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Commento di Carlo Forin aggiunto il 02.02.2007
Sono d'accordo con Napolitano: la Costituzione è questa. Non era, ma è.
Per non entrare nello strabismo pseudogiuridico, che fonda su che cosa avrebbero dovuto fare i parlamentari di Togliatti, un uomo di Stato [non un laicista ( = ideologo della laicità come chi scrive queste amenità)] e stare con i piedi per terra, l'Italia è uno Stato a sovranità limitata perchè i suoi vertici militari hanno giurato due volte. Una volta alla Repubblica ed una volta alla Nato. Il primo giuramento li fa spergiuri ogni volta che obbediscono al secondo. Così capita che dobbiamo accettare che un nostro aereo civile cada ad Ustica colpito da missili Nato e star zitti, che una cabina di una funivia venga abbattuta da un aereo americano che volava basso per gioco ed i parenti dei deceduti non vengano neppure rimborsati per l'uccisione dei familiari, nonostante che Clinton l'avesse promesso. Queste sono tragedie vere.
Che lo Stato italiano decida di mandare i nostri soldati a portare la pace in Iraq agli ordini degli americani che ci sono andati per fare la guerra è un'altra tragedia.
Che ci siano degli Italiani laicisti che vedono complotti del Vaticano in tutte le pressioni che il Vaticano può fare è una commedia italiana che ci ricorda una tradizione tragicomica antichissima: non fa piangere, ma ridere.
Come mi fanno ridere ancora tutti quei laicisti che si sono fatti seppellire a Roma col volto verso il Vaticano per non averlo alle spalle neanche morti. Loro, però, avevano il senso del comico. L'emerito che qui scrive è comico, ma non lo sa!
Commento di Carlo Forin aggiunto il 31.01.2007
Caro Lui La Plume,
grazie del tuo commento, che condivido in pieno. Il proliferare di competenze che non comunicano è la piovra burocratica che ci sta soffocando. Io ho aderito subito a questa iniziativa volta ad accorpare i piccoli Comuni sotto i 5000 abitanti. Inorridisco ogni volta che devo ascoltare il fatto della morte di qualcuno, perchè l'aiuto vicino non è competente.
Ripeto e ripeto che questo Governo farà volare l'Italia se avrà la forza, la creatività ed il coraggio di abolire gli Enti Inutili. Sembra facile, ma il male radica nel pensiero di morte di ogni laureato in Legge. Sono loro i competenti che attorniano i parlamentari. Sono arrivati a pensare, con molto sforzo, i progetti ad obiettivo. Ma non sembrano ancora in grado di confezionare Leggi ad obiettivo, ovvero azioni dello Stato che finiscono nel tempo. Così nasce qualcosa, ma non muore mai nulla nel pensiero morto della Legge, perchè ciò che è già morto non può morire una seconda volta.
Le province sono gli enti costituzionali morti 37 anni fa, costano 100.000 vecchi migliardi l'anno, ma non possono morire, dicono!
L'Italia non volerà se non sarà capace di eiettarle!
Commento di lui la plume aggiunto il 31.01.2007
Nel leggere questo articolo sento l'opportunita' di segnalare un fastidio:
---
lo schermo del mio computer portatile e' di 1024x768 credo sia il valore standard inserito all'acquisto, anche la Vs pagina si inserisce quasi perfettamente in questo riquadro.

Con questa precisazione noto che una scritta pubblicitaria sulla parte dx della Vs pagina copre parzialmente i messaggi.

E' una pubblicita' che scorre fastidiosamente sovrapponendosi, apprendo che questa forma pubblicitaria deriva dallo sponsor della testata .... e' fastidiosa lo stesso.
Commento di lui la plume aggiunto il 31.01.2007
Leggo da qualche parte: "Quirinale: calano le spese, ma quanto personale ..."

Che dire ... finalmente.

Speriamo di poter leggere in internet in modo chiaro, comprensibile e giudicabile anche i conti dei comuni-condominio, delle province e di tutti quegli enti sulla cui necessita' nutriamo tante perplessita'.

Molti rami dello Stato sono nati quando avevano un senso.
L'utilita' era alta ed i costi bassi.
Oggi la situazione e' profondamente mutata, alcune funzioni sono diventate estremamente costose e l'utilita' si e' ridotta enormemente.

Per mantenere in vita alcune funzioni si devono fare grandi sforzi di immaginazione, inventarsi competenze inesistenti e scorporare compiti gia' troppo scarsi.
Faccio un esempio: e' festa, vedo un semaforo guasto un vigile urbano o meglio due parcheggiano la vettura poco piu' avanti (in un posto vietato ai piu'), mi rivolgo a loro segnalando il semaforo guasto.

Non prendono nota ma mi comunicano che non e' loro competenza, mi devo rivolgere al .... di ...
Certo (forse) in quel momento loro avevano da fare altre cose particolarmente impegnative.

Io ero di passaggio a ... quando notavo il guasto, era il giorno dell'Epifania, sono ripassato nella stessa via due settimane dopo ed il semaforo e' sempre li': guasto.

Troppe competenze spezzettate.
Un mansionario sempre meno significativo dimostra la raggiunta inutilita' di tante funzioni.
E' certo che una presenza multifunzione dello Stato in un punto della citta' e' utile.
La presenza di tante funzionalita' diverse che non comunicano fra di loro rende tale presenza non piu' necessaria.

Che questa moltiplicazione delle funzioni sia inutile lo sappiamo bene, conoscerne il costo ci fara' capire anche l'entita' di uno spreco noto.
Commento di mat aggiunto il 30.01.2007
L'ambiziosità prevale ed è sempre piu' evidente in molti politici.
L'ideologia, ha sempre dovuto fare i conti con le debolezze umane.
Cosi' un comico intelligente si trasforma in un buon politico e un politico idiota diventa, inevitabilmente, un buffone.
Articolo di riferimento : Il caso Pecoraro come nuova comicità al varo
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Commento di Daniele Dell'Agnola aggiunto il 30.01.2007
Segnalo l'articolo di oggi a cura di Giorgio Thoeni: "Se la battaglia è nel cuore degli uomini: due splendidi interpreti per il Delitto e castigo andato in scena a Locarno e Chiasso", in "Azione", martedì 30 gennaio 2007, p.26.
"Dio e il Diavolo sono sempre in lotta fra di loro e il loro campo di battaglia è il cuore degli uomini". Thoeni sottolinea che questa frase "ben corrisponde all'esseza dei tormenti di tutti i protagonisti dei romanzi del grande moscovita".
Commento di frances aggiunto il 29.01.2007
Quanto hai ragione, Popper! Ma tu, da assiduo frequentatore del corner, sai bene che quella del non prendere tutto troppo sul serio è la NOSTRA filosofia.
Solo chi si concentra solo sul proprio ombelico si perde il gusto di appassionarsi a qualcosa. E qui da noi si parla solo di passioni e sentimento, quindi... non corriamo il rischio!! CIAO
Articolo di riferimento : Il cinico, ovvero il sentimentale di cattivo umore
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Commento di popper&chiapper aggiunto il 29.01.2007
Su un muro, a Morbegno, c'era una scritta di vernice verde che è rimasta disegnata lì per anni, sino a quando hanno ristrutturato l'edificio. Non ho mai capito se l'aveva scritta un "tossico" o un ubriaco o un ...filosofo. Diceva così: «NON PRENDERE LA VITA TROPPO SUL SERIO, TANTO NON NE USCIRAI VIVO» ...
Articolo di riferimento : Il cinico, ovvero il sentimentale di cattivo umore
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Commento di Carlo Forin aggiunto il 29.01.2007
L'associazione che si interesserà della mia ricerca non è il Gruppo Archeologico Cenedese bensì quello Aquilese . E questo per dovere di precisione. Mi scuso con i lettori per questa disattenzione. Concordo pienamente con il Direttore Claudio Di Scalzo che i commenti (e in un giornaleweb le indicazioni redazionali chiaramente passano attarverso il mezzo stesso) debbono avere una dignità almeno grammaticale. Per rispetto verso i navigatori e per l'italiano. Gli altri è meglio si astengano. Se è compulsione psicologica ci sono appunto gli psicologi. Se invece i Commenti diventano un arricchimento letterario o giornalistico di questo ci guadagna Tellufolio e la sua storia. (Carlo Forin)
Commento di Carlo Forin aggiunto il 29.01.2007
Archeologia e web

Oso affermare che siamo ancora ai primi passi nell’uso del pensiero scambiato in web. Questa del web è una modalità comunicativa straordinaria che ci fa saggiare la possibilità di esprimerci, di veder pubbliche le idee comunicate e di aver in feed back le reazioni dei lettori: tutto praticamente in diretta. Lo spazio-tempo quasi si annulla!
Facciamo, per gioco, l’inverso dell’acronimo web: in sumero BE W –Essere del w.w.w., dove BE è etimo di bene, latina, etimo di bene, italiana. BE NE è generazione (NE) dell’Essere (BE). Naturalmente questo, su web, è un gioco (come un bimbo mi trastullo con l’ultimo reperto) ma non è un gioco l’etetimo (etimo sacro) del bene: BE. E’ la mia ultima conquista che espongo domenica prossima in www.siagrio.it /Antares.
Io compirò 59 anni al 1° giugno 2007. Quand’ero adolescente sognavo di vedere l’anno 2000 e poi morire; sono un sopravvissuto? Mi sono laureato battendomi le tesi sulla vecchia macchina da scrivere su ‘fogli autocalcanti’ –meraviglia moderna!-. Qual è la novità con la digitazione odierna? Che oggi posso aggiungere una nota in ogni momento semplicemente schiacciando un tasto! Avete mai provato ad aggiungere una nota con la vecchia macchina da scrivere? Bisognava ricominciare tutto il foglio daccapo!
Finito il testo, se era una lettera, si imbustava, si affrancava, si spediva – questo rito è rimasto uguale uguale- e si aspettava che il corrispondente facesse la sua parte per leggere alla fine, un due settimane dopo, la sua reazione. Uno della mia età troverà banale e ovvia questa descrizione. Non so come la pensi un quindicenne di oggi, che avrà visto la macchina da scrivere in un qualche ripostiglio ed ha ormai poca frequentazione con le proprie ‘lettere imbustate’.
Suppongo che sia in atto un processo di trasformazione radicale dietro a questa modifica ‘letteraria’; intendo che lo scambio di lettere che passano dal postino al web vedono modificarsi il medium comunicativo e, probabilmente, anche la psicologia dei soggetti comunicanti. Ho osservato la consapevolezza della deframmentazione del giovane che sorride delle poesie in web. Non ho letto le poesie perché è la deframmentazione consapevole della mente il fatto che mi attira e mi fa orrore.
Abbiamo tempo abbastanza in questa comunicazione istantanea? C’è spazio per maturare l’ascolto in questi comunicanti sempre attaccati al telefonino?
Non accadrà che con la massima comunicazione vada azzerandosi il peso del messaggio?

Articolo di riferimento : Il Santo: Commento (fra me mento) al commento di tal Frances
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Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
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