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Commenti da 2541 a 2550
Commento di Franco Borghi aggiunto il 22.11.2016 Concordo pienamente con Enrico. Scrive cose chiarissime e comprensibile da tutti, cioè da tutti quelli di buona volontà. Renzi e Grillo hanno rovinato il significato del referendum. Perché non lo si vuole capire?
Se il NO non sarà vincente la colpa sarà di Grillo ed anche di Salvini. Entrambi energumeni che starebbero bene nella foresta tropicale. Ed anche altri che del referendum fanno materia di bassa polemica politica.
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] Commento di Carlo Forin aggiunto il 22.11.2016 Concordo. Possiamo dire un no sereno al Parlamento che legifera senza attuare il cuore della Costituzione (49) che chiede partiti in legge, ovvero politici sottoposti alla legge come noi e di più: perché chi sta vicino alla nascita delle leggi deve essere più irreprensibile di chi deve obbedirle. Se no, è la corruzione. Appunto! Articolo di riferimento :
Commento di Marcello Vigli aggiunto il 21.11.2016 Luciano grazie per l’attenzione. Non condivido il tentativo di accreditare la tesi della differenza fra le due proposte, che io invece considero analoghe: i poteri concessi al governo e i criteri di elezione dei deputati (blocco dei candidati indicati al primo posto nelle liste elettorali in una legge parte integrante della manovra) e del Presidente dalla Repubblica contenuti nella proposta Renzi vanno nella stessa direzione della proposta Berlusconi. Ovviamente la questione non mi pare rilevante. Anche se le due proposte sono diverse, non le condivido entrambe. Articolo di riferimento :
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] Commento di Luciano Martocchia Pescara aggiunto il 21.11.2016 Franco, l'art. 70 stabilisce contrappesi (da tanti invocati perchè inesistenti) assegnando al Senato il ruolo di co-approvatore (e quindi torniamo nel bicameralismo) per quanto concerne le modifiche costituzionali, modalità dei referendum, Unione Europea, leggi elettorali, minoranze linguistiche, casi d'ineleggibilità, ecc., defininendone il suo confine d'influenza, oltre che proporre modifiche per ogni disegno di legge approvato dalla Camera prima della promulgazione. È vero che per farlo dà una serie di rimandi tecnicistici ad altre leggi ed altri articoli della Costituzione, questo è un limite sì, ma nel complesso assegna al Senato il suo ruolo. Articolo di riferimento :
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] Commento di Luciano Martocchia Pescara aggiunto il 21.11.2016 Marcello, forse perchè nel 2006 la riforma costituzionale verteva sul semi-presidenzialismo con le elezioni del Presidente del Cosiglio direttamente dal popolo senza la fiducia del Parlamento (modifica dell'art. 92) e avrebbe potuto anche sciogliere la Camera. Articolo di riferimento :
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] Commento di Marcello Vigli aggiunto il 21.11.2016 Se il criterio del fare per il fare è valido sempre, perché non si è sostenuto l’analogo tentativo berlusconiano del 2006? Anche allora c’era un referendum da sostenere.
Resto convinto che le iniziative vanno sempre valutate per gli effetti che producono e non solo perché costituiscono un modo per uscire dall’immobilismo... molto spesso questo è meno pericoloso dell’attivismo. Articolo di riferimento :
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] Commento di Giovanni Bosco aggiunto il 21.11.2016 Frastornato, spiazzato, disorientato? Non mi pare proprio viste le conclusioni del tuo drammatico scritto. Il nemico è Renzi : è un agente segreto della finanza e racconta solo palle ed è un pericoloso ducetto in erba. Fra qualche giorno qualcuno, anzi è già stato detto, che sarebbe la reincarnazione di Gelli e della P2, ecc. ecc.
Posso anche avere dei dubbi, il dubbio deve sempre essere presente, dopo di che di fronte all'immobilismo di tutti questi anni di cui sono certo, non ho dubbi, le cose non hanno funzionato non solo non bene, ma male, con tutti i miei dubbi scelgo e voto sì.
Non avendo le certezze di tutti coloro che votano no, ma che finora non mi propongono nulla se non il mantenimento di tutto l'esistente, mi viene il dubbio che a molti in fondo piuttosto che provare a cambiare va bene in fondo così.
Art. 70? Si si può pensare che le cose funzionino meglio.
Dei discorsi di Renzi non mi interessa molto. Mi preoccupano molto invece i discorsi di ben altri che incitano all'odio e votano no. Articolo di riferimento :
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] Commento di Franco Borghi aggiunto il 21.11.2016 Sono frastornato, sono spiazzato, sono disorientato. Mi chiedo come sia possibile votare SÌ al Referendum che, se vincesse, ci darà un governo di un uomo solo che potrebbe essere democratico od autoritario e fare i cavoli suoi a prescindere e durerà questo sistema per decenni. A me basta ascoltare i discorsi di Renzi per convincermi che occorre evitare che vinca il SÌ. Inoltre, non credo – come fa Luciano – che dopo la vittoria del SÌ la legge elettorale verrà cambiata. Non credo nella sincerità di Renzi. E mi basta anche leggere l’art. 70 della riforma: come si può pensare che le cose funzioneranno meglio se si applica questo articolo? Articolo di riferimento :
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] Commento di Antonia Sani aggiunto il 21.11.2016 Non si deve dimenticare che la riforma del Tit. V del 2001 è stata fatta sotto il ricatto di una minacciosa vittoria leghista. Quindi bisognava far vedere che quanto a poteri alle regioni non scherzavamo... Il Tit. V sarebbe tutto da rivedere con una reale attenzione ai principi costituzionali rispetto a decentramento, autonomie e ruolo dello Stato. Anche per questo il testo proposto non è accettabile. Articolo di riferimento :
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] Commento di Enea Sansi aggiunto il 21.11.2016 Per il tono argomentativo, la nota di Peyretti e la replica di Bosco possono risultare utile scambio per molti.
Nessuno dei due ha toccato la riforma del Titolo V: dopo quasi cinquant'anni di riconcorsa al regionalismo federalismo etc., inversione a U in direzione centralistica (quanto potrà durare?) senza, quasi, discussione.
Lo stesso per le cosiddette 'riforme partecipative' (referendum abrogativi -e 'propositivi', ma con rimando-, proposte di legge d'iniziativa popolare) che - se ben esaminate - sembrano invece andare in direzione esattamente opposta. Che senso ha, per esempio, dire che ora le proposte di legge d'iniziativa popolare non vengono mai portate all'esame? Si tratta - già oggi, semmai - di rendere costituzionali i regolamenti parlamentari, visto che la Costituzione vigente fissa l'istituto fra quelli 'ordinari' di formazione delle leggi. E così via... Articolo di riferimento :
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