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Anna Cherubini. “La Cuba che io conosco”
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Commenti presenti : 46 In questa pagina : da 41 a 46
   14-08-2012
Per favore Anna,lacia perdere la propaganda.
Ne abbiamo abbastanza.
piuttosto hai mai visto un medico partire per forza magari aspettando il suo pirmo figlio per stare 3 anni fuori per miseri 3000 cuc e la possibilità di comprare un auto.
Le cifre lasciamole al Granma di cui mi pare che sei portavoce.
Nik   
 
   14-08-2012
Anna, ma con tutto il rispetto, prima mi dici che tu non parli di propaganda ma di cose che conosci, poi mi copi e incolli un articolo di Lamrani, che come trombettiere di propaganda ne è uno dei massimi esperti. Chiaramente l' articolo di Lamrani trasuda di piccole verità assieme a grandi bugie. Ma la sai che la scuola superiore di medicina voluta da Fidel è profumatamente pagata dagli stati degli studenti ospitanti, come dire che la Svizzera con i suoi collegi è una beniamina dei popoli. Poi quella scuola non è nemmeno riconosciuta legalmente come laurea in medicina nel mondo, infatti ci sono state molte proteste da pari degli studenti e non solo, ma Lamrani questo non lo racconta. Mia cara Anna, tu sei padrona di difendere quello che vuoi, ma almeno non dire che è la Cuba che conosci, perchè veramente la conosci poco, se non apunto quella della propaganda. , ci raccontava qualcuno cara Anna . Poi se vogliamo parlare delle condizioni della sanità cubana, quando vuoi. Per finire i numeri di Lamrani sui medici prima della rivoluzione sono errati, Cuba aveva già il maggior numero di medici per abitante di TUTTA l' america latina, le cose non nascono dal nulla, ma Lamrani non lo dice e tu non lo sai.
Pietro   
 
   14-08-2012
Allora Pietro... andiamo per ordine: " medici cubani e solidarietà" ( il post è lungo ma esaustivo, con dati certi e non fandonie propagandistiche )

Nel 2012, Cuba ha formato più di 11.000 nuovi medici, che hanno svolto una carriera di sei anni nelle facoltà dell’isola riconosciute per l’eccellenza nell’insegnamento. Si tratta della più grande classe medica del paese, che ha fatto dello sviluppo della medicina e del benessere sociale delle priorità nazionali.

Fra questi medici, neolaureati, 5.315 sono cubani e 5.694 provengono da 59 paesi dell’America Latina, Africa, Asia e addirittura dagli Stati Uniti, con una maggioranza di boliviani(2.400), nicaraguensi(429), peruviani(453), ecuadoriani(308), colombiani(175) e guatemaltechi(170). Così in un anno Cuba ha formato quasi il doppio della cifra totale di medici di cui disponeva dal 1959.

In effetti, dopo il trionfo della Rivoluzione, Cuba contava solo con 6.286 medici. Di questi 3.000 scelsero di abbandonare il paese per andare negli Stati Uniti, attratti dalle opportunità professionali che offriva Washington. In nome della guerra politica ed ideologica che li opponeva al governo di Fidel Castro, l’amministrazione Eisenhower decise di svuotare la nazione del suo capitale umano, fino al punto di creare una grave emergenza sanitaria.

Davanti a tale scenario Cuba si impegnò ad investire massivamente nella medicina. Rese universale l’accesso agli studi superiori e istituì che tutte le carriere fossero gratuite. Così esistono oggigiorno 24 facoltà di medicina( rispetto all’unica del 1959) in tredici delle quindici province cubane, e il paese dispone di più di 43.000 professori di medicina. Dal 1959 si sono formati circa 109.000 medici a Cuba. Con un medico ogni 148 abitanti (67,2 medici per 10.000 abitanti, 78.622 in totale) secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, Cuba è la nazione al mondo più attrezzata in questo settore. Il paese dispone di 161 ospedali e 452 policlinici.

Nell’anno accademico 2011-2012, il numero totale di laureati in Scienze Mediche, che comprende 21 profili professionali(medici, stomatologi, infermieri, psicologi, tecnologie della salute, etc.) sale a 32.171, tanto cubani come stranieri.

La Scuola Latinoamericana di Medicina de l’ Avana

In aggiunta ai corsi offerti nelle 24 facoltà di medicina del paese, Cuba forma studenti stranieri nella Scuola Latinoamericana di medicina de l’Avana. Nel 1998, dopo l’urgano Mitch che rase al suolo l’America Centrale ed i Caraibi, Fidel Castro decise di creare la Scuola Latinoamericana di medicina de l’Avana (ELAM)- inaugurata il 15 di novembre del 1999- con l’obiettivo di formare a Cuba i futuri medici del mondo sottosviluppato.

“Formare medici pronti ad andare dove c’è più bisogno di loro e a fermarsi tutto il tempo necessario, questa è la ragion d’essere della nostra scuola dalla sua fondazione”, spiega la dottoressa Miladys Castilla, vicedirettrice della ELAM.

Attualmente, 24.000 studenti provenienti da 116 paesi dell’America Latina, Africa, Asia, Oceania, e anche Stati Uniti svolgono una carriera di medicina gratuita a Cuba. Fra la prima classe del 2005 e il 2010, 8.594 giovani dottori sono usciti dall’ ELAM. Le classi del 2011 e 2012 sono state eccezionali con circa 8.000 laureati. In totale circa 15.000 medici si sono formati all’ELAM in 25 specialità differenti.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha reso omaggio al lavoro dell’ELAM:

“La Scuola Latinoamericana di Medicina riceve giovani appassionati di tutti paesi in via di sviluppo e li rimanda a casa formati come medici. Si tratta di promuovere la giustizia sanitaria […].
La ELAM […] ha fatto sua la premessa di “responsabilità sociale”.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce la responsabilità sociale delle facoltà di medicina come l’obbligo di indirizzare la loro attività di formazione, ricerca e servizi alla soddisfazione delle necessità prioritarie di salute della comunità, regione o paese, al quale hanno l’obbligo di servire.

La finalità della ELAM è quella di formare medici che prestino principalmente servizio pubblico nelle comunità urbane e rurali svantaggiate mediante l’acquisizione di competenze in materia di attenzione primaria integrale, che vanno dalla promozione della salute al trattamento e alla riabilitazione. In cambio della promessa non vincolante di esercitare in zone non servite, gli alunni ricevono una borsa di studio completa ed un piccolo stipendio, e quando si laureano non anno debiti scolastici.

[In quanto al processo di selezione] si da preferenza ai candidati dagli scarsi mezzi economici, che in altro modo non potrebbero pagarsi gli studi medici. “Di conseguenza, il 75% degli alunni proviene da quelle comunità che hanno bisogno di medici, in particolare, da una grande varietà di minoranze etniche e popolazioni indigene”[…].

I nuovi medici lavorano in maggior numero nei paesi americani, inclusi gli Stati Uniti, vari paesi africani e una buona parte dei Caraibi inglesi. Scuole come la ELAM rappresentano una sfida per il settore dell’educazione medica in tutto il mondo affinché si adotti un maggiore impegno civile. Come afferma Charles Boelen, che è stato coordinatore del programma di Risorse Umane per la Salute dell’ OMS: “L’idea della responsabilità sociale (merita) attenzione in tutto il mondo, soprattutto nei circoli medici tradizionali…IL mondo ha bisogno con urgenza di gente impegnata che crei i nuovi paradigmi della formazione medica”.

La solidarietà internazionale

Allo stesso modo, all’interno dei suoi programmi internazionali, Cuba forma anche ogni anno circa 29.000 studenti stranieri in scienze mediche, in tre carriere: medicina, infermieristica e tecnologie della salute, in otto paesi del mondo (Venezuela, Bolivia, Angola, Tanzania, Guinea Bissau, Guinea Equatoriale, Timor Leste).

Dal 1963 e l’invio della prima missione medica in Algeria, Cuba si è impegnata a curare le popolazioni povere del pianeta, in nome della solidarietà internazionale e dei sette principi della medicina cubana (equità, servizio gratuito, solidarietà, accessibilità, universalità, responsabilità e giustizia). Le missioni umanitarie cubane si estendono in quattro continenti e hanno un carattere unico. In effetti nessun’altra nazione al mondo, incluse le più sviluppate, ha tessuto una simile rete di cooperazione umanitaria attraverso il pianeta. Così, dal suo lancio, circa 132.000 medici ed altro personale sanitario hanno lavorato volontariamente in 102 paesi. In totale, i medici cubani hanno curato 85 milioni di persone nel mondo e hanno salvato 615.000 vite. Attualmente 31.000 collaboratori medici prestano servizio in 69 nazioni del Terzo Mondo.

Secondo il programma delle Nazioni Uniti per lo Sviluppo (PNUD), “uno degli esempi più riusciti della cooperazione cubana con il terzo mondo è il Programma Integrato di Salute per l’America Centrale, i Caraibi e l’Africa”.

Nell’ambito dell’Alleanza Bolivariana per i popoli della Nostra America (ALBA), Cuba e Venezuela hanno deciso di lanciare a luglio del 2004 un ampia campagna umanitaria continentale dal nome di Operazione Miracolo. Consiste nell’operare gratuitamente latinoamericani poveri che soffrono di cataratta e altre malattie oculari, ma che si trovano nell’impossibilità di pagarsi un’operazione che costa fra i 5.000 e i 10.000 dollari a seconda dei paesi. Questa missione umanitaria si è estesa ad altre latitudini (Africa, Asia). L’Operazione Miracolo dispone di 49 centri oculistici in 15 paesi dell’America Centrale e dei Caraibi. Nel 2011, più di due milioni di persone di 35 paesi recuperarono la vista.

La medicina delle emergenze/catastrofi

In quanto alla medicina delle emergenze, il Centro per la Politica Internazionale di Washington, diretto da Wayne S.Smith, vecchio ambasciatore statunitense a Cuba, dichiara in una relazione che “non c’è nessun dubbio in quanto all’efficienza del sistema cubano. Solo pochi cubani hanno perso la vita nei 16 uragani più importanti che colpirono l’isola nell’ultima decade, e la probabilità di perdere la vita in un uragano negli Stati Uniti e 15 volte superiore a quella di Cuba”. Questa relazione aggiunge che:

“contrariamente agli Stati Uniti la medicina delle emergenze a Cuba fa parte integrante della carriera medica e l’educazione della popolazione sui metodi di attuazione inizia dalla scuola primaria […]. Addirittura i bimbi più piccoli partecipano alle esercitazioni e imparano il primo soccorso così come le tecniche di sopravvivenza, molte volte attraverso cartoni animati, così come il modo di piantare erbe medicinali e trovare cibo in caso di una catastrofe naturale. Il risultato è l’acquisizione di una forte cultura della prevenzione e di una preparazione senza paragoni”.

Un indice di sviluppo umano elevato

Questo investimento nel campo della salute- un 10% del previsto nazionale- a permesso a Cuba di raggiungere risultati eccezionali. Così grazie, fra altri, alla sua medicina preventiva, l’Isola dei Caraibi riporta tassi di mortalità infantile- un 4,9 per mille (rispetto ad un 60 per mille del 1959 (più bassa d’ America- inferiore a quella del Canada e degli Stati Uniti- e del Terzo Mondo. Allo stesso modo, la speranza di vita dei cubani- 78,8 anni (rispetto ai 60 del 1959)- è simile a quella delle nazioni più sviluppate.

Le più importanti istituzioni internazionali elogiano questo sviluppo umano e sociale. Così il Fondo della Popolazione delle Nazioni Unite segnala che Cuba “ha adottato da più di mezzo secolo programmi sociali e demografici comparabili con quelli dei paesi sviluppato”. Il Fondo aggiunge che “Cuba è un esempio che permette di concludere che i limiti delle economie in via di sviluppo non costituiscono necessariamente un ostacolo insuperabile nel progresso della stato di salute, del cambiamento demografico e del benessere”

Cuba continua ad essere un punto di riferimento mondiale nel campo della salute, in particolare per le nazioni del Terzo Mondo. Dimostra che è possibile raggiungere un alto livello di sviluppo sociale, nonostante le risorse limitate e un embargo economico severo imposto dagli Stati Uniti dal 1960. Tutto ciò è possibile solo mettendo l’essere umano al centro del progetto di società.





Anna   
 
   14-08-2012
Concordo, anch'io conosco la mia cuba e non assomiglia per niente all cuba della Cherubini in questione.
Forse viene su dalla testata digitale This is cuba che non differisce molto del quotidiano Granma in quanto a consclusioni.
Ho visto ricchi, figli di generali o politici vantarsi delle loro auto americane nuove, ho amici musicisti che quando vanno in tournee fuori cuba sono scortati da agenti di servizio che per scappare dovrebbero fare i salti mortali, ho amici che sono disabili e senza alcuna assistenza debbono mantenere addirittura dei loro figli e come ci riescano è cosa miracolosa.
Ho visto miseria e povertà lungo le calles dell'Avana, unita ad un grande orgoglio questo è vero, ma che ancora si venga vantando i meriti della rivoluzione mi pare eccessivo.
Considerando che persino i medici pagando salatamente riescono a cambiare la loro figura professionale altrimenti non potrebbero espatriare.
Come è noto medici, infermieri, maestri hanno la loro vita segnata, un giono o l'altro possono essere chiamati, volenti o nolenti ad andare in missione magari in Venezuela e certametne con la loro professione scritta sul cranet una carta blanca se la sognano.
Sig.ra Cherubini, lei vede cuba da dietro uno spesso vetro fatto di una sua personale ottica. La farei venire con me per farle vedere qualcosa di più reale.
nik   
 
   14-08-2012
Caro Pietro, io riferisco solo esperienze vissute in prima persona, nessuna propaganda.
Anna   
 
   14-08-2012
Anna Cherubi, la Cuba che tu conosci purtroppo è la Cuba della propaganda.
La Cuba che tu conosci non è quella dei medici che vanno per solidarietà in giro per il mondo, perchè di solidarietà ve ne gran poca, visto che gli Stati, ONU, OMS pagano fior di soldi allo stato cubano per quelle missioni. I Giovani che difendono la patria, non sono per nulla felici del loro paese, infatti appena possono se ne vanno, anche rischiando la vita, come tutti i giovani del terzo mondo. La Cuba che conosci tu, non è la Cuba degli altleti perchè molti di loro appena possono fuggono da Cuba, alle volte non riescono a tornare nemmeno per vedere la madre morente, perchè Cuba vieta a loro di rientrare. La Cuba che tu conosci, non è la vera Cuba, la vera Cuba è in mano alle multinazionali che a Cuba fanno quello che vogliono, a Cuba una ristretta cerchia di persone vive benissimo all' ombra della dittatura il resto soffre, e bestemmia per mettere insieme il pranzo con la cena. Anna insomma la Cuba che conosci tu è quella Cuba della propaganda, quella degli uomini e donne della dittatura che con la pancia piena di soldi rubati al popolo pontificano le stupidate che tu racconti.
La Cuba che tu conosci, non ha sindacati, non ha la libertà di sciopero, di riunirsi, dove una libbra di maiale costa un quarto di salario cubano, ma la gente non può protestare o fare sciopero. Anna è questa la Cuba che tu conosci?
Pietro   
 
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Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
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