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Commento di tytti aggiunto il 29.05.2008 Cara yoany anche io a Napoli deva stare attenta a tutto quello che tu elenchi in più se guardo in alto posso finire in un cumulo di monnezza ma tranquilla io a differenza tua non ho Fidel ma ho avuto Bassolino è adesso è arrivato Silvio che ha promesso di risolvere tutti i nostri problemi. Se ci riesce farò di tutto per mandartelo lì per poter far in modo che anche tu possa camminare a testa alta. Articolo di riferimento :
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] Commento di tytti aggiunto il 29.05.2008 Cavolo Gioia è dalla parte del più forte perchè traduce Fidel? ma se quello che dice il compagno Fidel non lo si trova da nessuna parte. Mentre chi lo attacca trova spazio da tutte le parti, caro Gordy mi sa che ha invertito le parti. Articolo di riferimento :
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] Commento di tytti aggiunto il 29.05.2008 Chiarissimo Dargy peccato che non sia vero. Articolo di riferimento :
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] Commento di Leonardo Mesa aggiunto il 29.05.2008 Massimo, io non ho conosciuto Arenas, lo ha conosciuto un amico mio gay (esule a Miami) intimo di Arenas. Lo rincontrò dopo alcuni anni proprio nel porto del Mariel. Ho visto alcuni video delle sue interviste. Un’opinione mi sono fatto, però poco importa quale è. Non è m’intenzione denigrare Arenas. Ho un alto rispetto dei defunti (fascio solo eccezione con gli assassini). Intento, invece, smascherare chi l’usa.
Nego categoricamente che la prigionia d’Arenas sia stata perché era gay. Ho scritto: «si può o non essere d’accordo con la punizione», e si vuole precisione li assicuro che sono contrario, tutt’oggi. Non capisco come i banditi delle montagne del Grillo furono liberati dopo il giudizio e Arena finì in carcere? Non lo concepisco.
Dico che la famosa storia del cambio di cognome è una bugia; non dico che renda merito al “regime” o che togli meriti a Arenas. E una buffonata.
Sono contento, quando si scrive su Cuba, indipendente dell’orientamento politico. Sono un accanito lettore dei contrari; però quando sento che scrive qualcuno poco informato o superficiale giudicatore mi metto le mani in testa. Nel suo caso, mi tiro i capelli.
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] Commento di esplora aggiunto il 29.05.2008 A Leonardo Mesa consiglio, prima di parlare di UMAP con la 'leggerezza' con cui sta facendo, di leggere - se non l'ha ancora fatto - "Il lavoro vi farà uomini. Omosessuali e dissidenti nei gulag di Fidel Castro" di Félix Luis Viera. Notizie, per l'edizione italiana, le trova su questo giornale in Nuove copertine (25/11/2005) e in questo stesso Oblò (15/04/2007).
Poi ne riparli pure ...e noi lo staremo a sentire.
Cordialmente
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] Commento di Massimo aggiunto il 29.05.2008 Fantastico.
Anche per i lager possiamo trovare delle giustificazioni etiche approntando questo tuo processo mentale.
Pur nelle differenze di opinione, che trovo ragionevoli, giustificare una istituzione come le UMAP è onestamente riprovevole.
Era un luogo dove mettere i gay così da tirarli fuori dai reparti militari?
Non vedi la mostruosità dell'affermazione?
Allora Arenas ha meritato gli anni di carnere a El morro? solo perché era gay? o solo perché scriveva di un regime mostruoso... aberrante come quello cubano?
Denigrare Arenas perché davvero non è scappato da Cuba col cambio del nome credi renda merito al regime?
Ho scritto il libro per raccontare la vera Cuba. Quella che ho vissuto con i miei occhi, con le mani, col cuore.
Contro tutti i bugiardi che avvelenano la verità.
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] Commento di Arte aggiunto il 29.05.2008 per Lario: grazie amore BACIO! Articolo di riferimento :
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] Commento di Leonardo Mesa aggiunto il 29.05.2008 Le UMAP non erano campi di lavoro forzato, se non parte dell’unità del servizio militare obbligatorio che si divideva in unità di combattimento e di lavoro. Andavano i non eleggibili per le unità di combattimento; ossia, quelli non affidabili politicamente, quelli contrari alle arme e quelli, esplicitamente, gay. Questi ultimi erano inclusi perché il disprezzo popolare creava reali e seri problemi di convivenza nelle unità di combattimento; nonostante, tanti gay non dichiarati fecero il suo servizio militare in queste.
Le UMAP non avevano l’intenzione di segregare, però rappresentava la segregazione ereditata esistente. L’errore fu raggruppare tutte le categorie discriminate, riaffermando – senza volerlo – la discriminazione stessa. Le UMAP durarono poco (1965-1968). Sono seguite dall’EJT (Esercito Giovanile del Lavoro) con composizione eterogeneo, anche se – a mio avviso –fino agli anni 80, ancora discriminante.
L’essere gay era popolarmente tollerato soltanto nel caso degli scrittori, artisti e attori. Molto tempo fa un grande architetto gay diceva: «A Cuba, la cultura entra per il culo».
È opportuno sottolineare che ci fu una distinzione fra gay (good as you) e gay (“contenti”); fra omosessuale e maricón. Il film “Fragola e cioccolato” in un esplicito dialogo chiarisce la differenza.
Da Miami, approfittandosi dell’avversione popolare, cominciarono ad accusare d’essere gay a Raúl Castro, Celia Sánchez, Haydée Santamaria, Armando Hart, Jesús Montané e anche Fidel. Tramite la radio dicevano «cubano, non ti lasciare inculare da un maricón». Nella storia della Rivoluzione ci sono stati tanti prestigiosi gay; per esempio, Ricardo Porro, grande architetto (esule in Francia) era altamente riconosciuto e favorito.
Reinaldo Arenas non compie carcere perchè gay se non per avere diffuso delle notizie e racconti tergiversati sulla realtà cubana approfittandone del suo posto di scrittore e editore della Gazzetta di Cuba (1968-1974); si può non essere d’accordo con la punizione; però, comunque, non perché gay. Questa è una farsa simile al cambio del cognome Arenas per Arinas per potere uscire da Cuba. Nel porto di Mariel, quelli incaricati fare valere i divieti avevano a disposizione nome, cognome, indirizzo, numero di identità e fotografie. Non bastava un puntino sopra la e per “fregare” le autorità; Arenas, semplicemente, non era in lista.
Oggi Mariela Castro, direttrice del Centro Nazionale d’Educazione Sessuale si sta impegnando per stroncare definitivamente l’omofobia, e già se insinua, se dice, e perfino si assicura, che è lesbica. E si Mariela lo fossi, quale è il problema? Il problema è che i nemici del governo cubano manipolavano ieri e manipolano oggi.
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] Commento di Leonardo Mesa aggiunto il 29.05.2008 È vero che sotto Batista (e anche prima) il figlio di un operaio o di un contadino si poteva laureare; però, quanti e a quale prezzo? Accedere all’università in quei tempi era possibile solo se molto benestante o se ben raccomandato politicamente. Una piccola quantità era riservata alle borse di studio, destinate ai poveri che raccomandati dai ricchi o dai politici, ai ricchi di notevole scarsità e ai poveri di spiccata intelligenza. Questi ultimi, in bassissima proporzione.
L’università (professori inclusi) era dominata da bulli armati. In fatti, il figlio di un gran proprietario terriero, fu mezzo da parte, minacciato e le fu vietato di entrare. Per potere mettere piedi e si è dovuto armare anche lui. Il giovane intimidito si chiama Fidel Castro.
Per entrare e all’università cubana e laurearsi non c’è più bisogno di soldi, di raccomandazione, di vendere tessere elettorali, né di denunziare qualcuno; si entra, in PRIMO luogo, per aptitud (predisposizione naturale, capacità, intelligenza) e, SECONDO, per actitud (comportamento, disposizione, atteggiamento). L’actitud come integralità umana: rispetto, generosità, solidarietà e patriottismo. Nel caso politico, basta (secondo legge) non contribuire all’Embargo al servizio di una potenza straniera, Stati Uniti al primo posto.
Non è vero assolutamente che l’integrità ideologica va sopra il merito scolastico. Nello scalone, per accedere alla università, si comincerà a valutare la integralità del individuo; non basterà essere genio, si dovrà essere anche “buon” genio. Nello scalone per i posti di lavoro dopo la laurea, dagli anni 80 (credo), si usa questo metodo; nonostante, gli “integrali”non avanzavano i “secchioni” più di 0,1 a 0,3 punti su 5. Con questo metodo si è laureata… Yoani Sánchez.
L’università di masse, la valanga di laureati, la proporzione in favore delle donne 2 a 1, la garanzia di un posto di lavoro (6 mesi prima della laurea), l’abilitazione immediatamente al esercizio della professione, non hanno precedenti; sono assolute invenzioni della Rivoluzione.
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] Commento di Massimo aggiunto il 29.05.2008 Difendono l'indifendibile.
Considerando ragionevole la limitazione della libertà personale e di espressione... barattate con alcune concessioni gratuite fatte dal Re barbuto.
Sì. E' vero... Non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire.... Articolo di riferimento :
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