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Commento di Jan aggiunto il 10.03.2008
Ho visto la mostra che è molto bella e interessante ...certo se prima avessi letto lo scritto
della Borsetti Venier certamente mi avrebbe aiutato a capirla in profondità.
Comunque meglio tardi che mai...grazie
Articolo di riferimento : Alessandra Borsetti Venier: Al Mart “La parola nell'arte”
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Commento di Giuseppe Robles aggiunto il 10.03.2008
Il corso e l' obiettivo sono davvero interessanti.L'apicoltura è un mondo fantastico e ricco di segreti.Da mio zio apicoltore infatti, apprendo ogni volta nuove nozioni affascinanti. E' da tempo che cercavo un corso simile ma, in questo periodo proprio non mi è possibile cogliere quest' opportunità.
Spero che questo corso si ripeta in un altro peroido di questo anno. Giuseppe.
Commento di Voce d'insegnante e genitore aggiunto il 10.03.2008
Lo strappo in TV!E' proprio vero che non abbiamo difese contro la maleducazione, l'ultimo gesto plateale visto alla televisione offende noi adulti e diventa cattivo esempio per i giovani. Ma quando impareremo a comportarci dignitosamente? Fino a quando dovremo e potremo sopportare tutto ciò? Perchè vengono fatti vedere simili cose?
Credo con queste parole di interpretare il pensiero di molti.
Articolo di riferimento : Anna Lanzetta: Dalla parte dei giovani
Commento di gaetano barbella aggiunto il 09.03.2008
Napoli, «una fossa dove seppellire incapacità, collusione, corruzione e nefandezze varie»?
Mi viene in mente il "pozzo di Gravina", dove sono stati ritrovati i resti dei corpi di Francesco e Salvatore Pappalardo. Una disgrazia? No! Perché anche se questi due poveri ragazzini se la sono procurati da loro, non lo è a causa di una società che è ancora improntata alla "verticalità" e poco alla "orizzontalità", dove tutti hanno uguali diritti e doveri. A cominciare dal loro padre nel quale ha prevalso la severità intimorendo a tal punto i due figlioli da indurli a scappare di casa. Forse era questo il primo impulso dei due posti come allo sbaraglio, che poi sarebbe rientrato e avrebbero fatto ritorno dal padre, ma avvenne l'imprevisto e fu la loro fine tremenda. Resta però la severità del padre che si mostrava incapace della benevolenza materna a loro preclusa "forzatamente".
Così è ora Napoli della monnezza, Napoli di Pulcinella: come Ciccio e Salvatore finiti tragicamente nella fossa della vergogna. Ed allora si può mai far pesare la colpa dell'infamia mediatica, oggi imperversante anche all'estero, solamente su Napoli?
No, perché c'è un'Italia falsamente paterna che soffoca l'altra ancora da crescere, o forse eternamente all'insegna di un certo "Peter Pan" per destino, che tanto porta alla storiella dell'asino finito nel pozzo e dello stolto padrone-contadino.
Sappiamo che questi, non riuscendo a trarlo in salvo e talmente infastidito dai suoi ragli provenienti dal fondo del pozzo, decise di lasciarlo morire e così si diede da fare per riversare terra su di lui. Ma finì che nella sua animalità, l'asino, scansando la terra che pioveva su di lui, trovò modo di di emergere e, ironia della sorte, fu grato al suo padrone per avergli salvato la vita.
Ecco, la storia della nostra strana Italia è passata più volte per analoghe disavventure finite poi a lieto fine e con falsi meriti. Si potrebbe pensare allora che l'Italia sarà sempre composta da "padroni" ed "asini", ovvero dal cosiddetto Nord e Sud? Beh, se così fosse nulla di tanto cattivo, almeno fin quando l'uno rispetta l'altro e così se ne giova (e questo vale anche per l'asino che si salva, come si è visto, in modo controverso). Ma è chiaramente una croce che pesa su entrambi e che saggiamente non può essere posta, per comodità, solo su Pulcinella, ritornando a Napoli della monnezza, ovvero sull'asino del racconto. Tanto più che si tratta di un "asino d'oro", visto che Pulcinella è riconosciuto «la splendida geniale maschera» dei napoletani. Ma è una cosa che farebbe bene anche quelli Nord per giovarsi della peculiare "ironia e capacità di ogni soluzione" che vi si riconosce.
La monnezza di Napoli in questione mi porta al mito di Eracle chiamato per la sesta impresa su ordine di Euristeo.

Come si sa Eracle dovette trovare il modo di far pulizia nelle stalle di Augia a causa del bestiame che cresceva indefinitivamente perché resi immuni dalle malattie. Ma prima di apprestarsi a fare il miracolo in un solo giorno, per scommessa Eracle chiese al re Augia in cambio un decimo di tutto il suo bestiame. E così l'eroe mitico, senza sporcarsi, escogitò la deviazione dei vicini fiumi Alfeo e Peneo, che con l'irruenza delle loro acque spazzarono via lo sterco ovunque si trovasse.
Ma il re Augia che non si aspettava questa sorta di bravata, preso dal livore per l'inganno non volle mantenere la parola e così rendere ad Eracle la ricompensa suddetta.

Il seguito di questa storia del mito è piuttosto avvolto in una nebulosa, quasi a rimandarla nel futuro...

Forse a oggi. Forse alla Napoli ripiena di Monnezza fino agli ancora "pascoli casertani" per antonomasia «Terra di lavoro».

Ma mi domando perplesso, che potrebbe farebbe l'Eracle di questa generazione, di una certa sorta di "bestiame" preso a rilasciare la personale "monnezza"? Già, perché egli non avrà certo dimenticato la beffa subita in seguito al suo intervento nel passato mitico, che pur dovette fare, per capirne l'inutilità. Questa volta poi non è solo un "re Augia" a farsi bello e mortificare l'eventuale nuovo Ercole capace di fare il miracolo per la ex bella Napoli, ora inzaccherata nella monnezza. Come si fa a mettere la museruola ai suoi eredi che non si contano e che sono frammischiati nello stesso "bestiame" produttore di monnezza?

Come si vede non sembra proprio che ci sia via di uscita, salvo a stimare una cosa buona che il buon napoletano, quello della povertà, è simile a quel mitico bestiame della sesta fatica di Eracle. Questo per dire che almeno questi miseri napoletani sono immuni alle possibili contaminazioni della monnezza e sopravviveranno.

Dove il guaio sulla "monnezza" di Napoli dunque? Senza dubbio in quel 10 per cento antico su cui si accendono, negli occulti olimpi d'oggi, le lotte per l'appannaggio sull'oro alchemico derivante dalla "monnezza".

Ma, a lungo andare, potrebbe anche indisporsi l'immunità mitica sul "bestiame olimpico" in discussione, e come accadde con l'epidemia milanese raccontata da Manzoni nei «Promessi Sposi», fu così che anche l'irriducibile e malvagio «Don Rodrigo» fu messo in fuori gioco.


Gaetano Barbella
Articolo di riferimento : Francesco Giubilei: Hanno ucciso Pulcinella
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Commento di Massimo aggiunto il 09.03.2008
ma quali punti. o 10 o altro.
ma quali punti. ma quale socialismo.
CUBA LIBRE.
via Castro... via la DITTATURA!
Articolo di riferimento : Cuba senza Castro. L'ottimo libro di Giorgio Ferrari
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Commento di Marco Rossi aggiunto il 09.03.2008
Montreal
Bravo Giubilei!
Pulcinella non e morto:ma puo morire!
Articolo di riferimento : Francesco Giubilei: Hanno ucciso Pulcinella
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Commento di Johnny B. Goode aggiunto il 09.03.2008
Io direi che Amore Tossico è il film principe sulla droga in Italia, per me un vero "cult" (c'è da dire che non ce ne sono molti così relistici, forse è l'unico, quindi la scelta è "coatta").
I motivi che lo rendono affascinante sono:
. la collocazione storica (a cavallo fra gli anni '70 e gli '80 si ebbe la diffusione massiccia della droga nel nostro paese);
. gli attori, veri tossicodipendenti dell'epoca, dei quali sto cercando notizie ed il fatto che recitano con i nomi originali ed addirittura i cognomi;
. il gergo tossicomalavitoso e le battute in romanesco;
. la collaborazione fra Caligari e Blumir nella regia (il sociologo Guido Blumir ha scritto libri sull'argomento droga)che rende il film proprio VERO;
. la simpatia dei personaggi, primo fra tutti "Ce".
Un saluto agli attori; sono stato anch'io in piazza in quegli anni o poco dopo, forse per questo lo apprezzo tanto.
Articolo di riferimento : Gordiano Lupi. Amore tossico e i droga movies
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Commento di Tommaso Didimo aggiunto il 08.03.2008
"Lui che andava in casa dei peccatori e dei pubblicani per ‘guarirli’… (…)" con l'aggiunta, subito dopo: - Va' e non peccare più - ... Perciò caro fratello Piero ( non si scrive: Fratello Papa ma, tutt'al più:Padre Benedetto XVI...) alla luce proprio di quanto scritto da Lei: Benedetto possiede in toto il "Dono dello Spirito – l’elezione a Papa - sia della Dottrina ufficiale della Chiesa Cattolica, l’essere il Primo Teologo come esperienza e cammino ecclesiale ed ecclesiastico".
Per le motivazioni indicate non posso accettare in toto il contenuto della Sua lettera aperta al Papa Benedetto XVI.
Articolo di riferimento : Piero Cappelli: Lettera aperta al Papa-teologo Benedetto XVI
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Commento di Leonardo aggiunto il 07.03.2008
Dargy, l’accordo con Gaviotazalas è diverso. Io parlo SOLO di cose negative; lui SOLO positive. Se vuole partecipare dovrebbe rispettare la proposta fatta da lui. Rispondo lo stesso facendo la premessa che quanto segue è spiegazione, non giustificazione.
Per viaggiare al straniero c’è bisogno di lettera di invito (175€) più carta bianca (150€). Totale 325€. Se vuole aggiungere i costi del passaporto (se richiesto al estero) 185€. Risultato: 510€, la metà di quello che lei afferma.
La relazione fra CUC e CUP oscilla intorno a 1:25. Ancora dispari, però una quindicine di anni fa aveva levitato fino a 1:200. Secondo lei, oggi, se il CUP non vale niente e quasi nessuno possiede CUC, come campano i cubani? Sembrerebbe che Cuba sia l’unico posto dove si può comprare senza soldi!!!
I premi non sono per gli “spioni”; a meno che lei non consideri spioni a tutti quelli che hanno usufruiti dei premi. Il termine “chivatòn” provenne di chiva (capretto), nacque da strapare informazioni mediante tortura: fra grida e agonia, parlavano; ossia, belavano. Il termine dopo fu usato IMPROPRIAMENTE dai rivoluzionari per nominare i delatori.
Lei sa perché spesso chiedono i documenti nei alberghi e club, non mi fascia scendere a bassezze. Dopo che vedevano lei era accompagnata da suo marito, la cacciavano lo stesso?
Del trasporto ho detto “caotico”, peggio di così. Nonostante, (se si riferisce alla Esquina de Toyo) una giornata da Guanabacoa a Toyo (5-6 Km) mi sembra esagerato.
Finalmente una buona, i belli bambini nati della mescola di colori, però questo non è merito della Rivoluzione. I bambini, mulattini, banchini o nerini che siano, sono angeli sempre belli. Pure io lo ero; diventiamo brutti dopo.
Nelle farmacie mancano tante medicine e l’Organizzazione Mondiale della Salute si ostina a dire che Cuba è un esempio e uno dei pochi paesi del Terzo Mondo dove i 300 medicinali basici sono garantiti. Non oso immaginare come sarà in altre parti.
Chi ruba per mangiare, adopera un diritto; chi per speculare e arricchirsi, depreda. Questi ultimi non sono furbi, sono ladri.
Saluti.
Articolo di riferimento : Cuba senza Castro. L'ottimo libro di Giorgio Ferrari
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Commento di Carlos aggiunto il 07.03.2008
Queste bastonate furono dedicate al cardinale Bertone in omaggio alla sua fedelta alle dittature. Specialmente alla castrista. Vedete come si rispetano gli accordi che Cuba firma con ONU, OEA, ecc.
Una meraviglia di democrazia con partito unico e multitonfe e pluriricatto.
Carlos


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Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
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