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Basta sangue nel nome della tradizione e della religione. Libertà per le donne migranti!
Silvia Torneri,
Silvia Torneri, 'basta sangue', 2009 
06 Ottobre 2010
 

Siamo di nuovo di fronte alla morte di una donna, e al grave ferimento di un’altra per mano di un familiare.

Siamo di nuovo di fronte al femminicidio e alla violenza in nome e per conto del senso di possesso maschile delle vite femminili.

Siamo di nuovo di fronte al criminale intreccio tra ossequio della tradizione patriarcale e negazione dei diritti inalienabili della persona: come nel terribile caso di Hina Salem e di Sanaa Dafani, anche qui la parte maschile di una famiglia di migranti pakistani ha cercato di mettere a tacere la ribellione di una giovane contro una visione fondamentalista della religione e della tradizione, che vuole ogni donna destinata a vivere senza poter decidere di sé e della sua libertà.

 

Vicino a Modena un migrante pakistano, di fronte all'ennesimo rifiuto della figlia destinata ad un matrimonio combinato si è accanito, uccidendola, prima sulla moglie, che con coraggio appoggiava la figlia ventenne, e poi con l’aiuto del figlio ha cercato di sopprimere la ragazza, che per fortuna, pur gravemente ferita, non è morta sotto le percosse.

Ancora una volta la disobbedienza alle leggi maschili è stata pagata con il sangue e con la vita.

In questa vicenda però c’è un fatto importante: una madre ha cercato di sostenere le ragioni di libertà di sua figlia. Pensiamo sia da questo fatto che possiamo trarre un grande segnale.

Moltissime donne migranti guardano alle libertà femminili, conquistate con lotte durissime, con speranza e come ad una grande opportunità: le giovani, ma non solo, sperano e sognano di poter studiare, lavorare, non sottostare alle violenze patriarcali e religiose, di scegliere liberamente se e quando diventare mogli e madri. Per molte di loro vivere in Italia sotto una pesante tradizione significa perdere quei diritti che in alcuni dei loro Paesi di origine sono ormai legge.

Se l’Italia è davvero un Paese libero deve dare opportunità soprattutto a queste speranze, che sono quelle delle nuove e future cittadine italiane.

A chi oggi prenderà spunto da questo drammatico episodio per rilanciare la crociata contro la migrazione, colpendo indiscriminatamente tutta la comunità migrante, diciamo che questa non è la strada giusta, che è razzismo. Vogliamo vivere in un Paese accogliente, capace di aiutare chi è più vulnerabile e dove la cittadinanza sia un diritto per chiunque, a prescindere dalla provenienza geografica.

A chi invocherà la doppia morale sostenendo che la tradizione va sempre rispettata, che le culture diverse vanno tutte seguite senza alcuna critica (e che per questo non è legittimo intervenire in faccende ‘private’ quando ci sono conflitti che riguardano le scelte delle donne nelle famiglie) diciamo che né la tradizione né la religione possono diventare un’arma mortale contro chicchessia.

 

I diritti delle donne non sono ancora considerati diritti umani in molti Paesi del mondo.

Troppo spesso, quando si tratta di diritti delle donne, e in particolare di corpo, di sessualità, di relazioni tra donne e uomini, la difesa dei diritti cede il passo ai moltissimi se e agli infiniti ma del relativismo culturale, persino nel nome della democrazia e della tolleranza.

Accogliere, incoraggiare, difendere il rifiuto da parte delle donne migranti dell’oppressione (della quale sono vittime nel nome della tradizione e della religione) non solo le aiuterà a trovare la loro libertà, ma offre a noi italiane, che abbiamo costruito o avuto in eredità i preziosi diritti di autodeterminazione, la possibilità di riaffermarli ed estenderli come gesto politico di responsabilità e di civiltà.

 

La violenza contro le donne è barbarie. La libertà delle donne è civiltà.

 

Tiziana Dal PraAssociazione Trama di Terre (Imola)

Monica Lanfranco – Rivista Marea

Dounia EttaibAssociazione Daris

 

per adesioni scrivere a:

info@tramaditerre.org

 

Prime adesioni: Daniele Barbieri, Laura Cima, Donne in Nero di Como, Eva Ramirez, Silvia Torneri, Marina Grazia, Silvia Varas, Anna Viola Toller, Marco Semenzin, Edda Pando (Ass. Arci Todo Cambia), Amal Houanti, Raffaele Mantegazza, Celeste Grossi, Maria Rosa Pantè, Sabine Sepandj, Laura Rossi, Sara Di Antonio, Alba Meloni, Adriana Nannicini, Maria Rosa Filoppone, Comunità cristiane di base donne Oregina, Nicoletta Pirotta, Ife, Cristina Cattafesta, Anna Marcolini, Alberto Zurco, Giuseppe Gonella, Rosanna Sirtori, Rosangela Pesenti, Caterina Giardinelli, Redazione Delta News, Giuliano Bugani, Enrico Caravita, Silvana Fracasso, Mina Welby, Rossana Piredda, Peppino Coscione, Marianita De Ambrogio (Donne in Nero, Padova), Camera del lavoro di Genova, Maurizio Angelini di Cadoneghe (Pd), Annalisa Marinelli, Alessandra Arrighi, Marina Criscuoli, Franco Fuselli, Roberta Trucco, Federica Ferlini, Massimiliano Dall'Ara, Rosanna Stirone, Ionne Guerrini (Donne in nero Ravenna), Graziella Longoni (Donne in Nero Milano), Milena Valli (Donne in nero Sondrio), Silvia Acquistapace, Marina Cassani, Pia Brancadori e la Circola Alice Guy (Cagliari), Tiziana Valpiana, Paola Lanzon (responsabile Coordinamento Nazionale Donne Uisp e Presidente Consiglio comunale Imola), Natália Menhem, Maria D'Almeida, Associazione Archinaute, Donatella Mungo (Assessora Pari Opportunità, Comune di Imola), Rita Lavaggi, Maria Caterina Cifatte, Italiarawa, Cisda, Donatella Traniello, Maïté Pedroncini, Marco Poggi, Sinistra Critica Imola, Confederazione Cobas Imola, Marco Deriu (Univ. di Parma, Ass. Naz. Maschile Plurale), Attac Genova, Roberto Poggi (Assoc. Cerchio degli uomini, Assoc. MaschilePlurale), Sandra Cangemi (giornalista, Milano), Irene Capelli, Rosanna Vitale, Monica Baracchini, Chiara Giussani, Marisa Caputi, Claudia Deagatone, Associazione Donneinsieme (Tortona), Natascia Morigi (UDI Imola), Lella Di Marco, Francesca Cancellieri, Remo Agnoletto, Centro Documentazione Polesano onlus di Badia Polesine (RO), Simona Sagone, Barbara Grubissa, Camilla Albanese, Co.Ge.De. Liguria (Coordinamento Genitori Democratici), Assunta Signorelli, Nadia Somma (Presidente Demetra - Donne in aiuto), Maria Grazia Negrini, Tavola delle donne sulla violenza e sulla sicurezza della città, Marialuisa Carlini, Alessandra Mecozzi, Graziella Caloi, Mario Torneri, Fernanda Minuz, Norma Bertullacelli, Luigi Di Costanzo, Antonella Caranese (Segretaria PRC-SE Federazione di Imola), Katia Zanotti, Mariella Genovese, Francesca Koch, Maria Anita Cutini, Franca Lovato, Sandro Casanova, Fernando Angelucci, Elena Spinelli, Khadija Ait Oubih, Amna Trabelsi, Marisella Chevallard, Andrea Baglioni, Renata Conti, Rita Rustichelli, Elena Laurenzi, Patrizia Randini, Cristina Fiorani, Demetrio Vadalà, Daniela Minardi, oRina Randini, Santa Meglioli, Fabrizia Baraldi, Celestina Gilliavod, Maria Grazia Campari, Ostilia Mulas, Barbara Spinelli (autrice di Femminicidio), Laura Varlese, Rita Falaschi, Daniela Traine, Marina Donder (Assessora Pari Opportunità Provincia di Genova), Olivia Garavaglia, Sandra Federici, Mirella De Gregorio, Kalefi Miranda (Vicepresidente della rappresentanza dei cittadini Extra Ue, Consigliere aggiunto Comune di Ravenna), Rete Interculturale Bolognese Specchiolucente, Caterina Lusuardi, Giovanni Belfiori (coordinatore dipartimento Scuola del Partito Democratico), Maria Pia Trevisani detta Mapi (IFE Bergamo, Forum donne PRC Bergamo), Tahar Lamri (scrittore, giornalista), Associazione Femminile Plurale (Vicenza), Lidia Menapace, Centro Studi e Documentazione Pensiero Femminile (Ferdinanda Vigliani, Emiliana Losma, Gabriella Rossi, Stefania Doglioli), Barbara Lo Buono, Daniela Danna, Graziella Mascheroni, Tiziana Poggiali, Malika Larache, Simonetta Ponzi (Cgil Emilia Romagna), Catalina Pazmino, Loredana Blanchetti, Patrizia Bortolini (Punto Rosso), Marilena Chirivì, Tecla Fontana, Elena Cianci, Anna Pascuzzo (Movimento Antirazzista di Catanzaro), Doriana Goracci, Valeria Consoli, Santina Polimeni, Charles Tchameni Tchienga (Presidente Ass. Il Terzo Mondo), Gaea Riondino, Tellusfolio, Marina Perbellini, Francesco Venturin, Rete Civile Contro il Razzismo e la Xenofobia di Ravenna, Daniela Rigon, Fernanda La Camera, Irene Gregis, Paolo Brentegani, Nadia Cari, Dia Singh, Taschin Rosa, Eleonora Mezzelani, Giuliana Beltrame


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