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Commento di Gordiano Lupi aggiunto il 08.04.2007
Chi parla per slogan lascia il tempo che trova. Sì, siete dissidenti... ma da cosa? Forse siete dissidenti dal pensiero, dalla ragione, dalla libertà, dalla democrazia, dal diritto all'autodeterminazione dei popoli...
Fate il male dei cubani e non ve ne rendete conto.
O forse ve ne rendete conto ma lo fate lo stesso.
Articolo di riferimento : Gordiano Lupi. Eroi e dissidenti
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Commento di Gordiano Lupi aggiunto il 08.04.2007
I miei amici cubisti piombinesi commentano senza leggere gli articoli. Se avessero letto avrebbero trovato la solita cosa che dicono loro all'interno del mio pezzo! Lo riporto qui per comodità. Cifre leggermente diverse e concetti diversi, ma insomma...

La Fiera del Libro dell’Avana è diventata l’unica occasione per acquistare libri, che tra l’altro sono sempre più costosi e politicizzati. Quest’anno il libro più venduto durante la Fiera del Libro è stato Cento ore con Fidel di Ignacio Ramonet, ignobile volume pubblicato anche in Italia e che rappresenta uno squallido copia-incolla di vecchie dichiarazioni del Comandante. Un altro libro molto venduto è stato Tinísima, un romanzo della scrittrice messicana Elena Poniatowska basato sulla vita della controversa fotografa rivoluzionaria Tina Modotti. La Fiera del Libro dell’Avana è stata un evento importante al quale hanno preso parte oltre seicentomila persone che hanno acquistato più di un milione di libri. La maggior parte dei visitatori, però, sono andati soltanto a guardare, perché non possedevano denaro sufficiente per acquistare libri.

Articolo di riferimento : Gordiano Lupi. A Cuba non si legge e non si scrive poesia
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Commento di s. aggiunto il 08.04.2007
sarebbe un onore!
quanto al resto, appena trovo il tempo mi intrometto più direttamente, in questi discorsi amorosi...
s.
Commento di ABV aggiunto il 07.04.2007
Gentile Franco, segnalo la manifestazione CREATIVA di cui sei curatore e animatore appassionato. Si tratta dell'VIII INCONTRO PER L'AUTOPRODUZIONE ARTISTICA E CULTURALE che si svolgerà a Rignano sull'Arno (Firenze) i prossimi 8.9.10 giugno. Tre giorni di POESIA - MAIL ART - PERFORMANCE - MUSICA - LIBRI - FANZINE - ARTI DIGITALI - VIDEO.
www.rignano.org/Creativa%20Sito/index07.htm
Articolo di riferimento : Alessandra Borsetti Venier: Arte ambientale, il "Muro di Baj" a Pontedera
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Commento di Renato Farina aggiunto il 07.04.2007
In Venezuela da quando Chave-z, capolvolse la frittata i cunbanisti sono il solito popolo maltrattato che crede nelle promesse e nelle fandonie perchè devono pensare come riempire la pancia. La massa amorfa dovunque esiste gli ideali non esistono; dovrebbe esistere più sensibilità sociale e se ci guardiamo intorno...nemmeno a casa nostra c'è. Se l'uomo non cambia e guarda un pò di più dentro se stesso , i dolori del mondo non finiranno mai...
Articolo di riferimento : Antúnez continua ad essere prigioniero dopo 17 anni
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Commento di michelangelo aggiunto il 07.04.2007
So di essere setuto sul posto sbagliato.
Ma so che l'"immagine" che vi offro è quella riflessa dello specchio. Quella che vedete a destra in realtà sta sinistra.
Le mie convinzioni su Piergiorgio, quattro granelli di sabbia, non sono per la vostra mente cosciente, ma per la immensa potenzialità di quella profonda.
Non scrivo per convincere ma per riflettere.

***********
Un granello si sabbia in memoria di Piergiorgio Welby
E se la sabbia del deserto fosse la Verità?
Chi può asserire di conoscere l’architettura di un granello di sabbia in tutta la sua macrocosmica grandezza ed in tutta la sua microscopica infinitesimale dimensione? E se così fosse, avrebbe scoperto la natura della sua essenza e del suo divenire?
E se la mente fosse il deserto di sabbia? La coscienza vigile, attenta, pensante, decisionale, serena o turbata, sana o malata, lucida o offuscata, razionale o irrazionale, libera o condizionata, quanta parte occuperebbe nel deserto della mente? Io dico: lo spazio di un granello di sabbia per l’uomo “comune” e per il genio, il poeta, l’artista, lo scienziato, il santo tanta sabbia quanta ne può essere contenuta in un pugno.

Ed ecco come una parte della verità sta in tutte le ragioni così come la ragione contiene sempre una parte della verità, sia del laico che del religioso.
Ma quanta? Prendi un pugno sabbia dal deserto: questa è la porzione di verità che ti offre la tua mente cosciente e la chiesa del tuo tempo.
Il “farsi suicidare” da una condizione alterata della mente cosciente non sarà mai la decisione di un libero arbitrio padrone assoluto del Regno della Mente, ove risiedono tulle le più sublimi ed inimmaginabili virtualità. Laddove l’Individualità dell’Io più profondo, si ricongiunge con la matrice che l’ha emanato e ad essa identificandosi ne acquisisce, in potenza, attributi e divinità.
E la vita terrena di Piergiorgio programmata per sua libera scelta nella notte dei tempi ed intensamente vissuta in un attimo della sua eternità, anche se interrotta per le ragioni di un pugno di sabbia, nulla toglie ma molto aggiunge alla sua ricchezza spirituale d al suo cammino evolutivo nel ritorno al Padre attraverso quella scala di valori di cui tanta ne ha percorsa nella sua breve vita di quanto l’umanità nella maggioranza ne percorre in un secolo.
E questo è l’autentico patrimonio di Piergiorgio.
Per il resto: delitto o non delitto, che l’ UOMO rifletta!

***************

Un altro granello di sabbia per Piergiorgio Welby
Caro Piergiorgio,
anche io ho provato commozione per la tua sensibilità e per l’amore che hai nutrito per la vita e per tutti. Generalmente chi nutre tanto amore per gli altri ne ha un po’ meno per se stesso. Rispetto la tua volontà anche se rimango della convinzione che il tuo “Spirito” – la mente profonda - è rimasto ad osservare senza intervenire, con la “Sua autorità”, alla premeditata decisione.
Certo non te ne sei andato in silenzio.
A meno che, e ora ne sono convinto, l’abbia fatto di proposito per attirare l’attenzione del mondo scientifico, perchè all’uomo non serve l’accanimento ma la scoperta del farmaco, la prevenzione e la guarigione.
Una provocazione?
No! Una accusa precisa al “progresso”.

Si spacca l’atomo, si va sulla luna, si configurano e si organizzano miliardi e miliardi di informazioni in un piccolo monitor , che tutto lo scibile umano si chiami internet, si investono miliardi e miliardi per il benessere, per lo sport, la tecnologia…….e non si dirotta la maggior parte di tutte queste risorse per debellare la fame, le guerre e le malattie.
Mille, centomila scienziati dovrebbero essere rinchiusi in un bunker per uscire solo quando avrebbero risolto i problemi che affliggono l’uomo.
E che nessuno mi dica che è impossibile. Niente è impossibile all’uomo, se lo vuole.
E’ per questo che Cristo andò sulla croce, che il martire si fa Santo, che tu riscatti tutti i Piergiorgio che giacciono non in attesa che la legge li uccida, ma che l’UOMO LI GUARISCA.

***************

Una bara bianca per Piergiorgio.
A Loredana che mi ha inviato la canzone di Simone Cristicchi.
Grazie del commento e del testo della canzone.
Rispetto la tua riflessione su welby ed è molto poetica la canzone.
Ma l'autore è sano e pieno di vita e… di successo, mentre Piergiorgio era solo
tra tante ombre oscure, immerso e perduto nei suoi pensieri.
Anche lui ha scritto dei bellissimi versi poetici, toccanti e
pieni di amore per la vita e per il mondo intero.
E quando Piergiorgio scriveva era pieno di vitalità, di voglia di vivere, e anche con la sua sofferenza "correva" incontro alla vita. Ne sono convinto.
Uno Spirito elevato che sa di poter dare tanto, non decide di negare agli altri
e a se stesso le perle della sua stessa saggezza.
Tutto quanto, invece, girava attorno a lui, amici, familiari, medici, politici
era un elogio alla morte, un'attesa, un atmosfera lugubre e pregna di energia negativa. Nessuna esortazione alla vita, ma uno squallido movimento mediatico e politico.
La camera della morte allestita da tempo.
E il Gesto non s'è fatto attendere.
Un boia laureato per l’occasione e pochi intimi corvi neri furono le ultime immagini che i begl’occhi di Piergiorgio furono costretti a vedere mentre gli porgevano la cicuta.
Nessuno dei presenti avrà pianto. Le lacrime sono venute da chi non l'ha conosciuto.

*****************

Io ho pianto.
Ho pianto mentre scrivevo quest’ultima provocazione, perché sono emotivo e perché so di non essere compreso, questo poi credo che sia un mio karma.
Io non sarei mai capace di pensare di dire: ti amo, ti amo da morire ma ti tolgo la vita per il tuo bene, per non farti soffrire e perché tu me lo chiedi.
Qualcuno “grande più di tutti noi”ebbe a gridare nella sofferenza della croce: “Padre mio perché mi ha abbandonato”.
E che vuol dire?
Che l’aveva con Dio, che lo lasciava morire invece di salvarlo?
Che non voleva morire dopo che era venuto sulla terra e programmata la sua vita ed in particolari la sua morte?
Ed ancora ai suoi carnefici: “Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno”
E che vuol dire?
Che la morte che stavano per dargli era tanto grave da non riconoscersi il diritto del perdono e invitava il Padre a farlo.
Non c’è perdono umano per chi si arroga il diritto di togliere la via di un uomo per nessun motivo.
Ed io non smetterò di scrivere provocazioni su provocazioni che hanno un unico obiettivo: Che l’Uomo rifletta!

Grazie per l'attenzione e Buona Pasqua Michelangelo
http://michelangelok.spsces.live.com
Commento di Gordiano Lupi aggiunto il 07.04.2007
Volevo farvi leggere il primo capitolo:

Inizia sempre per tutti così; un po’ di tosse, quel dolorino alla schiena che non passa, il mal di testa sempre più frequente, un fastidioso bruciore di stomaco, quel valore con l’asterisco nelle analisi del sangue. Cosa vuoi che sia; un colpo d’aria, una cena pesante, un po’ d’umidità. Con un bel massaggio o magari un paio di sedute di agopuntura passa tutto; poi c’è quella crema, che è stata un toccasana per il tuo amico, o quella pastiglia per il mal di testa che ti ha prescritto il medico l’ultima volta e che ha funzionato così bene. Tutto ok!
Poi, dopo qualche giorno, quel dolorino, quella tosse, quel mal di testa ritornano, sempre lì, a distrarti dalla vita cui sei abituato. “Che palle!” pensi “Con tutto quello che ho da fare non ho né tempo né voglia di andare dal medico". Il permesso dal lavoro o la fabbrichetta che senza di te non va più avanti, il parcheggio che non c’è mai e il bigliettino che ti dimentichi sempre di mettere sul cruscotto. E poi la fila, seduto in quella camera mal arredata in compagnia di quattro vecchi malati immaginari cronici, che passano lì quasi tutti i pomeriggi della loro vita e se la raccontano sull’ultimo loro problema, di salute e di vita: la pressione alta o bassa, l’insonnia o il troppo sonno, l'ansia per il figlio cassintegrato, la tachicardia, le gambe gonfie, la pensione che non basta mai e che oggi arriva domani chissà e le stagioni, che come i giovani non sono più quelle di una volta. “E Luigi? E’ un po’ che non lo vedo”. “Sai, da quando il figlio si è trasferito non è più lo stesso. L’ha presa molto male. M’han detto che non esce quasi più di casa”. “Ma dai? In effetti però… andare ad abitare dall'altra parte del mondo e abbandonarlo così, con tutti i sacrifici che ha fatto per lui. Che vergogna!”.
"Sanno sempre tutto di tutto, quelli che non hanno un cazzo da fare e passano le giornate in fila dal dottore. Io invece, tipico essere umano del ventunesimo secolo, che devo badare alla moglie (o al marito), ai figli e agli amanti (molte amanti), ai colleghi bastardi e leccaculo, ai clienti e alle banche, che ti fottono sempre con gl'interessi e ti danno l'ombrello solo quando c'è il sole. Io che ho la partita di calcetto (o la lezione di gag) alle sette, la cena fuori alle nove, quel simpatico vernissage alle undici e il mio bel libro almeno fino alle tre del mattino. Io che un paio d'ore di sonno, una bella doccia e sono di nuovo in pista! Ma come faccio, Io, a perdere due ore della mia vita qua dentro? Ecco, il mio libro. Qui sì che potevo portarlo. Così almeno avrei avuto qualcosa da fare. Su quel tavolaccio c’è solo ‘sto cavolo di “Famiglia Cristiana” di due anni fa e “Dimensione Medico (della mutua) - quindicinale di ricerca scientifica”. Ma compra Tuttosport che costa un euro e fai felici i tuoi pazienti! O magari qualcosa tipo Playboy, che li fai ancora più felici! O meglio ancora quei giornaletti erotici a fumetti che c’erano in caserma o dai “barbieri” vecchio stampo, che dopo averti tagliato i capelli ti avvolgevano la testa in una nuvoletta di delicato profumo, che fuoriusciva in milioni di gocce fresche da una boccetta di vetro animata dalla caratteristica pompetta arancione. Dove si giocava il totonero, la schedina e, tra risate e battutacce varie, si saturava allegramente il locale di fumo. Dove ci si faceva portare l’aperitivo dal bar di fronte o meglio, dalla barista di fronte; dove si andava per mostrare agli amici la moto o l’auto nuova fiammante. Quello sì che era un bell’ambiente, altro che questa triste sala d’aspetto. Nemmeno un calendario con qualche donnina nuda, di quelli che si vedono nelle migliori officine meccaniche a gestione familiare. Splendide ragazze sporche di grasso dalla testa ai piedi e vestite dei soli guanti di finta pelle, sdraiate magari su un banco da lavoro o piegate a guardare all’interno del cofano di un’auto o che, brandendo una enorme chiave inglese, ti fissavano, da gennaio a dicembre, con sguardi del tutto inequivocabili. Quanti responsabili di uffici acquisti hanno convinto vecchi e giovani capofficina della bontà dei loro prodotti anche grazie a questi formidabili strumenti di marketing! Magari qualche azienda farmaceutica ne potrebbe pensare una versione da ambulatorio; la classica bellezza provocante “svestita” da infermiera, con il cappellino bianco da crocerossina, un grembiule molto molto molto succinto e lo stetoscopio adagiato sul prorompente decolté. I pazienti lo contemplerebbero con sicuro buon umore anche se non sarebbe utile a convincere i medici che, certamente più cinici e “pratici” dei capofficina sopraccitati, preferiscono farsi convincere da cene di lavoro nei migliori ristoranti della città o da “convegni” in famose località balneari (e poi il vaccino per l’influenza in Italia costa il triplo che in Francia). Ho capito! Mi toccherà stare qui buono buono ad aspettare il mio turno accontentandomi di sfogliare quelle cacchio di riviste”.
Con quel dolorino che proprio non vuol passare… Così inizia per tutti, e così è iniziata anche per tuo padre.

Non è male, vero?
Ordinalo a ilfoglio@infol.it. www.ilfoglioletterario.it
Articolo di riferimento : Un romanzo verità sull'eutanasia
Altri commenti all'articolo [ 1 commento ]
Commento di Alivento aggiunto il 07.04.2007
Oh lietissima di collegare.
La poesia l'avevo già letta/notata su foglidiparole.
Molto bella,intensa,diretta. Da pugno nello stomaco.
Del resto certe storie d'amore sono nè più nè meno che tali.
Se mai discorrerò di forme altre d'amore, ti chiedo sin d'ora il permesso di commentare il discorso con questa poesia e viceversa.
grazie a te.
Commento di s. aggiunto il 06.04.2007
che poi sarei silvia monti.
col rischio di rompere, insisto.

http://www.tellusfolio.it/index.php?prec=/index.php&cmd=v&lev=44&id=2555

e grazie ancora.
s.
Commento di carlo aggiunto il 06.04.2007
Una staffetta davvero emozionante: l'autrice del volume dà la parola a Diotima e alla suonatrice di flauto, e da queste all'autrice dell'articolo, che la usa per un esame molto personale, ricco e quasi minuzioso. L'amore è il testimone...che nessuno dovrebbe mai trattenere per sé.
Chapeau!


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Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
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