Giovedì , 28 Marzo 2024
VIGNETTA della SETTIMANA
Esercente l'attività editoriale
Realizzazione ed housing
BLOG
MACROLIBRARSI.IT
RICERCA
SU TUTTO IL SITO
TellusFolio > Diario di bordo
 
Share on Facebook Share on Twitter Share on Linkedin Delicious
Valter Vecellio. Una proposta a Federico Orlando 
Vogliamo aprire su “Europa” una riflessione sulle questioni sollevate da te (e da Manconi)?
07 Novembre 2008
 

Colpiva, e colpisce ancora, l’ostentata indifferenza che l’Unità di Concita De Gregorio ha riservato al congresso dei radicali italiani di Chianciano; può essere sfuggito, ma neppure ha ritenuto di dover dare l’esito conclusivo del congresso. È un fatto. Pesano e contano le parole, pesano e contano i silenzi; non è un bel segnale, non è un bel “messaggio” questa ostentata indifferenza.

 

Eppure i radicali ci sono. Ci sono in Parlamento, con le loro peculiarità e le loro proposte, che certamente li differenziano e li caratterizzano dal PD; e con la loro indiscutibile lealtà. Oggi, come ieri, rinnovano la richiesta di dialogo e di confronto. Una richiesta di dialogo e di confronto che vengono da lontano: da quando, negli anni Cinquanta, a chi proponeva l’unità delle forze laiche, si oppose l’unione laica delle forze.

 

C’è poi stato l’articolo, importante ma isolato, di Luigi Manconi: che ha colto l’essenza della questione, e sollecita, anche lui, risposte. Domande e questioni che Manconi pone innanzitutto al PD; e anche lui, per ora, ha raccolto solo gelida, ostentata indifferenza.

 

Scende in campo, ora, Federico Orlando. Su Europa scrive cose di peso: «Ci ha rallegrato percepire dal congresso radicale di Chianciano scossoni forti o soft al PD; e siamo d’accordo con Luigi Manconi che scrive sull’Unità: “Penso che debba essere il PD a dare risposte ai radicali, dimostrare che abbia voglia di intrattenere un rapporto maturo, e soprattutto cogliere l’occasione, offerta dai radicali, che averli nel partito è oneroso e a volte molesto, ma sempre produttivo”. Per esempio produttivo di valori (questi sì) non negoziabili che si chiamano tolleranza,libertà di opinione, diritto al dissenso, insomma quel collante liberale di cui si diceva, che preserva il partito non solo dalla diaspora, ma anche dalla “fisionomia neutra e anonima”».

 

Si possono comprendere le difficoltà in cui si dibattono il PD e il suo gruppo dirigente. Devono fare i conti con una quantità di scelte e di valutazioni sbagliati, di errori anche gravi commessi con grave leggerezza. L’interessante studio realizzato da Italian Election Studies, un gruppo di ricerca avviato nei primi anni Novanta dall’Istituto Cattaneo presieduto da Giacomo Sani, sul risultato e le implicazioni delle elezioni del 13 e del 14 aprile, documenta che il PD ha perso per l’effetto congiunto dell’astensione selettiva (e attiva) di parte dell’elettorato del centro-sinistra; e per la perdita di elettori a vantaggio del blocco rappresentato dal PdL: «Le formazioni di centro-sinistra accusano un saldo negativo tra i flussi di mobilitazione e smobilitazione pari a circa il 4 per cento dell’elettorato… mentre il PD perde a favore dei partiti di centro-destra circa il 10 per cento di coloro che avevano votato nel 2006 per l’Ulivo».

 

I radicali sono stati accusati di miopia politica per esser rimasti irriducibilmente coerenti con quanto avevano promesso fin dal primo giorno, e che cioè sarebbero stati “gli ultimi giapponesi del governo Prodi”. Si sono raggiunte, nella polemica nei confronti di questa posizione politica, livelli di sconcertante volgarità, anche da parte di osservatori un tempo attenti e capaci di valutazioni interessanti. È utile attingere ancora dalla ricerca di Italian Election Studies, che ha posto al campione di interpellati la domanda se davvero il governo Prodi era così impopolare. La risposta è insieme interessante e sorprendente: si ricava che sì, il governo Prodi era “antipatico”, ma nella stessa misura in cui veniva percepito il precedente governo, guidato da Silvio Berlusconi; non solo: la stessa impopolarità e “antipatia” che gravava sui governi uscenti dal 1996 in poi: «Il cambio di leadership e la rinuncia strategica a rivendicare continuità con l’azione del governo uscente ha significato per il PD giocare esclusivamente sulle aspettative future le proprie ch’ange di vittoria». Il risultato è stato che l’elettorato «non ha percepito significative differenze nell’offerta del PD… e la delusione per la discontinuità propugnata dal PD si è sommata a una valutazione tutto sommato contenuta della capacità di governo della nuova formazione politica, che ha trovato in quote significative di elettori uno sbocco nell’astensione o in un voto per il Popolo delle libertà». Quasi il 14 per cento dei non votanti nel 2008 ha dichiarato di collocarsi comunque nel campo della sinistra; a questo va aggiunto un 7,1 per cento che si colloca nel centro-sinistra. Nel campo della destra si colloca un 6,6 per cento, nel centro-destra un 7,3 per cento.

Conclusione: «Il PD non sembra essere riuscito a distaccarsi dall’eredità del passato. La sostanziale stabilità dei voti percentuali ed assoluti con le passate elezioni ha confermato le debolezze del partito nelle zone d’Italia dove il centro-sinistra non era mai riuscito a penetrare, mentre i maggiori successi sono stati riportati in quei comuni dove già trent’anni il PCI era egemone».

 

Anche questo “catalogo” di informazioni che emergono dall’Itanes potrebbe (dovrebbe) far parte delle domande, delle questioni che (finalmente) si dovrebbe porre il PD; assieme alle domande e alle questioni che poneva la candidatura (negata) alle primarie di Marco Pannella e ora quella alla guida dei giovani del PD di Giulia Innocenzi; ed è ancora una questione aperta il NO ai radicali e il SÌ all’Italia dei Valori di Antonio Di Pietro in occasione delle ultime elezioni.

 

Ne vogliamo cominciare a discutere, caro Orlando, su Europa? E chissà che poi anche sull’Unità di Concita De Gregorio se ne cominci a parlare, come chiede Manconi.

 

Valter Vecellio

(da Notizie radicali, 6 novembre 2008)


Articoli correlati

  Angiolo Bandinelli. Perché andrò a Chianciano
  Antonella Casu. «Il PD ci tratta non da alleati, ma, spesso, da avversari»
  Il Movimento radicale sola alternativa liberale e riformatrice
  Valter Vecellio. Si comportano come i ladri di Pisa… Il diritto, la legalità, il rispetto della Legge
  VII Congresso di Radicali Italiani. L’intervento di Donatella Poretti
  VII Congresso Radicali Italiani. L’intervento di Anna Paola Concia
  Radicali Italiani. Si apre oggi a Chianciano Terme il 7° Congresso
  Valter Vecellio. E ora per un vero Partito Democratico. L’altra casta, il Sindacato
  “Assemblea dei Mille”. Dal 2 al 4 maggio a Chianciano, con Emma Bonino e Romano Prodi
  Valter Vecellio. Buongiorno a Veltroni, che si accorge del gioco di Di Pietro
  Valter Vecellio. E ora per un vero Partito Democratico. Sorprende la sorpresa di tanti...
  Emma Bonino. Radicali in Parlamento: 6 eletti per scelta determinata, 3 “per caso”
  Valter Vecellio. E ora per un vero Partito Democratico. La “lezione” di Roma
  Valter Vecellio. PD: quali idee, quali progetti? E soprattutto, quali regole?
  Sergio Ravelli. PD: fai qualcosa di democratico!
  Valter Vecellio. E ora per un vero Partito Democratico. L’emergenza giustizia in cinque punti
  Valter Vecellio. Il miglior alleato di Berlusconi è Di Pietro, e il miglior alleato di Di Pietro è il PD, e…
  Valter Vecellio. Sinistra e dintorni. Non è la minigonna a fare e dare le idee…
  Valter Vecellio. Qualche considerazione sul Comitato dei Radicali appena concluso
  Valter Vecellio. Un articolo del “Foglio”, le riflessioni di Andreatta, un saggio di Walzer
  Valter Vecellio. E ora per un vero Partito Democratico. Sul rosso emiliano che diventa verde padano e... qualche domanda per Chianciano
  Valter Vecellio. Elezioni in Abruzzo: tre sonori “ceffoni” per il PD
  Annalisa Chirico. PD/Radicali: Contaminazione (già) in atto
  PD/Giulia Innocenzi. Poche ore al voto
  Filomena Gallo. Salute in carcere: il caso Bottigliero
  Luigi Manconi. Caso Azzollini: Scelta saggia quella del Senato
  Luigi Manconi. Tortura: Presto convegno con sindacati di polizia più rappresentativi
  Manconi: «Non ho votato il decreto migranti: è una norma etnica»
  Luigi Manconi. Cosa arma le mani
  Cappato, Gallo, Soldo: Cannabis, attenti al decreto che giunge in Parlamento per la conversione
  La clemenza necessaria. Amnistia, indulto e riforma della giustizia
  Domenica/ Matteo Moca. Kafka, le serie TV e ancora Houellebecq
  Valter Vecellio. Sui (timidi) provvedimenti “svuotacarceri”
 
 
 
Commenti
Lascia un commentoNessun commento da leggere
 
Indietro      Home Page
STRUMENTI
Versione stampabile
Gli articoli più letti
Invia questo articolo
INTERVENTI dei LETTORI
Un'area interamente dedicata agli interventi dei lettori
SONDAGGIO
TURCHIA NELL'UNIONE EUROPEA?

 72.7%
NO
 27.3%

  vota
  presentazione
  altri sondaggi
RICERCA nel SITO



Agende e Calendari

Archeologia e Storia

Attualità e temi sociali

Bambini e adolescenti

Bioarchitettura

CD / Musica

Cospirazionismo e misteri

Cucina e alimentazione

Discipline orientali

Esoterismo

Fate, Gnomi, Elfi, Folletti

I nostri Amici Animali

Letture

Maestri spirituali

Massaggi e Trattamenti

Migliorare se stessi

Paranormale

Patologie & Malattie

PNL

Psicologia

Religione

Rimedi Naturali

Scienza

Sessualità

Spiritualità

UFO

Vacanze Alternative

TELLUSfolio - Supplemento telematico quotidiano di Tellus
Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
Sede legale: Via Fontana, 11 - 23017 MORBEGNO - Tel. +39 0342 610861 - C.F./P.IVA 01022920142 - REA SO-77208 privacy policy