidiana nel periodo speciale
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Commento di Pasquale Paoli aggiunto il 29.09.2006
Io sono arciconvinto che l'unico motivo per cui Cuba è sotto i riflettori da sempre è che ha cacciato -molto giustamente- gli americani a calci. Chi non ha commesso azioni simili può permettersi ogni arbitrio ed ogni sopraffazione senza che nessuno abbia da ridire, anzi, con il plauso di tutti i media più diffusi.
Articolo di riferimento : L'ostilità “incomprensibile” di Lupi “contro” Cuba e Fidel Castro
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Commento di mah aggiunto il 28.09.2006
da quello che mi risulta il matrimonio contratto con la sung non è stato contratto all'interno di una chiesa ma nell'ambito di una setta, per questo non deve essere necessariamente ritenuto valido. intendo: se io oggi volessi fondare una chiesa, avendo un po' di soldi e una cerchia di amici e abitando preferibilmente in america, potrei farlo: chi vuole farsi sposare da me? ma poi quanti riterrebbero valido il matrimonio celebrato da me? milingo non è stato perdonato tanto per il matrimonio (anche), quanto più per essersi lasciato trascinare dal reverendo moon all'interno della setta e a contrarre un matrimonio architettato da lui (quindi non è che milingo si fosse innamorato e avesse ardentemente desiderato sposare la sung...). quella di andare poi a sostenere la possibilità del matrimonio per i preti mi sembra tanto una copertura di tutta la vicenda che ha risvolti ben più oscuri: ottima trovata per riscuotere consensi visto che l'argomento colpisce la sensibilità di preti e non, dimostrato dai giornali che parlano solo di questo. in ultimis, la chiesa è estenuantemente prudente perchè ha 2000 anni di esperienza e questo la risparmia - fortunatamente - dai giudizi insindacabili, ma le permette - altrettanto fortunatamente - di affermare con sicurezza la libertà di chi decide di agire al di fuori di essa.
Articolo di riferimento : Ipotesi su Milingo
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Commento di Gordiano Lupi aggiunto il 28.09.2006
Sì, la scena che dici è tratta da IL LADRONE di Pasquale Festa Campanile, un ottimo film. Il lago era vicino Roma, forse è vero che è proprio Tiberiade.

Gordiano


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