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Commento di Raul Castro aggiunto il 30.03.2007
Roberto Pereira è un pericoloso agente della CIA scappato da Cuba. Non lo abbiamo preso in tempo, peccato. La sua zattera faceva lo slalom tra i pescecani e la nostra pilotina non aveva abbastanza benzina. Fottuto embargo yankee! Nemmeno la benzina... Adesso che c'è Chavez quella non ci manca e cosa vogliono questi brasiliani con il carburante fatto da cereali? Che siamo impazziti? Vargas Llosa copia le cose che scrive Gordiano Lupi? Ma dove siamo finiti? Un quasi premio Nobel per la letteratura che si lascia confondere da un pennivendolo di provincia... Al mondo ci sono più agenti della Cia che persone libere, purtroppo. Sono sconfortato e depresso. Quasi quasi scappo a Miami pure io.

Raul Castro

(che bello, ho imparato l'italiano)
Articolo di riferimento : Gordiano Lupi. Eroi e dissidenti
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Commento di patrizia garofalo aggiunto il 30.03.2007
articolo lucido, chiaro e sintetico.
di monito direi a chi ha paura a confrontarsi con le cose quando le cose cambiano e a rivedere i sogni quando diventano realtà da leggere seriamente.
congratulazioni ad un autore coraggioso.
oggi abbiamo tutti bisogno di persone come lui
Articolo di riferimento : Gordiano Lupi. Eroi e dissidenti
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Commento di Roberto Pereira aggiunto il 30.03.2007
CUBA,L'embargo a colori

dal Blog:
http://fainotizia.radioradicale.it/user/espantapajaro

Questa si che è una storia da raccontare.

Quando ero ragazzino, io a altri i miei amici del quartiere spesso la scuola ci portava in giro a far parte delle scenegiate contro l’Embargo Americano, al pomeriggio però disegnavamo assieme la sagoma del piede e la misura del bacino da inviare ai nostri parenti a Miami in modo che ci mandaserò le scarpe da tenis ei yeans.

La obiezione consiste nel ritenere gli Stati Uniti e il loro embargo la causa principale delle sofferenze del popolo cubano. Di fronte all’embargo, sostengono i difensori della dittatura rossa, ben poca cosa risultano le misure di polizia prese da Fidel Castro contro i suoi oppositori. Occorre affermare con forza che questa obiezione è storicamente e politicamente falsa. Come hanno sostenuto in più occasioni diversi scrittori, tra cui per esempio, Mario Vargas Llosa, il popolo cubano deve la propria miseria molto più alla fallimentare economia comunista del regime castrista che all’embargo statunitense. Non bisogna dimenticare, a questo riguardo, che se l’inefficiente e burocratica economia sovietica cubana non è tracollata prima d’ora ciò è avvenuto solamente perché Cuba è stata per decenni letteralmente sommersa d’oro da Mosca.

Si tratta, pertanto, di un’economia che è stata artificiosamente assistita per tantissimi anni, e, non a caso, quando le sovvenzioni sono venute a mancare per la dipartita dell’Unione Sovietica, Fidel Castro ha dovuto, per non affondare completamente l’isola nella miseria più nera, fare qualche apertura all’economia di mercato e permettere l’arrivo di capitali e capitalisti occidentali.

Come ha scritto Vargas Llosa, «qualunque embargo economico, da parte di un solo paese, sebbene tanto potente come gli Stati Uniti, è una burla. Se Cuba fosse in condizioni di farlo, potrebbe comprare tutti i prodotti manifatturieri (…) di cui necessita dalla Francia, dalla Spagna, dal Canada, dalla Germania, dall’Italia, dal Giappone, dalla Corea del Sud e da dozzine di altri paesi ansiosi di vendergliele e, molti di essi, a prezzi più competitivi di quelli delle industrie nordamericane». Se ciò non avviene, continua poco oltre Vargas Llosa, ciò accade solo perché la penuria economica dell’isola la rende priva di denaro per pagare le merci in contanti e priva di qualsivoglia credibilità per ottenere prestiti di qualunque specie. Il motivo principale del collasso economico di Cuba, secondo lo scrittore sudamericano, «non ha nulla a che vedere con l’imperialismo nordamericano, ma con il socialismo cubano: lo sperpero incommensurabile di mezzi in progetti senza la minima base scientifica, ispirati ai deliri e alla megalomania del leader; una pianificazione politica dello sviluppo che ha introdotto l’inefficienza e la burocratizzazione nell’industria e nell’agricoltura e ha annullato ogni forma di concorrenza e di iniziativa; un gigantesco sperpero di armamenti nelle avventure militari straniere» sono la vera causa del fatto che Cuba – paese che prima della rivoluzione castrista era, nonostante un governo mafioso e gravi ed ingiuste sperequazioni sociali, la quarta economia del continente – oggi ha un milione di disoccupati e un livello di vita assai modesto.

Secondo me le sagome ai piedi le fanno ancora i figli dei figli dei i miei amici, si perchè anche loro ora vivono a Miami.

Articolo di riferimento : Gordiano Lupi. Eroi e dissidenti
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Commento di Gordiano Lupi aggiunto il 30.03.2007
Non conoscevo questa vicenda, ma non mi sorprende. A Cuba, purtroppo, ci sono persino i desaparecidos. Questa cosa quando me la dissero mi sconvolse parecchio. Io credevo ancora al mito del buon governo comunista, del Fidel Castro attento ai bisogni della gente. Quante balle che ci hanno raccontato, quante delusioni che dobbiamo ancora subire...

Gordiano Lupi
www.infol.it/lupi
Articolo di riferimento : Antúnez continua ad essere prigioniero dopo 17 anni
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Commento di Gordiano Lupi aggiunto il 30.03.2007
Voi non siete filo cubani, siete filo castristi. E' molto diverso.

Lupi
Articolo di riferimento : Gordiano Lupi. Eroi e dissidenti
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Commento di villetta piombino aggiunto il 30.03.2007
I veri DISSIDENTI siamo NOI anti-imperialisti e filo-cubani.
Articolo di riferimento : Gordiano Lupi. Eroi e dissidenti
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Commento di Gaetano Barbella aggiunto il 29.03.2007
Ho l’impressione di vivere in un mondo capovolto, tale che il detto antico, «talis pater, talis filius» non valga più se non invertito. Ossia sono i “figli”, che nel caso a commento sono quelli ritenuti ADHD, ovvero affetti di “disturbo da deficit di attenzione ed iperattività”, a creare il problema per i cosiddetti “padri”, da riferirsi al contesto della società in cui essi sono inseriti – mettiamo la scuola. E visto che se occupa il fior fiore della psichiatria, ad essi non importa un fico secco quale siano i “padri” dei bambini ADHD che li ha “contaminati”, perché a loro occorrerebbe fare gli screening psicopatologici. Ma non è tanto difficile scovare questi “padri” sciagurati che però agli psichiatri in questione non interessano affatto. Oggi ne vediamo uno di questi “padri” all’opera, l’inciucio nazionale di “Vallettopoli” preso dall’orda dei morbosi del gossip, grazie alla incessante opera dei media della comunicazione, in linea con i reality show e le fictions. E così con la compiacenza della politica del raggiro si dà al popolo ciò che che si ritiene il popolo voglia. Ma fra quelli del popolo ci sono anche tanti “bambini” - e sono tutti facilmente plasmabili - per cui non è escluso che si generi in alcuni il disturbo ADHD in questione. A dire il vero è lo stesso popolo, un peculiare “bambino” anch’esso, a subire i danni della comunicazione mediatica.
Mi sovviene, sulla questione degli “screening psicopatologici” dei bambini in seno alla scuola, un curioso processo celebrato a Torino nel 2003, in cui venivano giudicati gli attori della famosa favola di Cappuccetto Rosso che, nel nostro caso in discussione, si accosta al bambino ADHD e i giuristi ai propositori della legge bipartisan. Il fatto venne riportato sul Giornale di Brescia del 30 nov. 2003 con l’articolo, dal titolo «Cappuccetto Rosso è un pusher, il Lupo è assolto», ed è questo: «Torino – Cappuccetto Rosso viene celebrato con una mostra a Lumezzane e messo sotto processo a Torino. Secondo i giuristi torinesi, Cappuccetto era un pusher (uno spacciatore di droga), la nonna era una spacciatrice e il lupo non era poi così cattivo, visto che un tribunale lo ha assolto dall’accusa di duplice tentato omicidio: ecco quanto emerso a Torino, in un “processo simulato” per iniziativa della Camera Penale subalpina. È stato un processo in piena regola, nella maxi-aula del palazzo di Giustizia, con tanto di indagini preliminari, arringhe di avvocati in toga e persino l’interrogatorio dell’imputato, il Lupo, impersonato da Sandra Casacci (un giudice) per un’iniziativa con finalità didattiche e formative seguita da moltissimi studenti. “Abbiamo riletto la favola di Cappuccetto Rosso – spiega il presidente della camera Penale, Cosimo Palumbo, che ha preparato il fascicolo dell’inchiesta col collega Mauro Anetrini – nell’ambito di un progetto di formazione per i futuri penalisti”. L’avv. Oreste Verazzo, presidente del collegio che ha assolto il Lupo dopo una regolare camera che “è un modo di avvicinare il pubblico ai processi”. Difensore del Lupo era l’avv. Alessandro Bocchi, che agli atti della manifestazione risulta essere bresciano: ha smontato il castello di indizi costruito dall’accusa, sottolineando la mancanza di perizie e accertamenti su dettagli come i tabulati telefonici. Ottenendo ragione, visto che il collegio ha assolto l’imputato “perché il fatto non sussiste”. A Lumezzane Pieve, in Torre Avogadro, prosegue intanto fino al 14 dicembre l’installazione in 12 stanze “Cappuccetti Rossi nella Torre delle Favole” di Sara Poli e gabriella Goffi (giovedì, venerdì, sabato orario 15-20; info: 030-8929251); ingresso libero.».
Gaetano Barbella
Il geometra pensiero in rete
Commento di mat aggiunto il 29.03.2007
Sono un cattolico pensante, e rispondo solo al mio buon senso. Accetto consigli, ma non ordini.
La chiesa dovrebbe dedicarsi di piu' allo spirito e meno alla politica.
Commento di mat aggiunto il 29.03.2007
E vero che siamo tutti uomini, ma ognuno fa il suo lavoro.

Viviamo in una cultura ipocrita, disconosce ed evita di attribuire un nome e cognome ad un transessuale, per il semplice fatto che non vuole associare la parola "transessuale" o "omosessuale" alla parola "persona".

Evidentemente, lo stesso discorso vale anche per la parola "politico".

Onde ovviare simili compromessi il politico dovrebbe tener presente che Il ruolo che investe deve essere supportato da rigore e intelligenza, altrimenti non si lamenti se va ad incrementare il lavoro dei paparazzi.
Articolo di riferimento : Claudio Di Scalzo: Diamo ragione a Capezzone su Sircana porcellone?
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Commento di antonella aggiunto il 28.03.2007
posto questo interessante e pertinente commento di maria grazia che mi ha scritto in pvt, ringrazio maria grazia per aver consentito alla pubblicazione su questo sito. in effetti chi opera il male è la prima vittima del suo stesso male. il male porta alla distruzione della vita, perciò è male. dirlo può sembrare banale ma è così. un caro saluto antonella


"c'è un libro molto bello sul tema: il carisma malato, di enrico pozzi - spiega che il sacro è costituito dalla relazione affettiva tra persone, in quel caso era un sacro deforme e manipolatorio - e lo stesso Jones, che si tolse la vita con i seguaci, era la prima vittima del suo male"

"un sociologo psicanalista che disamina per il largo e per il profondo qualcosa che per statuto suo proprio deforma e mutila (nel suo caso moltissimo, era un gran politicante e però di assoluta severità irrazionalistica) la realtà conosciuta, crea un universo completamente scisso da ogni altro universo conosciuto: la setta, un ordine che ti lusinga a morte per staccarti dal contesto instilla un codice che è un veleno per le relazioni precedenti e disperato collante per quelle interne all'universo nuovo - che in questo caso mirava in un grande paradosso al proprio annientamento"
Articolo di riferimento : Antonella Pizzo: Love bombing
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Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
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