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Commento di ucciapaone aggiunto il 25.10.2006
Cara Marilena,
ti racconto una storia probabile(o vera?)
Una signora di mia conoscenza( o di tua?) andò un giorno da uno psicologo di grido, della sua città. Gli espose i problemi che aveva con suo figlio, un adolescente come tanti, ma spesso disobbediente, spesso ribelle, di continuo a belligerare con lei e con suo marito per tanti "no" non rispettati, eccetera... Lo psicologo a ogni esposizione delle difficoltà col figlio, non faceva che dirle di aver pazienza, di essere dolce, di non essere aggressiva, MAI: con la dolcezza e la pazienza il ragazzo avrebbe capito, sarebbe cambiato. La signora stava per salutare lo psicologo e tornare a casa con un senso di fallimento alla propria funzione di madre, quando nello studio entrò il figlio dello psicanalista, adolescente anche lui, e chiese al padre, a voce imperativa, che stava per uscire in motorino con un amico chel'aspettava già per strada. La signora era già sulla porta e restò scandalizzata: lo psicologo aveva assestato una sberla al figlio che si mise a piangere e uscì di corsa rosso di vergogna per la presenza della signora.
Fabula docet!
Commento di L.L. aggiunto il 25.10.2006
Molto bella!
A proposito del Cimitero degli Inglesi, hai letto il pezzo sul mio magazine? L.L.
Articolo di riferimento : Alessandra Borsetti Venier, In ricordo dell’amico Evgheni Polyakov
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Commento di Liliana Ugolini aggiunto il 24.10.2006
Cara Alessandra,il tuo toccante ricordo di Evgenij Poliakov al Cimitero degli Inglesi ed oltre, mi è giunto con una forte e pur semplice immagine e la tua poesia è piena di suggestioni, molto bella, a conferma della tua attenzione a ciò che resta. Un valore, questa memoria. Grazie. Liliana



Articolo di riferimento : Alessandra Borsetti Venier, In ricordo dell’amico Evgheni Polyakov
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Commento di Stefano aggiunto il 24.10.2006
Credo che sia così, Alessandra.
Grazie della possibilità
di leggere i tuoi pensieri.
Ti contraccambio con le parole
dei miei segni e colori
che sempre a quell'amore
alludono.
più pictor che stefano
Commento di Arnaldo Bruni aggiunto il 24.10.2006
Gentile Signora Alessandra,
mi rallegro per il Suo inno all'amore. Nei tempi depressi che ci tocca vivere, solo così può scoccare un raggio di luce. Almeno intendendo la parola con la miauscola, come Lei fa. Felicitazioni e auguri dunque, insieme con i saluti più cordiali.
Arnaldo Bruni
Commento di Fabrizio De Giovanni aggiunto il 24.10.2006
Gentile Ruggero Spada complimenti per l'articolo e per l'attenzione mostrata durante lo spettacolo (non le è sfuggitoproprio nulla!).
Se qualcuno fosse interessato a vedere una replica di "H2Oro" può recuperare le date della tournée sul nostro sito www.itineraria.it
A presto e grazie.
Fabrizio
Commento di Novella aggiunto il 24.10.2006
E' sempre un piacere leggere
della tua impresa con "cadrega". Belle le foto a completamento dell' articolo. Ciao e alla prossima
(vale per Avventura, ma anche per qualche nuovo pezzo internet...)
Articolo di riferimento : Una “cadrega” in Nepal
Commento di guglielmin aggiunto il 23.10.2006
caro Gianfranco, la poesia ha bisogno di lettori capaci di spirito critico: quello che fai tu nel tuo blog e quello che accade qui va verso questa direzione, mi pare.

ciao
Articolo di riferimento : Stefano Guglielmin: Fuoricasa. Poesia e AbsolutePoetry. Poesia & Blog 3
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Commento di "Scuola e Diritti" aggiunto il 23.10.2006
Risposta a Uccia Paone.
Tutto ciò può avvenire solo in una scuola di tutti e per tutti, una scuola LAICA, equidistante nei confronti di religioni, pensieri filosofici e culture.
Una scuola che assume la conoscenza come valore fondamentale, una scuola che pone alle sue basi la Storia come ricostruzione del passato dell'umanità, dove non accade di dover assistere ad una riscrittura della stessa a fini di parte, una scuola dove non accade d'incontrare docenti che, negando tale laicità, agiscono a sostegno del proprio credo o del pensiero convergente, una scuola che osi riflettere su se stessa e si renda conto, finalmente, che molti dei suoi alunni, cittadini italiani o stranieri, non cattolici, devono subire quotidianamente piccoli o grandi negazioni dei loro diritti solo perchè sono minoranza.
Non sono certo queste minoranze che "sfottono"il crocifisso, oggettivamente è più facile che avvenga il contrario.
Sembra che nelle scuole italiane esistano solo i cattolici e i mussulmani, vogliamo considerare, finalmente, anche gli italiani non cattolici?
Questi sono quelli che,da sempre, sono stati costretti ad inghiottire rospi (alla faccia della Costituzione) e che, da sempre, hanno mostrato di rispettare gli altri.
Se la scuola agisse in modo veramente laico, potrebbe,
anche, spiegare Dante in modo chiaro a tutti, perché non sarebbe, evidentemente, una scuola di parte.
In qualche scuola, già oggi, lo si cerca di fare, che sempre più scuole lo facciano, questa è la vera speranza per la pace e per un mondo più bello.
Per finire riterremmo opportuno che "un formale giuramento sulla nostra Costituzione" fosse espresso non solo dagli stranieri che chiedono la cittadinanza, ma anche dai cittadini italiani, visto lo scarso concretizzarsi, a tutti i
livelli, dei valori costituzionali in Italia.
Cari saluti.
la segreteria di "Scuola e Diritti"
Articolo di riferimento : Inaugurazione del nuovo anno scolastico al Quirinale
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Commento di ucciapaone aggiunto il 23.10.2006
Ogni individuo è un viaggio senza fine, nel suo Io. Ogni individuo ha in sé lo spirito di Ulisse: è nella natura umana l'istinto ad andare avanti, ad andare dentro, a uscire da sé stessi e protendersi verso altro( non necessariamente l'altro!). Tradire è un verbo da interpretare, non ha un significato assoluto, ovvero quello che si definisce nell'abbandono temporaneo o definitivo del talamo nuziale. L'amore di un uomo e di una donna non è naturale scivolamento verso l'identificazione dell'uno nell'altra, ma è( a pensarci bene) una guerra o almeno una contrapposizione nella quale l'uomo e la donna cercano la personale vittoria e il relativo premio; come Ulisse, ogni persona che ama affronta una Circe, si trasforma in...porco, combatte le tempeste del mare, vaga di qua e di là(magari solo mentalmente finché non rompe le forze avverse)e solo dopo si acquieta nell'amore con l'altro partner: quando le ha provate tutte e ha conosciuto se stesso come mai avrebbe potuto senza il "tradimento". Allora tira i remi in barca e sorridendo pretende di essere capito: cosa difficile, perché letteratura, TV e similia ci danno dell'amore e del tradimento una versione a mio avviso falsa.
Concepisco un tradimento di fede, di patto politico, dove c'è la formale firma per un preciso patto: ma chi si innamora e poi "ama2 non ha sottoscritto né patti né programmi; si è semplicemento incamminato verso un lido solo immaginato e via via si imbatte in boschi, paludi e paesaggi che deve attraversare ricorrendo ad astuzie, strategie e tattiche. Insomma si trova in uno stato di allarme e di guerra. Scrivo racconti e, sulla parola "amore" ho concluso dicendo che o ci si rassegna a perdere una gamba, o si accetta la fine di Orfeo, essere dilaniato. Come in guerra, appunto.
Sono forse scivolata oltre il tema, me ne scuso. Grazie per avermi letto.
Articolo di riferimento : Tradire è amare?
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Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
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