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Alessandra Borsetti Venier: L’albero di Natale più bello. (Racconti di Tellusfolio per le feste)
 
Commenti presenti : 66 In questa pagina : da 11 a 20
   24-12-2008
A volte i ricordi degli altri ci fanno da specchio... ho letto questi tuoi, gentile Alessandra, e ho un nodo di commozione in gola. Avevo dimenticato troppo cose!
Walter   
 
   14-01-2007
... bello questo ricordo: se ne avvertono i profumi e le emozioni.

Carla Piro   
 
   14-01-2007
... qualcosa mi ricordo e sono i pranzi e le cene, imbanditi per tutto il periodo festivo, che mio padre e la tata romagnola cucinavano - alla mamma la cucina era interdetta - chiusi per ore là dentro quel luogo odoroso, dal tavolo e dal lavabo di marmo. Mio padre non era soltanto uno chef pieno di inventiva e di gusto, i suoi piatti uscivano dalla cucina in tutto e per tutto simili alle illustrazioni di un libro. Così come lui sapeva disegnare, dipingere, suonare il piano e riempire pagine di eleganti o buffi calambour, tali erano quelle portate: ridondanti, rabelaisiane, fragranti e fatte di ingredienti sorprendenti. pb

Paola Bortolotti   
 
   05-01-2007
Grazie! Mi è piaciuto molto condividere questo prezioso ricordo. Poco prima di Natale ho avuto un intervento al cuore e sono ancora un po'... zoppicante, interiormente, s'intende. In effetti credo che il Natale più bello io lo abbia vissuto per la nascita di Jacopo 37 anni fà alle 23,30, quindi in anticipo di poco su Gesù Bambino. Chi si sarebbe aspettato tante ansie subito seguenti e prolungate con terribili avvenimenti e malattie negli anni? Eppure, anche questa vita ha avuto bellezze sconosciute ai più, insieme ai dolori di un parto mai finito...


Vanna Spolveri   
 
   03-01-2007
… Che dire? Il mondo di ieri è il mondo della nostalgia, ci attrae dunque irrimediabilmente: anche perché i giorni, che scivolano via leggeri, hanno mutato faccia a una realtà che sentiamo progressivamente sempre più estranea. Se non si vuol rimaner prigionieri del passato o del ricordo, si deve trovare però, oggi o più avanti, un modo nuovo e diverso di vivere il significato di quella festa. Si tratta di una 'guerra', fra le tante, con la società costituita e con l'anagrafe. La quale aiuta a gettare ombre sinistre sull'attualità. Come fare, dunque, a evitare l'intoppo? Penso che un modo efficace possa essere, tanto per cominciare, il riconoscimento dell'amicizia. Il tuo gesto, in questo senso, può riuscire emblematico e invogliare a una ripetizione che non deve essere semplice imitazione o pretesto retorico. Mi pare che questo scambio di messaggi possa costituire il primo passo. Sei d'accordo?...
Arnaldo Bruni   
 
   02-01-2007
Grazie per gli auguri e per il modo di esprimerli che condivido molto. Un abbraccio e un pensiero al tuo lavoro così prezioso.
Elvira Pajetta   
 
   02-01-2007
"L'albero di Natale" di Stéphane Mallarmé.
Eccolo, tradizionale, in tutta la sua ingenua semplicità. Innanzitutto alcune dozzine di noci, che, dopo averle leggermente umettate, si rotolano sulla foglia d'oro: si ottengono le noci dorate. La stessa operazione è subita, dal lato opposto alla loro piccola gota rossa, da tante mele appiole*. A questa reminiscenza umile e rustica, unite il contributo cittadino, espresso da un po' meno di mandarini, e, in numero uguale, di dolcetti secchi, che sospenderete col classico filo di lana rossa, o forse con nastrini rosa e blu. Vengono poi, per completare questo sfondo immancabile e necessario, le cento candeline di cera, che qualcuno preferisce colorate, ma per me dovrebbero essere bianche. L'apparecchio più comodo per fissarle ai rami è la graziosa scodellina di latta, fissata su una punta o su un fermaglio, nascosta da un collarino in carta ritagliata, bianca, o rosa o blu se si fa uso dei nastrini. Come riflettori usate palline in vetro soffiato, a imitazione acciaio, molte saranno bruno oro, altre blu; riflettori simili a grosse perle. E adesso che altro? L'albero stesso, un abete di un metro o due. La pianta si mette, senza radici, in una cassa verde ricoperta di carta d'oro o blu, oppure anche in un vaso di ceramica ordinaria. La terra sarà ricoperta di muschio e di bei fiocchetti. La scelta del fusto non è
indifferente, si fisserà su un esemplare coi rami che si irraggino dritti e larghi, ben folto, regolare. Il mondo infinito delle sorprese da sistemare, si suddivide sul fondo. Come dolci, frutti canditi di ogni provenienza, caramelle tradizionali, in zucchero rosso, e specialmente tutte quelle che si compiacciono a riprodurre qualche forma di oggetto usuale o fantastico. Quanto a giocattoli, vano bene anche i soliti, o anche l'interno messo fuori in bell'ordine di un'arca di Noè, eccetera. Una sola regola è assoluta: sulla punta dell'albero che sostiene l'ultima candela, si deve innalzare un bebé rosa, in cera o zucchero, acconciato da Bambin Gesú. Tutto brilla, è chiaro, splendido, abbagliante. E il carillon nascosto fra le ricche strenne offerte su vassoi di lacca disposti in gran numero sulla tavola, sparpaglia, lui, la sua pioggia musicale nell'atmosfera di gioia e di luce. Io sparisco. Entrate, bambini. Forbici, presto, che facciano tintinnare il sonaglio attaccato, se si vuole, ai rami, spogliati. fra poco. E che la distribuzione plenaria si rinnovi ogni sera, fino a Capodanno, fino all'Epifania.
(Tradotto da "La Dernière Mode", VIII Livraison, Vingtième feuillet, 20 décembre 1874).
*La mela appiola (pomme d'api) è (era?) una melina rossa per metà, aromatica e succosa, oggi se non scomparsa quasi.
Un grande albero di Natale costruito nel suo splendore della fine Ottocento, per i ricordi, con la traduzione
del mio caro prof. Franz che ti giro volentieri.

Giuseppe Siano   
 
   02-01-2007
I suoi gioiosi ricordi sono, con alcune piccole differenze, ma non sostanziali, anche i miei. Ho spesso nostalgia dei momenti più belli dei tempi andati, quelli legati all'infanzia. Pure, avverto anche un senso di infinita curiosità (a volte di trepidazione) per il divenire della vita, per quello che ancora ci aspetta, per il cammino quotidiano, che sembra spesso così banale e ripetitivo... ma, in fondo, non lo è... Maurizio Otello


Maurizio Otello   
 
   31-12-2006
… i tuoi ricordi profumati! Mi hai riportato alla memoria mia nonna e la sua casa dove ho vissuto la mia faticosa infanzia. L'unico bel ricordo è proprio mia nonna Amelia e i rituali un po’ magici del Natale che lei riusciva sempre a preparare per me, con il grande albero nel salotto… La notte di Natale lei chiudeva la porta con la ceralacca e io l’aprivo la mattina, tremante, rompendo il sigillo e scoprendo i doni, sempre stupita da quel mistero…
Gianna Scoino   
 
   31-12-2006
Cara Fata Morgana, ho letto il tuo ricordo di un Natale bellissimo con l'albero tutto speciale preparato da tuo padre. Io ho dei ricordi diversi perché l'albero non l'ho mai avuto da bambina. Ricordo le calze con le arance e le “picce” (i fichi secchi aperti e ricongiunti), e il piccolo presepe fatto da noi bambine (io con mia sorella) con personaggi tutti di cartone che però stavano in piedi, e noi lì davanti a pregare di diventare sempre più buone! Con questo ti invito a venire a prenderti una copia del libro che raccoglie tutte le poesie della mia vita e che proprio tu hai insistito di realizzare! Idana Pescioli
Idana Pescioli   
 
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Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
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