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Mao Valpiana. Israele e la Freedom Flotilla. Violenza genera violenza
(foto David Buimovitch, AFP/Getty Images)
(foto David Buimovitch, AFP/Getty Images) 
02 Giugno 2010
 

L'aggressione della marina militare israeliana contro la “Freedom Flotilla”, battente bandiera turca in rotta verso la striscia di Gaza, con la conseguente strage, è un gravissimo atto di pirateria che deve essere giudicato e condannato da un Tribunale internazionale.

Il governo israeliano, che ha rivendicato e giustificato l'attacco, sta conducendo una politica che distrugge ogni possibilità di proseguimento del processo di pace e che pone Israele nell'isolamento internazionale. La conseguenza di questa follia è il rafforzamento delle voci più estremiste e integraliste in Iran, in Arabia Saudita, in Turchia, che mirano alla distruzione di Israele.

La violenza del governo di Israele alimenta la violenza dei sostenitori di Hamas, creando una spirale di odio che degenera ogni giorno di più.

 

Chi ha davvero a cuore il destino della Palestina, oggi deve lavorare per liberarla dall'abbraccio mortale di regimi totalitari e gruppi politici antisemiti che vorrebbero islamizzare l'intera area.

Chi ha davvero a cuore il destino di Israele, oggi deve lavorare per liberarla da un governo sempre più estremista e violento, che vuole imporre la propria potenza negando ogni diritto altrui.

Il faticoso sentiero del processo di pace è tutto in salita e ha un solo sbocco possibile: la convivenza di palestinesi e israeliani in un'unica terra.

Israele ha tutto il diritto di esistere, e deve farlo nel pieno rispetto del diritto internazionale e della libertà altrui. La Palestina ha tutto il diritto di esistere, e deve farlo in modo democratico e garantendo la sicurezza altrui.

Il punto nodale dell'intera vicenda è sempre lo stesso: sconfiggere la tentazione alla “pulizia etnica” dall'una e dall'altra parte, e favorire la convivenza plurietnica, plurireligiosa, pluriculturale.

In quel fazzoletto di terra, per arabi ed ebrei, la pace si chiama “convivenza”; per questo il nostro compito è quello di sostenere, aiutare, favorire le azioni e le voci di chi a Tel Aviv e Gaza, a Gerusalemme e Ramallah, lavora per la nonviolenza e con la nonviolenza.

Per Israele/Palestina c'è un unico destino.

 

Mao Valpiana,

segretario del Movimento Nonviolento

Verona, primo giugno 2010

(da Telegrammi della nonviolenza in cammino, 2 giugno 2010)


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