Pagina 1413 -
Commenti da 14121 a 14130
Commento di Gordiano Lupi aggiunto il 13.10.2007 Passa su SKI di tanto in tanto...
Gordiano Lupi Articolo di riferimento :
Altri commenti all'articolo [
] Commento di gpt aggiunto il 12.10.2007 Una bella competizione.....
Vorrei fosse esplicito il fatto che, da parte mia, naturalmente, è parte di una commedia, questo duetto. Intendo dire che quel che conta è il contenuto dello scritto che parla di me stesso, mentre lo stile, il personaggio, nonchè lo spirito, sono occasionali. Sinceramente, dovrei vergognarmene, rivesto i concetti che provo a esprimere, a seconda dell'umor mio, in quel momento, più spesso guardo al tono e all'intenzione di colui, colei che leggo prima.
Non ho intenzione di mancare a nessuno, se questo spirito un poco sbarazzino e irriverente, urta la vs sensibilità, mi dispiaccio e domando scusa.... davvero io ci gioco, cercando di creare uno stile, grazie, a forse presto...gpt Articolo di riferimento :
Altri commenti all'articolo [
] Commento di GAVIOTAZALAS aggiunto il 11.10.2007 Mi dispiace che questi dibattiti rimangono seppelliti nel passato 2006 di queste OBLÓ verso Cuba quando sono temi molto attuali in nostro paese.
La storia raccontata è tanto reale. Rifletta la vita diaria de tante ragazze cubane che di fronte a una vita senza speranza hanno preso la strada più comoda. Quando parliamo di Jineterismo non possiamo mettere tutte nello stesso sacco, anche se dal punto di vista morale il degrado è uguale.
Esistono tante donne che vengono dall’altra parte della isola, dove le cose sono diverse, a fare le prostitute all’Avana. La povertà e i problemi aumentano proporzionalmente alla distanza dall’Avana. Queste ragazze venute da più lontano, l’Oriente del paese, si prostituiscono per vera necessità dare da mangiare a loro famiglie, figli.
Se una ragazza si prostituisce per avere cose materiali, vuole dire che gli insegnamenti socialisti nel mio paese non hanno dato il risultato aspettato dal governo. Fa pena una giovane che si prostituisce per avere un jeans di marca, un paio di scarpe, o altre cose non imprescindibili. Questo tipo di prostitute si trovano dapper tutto. Da un certo punto di vista i giovani (non li giustifico) a certa età non hanno chiari le cose veramente importante della vita. Penso che un 70% di quelle prostitute nel mio paese lo fa per cose materiali e per migliorare lo Standard di vita.
Chissà tutto questo sia il risultato della costante insistenza del social-ISMO nel negare gli istinti innati dell’individuo alla ricerca del benessere materiale. Ci ha fatto credere che tutti abbiamo gli stessi obiettivi o riferimenti morali nella vita, che tutti siamo uguali, non lasciando spazio a quelli che la pensano diversamente. Le Jineteras sono il risultato di tutto quello che nostro coma-andante ha criticato della società capitalista; trovarsele a casa certamente non è piacevole.
La ragazza cubana, ha detto che esistono due opzioni, (per fare un riassunto a grosso modo della società), o ti prostituisci o rubi al governo quello che ti capita. Quella è la situazione! Per chi non ha nessun tipo di aiuto economico extra, parente nello straniero o cosa simili, le alternative sono poche.
Certi stranieri vanno a Cuba e si sposano le prostitute con la piena conoscenza dei fatti, non credo ci sia bisogno di andare cosi lontano. Pensano: “la tiro fuori della miseria e mi sarà grata per sempre” Loro credono di comprare una donna e l’amore è un sentimento che a Cuba anche se siamo poveri conosciamo tanto bene. Quello che pensano di fare si chiama affare tanto diverso dell’ amore.
La involuzione cubana ha fatto tanti passi indietro ma alle donne ci ha aiutato a crescere in tanti aspetti. Saluti Gaviota DA CUBADICE.BLOGSPOT aggiungo questo dibattito al blog.
Articolo di riferimento :
Altri commenti all'articolo [
] Commento di enea baldi aggiunto il 11.10.2007 i pesos servono per coprire il debito pubblico (lei sa che accade questo anche in Italia?) e se non si trovano gli antibiotici è a causa del bloqueo. Il socialismo non può esistere senza mezzi di sussistenza, ma neanche la democrazia o pseudo tale, quella che la gente come lei osanna e prende a vessillo senza considerare la tragedia che sta causando in occidente. E' questione di tempo, ma qualcuno presto o tardi rimpiangerà di non essere nato in un paese come Cuba.
Cordiali Articolo di riferimento :
Altri commenti all'articolo [
] Commento di Alfredo Mazzoni aggiunto il 11.10.2007 Cara Marina,
non condivido molto la vostra proposta. Mio nonno diceva "che l'è püsee bel fa ubidì che cumandà". Per decidere, (per comadare) bisogna esser(ne) capaci. Non importa se uomo o donna. Ciao! Articolo di riferimento :
Commento di Carlo aggiunto il 11.10.2007 Stimata, adorata, ammirata, adulata e venerata (da me, s’intende) Signora Cenci, (ehi, niente paura, si tratta solo di “narcisismo cronico” e/o “semplice galanteria”!), vorrei dire alcune cose su questo Suo ultimo scritto-commento-risposta, che trovo assai bello, generoso per quanto mette in gioco di se, ed elegante. Parto da termini ed espressioni da Lei usati, che fanno coerentemente seguito alla questione già toccata (di striscio) sulla “in” e consapevolezza, ossia:
“discernere ciò che è veramente mio e viene da me....da ciò che non lo è “; e ancora, termini che ricorrono sparsi, come “identità”, “individualità”…etc.. Ora, potremmo provare a paragonare la moltitudine degli individui alle milioni di cellule di cui è fatto ciascuno: riusciamo ad immaginare in cosa evolverebbe la specie umana se ogni cellula rivendicasse per sé libertà, identità, personalità, individualità, senza avere come scopo unico e primo l’armonia e il funzionamento dell’intero organismo? E’ plausibile pensare che “l’essere se stessi”, il rivendicare qualcosa come “proprio”, non può prescindere da un “non-proprio” che è alla radice e su cui il “proprio” si fonda. Il “non-proprio” possiamo intenderlo come la realtà inattingibile, quel Vero di cui nessuno può farsi garante. Cionondimeno, ciascuno è libero e legittimato a lavorare per il conseguimento di una seppur illusoria identità, senza necessariamente tirare in ballo concetti come dovere, responsabilità o altro, verso se stessi e gli altri. Cito a proposito, e perché la poesia illumina, alcuni versi che ho recentemente letto da qualche parte, credo di Montale: “Se un’ombra scorgete, non è / un’ombra – ma quella io sono. / potessi spiccarla da me, / offrirvela in dono....”. Tra conscio e inconscio, identità e alterità, proprio e non-proprio, sé e altro da sé, ci accorgiamo che le voci in campo sono fin troppe....e che la “reciprocità” attiene più al coro che al duetto. Per conto mio, ricordando che ci troviamo nella sezione “discorso amoroso”, e che pur uscendo dal solco non vorrei uscir dal seminato, mi propongo di non prestare troppa fede a tutte queste voci e seguire solo la bacchetta dell'unico Direttore d'Orchestra: il desiderio. Anche per non rischiare di andare ad un incontro amoroso con la stessa leggerezza e ardore con cui si va ad una riunione di condominio.
A proposito di direttori, colgo l’occasione per salutare cordialmente il Direttore Di Scalzo e informarlo pubblicamente, se ancora non lo sapesse, sulla mia modesta presunzione e sete smisurata di fama e notorietà: voglio la prima paginaaaaaaaaaaaaaaa!!!!!!
Un caro saluto a Lei Signora Cenci
Articolo di riferimento :
Altri commenti all'articolo [
] Commento di gpt aggiunto il 11.10.2007 Mi coglie impreparato, sig Direttore e Sgnora Cenci, in quanto il motivo della mia partecipazione al dialogo non era certo di assurgere a notorietà. Piuttosto è iniziato per rivalsa intellettuale verso altri partecipanti, ritenendo certi commenti scollegati dal contesto e miranti, oltre che al narcisismo, a semplice galanteria. Di essere un presuntuoso rivoltante lo so bene, ma mi professo onesto e quindi vi ringrazio per l'apprezzamento. Ho pensato che potrei farmi pagare, che ne dite, trattiamo? Scherzo, naturalmente! Se la mia testa funzionerà anche in futuro, mi farà piacere commentare ancora i vs articoli. E' davvero un giornale ( nn so come lo definite voi, semplifico) intelligente, libero e interessante, il vostro, complimenti! Cavoli..... sono famoso!!!! Articolo di riferimento :
Commento di gpt aggiunto il 11.10.2007 Che piacere ricevere risposta da Lei, gentile Signora, mi dispiarebbe se il tono di questa sua fosse piccato. Ho inteso proporre il mio pensiero in assoluta sincerità intellettuale, scoprendomi al rischio, come avvenuto, di critiche e rimbrotti. Entrando nel merito:
condivido ciò che lei mi obbietta, anzi rafforzo il concetto dicendo che Mai si deve rinunciare a difendere se stessi e quanto si vale in sè, ma andavo più nel sottile, scrutando col microscopio le sfumature. Del mondo che ci circonda, davanti alla ns dignità, e alla fedeltà di cui l'argomento a valle, convengo pienamente, ma approfondendo, se l'Altro "è", di sua natura, e io ho accettato un ruolo, lasciandolo inalterato (lui), quindi sincero, rendo un onore alla mia fedeltà o la rinnego, dato la posizione che ho preso in partenza, di scegliere io, senza nessun coinvolgimento dell'Altro? Non sono sicuro di saper esprimere quanto colgo dal cesto dei pensieri, mi scuso ancora, ma voglio restare un improvvisatore pensante, senza diventare un professionista del pensiero. Prendersi sul serio, mi sembra, ai ns giorni, stia facendo danni catastrofici, sembra la malattia dell'attore che nn sa più uscire dal personaggio e che perde per questo la identità e anche stravolge quella teatrale. La digressione sociale è un omaggio compreso nel prezzo... Non so cosa significhi la discussione con il direttore, se sono pedante, se non opportuno, vi basta dirlo....sparirò. Cordiali e sinceri, in quanto dal cuore, saluti! Articolo di riferimento :
Altri commenti all'articolo [
] Commento di Ivana Cenci aggiunto il 11.10.2007 La ringrazio vivamente per la Sua interlocuzione e curiosità, Signor Gpt, soprattutto per l’occasione di riflessione che il suo interrogarsi permette. Come avrà avuto modo di osservare, più che ammirazione, ciascun commento porta in sé un contributo di perplessità e di quesiti, e questo è davvero il dono più prezioso, in quanto si dà e può essere raccolto come motivo di riconsiderazione e di crescita, sia per chi lo scrive, sia per chi legge.
Per venire al Suo quesito, ovviamente posso offrirLe soltanto il mio modesto punto di vista: resta a Lei la scelta di riconoscergli un fondo di verità o contestarlo. Personalmente, ho vissuto molta parte della mia esistenza dedicando il massimo rispetto, e poco serbandone per me stessa, quindi, a quel micromondo cui Lei fa riferimento, per necessità e pressioni che da quel mondo stesso mi venivano imposte e che io sentivo come inderogabili. Siccome non mi piace scendere troppo sul personale, Le dirò semplicemente che, per fortuna, altre necessità, provenienti dal fondo del mio essere, mi si sono via, via imposte chiedendo, anche con violenza, un’attenzione a me stessa. Un’attenzione che, lo affermo senza remore, non mi ha certamente impedito di mancare di ascolto e sensibilità verso chi mi sta intorno, semmai, a imparare pian piano a dare ascolto anche a me, ascolto profondo intendo, quello che permette di discernere ciò che è veramente mio e viene da me, come necessità, da ciò che non lo è, e scegliere di dedicare risorse a quanto effettivamente merita e sento per me importante, senza pretendere di essere pari a un dio. Imparare, nell’accezione più vera e pertinente il rispetto per sé stessi, implica necessariamente riconoscere il proprio limite, sentirsi parte unica e insostituibile del mondo cui si appartiene, aver consapevolezza del valore e dell’unicità di ciascun altro individuo, riconoscendo la sua valenza per noi e la diversa posizione di ciascuno. Implica anche l’accettazione, con vera onestà d’animo, di saper dire di no quando ci viene chiesto e sentiamo di non avere le risorse per dare, o di non voler dare, ben sapendo che l’altro ha identiche facoltà. Quella attitudine di generosità e disponibilità oltre il proprio confine che molti di noi hanno, quasi mai per libera scelta, fatto propria o, avendola fatta propria, assurta al ruolo di virtù, porta inevitabilmente a rompere gli argini da qualche parte, con conseguenze dannose, talvolta rovinose per l’individuo e per la collettività. Parlare di rispetto verso se stessi non è certo da confondersi con l’avidità, l’eccesso di narcisismo o la prevaricazione sugli altri: nel testo da me redatto mi pare che questa distinzione si evinca piuttosto facilmente, e come sia difficile pervenire a tale equilibrio. Ad ulteriore precisazione dirò qui che non solo io penso, ma è stato ampiamente accertato e riconosciuto che non è possibile accedere e poter mantenere il rispetto verso gli altri, senza prima aver attraversato e inteso fino in fondo il rispetto verso se stessi. Così come l’ascolto di sé, quello vero, permette di meglio intendere, distinguendola dalla nostra, la domanda dell’altro.
Mi dirà, gentile Gpt, se sono riuscita ad intendere un poco la Sua.
Un vivo e cordiale saluto
Articolo di riferimento :
Altri commenti all'articolo [
] Commento di Ivana Cenci aggiunto il 11.10.2007 Gentile direttore Di Scalzo
Personalmente non mi sentirei poi così sicura, lo sa? di definire queste relazioni “non pericolose”!
Ha visto anche Lei che quasi, quasi, si è temuto di far cadere, e in qual disdicevole modo, la regina?
Per fortuna, con un poco di ironia, siamo riusciti ad accordare un po’ di respiro agli alfieri, mantenendo salda colei che, senza fallo, cadendo ci condurrebbe fatalmente allo scacco matto.
Ahhhh,, l’ironia, verità pudicamente velata…. sol a chi le sa intendere, rivela le sue forme!
Mi perdonerà il gioco di parole, io pure sono toccata dall’interesse sollevato da questo articolo, e gran giovamento e ripensamento assai ne traggo, dato che il questionar dei lettori è sincero e pertinente, e ad altri lembi di verità conduce.
E perché, vista l’inusitata apertura di sguardo e di orizzonti, e l’attitudine all’innovazione ampiamente testimoniate da entrambe le riviste, non osare questo viaggio inverso, dal web alla carta stampata?
La mia disponibilità è salda, egregio direttore... almeno quanto la regina
Ammesso che, come garanzia, questo possa bastare
Saluti vivissimi
Articolo di riferimento :
Altri commenti all'articolo [
]
<< | < | 1411 | 1412 | 1413 | 1414 | 1415 | 1416 | 1417 | 1418 | 1419 | 1420 | > | >>
|