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Commento di Claudio Di Scalzo aggiunto il 09.09.2007
Caro Carlo Forin...ti ringrazio per queste tue escursioni sui testi del "Calamaro Gigante". Cogli che in questa rubrica mi affido anche al grottesco e al sarcasmo contro molti dei protagonisti della politica. In alcuni caso ho dato a queste figure un andamento narrativo, come se fossero maschere in perigliose e burlesche avventure intenti. Gli eredi di quanto fu il comunismo italiano sono degli ectoplasmi che si fatica anche a caratterizzarli con l'ironia. Inesistenti sul piano umano e teorico vivono a pelo del tubo catodico TV. Surclassati da Berlusconi che ha inventato il gioco. Tira aria di "antipolitica" contro questi politici. Io la caldeggio, sperando prenda forma in qualche iniziativa. E metto TELLUSfolio a disposizione di quanti vogliono farne parte. Auspico, caro Carlo, che su questo giornale-rivista trovi riflesso, ad esempio, il movimento creato da Beppe Grillo.
Lettori-navigatori interessati fatevi avanti e aggiorniamo una parola d'ordine un tempo famosa: "Marciando divisi nel quotidiano colpiamo uniti sul web".

Claudio Di Scalzo
Commento di Carlo Forin aggiunto il 09.09.2007
Concordo anche 'stavolta, caro Claudio.
Bello il tuo ricordo dei lumpen di Lotta Continua del '69! Li qualificai deficienti allora e, dopo quasi quarant'anni, ci sarà chi mi darà ragione, finalmente! Ma, non voglio incrudelire contro i vinti.
Piuttosto, a proposito della difesa dalla criminalità di uno del trio, Diliberto. Ognuno può leggere, in La casta, del suo viaggio alle Seycelles con la sua compagna, quand'era ministro della Giustizia.
SCORTATO DA DUE GUARDIE DEL CORPO PAGATE DALLO STATO, cioè dai contribuenti. Per la sua sicurezza? E cosa predica?
Non riesco a scordare neppure il caso del parlamentare, succeduto in Parlamento ad un eletto e che non mise mai piede in una Camera che percepisce la pensione di parlamentare.
Che c'entra?
Parlo di come 'sta gente sia capace di dimenticare del tutto le condizioni materiali in cui loro vive (e qui Marx insegna) per predicare altro agli altri, agli esclusi dalla casta.
Visto che si straparla di sceriffi io attacco il mio
WANTED: guardiamo in faccia questi personaggi, osserviamo come vivano sulle nostre spalle e turiamoci le orecchie per non ascoltare quel che dicono!
Commento di Gordiano Lupi aggiunto il 08.09.2007
Il signor Carlo Alberto sta simpatico pure a me e mi piace molto il suo sito che parla di cultura cubana, poi si firma e quindi esprime idee personali e lo fa con correttezza. Tutto questo è democrazia. I miei scritti - ci siano o meno alla biblioteca di Piombino - non cambieranno la storia e non sono così importanti. Sono disponibili al Fondo Cubano dell'Univdersità di Miami, però. Credo che sia più importante di Piombino... Per il resto ho fatto un po' di pubblicità alla signora Minuti, pubblicando un suo articolo nella mia rubrica e lasciando libero il lettore di valutare con la sua testa. Certo che bisogna criticare anche altri sistemi, non solo il modello cubano. Certo che il modello Bush non mi sta bene. Certo che mi piacciono le parole di Fidel Castro quando dice che un mondo migliore è possibile e parla di sviluppo sostenibile. Peccato che restino solo parole e che alla resa dei conti Cuba rimanga uno Stato di polizia che ha tradito una rivoluzione voluta dal popolo per avere un mondo migliore. Per Cuba vorrei solo quello che il suo popolo deciderà di scegliere, sempre che lo lascino libero di farlo. Tutto qui. Non mi piacciono i modelli imposti dall'esterno con la forza, ma non posso consigliare una dittatura come miglior sistema di governo.

Gordiano Lupi
www.infol.it/lupi
Articolo di riferimento : Democrazia? Cuba s'ispira ai principi di Martí (secondo Gioia Minuti)
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Commento di Giovanni Pecora aggiunto il 08.09.2007
In attesa di poter avere l'indirizzo di posta elettronica di Piero Cappelli, con il quale in pratica abbiamo due "vite parallele", vi invio quest'altralettera aperta circolata sul web qualche tempo addietro proprio in merito alla decisione di Walter Veltroni di candidarsi alla guida del PD. Aspettando l'e-mail di contatto con Piero, un caro saluto.
Giovanni Pecora
***************

Lettera ad un leader politico
(pensieri da uno qualsiasi dei “figli spirituali” di don Milani, nel 40.mo anniversario della morte)
26 giugno 1967 - 26 giugno 2007

Carissimo,
che tu ti chiami Walter o Dario, o in qualsiasi altro modo, poco importa. Quello che è importante è che con le tue mani, ed attraverso le tue azioni, gestisci i destini ed i sogni di chi non ha nessun potere, nessuna voce, nessuna speranza.
Anzi, forse sarebbe meglio dire “attraverso le azioni che non fai”, attraverso l’elusione delle tue responsabilità tu commetti quotidianamente un delitto gravissimo, che grida vendetta al cospetto di Dio: l’uccisione della speranza nei poveri, negli emarginati, negli ultimi dei tuoi connazionali, che hai imparato cinicamente a conoscere solo con il nome di “elettori”, ma che sono i tuoi fratelli minori, che tu lo voglia o no.
Ogni volta che un papà non riesce a portare a casa il necessario per far vivere decorosamente i suoi figli, ogni volta che ad una famiglia viene staccata l’erogazione della luce o del gas, ogni volta che un giovane intelligente e capace deve lasciare gli studi perchè non ce la fa a pagare affitti da strozzini, ogni volta che si verificano queste piccole grandi tragedie umane, uno di voi politici dovrebbe perdere il posto di parlamentare ed essere mandato a casa per ‘responsabilità oggettiva’, come quando si multano i club di calcio per le intemperanze dei loro tifosi.
Uno di voi a caso, magari estratto a sorte in pubblica piazza.
Forse solo così comincereste a fare veramente qualcosa per chi soffre, ma anche solo qualcosa che non è né di destra né di sinistra, è semplicemente il vostro dovere di professionisti strapagati come ‘civil servant’.

Carissimo politico,
se tu avessi approfondito la conoscenza del pensiero di don Milani avresti saputo di una sua espressione terribile nella sua crudezza, ma che nascondeva una grande, grandissima provocazione, come era suo solito.
Don Lorenzo sosteneva che a lui non interessava niente di quello che accadeva nel mondo, “a 300 metri da Barbiana”.
Era la sua reazione paradossale al terzomondismo di maniera, per bacchettare chi si commuove per la canzoncina del piccolo rifugiato del Darfur che canta la sua voglia disperata di studiare e non sa – o fa finta di non sapere - che altri cento, mille, diecimila bambini qui, nella civilissima e ricchissima Italia, non hanno alcun modo di usare un computer, di imparare la lingua inglese, di leggere una poesia.
Loro cosa devono canticchiarti per smuovere la tua coscienza?
Sai, di gente che si commuove per il Terzo mondo e poi gira la testa dall’altra parte quando incrocia il barbone sotto casa ne ho piene le tasche, e sono stanco di vedere ricchi signori che danno, con gli occhi lucidi di carità pelosa, le briciole che cadono dalle tavole indecorosamente troppo imbandite, per aiutare il Terzo mondo affamato. Voglio dirti che sono proprio stufo di questa “politica dei buoni sentimenti”, fatta apposta per liberare le nostre coscienze dai rimorsi, come in un sistema linfatico dei peccati da filtrare prima che disturbino il cervello.

Caro politico, se tu scegli i poveri devi stare dalla loro parte, qualunque cosa questa scelta ti costi. Chi sceglie veramente i poveri non è solo a loro favore, ma sceglie di stare dalla loro parte. Sono due atteggiamenti molto diversi, come puoi ben comprendere. Ricordi nei “Promessi Sposi” il conte che successe a don Rodrigo e prese a casa sua Renzo e Lucia? Li serviva a tavola, ma non si mise mai a sedere accanto a loro. Il suo era solo paternalismo dei buoni sentimenti, quello di noi cristiani quando restiamo solo ‘devoti’ e non uomini veramente nuovi. Francamente non tollero più questo paternalismo ipocrita che manifesta umidi sentimenti di solidarietà con i poveri, ma a patto che stiano ad almeno diecimila chilometri dalle nostre comode case. Altrimenti le loro lacrime ci imbarazzano troppo, la vista delle loro piaghe potrebbe spaventare i nostri bimbi imborotalcati. Ed infatti preferiamo che affoghino nel disperato tentativo di venire a prendersi la fetta di speranza che gli spetta, e se riescono a raggiungere le nostre coste anziché abbracciarli per asciugarli e toglierci i nostri vestiti per rivestirli li chiudiamo a chiave in un lager.

E allora basta.
Basta con le liturgie elettorali, basta con il partito “democratico” (quanto vorrei che fosse vera questa espressione… oggi mi appare come una sorta di bestemmia laica), basta con tutto il circo Barnum della politica dei Palazzi, delle strutture, dei portaborse, con i sogni da Briatore e da Ricucci da parte di troppi politici, visto che oltretutto loro sono molto migliori di voi, visto che almeno non fingono di avere la lacrimuccia di compassione e non nascondono la loro agiatezza economica per paura di perdere consensi.
Questa classe politica è in massima parte ormai “altro” da noi ‘poveri cristi’, anche perchè nel modello di società che ci hanno imposto con le loro televisioni ed i loro giornali non hanno neanche più bisogno di ottenere il nostro consenso.
Per i politici di mestiere bastano le buone frequentazioni nelle stanze del potere, ed a noi medialobotomizzati basta sognare che i nostri figli diventino calciatori e le figlie veline.
Ho ancora negli occhi l’orrore di vedere quel tale Corona che addirittura lanciava un paio di mutande ad un manipolo di fans estasiati, con la scatola cranica svuotata dai vostri media.
Ora sarete contenti. Se questo tale Corona si presentasse alle elezioni forse prenderebbe più preferenze di Gino Strada o di don Ciotti. Ammesso che ci restituiste le preferenze ed i candidati, ovviamente.
E voi pensate che basti un riferimento a don Milani per lavarvi le coscienze da questo sfacelo, di cui siete corresponsabili esattamente a pari livello con l’avversa parte politica? (Ribadisco che non esiste solo il peccato commesso, esiste anche quello di omissione).

Alla fine di questa lettera anche io voglio lasciarti con una richiesta, parafrasando le stesse parole di quei meravigliosi “ragazzi di Locri”, quelli che hanno trovato i più feroci nemici non nella mafia, ma nel Presidente – manco a dirlo, Ds - del Consiglio Regionale calabrese, e vorrei dirvi “E adesso dimenticateci tutti”.
Noi andiamo da un’altra parte.
Non sappiamo ancora dove di preciso, ma noi in Calabria abbiamo messo la bussola all’incontrario: ci basta sapere da quale parte si trova quella ributtante classe politica dei tuoi referenti calabresi (ma lo sai per quanti e quali reati sono indagati? E come sono arroganti nel loro declino immorale?) per farci capire che tutti noi, calabresi onesti, dobbiamo stare da un’altra parte. E lo dico non da avversario, ma da persona che ha sognato il partito democratico ed in passato ha anche lavorato duramente per farvi essere là dove siete ora voi.

In conclusione, visto che ho cercato di farmi portavoce di tanti ‘poveri cristi’, come mi ha insegnato don Milani non metterò una firma personale in calce a questa Lettera. E poi io non sono nessuno, non ho l’autorevolezza di un magistrato, né il carisma di un leader politico, né tantomeno il fascino del grande imprenditore, non ho bisogno neanche di firmare con il mio banalissimo nome, che per qualcuno di voi forse potrebbe dire qualcosa, ma per quello che mi interessa non importa affatto. Il mio nome rimarrà a disposizione, ovviamente, solo nella redazione del giornale che vorrà – ammesso che lo vorrà qualcuno – pubblicare questa lettera.

Se vuoi rispondermi scrivi pubblicamente sul forum on line dei ragazzi di “Ammazzateci tutti” (www.ammazzatecitutti.org), ma prima di scrivere, eventualmente, ti invito a leggere proprio in quel forum l’appello disperatissimo di quell’utente che si è dato il nickname di “acciaccato”, che troverai all'indirizzo indicato con l'aggiunta di: «.../forum/index.php?showtopic=3807&view=findpost&p=47450».
Lì ti leggerò anch’io e, se è il caso, ti risponderò.
E’ dopo aver letto quell’appello, quelle parole disperate di chi non ha più forza neanche per vivere, schiacciato dall’indifferenza di una classe politica che dovrebbe essere di sinistra e di cattolici progressisti (ma d’altra parte come fa ad essere di sinistra un governo guidato da un professore di economia industriale, che ha come vice uno skipper e braccio destro un banchiere?), ma che a me appare sempre più, almeno nella mia regione, di ‘persone sinistre’ (non tutte, per fortuna…), che ho trovato la forza per dire “basta” e ribellarmi, come avrebbe certamente fatto don Milani.

Spero che lo spirito di don Milani ti aiuti ad avere la capacità di comprendere la necessità di una tua conversione, l’umiltà di pentirti degli errori commessi e soprattutto dei ‘peccati di omissione’ per non aver avuto il coraggio di dire dei “No!” quando altri mettevano in banca la “questione morale”, e la forza di venire TU da noi, dalla nostra parte.
Ricordati sempre che il primo diritto di ogni essere umano è quello di vivere con dignità la sua vita, ma il secondo è il diritto alla speranza. E per sperare bisogna vedere fatti concreti, non solo buoni sentimenti e pie intenzioni.
Bisogna che tu ti sporchi le mani stringendo ogni giorno le nostre.
Che don Milani ci aiuti e ci benedica tutti. G.P.
Commento di the senator aggiunto il 07.09.2007
UN APPLAUSO DaL WEBMASTER DEL SITO DI PAOLA...
BRAVOO!!!
SALUTI
The Senator
Articolo di riferimento : Eroma di Vecchiano: Canto per l'Eterna Paola Senatore
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Commento di Pietro aggiunto il 07.09.2007
Questa è vera democrazia. Posso assicurarvelo sono stato diverse volte a Cuba, molti stati dovrebbreo imparare molto da Cuba
Articolo di riferimento : Democrazia? Cuba s'ispira ai principi di Martí (secondo Gioia Minuti)
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Commento di Stefano aggiunto il 07.09.2007
Ho visto il film e concordo pienamente con il vostro commento.
E' un capolavoro capace di dare emozioni profonde e durature. Un film che oltre a coinvolgerci nei sentimenti è anche un'affresco di come vivevano i poveri nell'Europa di soli 100 anni fa, realtà che ben pochi conoscono o riescono oggi ad immaginare.
Un film da non perdere.
Commento di Riccardo Brandoni aggiunto il 07.09.2007
Gordiano, io so solo una cosa.
Non voglio essere ricco e superbo e non considero il mondo proprietà privata di codesti. Tu essendo poco elastico e troppo pieno di principi liberali (cioè vuoi essere libero di fare tutto ciò che ti piace e pare) non ti puoi adattare a realtà dove ci sono regole da seguire per la civile convivenza. Pertanto avendo una moglie cubana e non essendo Cuba la culla del liberismo, ciò ti scoccia parecchio.
Vorresti che Cuba fosse come la Svezia o che modello proponi?
Mi dici perché un popolo così acculturato, che ha dei principi non si mette d'accordo per il cambiamento? Forse ha paura di morire in prigione? Ma se sono la maggioranza ciò non può accadere.
Perché non lasci che il popolo si dia il suo destino e cominci a criticare un po di più chi sta rovinando il pianeta? A partire dai tuoi amici di “sinistra”, forse ex sinistra. È chiaro che chi va con lo zoppo inizia a zoppicare e lascia i suoi ex principi morali come optional.
Mi dici cosa vuol dire libertà d'espressione? Molti abusano di questa libertà anche per dire cazzate e bugie grossolane. In questo caso come la mettiamo?
ciao, fammi sapere

n.b. Ti prego critica pure il governo cubano, sì, però datti una regolata e inizia a criticare dove davvero c'è da criticare ...altrimenti i nostri figli non arriveranno nemmeno al 2050.

Riccardo Brandoni
Articolo di riferimento : Democrazia? Cuba s'ispira ai principi di Martí (secondo Gioia Minuti)
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Commento di Carlo Alberto aggiunto il 06.09.2007
Non ci trovo niente di ridicolo e tanto meno di comico nell'articolo della Sig. Gioia Minuti, invece ritengo che abbia argomentato con dovizia quelli che sono i punti cruciali che la Rivoluzione si è posta come obbiettivi.
Sperare che il Sig.Lupi possa condividere quanto scritto dalla Minuti è impossibile come è impossibile veder sorgere il sole a ponente.
Forse sarà per questo che nella Biblioteca di Piombino non hanno ritenuto indispensabile tenere i suoi scritti??
Non mi odi Sig. Lupi perchè in fondo in fondo mi è anche un pò simpatico.
Saluti sinceri
Carlo Alberto
Articolo di riferimento : Democrazia? Cuba s'ispira ai principi di Martí (secondo Gioia Minuti)
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Commento di Gordiano Lupi aggiunto il 06.09.2007
Non sarebbe difficile argomentare contro questo ridicolo articolo, sarebbe come rubare le caramelle ai bambini. Se José Martì fosse vivo si ribellerebbe per primo a certi accostamenti. Non era lui che diceva Essere colti per essere liberi? Secondo lei, signor Zanotelli, i cubani sono liberi? E può dirsi colto un popolo che non può leggere Martin Luter King, Guillermo Cabrera Infante e Reinaldo Arenas? L'articolo della signora Gioia Minuti è un bel pezzo di prosa umoristica, non c'è che dire. L'umorismo involontario è la cosa che suscita maggiormanete l'ilarità.

Gordiano Lupi
www.infol.it/lupi
Articolo di riferimento : Democrazia? Cuba s'ispira ai principi di Martí (secondo Gioia Minuti)
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Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
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