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Paolo Diodati. Considerazioni finali sull’esperimento voluto da Lucio Battisti
 
Commenti presenti : 43 In questa pagina : da 31 a 40
   18-10-2010
Caro Zoro,
non so se lei ha avuto la pazienza di leggere articoli e lettere con risposta pubblicati da TF su quello che fu un esperimento fortissimamente voluto da Battisti. Credo di no, altrimenti avrebbe trovato non una, ma diverse risposte agli argomenti che lei adduce e anche ad altri arrivati in questa sede. Per questo, non per noncuranza, mancano miei interventi tra i commenti a questo articolo.
Riassumo, per lei, il mio pensiero, visto che mi dedica, simpaticamente e per questo la ringrazio, il pistolotto finale.
Lei ritira in ballo alcune frasi del Don Giovanni. Quel testo, che ritengo tra i migliori, se non il migliore del periodo Battisti-Panella, ha un suo notevole fascino che ben si adatta all’atmosfera magica, rarefatta e stupenda creata dalla musica e dal canto di Battisti. È un testo che fa sperare nella svolta già preannunciata, esplicitamente, da Battisti in E già. Il guaio è che ai grandi proclami e alle conseguenti aspettative, il seguito è stato un autentico flop. Questa considerazione è motivata anche dal fatto che il 90% degli interventi dei panelliani, torni sempre a parlare genericamente di alta poesia tornado alle citazioni del Don Giovanni. Le statistiche sul declino delle vendite, che ho riportato, confermano, in modo più autorevole e indiscutibile, che il “partito” a cui appartiene anche lei, è costituito da circa il 10% dei battistiani. Ma tale minoranza, come è d’obbligo per tutte le minoranze, si ritiene intellettualmente più aperta e, in definitiva, migliore, della maggioranza. Qui finisce il discorso obiettivo.
Lei, dopo aver ritirato in ballo per l’ennesima volta la frase grottescamente cartesiana “Non penso, quindi tu sei” dice che per me varrebbe l’affermazione “stile Panella”:

“Tutto si dimostra, soprattutto il contrario.”

Dopo averle ricordato che da ragazzo ho divorato tutto quello che aveva scritto e scriveva Ionesco, nel suo innovativo teatro dell’assurdo (quindi non ero e non sono un parruccone che si attacca solo alla chiarezza interpretativa di una frase), riconcludo risottolineando l’esigenza di un significato complessivo di un testo e non di frasette ficcate qua e là, per far venire il dubbio di una possibile interpretazione.

“Non penso, quindi tu sei”, per cui “Penso e quindi non sei”.

Che abisso, con la banalità di “Io lavoro e penso a te”! Solo che questa seconda frase è sinteticissima, chiara e originale (non credo che esista un altro testo con questa frase identica). La prima scimmiotta irrazionalmente Cartesio, ha significati banalmente incongruenti, stupidi e irriguardosi verso la persona a cui è dedicata ed è frutto di masturbazioni pseudointellettuali.

“Tutto si dimostra, soprattutto il contrario”.
Non me ne voglia: lei ha centrato l’obiettivo di imitare il giochino dei noiosi e ultrascontati ossimori panelliani, ma alla mia ineliminabile natura di fisico, la sua frase non può che apparire un’autentica bestialità. Simpatica come provocazione, ma sempre bestialità logica. E tutto questo, cioè scrivere al 90% bestialità su parole e concetti e il loro contrario, per sembrare creativi e originali? No, grazie, abbiamo già troppi problemi (veda gli altri articoli presenti in prima pagina su TF) e confusione per interpretare fatti e linguaggio sulle cose concrete di tutti i giorni, per sprecare energie con le masturbazioni intellettualoidi di Pasquale Panella che, dopo aver detto che per scrivere testi di canzoni bisogna essere stupidi, ha dato l’esempio più lampante di furbizia e di… .
Rem tene, verba sequentur... . Se uno ha una cosa da dire, seguono le parole (sensate, per far capire la cosa). Se uno non ha cose da dire... e vuol parlare lo stesso, può parlare, in modo anche sublime, del... nulla. Cioè, farfugliare benissimo.
Cordialmente, PD

Paolo Diodati   
 
   15-10-2010
"non è mai troppo tardi" è la trasmissione che vedevo da bambino sulla rai...forse ero anormale già allora visto che mi piacciono i lavori battisti panella...non è mai troppo tardi, dicevo, anche per capire i testi di panella.
ermetico??? come tentare di aprire una cassaforte
protetta da una combinazione impossibile con una porta blindata"...la spingi che era aperta..." inutile spremere le meningi, pensare, è piu facile del previsto, tipo..."non basta il pensiero infatti te lo dico...".
"...a prima vista tutto è secondario..." infatti non lo è,"...ad un attento esame superficiale..." è tutto di primaria importanza, a cominciare dall'inizio " ...e se non tutto almeno l'inizio...".
l'inizio di un lavoro è un capolavoro?
"non penso quindi tu sei"
oppure una banalità?
"l'artista non sono io sono il suo fumista"
vorrei averle scritte io tutte queste banalità, oppure tutte queste parole messe a caso qua e la.
nel tuo caso, sintetizzando, avrei scritto semplicemente:

"...tutto è dimostrabile soprattutto il contrario..."


zaro   
 
   18-01-2010
Sono di sicuro il più vecchio a scrivere. Lo faccio per controbattere a Dell'Ava che ai miei tempi c'era il duo Cherubini-Bixio. Le loro canzoni sono ancora suonate, a 80 anni di distanza. Sono famose nel mondo, come quelle di Battisti-Mogol, ovviamente non ai frequentatori di discoteche. Dell'impazzimento finale di Battisti, si rassegni, se ne continuerà a parlare ancora per molto. E le conclusioni, ne sono certo, saranno quelle, profonde e intelligenti, scritte in questi articoli. E scritte da un competente che ha il dono di non annoiare mai.
Un nonno di Daniel   
 
   17-01-2010
Ciò che è scritto in questo articolo su Non è Francesca è quanto di più bello abbia letto.
Franca   
 
   14-01-2010
Il prof Diodati ha avviato uno splendido dibattito, interessante e vivace anche se la schiera di pretoriani ha spesso volutamente evitato qualsiasi dalogo costruttivo sulle canzoni Battisti Panella.Il prof poi ha lanciato nel post "alla ricerca di sprazzi di luce" due interessanti provocazioni: dare un' interpretazione del testo di "Equivoci amici" e di trovare i possibili o plausibili riferimenti alla filosofia hegeliana nei testi di Panella.Marco e Mario sono prontamente intervenuti ripondendo in maniera chiara e semplici a entrambe le domande, spiegando molto bene sia il testo di equivoci amici sia dove si possano intravedere gli echi di Hegel....da parte del prof però nessuna risposta, nessuna replica, game over.Anzi ora arrivano queste pseudo considerazioni finali( scritte molto bene)dove si dice che nessuno è riuscito a spiegare i testi di Panella o quantomeno a interpretarli.Invito tutti e Diodati in primis ad andare a rileggere( più probabilmente a leggere) gli interventi che ho ricordato e poi di contestarli e criticarli.Questo mi pare sia un gioco poco democratico, dove non si tiene conto dei rilievi fatti in maniera puntuale e circonstanziata.
gianni   
 
   13-01-2010
io contesto proprio l' impostazione utilizzata da Diodati per trattare l' argomento.Non credo che per discutere di canzoni e poesia( o pseudo tale), si possa adoperare questo approccio.Siamo nel campo e nel terreno del soggettivo e del sensibile per cui qualsiasi opinione deve essere rispettata.Non penso inoltre che il discorso delle vendite sia uno strumento idoneo a giudicare alcunchè., basta pensare ai cinepattenoni natalizi, assolute schifezze che però danno respiro all' industria cinematografica.Ho seguito con molta passione questo dibattito, sono stati proposti testi alternativi, si è detto che con Panella le vendite sono crollate ma nessuno è riuscito a dimostrare che le canzoni con Panella non siano di ottima fattura.Sul presunto album postumo inoltre volevo informare l' informatico che se esiste i testi non sono di Panella.
teresa   
 
   13-01-2010
Teresa, forse la mia preparazione di laureato in informatica (quasi tutti esami di matematica applicata) mi ha fatto apprezzare l'impostazione data da diodati a questa indagine. Ha seguito un metodo scientifico. Ha dato la possibilità di esprimere le proprie motivazioni ai panelliani come te. Ha infine tratto le conseguenze. E' inutile continuare a dire quello che tu dici, senza motivazioni. Le questioni restano due e nell'indagine svolta su TF, vengono magistralmente evidenziate.
Il primo album con panella continuò a piazzarsi primo nella classifica delle vendite. Il quinto, finì al 68-esimo posto. L'album che doveva uscire postumo non trovò editori a rischiare di andare ancora più sotto. La matematica e le statistiche dicono che se avessero continuato a scrivere "le più belle canzoni in assoluto scritte in Italia", i soldi li avreste tirati fuori in pochissimi. Tu dici che i gusti della minoranza danno il giudizio vero in assoluto, perché la maggioranza, vicina al 100% non capisce niente. Mi sembrate veramente un po' troppo presuntuosi.
La ricerca e l'esperimento pubblicati da TF (complimenti) meritano un 110 e lode.
Avete chiarito e chiuso un argomento. A un certo punto il bello diventa questione di maggioranza.
un informatico   
 
   12-01-2010
Le canzoni di Battisti con Panella sono forse le più belle mai scritte in Italia, i testi poi sono pura invenzione poetica.Che piaccia o meno ancora oggi siamo qui a parlarne.Per fortuna aggiungo....
Teresa   
 
   12-01-2010
mi piacerebbe poter aggiungere al dialogo che la nostalgia è sentimento sempre presente in noi espresso nella poesia, musica e arte in genere.
Ed è proprio nel "paradiso perduto" che ricorda e propone nuove cose....passato e presente cercheranno ipotesi nuove senza mai però cadere nella retorica che non si coniuga mai in un logico-poetico entrare nell'anima.
Patrizia Garofalo
patrizia garofalo   
 
   12-01-2010
Anch'io ho seguito e letto articoli e commenti precedenti. Ma credo d'averli memorizzati meglio del commentatore numero tre.
Sono in perfetta sintonia con diodati. Ci ha fatto aspettare molto, ma ha tratto conclusioni magistrali. come vien detto nel primo commento, fantasia e logica rendono avvincente la lettura. E a tratti anche commovente.
Ecco il diodati-pensiero sui Beatles:
"Se Battisti-Mogol fossero stati inglesi e dichiaratamente conformi alle “ideologie alla moda”, gli anglosassoni, oltre a farli Baronetti, avrebbero trovato il modo di dar loro anche un Nobel. Altro che i premi Nobel per la letteratura a Bertrand Russell, Winston Churchil e Dario Fo." (dal 1° articolo)
E' ovvio, dalle parole precedenti, che a lui piacciano molto di più le creazioni di Battisti-Mogol. E io sono d'accordo. I testi inglesi, se si capisce l'inglese, sono robetta, fatta eccezione per Image. Come musiche, non c'è confronto nell'inventiva e nella varietà.
In quanto allo stare con i piedi per terra e non paragonare battisti a Mozart, basta leggere bene quello che scrive diodati. Lo chiama il Mozart o Rossini DELLA MUSICA LEGGERA. Quindi, non esagera affatto. E, per Gershwin (o come si scrive...), parla di Gershwin italiano. Difficile, cogliere in castagna il fisico sull'equilibrio, la logica e sull'uso della lingua italiana.
Infine... sono solo canzonette, d'accordo.
Ma ci sono canzonette deliziose nel testo e nella musica (mogol-battisti) e canzonette con musiche splendide (La voce del viso) e penose nelle parole. Passo e chiudo.


Simone   
 
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Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
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