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Commento di gugl aggiunto il 09.07.2007
grazie per la risposta dettagliata e per la grazia con cui l'hai data.
Articolo di riferimento : Alivento: Sesto discorso amoroso: di passione e d'amore.
Altri commenti all'articolo [ 3 commenti ]
Commento di pampaloni patrizio aggiunto il 09.07.2007

....Grazie Alessandra delle preziose informazioni
ma ho letto tardi la tua iniziativa-invito per la visita al parco di Celle di G.Gori,ma in questi giorni sono a Lucca per un importante laboratorio teatrale con N.Karpov.
...ma continua pure a tenermi informato su tutti gli eventi
UN GRANDE ABBRACCIO Patrizio P. e a presto.

Tra l'altro sono argomenti(quello dell'arte ambientale)
come personale ricerca,che io con non poche difficoltà
porto avanti da anni...
Commento di Alivento aggiunto il 08.07.2007
Mi piace molto questo tuo commento Stefano.
Direi che è uno dei più stimolanti che tu hai offerto alla mia attenzione, prestandomi a tua volta un'attenzione che non finirò mai di smettere di pensare immeritata, tanto quanto ambita e desiderata.
Mi piace per svariate ragioni. L'accenno di critica in analisi del testo che questo mio "saltibeccare" tra etimologia ed esperienza ti ha indotto a proporre. E' davvero terribilmente vero che l'amore non è solo scienza e che non se ne può discorrere in termini esatti. L'amore ahimè è vita, quanto di più interessante, mutevole e proteiforme. Riflettevo appunto recentemente su quanto tu qui scrivi, che cioè per molti sarà difficile riconoscersi in queste mie parole di "splendore d'amore".
Infine mi piace che tu abbia parlato di verità, cosa non meno mutevole dell'amore, per quanto assai più rara; a volte, singolarmente connessa all'amore, nel senso ad esempio che chi ama la verità, amerà una pesona sincera, oppure che non si può amare intensamente se non si è persone vere, cioè autentiche, cioè capaci di provare sentimenti autentici.
La verità è un altro tema estremamente affascinante che mi piacerebbe approfondire con una serie articolata di altri "non scientifici" discorsi.
Chiudi poi il tuo commento con la lusinga dell'autorevolezza e capacità retorica sulle quali sorvolo, non ritenendo opportuno rimarcarle, anche perchè la mia angolazione non è la più favorevole per percepirle. Ad ogni modo ti ringrazio.
La mia replica alle tue obiezioni è questa.
Il filum etimologico è appunto soltanto uno schema, punti d'appoggio, per dare scheletro al discorso. Proseguirò infatti con altri significati del termine passione nel prossimo o in altro successivo articolo, il cui titolo presumibilmente sarà "di passione e di vita". Ed anche lì scivolerò consapevolmente sulla "buccia di banana" ovvero dalla scienza alla fantascienza. ;)
Non ho mai avuto alcuna intenzione di trattare l'argomento amoroso con intenti scientifici e questo l'ho ben chiarito nel mio primo discorso.
Infine ammetto di aver delineato l'amore come sentimento di un fulgore abbagliante; se ciò che scrivo poi sia vero o meno lo lascio all'esperienza di ciascun lettore con i miei migliori auguri.
Cari saluti.
Ali
Articolo di riferimento : Alivento: Sesto discorso amoroso: di passione e d'amore.
Altri commenti all'articolo [ 3 commenti ]
Commento di Ivana Cenci aggiunto il 07.07.2007


Considerato che sotto l'effetto di queste temperature ci si può anche lasciar andare e, magari, farsi pizzicare dalla zanzara di turno.... meglio, certo, lasciarsi pervadere da un pò d'astuzia... fiduciosi che ci smuova al punto da pigliare un low-coast, un treno, un velocipede o un cavallo di S. Francesco che ci porti diritto, senza fermate al bar o altri intoppi, fino alla sospirata donna Lionora.
Commento di carlo aggiunto il 06.07.2007
Considerate le temperature estive, la proposta di questa poesia di Ventadorn potrebbe davvero sembrare ardita....ma letta con un pò d'astuzia, magari.....
Commento di Franco Focardi aggiunto il 06.07.2007
L'uomo potrebbe riflettere sulla sua esistenza, sui suoi rapporti tra sé e il mondo, sui suoi linguaggi, sui suoi desideri, sui simboli, ovunque, ma un paesaggio d'arte lo costringe a interrogarsi. L'ambiente, naturale e costruito, con interruzioni improvvise e ambiti sorprendenti, tra il serio e il faceto, lo trasforma dall'interno e gli restituisce le sue dimensioni.
Commento di Stephen Daly aggiunto il 06.07.2007
Congratulations on this show... good artists! Would like to have seen it but glad to get the photos.
SD Dripping Springs, Texas.
Commento di G aggiunto il 03.07.2007
Concordo con il Signor Trotalli sul discorso del risparmio e del mantenimento di alti standard di qualità e sicurezza.

Gli pneumatici ricostruiti secondo le norme hanno il solo difetto di essere leggermente più pesanti, poichè hanno uno strato di materiale in più vulcanizzato sopra alla carcassa.

Mi sento di suggerire, oltre alla già lodevole iniziativa del Signot Trotalli, l'utilizzo di Gasolio a basso tenore di zolfo, come ad esempio il Gecam, il famoso Gasolio Bianco, in tutti i mezzi con motore Diesel delle flotte comunali e dei mezzi adibiti a servizio pubblico.
Lo auspico anche per il privato, ma purtroppo siamo in italia...
Commento di ufficio stampa aggiunto il 02.07.2007
GLI EDITORIALI DI ANTONELLO DE PIERRO DIRETTORE DI ITALYMEDIA.IT


Finalmente liberi!

di Antonello De Pierro

Era ora! La legge che pone fine all’obbligatorietà del servizio di leva è finalmente una realtà. Termina così la girandola di amarezze e delusioni che la stragrande maggioranza dei nostri giovani, chiamati ad assolvere gli obblighi di leva, è stata da sempre costretta ad incassare, perdendone abbondantemente il conto. Il festival dell’ingiustizia, delle assegnazioni e dei trasferimenti incredibili, decisi al tavolo delle raccomandazioni e dei clientelismi, senza nessuna logica o pudore di sorta: soldati spediti da Palermo a Udine, braccia “rapite” dallo Stato a famiglie bisognose, e rampolli privilegiati, parcheggiati nell’ufficio dietro casa. Il Rubicone della vergogna, attraversato sfacciatamente dai burattinai degli uffici di leva e delle caserme, muovendo inesorabilmente i fili del destino di ragazzi impotenti, spesso sacrificati sull’altare di frustrazioni personali dei superiori, finalmente sta per prosciugarsi. La “pacchia” dei graduati, abilissimi nel sottomettere giovani inermi, facendosi scudo con le opinabilissime leggi militari, che schiacciano, marciandoci sopra con i cingoli, la loro dignità, inizia a intravedere il tramonto. Chi pulirà le caserme, i “cessi” putridi e puzzolenti, le stanze e gli uffici degli ufficiali e dei “marescialloni” spocchiosi? Chi spazzerà i cortili per ore, spettacolo preferito dalle pupille dei graduati, attenti affinché venisse raccolta anche la “cicca” più minuscola (ottimo esercizio per chi avesse voluto impiegarsi come operatore ecologico al termine del servizio di leva, ma perfettamente inutile per la formazione di un soldato)?Chi impartirà lezioni gratuite di latino, greco, matematica o fisica ai figli “somari” di colonnelli e generali, quando il ragazzo laureato preferirà affrettassi a trovare qualche spiraglio nel muro di gomma del mondo del lavoro, piuttosto che seppellire un anno della sua vita nello squallido grigiore di una caserma? Particolarmente difficile appare in questi giorni penetrare quel guscio di riservatezza, che protegge come un’armatura l’universo militare dal mondo dei civili. Il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito ha dribblato con sorprendente abilità la richiesta di un’intervista da parte del nostro giornale. Ma noi, che non amiamo assolutamente mettere il morso alla nostra inarrestabile voglia di verità, non possiamo sorvolare su gravi episodi legati alla moritura “naja”, nutrendoci al banco della nostra esperienza diretta, dove troviamo ricordi che ancora passeggiano vivi nella nostra memoria. Come possiamo non toglierci il sassolino dalla scarpa, foderandoci gli occhi con il prosciutto, di fronte alla verità che preme per scivolare tra le righe di un foglio provvisorio di giornale? Per ognuno un film lungo un anno e con all’incirca lo stesso copione, fatto di angherie, soprusi, arbitrarie privazioni della libertà personale. Un anno trascorso vivendo di nulla ai margini del nulla, con la rassegnazione pronta a spegnere immediatamente qualsivoglia ruggito di vitalità. Finalmente si volta pagina. Agli occhi di chi scrive la memoria mette a fuoco fotogrammi spaventosi. Ragazzi avviluppati dalla spirale del sistema militare, privati della volontà, della dignità stessa di esseri umani, ridotte a puro sussurro. Costretti a subire turpiloqui e ingiurie a più non posso, senza la possibilità di reagire; a mangiare con le mani e ad elemosinare un bicchiere d’acqua nella desolazione dell’Ospedale Militare di Firenze; a dormire con cinque coperte e cinque maglioni in gelide camerate senza riscaldamento (naturalmente nelle camere confortevoli degli ufficiali il caldo era insopportabile); a subire incredibili atti di “nonnismo”, a fare flessioni sulle braccia, portando il naso a due dita da una nauseante quantità di “merda”, troneggiante in bella mostra sul biancore di una “turca”. E molto altro congelato nei file mnemonici degli sventurati protagonisti. Spesso qualcuno più debole non ha retto e ha deciso di chiudere i conti con la vita prima del congedo. Con sorprendente rapidità, sugli scandali sanguinolenti, è sceso sempre puntualmente il velo del silenzio e dell’omertà.
Tutto ciò sarà presto finito. Finalmente!

Articolo di riferimento : Stefano Guglielmin: Imperfetta ellisse e Georgiamada. Poesia & Blog 9
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Commento di Gladys Basagoitia aggiunto il 30.06.2007
La mia ammirazione a Vanessa per il coraggio e la forza incisiva della performance, ad Alessandra per le parole di risveglio delle coscienze: incidere l'indifferenza e fare riflettere è uno dei compiti dell'Arte.
Articolo di riferimento : Alessandra Borsetti Venier: Vanessa Beecroft a Venezia
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Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
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