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Gordiano Lupi. Vieni avanti, Miná!
 
Commenti presenti : 76 In questa pagina : da 51 a 60
   27-10-2007
Quando la maggior parte delle persone sente la parola "rivoluzione" riferita a Cuba o al Venezuela, pensa istintivamente alle immagini della rivoluzione Cubana del 1950 con Fidel Castro in primo piano o ai caustici discorsi di Hugo Chavez contro l'imperialismo Statunitense. Ad ogni modo, entrambe le nazioni stanno oggi sperimentando una rivoluzione nel modo di nutrire i loro popoli.

Dopo che l'Unione Sovietica smise di appoggiare Cuba, l'Isola si trovò senza aiuti economici. A quel tempo, Cuba importava la maggior parte del cibo necessario e fu così costretta a cambiare le modalità produttive e commerciali per nutrire i suoi cittadini. Un articolo del quotidiano britannico "The Independent", l'8 agosto aveva come titolo: "La Buona Vita all'Havana: la rivoluzione verde cubana".

Secondo l'articolo:


"Vent'anni fa, a seguito del collasso dell'Unione sovietica, la piccola isola di Fidel Castro dovette affrontare una crisi di scorte di cibo. Oggi, la rete di piccoli contadini urbani sta crescendo rigogliosa, un successo alimentare che nutre l'intera nazione...

... Il sig. Salcines e la sua piccola fattoria urbana ad Alamar, un sobborgo a est della capitale, Havana, sono al centro della trasformazione sociale che potrebbe diventare più importante di qualsiasi altra cosa fatta da Castro nei suoi 47 anni di potere.

Spronata all'azione dal collasso dell'Unione Sovietica e dal seguente disastroso impatto sull'economia sovvenzionata cubana, il governo dell'isola dovette prendere decisioni importanti e radicali per nutrire il suo popolo. La soluzione che venne presa - senza precedenti sia nel mondo sviluppato che in quello sottosviluppato - fu di stabilire un sistema agricolo di autosostentamento che per necessità fu essenzialmente biologico.

Laura Enriquez, una sociologa dell'Università della California che aveva studiato e scritto esaurientemente circa l'agricoltura dell'America Latina disse: "Quello che è successo a Cuba è veramente notevole. Hanno deciso di dare priorità alla produzione di cibo mentre altre nazioni nella regione accettavano l'opzione neo-liberale e esportavano 'tutto ciò che erano veramente capaci di fare' importando nel frattempo derrate alimentari. I cubani mirarono alla sicurezza alimentare e diedero priorità ai piccoli contadini."


Oggi a Cuba ci sono più di 7.000 appezzamenti che occupano più di 81.000 acri di terreno su cui il cibo biologico viene coltivato. Molti di questi sono situati in aree urbane, così come molti sono nelle zone rurali. All'Havana ci sono più di 200 piccoli campi (alcuni in piccoli spazi tra tenute isolate) che riforniscono la popolazione della città di più del 90% della frutta e della verdura necessaria. I contadini sono obbligati a coltivare una certa quantità di prodotti per il governo Cubano. Il surplus poi appartiene ai contadini che lo possono vendere liberamente per trarne un profitto che viene diviso tra loro.

Questo metodo di produzione del cibo ha dato lavoro a migliaia di cubani. Il loro impiego non è così assolutamente legato ai capricci della finanaza internazionale. Per quanto riguarda il fabbisogno alimentare oggi Cuba è indipendente dal resto del mondo.
por la precision   
 
   27-10-2007
Sì, certo, caro/a 'paga liborio', mica è una lista di santi quella che ho fatto...
Son semplicemente nomi e storie (ciascuno la sua, e tutte diverse) di cui sono venuto a conoscenza stando da un po' a gironzolare sulla Nave Terra e altri angoli interessanti di questo giornale. E vedi che anche tu, alla storia di quel nome, hai già aggiunto qualcosa...
Il mio intento era semplicemente quello di dare la sveglia a certi soloni che pretendono di saperla lunga e larga e magari credevano di venir qui e farci intendere che, quella di Gordiano o del giornale, fosse - come han scritto - un'ossessione. Ci capiamo?
Cordialmente
esplora   
 
   27-10-2007
Egregio Esplora, sono pienamente d'accordo con te...ma...io Eloy Gutierrez Menoyo lo toglierei dalla lista: primo non è cubano, ma spagnolo anche se è stato "comandante della Revoluciòn" e poi il suo comportamento ambiguo, dal fallito attentato a Fidel, all'esilio di Miami e all'attuale rientro a Cuba (da circa due anni) dove le Autorità (dicono) di non avergli dato il permesso di residenza, ma non lo hanno mai espulso come un clandestino qualunque e gli "permetterebbero" di svolgere propaganda controrivoluzionaria all'interno...puzza. Ho conosciuto, qualche anno fa, a Miami, dei veri esuli dello "zoccolo duro" (magari anche troppo) e già prima che Eloy decidesse di tornare a Cuba, dove era già stata sua figlia per una conferenza sui motivi dell'emigrazione di tanti cubani, avevano molti dubbi sul personaggio che definivano un "agente di Castro"...vedi tu.
paga liborio   
 
   27-10-2007
Dimenticavo di dire qualcosa in merito al "criminale embargo": al di la che si tratta di un problema bilaterale e dal momento che Cuba (intesa come regime) se ne frega degli USA non vedo perchè rincorra tanto i suoi prodotti, comunque all?Avana fanno bella mostra di se tanti articoli "made in USA", ai turisti non è mai mancata la coca-cola e a Raul Castro non sono mai mancate le "Marlboro", naturalmente lui non fuma "Popular".
Siccome il coma-andante ha sempre mangiato spaghetti italiani, aragoste cubane e ogni altro genere di leccornie che gli frega se gli USA mantengono un embargo economico?
Lui i soldi per pagare i prodotti li spende per giocare ai soldatini e rafforzare le misure di repressione, non sarebbe meglio se si sedesse (o facesse) sedere qualcuno a negoziare? O a Cuba è dovuto tutto senza contropartite?

paga liborio 2 (la vendetta)   
 
   27-10-2007
Quijote, ma quando la smetterete di parlare e pensare per slogan e luoghi comuni? Se conoscessi un po', non tanto, di storia di Cuba sapresti che in un Paese seppur martoriato da malgoverni, dittature, colonialismo e neocolonialismo (non ultimo, certo quegglo degli USA) non ha MAI avuto le caratteristiche miserrime degli altri Paesi dell'area, men che meno Haiti. Certamente la Cuba del golpe di Batista del '52 non era dsi livello nordamericano, ma sicuramente era in testa all'America Latina e poi, tu nel '52 c'eri? io si e ti assicuro che l'Italia (oggi membro del G8) se non era come Haiti ci mancava poco e senza andare nel profondo sud, chiedi a qualche anziano bergamasco, bresciano, mantovano o veneto...risciacquati il cervello prima di opinare.
paga liborio   
 
   27-10-2007
«Io potrei scrivere di migliaia di cubani che conosco e che adorano il loro Paese ed il loro sistema politico...»
– Perché non ne scrivi, Quijote, perché non ce li fai conoscere?
Noi qui abbiamo imparato storie e conosciuto persone... attivisti politici, musicisti artisti campioni sportivi, detenuti fucilati esiliati vedove orfani, e siamo stati incuriositi a leggere poeti e scrittori meravigliosi: uomini e donne di cui prima ignoravamo completamente l'esistenza. I loro nomi formano già una lunghissima 'teoria' e io il mio elenco, fatto così sui due piedi, non è certamente completo (altri nomi e storie potete trovare sia in Oblò cubano che in altre sezioni di questo incredibile giornale web), ma lo voglio proporre, a Carlo Alberto e a tutti, pregando in anticipo di scusare omissioni ed errori:

Gorki Luis Aguila Carrasco
Vladimir Araña Rosa
Gustavo Arcos
Reinaldo Arenas
Gastón Baquero
Pedro Luìs Boitel
Justo Carrello
Jesus Carrera
Jorge Olivera Castillo
Yoveni Céspedes Martí
Manuel Cofiño Lopez
Rolando Cubelas
Tony Cuesta
Francisco Chaviano Gonzáles
Alina Garrido Ángel De Fana
Yuran De La Peña
Noel DelaPhena Rivera
Yuran DelaPhena Rivera
Ciro Díaz
Eduardo Díaz Fuentes
Oewaldo Dorticos
Nilsa Espin
Guillermo Fariñas Hernández
Carlos Franqui
Julio César Gálvez Rodríguez
Oscar Mario Gonzále
Ricardo Gonzáles Alfonso
Blanca González
Luis González
Álvarez Guedes
Pedro Juan Gutierrez
Eloy Gutiérrez Menoyo
Yolanda Huerga
Regis Iglesias Ramírez
Sylvia G. Iriondo
Paul Jonson
Ana Berta Juliat Núñez
Doas Lanz
Oswaldo Payá Sardiñas
Arturo Pérez de Alejo
Omar Pernet Hernández
Leví Marrero
Arturo Martinez Escobar
Luis Mario Mayo Hernández
Mario Enrique Mayo Hernández
Adam Michnik
Nurbis Mejias Morales
Pedro Pablo Meneses
John Milton
Omar Moisés Ruiz
Carlos Alberto Montaner
Albert Mora
Victor Mora
William Navarrete
Lino Novas
Jorge Olivera Castello
Leonardo Padura Fuentes
Héctor Palacios
Josè Pardo Llada
Felix Pena
Lopez Peña
Gerly Pérez la Rosa
David Pérez Placeres
Onelio Pino
Oscar Pita
Raydel Poey
Fabio Prieto Llorente
Sandra Proenza Rodríguez
Manuel Vázquez Portal
Yasser Portuondo
Porfirio Ramìrez
Manuel Ray
Pedro Reyes Fuentes
Armando Rivas
Raúl Rivero
Ramón Salazar Infante
Roberto Santana Rodríguez
Martha Beatriz Roque
Omar Moisés Ruiz Hernández
David Salvador
Sergio Santa Cruz de Oviedo
Haydée Santamaria
Carlos Serpa Maceira
Eduardo Sunol
Alejandro Torreguitart Ruiz
Zoé Valdés
Elena Valerena Veselova
Jorge Valls
Manuel Vázquez Portal
Félix Luis Viera
...

Capisco, caro Quijote, che tu non abbia “tempo da perdere” e voglia “spendere meglio le tue energie”... ma io invece intendo proprio ringraziare Gordiano Lupi, e poi Gaviota Zalas e Dargys Ciberio Torreguitart e il di lei cugino Alejandro Torreguitart Ruiz, e ancora Félix Luis Viera e William Navarrete... per avermi fatto 'perdere' un po' di tempo, senza mai averli visti né conosciuti personalmente, e avermi in tal modo consentito – grazie a questo meraviglioso (foglio della terra) Tellusfolio – di leggere e conoscere queste tante storie. E, come pure ammetti a denti stretti, non c'è solo quello cubano, di oblò, su questo portale... e tante altre le conoscenze che si possono fare, con un'apertura a 360° sulla realtà, sovente miserrima, di questo nostro povero pianeta!
Che poi tu, o Carlo Alberto o Tytti o gli amici di merende della Villetta, facciate i finti scandalizzati o pensiate di poter gettare fango su Gordiano perché in gioventù ha sbagliato metro nel valutare qualche personaggio, o abbia anche preso qualche cantonata idealista rispetto al mito della rivoluzione cubana... be', è proprio grazie a persone come voi che questo possa ancora accadere.
Cordialmente
esplora   
 
   26-10-2007
Carlo Alberto, lascialo stare, elementi come Lupi e la sua compagna Gaviota non meritano nemmeno di perderci un minuto. Io petrei scrivire di migliaia di cubani che conosco e che adorano il loro Paese ed il loro sistema politico, la loro storia e quei valori VERI che solo un popolo eroico come quello cubano potevano difendere.
Questi propagandisti da strapazzo sono la gioia dei leccaculo del potere nostrano che per nascondere il tremendo fallimento di una società che per sopravvire deve opprimere in maniera criminale tre quarti dell'umanità.
Come pui pensare di discutere con gente che in un mondo dove vengono massacrati quotidianamente miglia di persone se la prendono con l'unico Paese che ha dato dignità al proprio popolo malgrado un criminale embargo che non ha precedenti nella storia. Oggi in Haitì, che sta a pochi chilometri da Cuba, migliaia di bambini dormiranno senza un tetto sopra la testa, non hanno diritto alla sanità, non hanno diritto allo studio, le carceri sono piene di poveri cristi, gli omicidi sono all'ordine del giorno. E questo avviene nella maggior parte di Paesi del Terzo Mondo ed anche in quelli ricchi. Ma sembra che tutto questo non turbi i sonni del nostro Lupi e dei suoi compari.
Cerchiamo di spendere meglio il nostro tempo invece di dicutere con personaggi tragicomici. C'è molto da fare per migliorare il mondo, non spendiamo energie inutili. Chi ha scelto di sottomettersi agli interessi dei potenti non cambierà idea.
Finisco quì questo mio breve passaggio per questo sito che meriterebbe di trascorrerci più tempo ma vedere che si continua a dare tanto spazio ad un ossesso come Lupi fa veramente passare la voglia.
Saluti a tutti.
Quijote   
 
   26-10-2007
Ossequioso mi sembra poco Carlo Alberto.
Tytti   
 
   26-10-2007
Caro Sig Lupi,
io non sto certo a perdere tempo a fare collezioni di ritagli di nessuno, tanto meno i suoi.
Però vedendo ormai da un pò di tempo il suo accanimento verbale contro il Sig Minà, essendo io una persona abbastanza curiosa, ho voluto concedermi qualche minuto per indagare un pò sulle sue origine di scrittore.
Guarda caso , ho scoperto, documenti alla mano, che Lei in passato ha cercato in vari modi , di farsi recensire, senza mai riuscirci, le Sue "opere" dal sig Minà e devo dire che lo ha fatto anche con modi molto ossequiosi, a dimostrazione che stimava e ammirava molto il Sig Minà.
Pertanto la riflessione che mi sorge spontanea è la seguente:
- Che genere di uomo è colui che in un primo momento, stima e ammira una persona e poi non ottenendo da questa i favori che si era prefissatto di ottenere, la giudica poi:....non giornalista,...comico da cabaret,...pagliaccio,....uno che si lascia andare dopo aver bevuto mezzo litro di Havana Club,....servo del potere,...e chi più ne ha, più ne metta in tanti altri Suoi scritti.
Sig Lupi , alla luce di tutto ciò, non pensa di doversi un pò vergognare?
Adesso vada pure avanti coi suoi Slogan: "Cuba Libre".
Carlo Alberto

carlo alberto   
 
   25-10-2007
http://www.desdecuba.com/generaciony/index.shtml
PALABRAS DE Yoani Sánchez (1975)
Licenciada en Filología.

titulo del POST: Multiplicados por cero

Las últimas reflexiones de Fidel Castro han terminado con mi paciencia. Lo que más me fastidia no es el rescate de una figura como Milosevic, condenada por la historia y por los hombres, sino la total indiferencia que Él muestra hacia nuestros problemas al tratar continuamente en sus comentarios temas internacionales enfocados en su protagonismo.

Por qué no reflexiona sobre el desánimo y la insatisfacción que cada día se hacen más evidentes en la sociedad cubana. Por qué no se involucra en los cuestionamientos que van ganando en profundidad y en extensión, hasta tocarlo a Él mismo. Si acepta de buena gana la gloria que se le atribuye por cada logro alcanzado, ¿por qué no asume la culpa por los errores y fracasos? ¿O acaso no tiene Fidel Castro la mayor parte de la responsabilidad con todo esto que hoy vivimos? Intentar evadirse, alejarse de nuestros problemas y teorizar sobre cosas que ocurrieron a miles de kilómetros o hace muchos años, es multiplicar por cero las demandas de una población que ya está cansada, desengañada y necesitada de medidas que alivien hoy sus precariedades.

¿Qué puede importarnos ahora el cruceteo de cartas entre jefes de estado, ocurrido hace ocho años, cuando los salarios no alcanzan ni siquiera para mal-vivir; la corrupción nos “come por una pata”; el país pierde cada mes miles de personas que emigran; el sistema de salud se desmorona y en las escuelas las pantallas de los televisores son las que enseñan a nuestros hijos?

Pura frivolidad política esa de estar reflexionando sobre jefes de estado, remitiéndose a correspondencia diplomática y bestseller escritos por exmandatarios. Nuestra realidad pide a gritos que se abran espacios para escuchar la opinión popular. ¿Hasta cuándo se gastarán las pocas páginas de la prensa nacional en satisfacer la vanidad personal de un político que no nos representa, que no se hace eco de nuestras exigencias y que ni siquiera nos menciona?

La Habana, 5 de octubre de 2007

yoani sanchez   
 
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Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
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