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Gli “Anni perduti” di Emilio Tonelli
Emilio Tonelli, con alcuni compagni, ricevuto in Val Gardena dal Presidente Sandro Pertini
Emilio Tonelli, con alcuni compagni, ricevuto in Val Gardena dal Presidente Sandro Pertini 
26 Febbraio 2008
 

Una storia d’altri tempi quella di Emilio Tonelli, che a pochi anni dalla sua scomparsa, merita di essere raccontata prima che l’oblio di questa società ormai “senza memoria” cancelli irrimediabilmente il ricordo di quegli anni, che per tanti di quella generazione sono stati “perduti”, e sbiadisca l’immagine di quegli eroi che hanno contribuito a forgiare la nostra società libera. Per questo motivo il Circolo Culturale Filatelico Numismatico di Morbegno, che tra i suoi obiettivi cardine ha quello di promuovere la cultura locale attraverso la ricostruzione del passato, ha deciso di dare alle stampe, in una pubblicazione estremamente lucida e appassionante, corredata anche da immagini fotografiche originali dell’epoca, il diario di uno dei protagonisti della Resistenza valtellinese.

La miseria, il sacrificio, la lotta per la sopravvivenza che le nostre genti hanno sperimentato durante tutto il periodo della seconda guerra mondiale e del nazi-fascismo, quando l’Italia era soggiogata dai tedeschi, sono cose che ormai solo pochi ricordano personalmente, in quanto i reduci della guerra, per via dell’età, non sono molti e in una società che tutto “brucia”, i racconti dei nonni non trovano più spazio. Ma quanto abbiamo perso in questi decenni, quanti valori dei quali ci dobbiamo riappropriare! È un dovere che abbiamo verso le nuove generazioni, che sono figlie di un altro periodo, quello del materialismo e del consumismo, che sta dando solo frutti amari. Ed ora, che il cosiddetto benessere è in discussione a causa della globalizzazione, chi non ha una formazione solida rischia di venire travolto dalle difficoltà che fanno parte del vivere quotidiano. Per la maggior parte delle persone del giorno d’oggi, che non hanno vissuto le restrizioni e le privazioni, le libertà conquistate a caro prezzo da quelli che ci hanno preceduto sono cose scontate e spesso svalutate. Per capire il contesto nel quale avvennero i fatti realmente accaduti e narrati in questa pubblicazione dobbiamo fare un passo indietro e ripercorrere le tappe fondamentali che hanno caratterizzato quegli anni.

La Seconda guerra mondiale, durata dal 1939 al 1945, è stato il secondo grande conflitto del XX secolo, in cui furono coinvolti quasi tutti i paesi del mondo e che vide aspri scontri anche al di fuori dell'Europa. Iniziò il 1° settembre 1939 con l'attacco alla Polonia da parte della Germania nazista, che già aveva stipulato patti con l'Italia e con il Giappone, e si era annessa l'Austria e la Cecoslovacchia. Ai tre paesi si opposero, conquistando la vittoria finale, le truppe di Inghilterra, Francia, Russia, Stati Uniti e paesi alleati. Uno dei momenti di svolta di questa immane tragedia fu l’otto settembre del 1943. Alle ore 9:45 la radio italiana trasmette su tutto il territorio nazionale, il comunicato del Maresciallo Pietro Badoglio, registrato alcune ore prima: «il Governo italiano, riconosciuta l'impossibilità di continuare l'impari lotta contro la soverchiante potenza avversaria, nell'intento di risparmiare ulteriori e più gravi sciagure alla nazione, ha chiesto l'armistizio al Generale Eisenhower, Comandante in capo delle forze anglosassoni. La richiesta è stata accettata. Conseguentemente, ogni atto di ostilità contro le forze anglo-americane deve cessare da parte delle forze italiane, in ogni luogo. Esse però reagiranno ad eventuali attacchi da qualsiasi parte provenienti». La fuga dei vertici militari, del Capo del Governo Pietro Badoglio, del Re Vittorio Emanuele III, e di suo figlio Umberto II di Savoia da Roma dapprima verso Pescara proseguita poi verso Brindisi, la confusione, provocata soprattutto dall'utilizzo di una forma che non faceva comprendere il reale senso delle clausole armistiziali fu dai più invece erroneamente interpretata per come la fine della guerra generando ulteriore confusione presso tutte le forze armate italiane in tutti i vari fronti sui quali ancora combattevano, e che, lasciate senza precisi ordini, si sbandarono. Abbiamo pertanto in Italia, all’8 Settembre, la presenza degli eserciti angloamericani al Sud che procedevano con molta lentezza, dall'altra parte, praticamente tutta la penisola, la grossa presenza delle divisioni tedesche che occupavano il nostro territorio. Tra le ritorsioni degli ex-alleati nazisti ricordiamo l'eccidio sull’isola greca di Cefalonia, strage compiuta da reparti dell'esercito tedesco ai danni dei soldati italiani. Persero la vita in modo drammatico circa 12.000 uomini. Anche in Valtellina alcuni decisero di opporsi a questo regime e quindi nacquero i gruppi partigiani.

Emilio, classe 1918, nasce da una famiglia povera, come la maggior parte delle persone di quel periodo storico, e rimane orfano di madre a pochi anni di vita. Quando ha dovuto imbracciare le armi per la patria l’ha fatto con onore, sfidando la sorte in situazioni molto critiche. Il suo coraggio e la sua umanità verso i compagni in difficoltà l’hanno sempre distinto e gli è stata conferita una medaglia al valor militare per un’azione eroica portata a termine a sprezzo del pericolo. Ha partecipato alla campagna militare sul fronte francese e poi ha combattuto in Albania e Grecia come mitragliere nel corpo degli alpini. Successivamente è stato inviato in Jugoslavia.

Nel 1944 si è unito alla 55ª Brigata “Rosselli” che operava nel Morbegnese e nell'Alto Lario. È stato comandante partigiano del distaccamento “Rosalino Pilo”. Dopo la Liberazione Emilio ha fatto parte della Polizia Civile di Como, periodo durante il quale ha raccolto le sue memorie. Nell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia è stato fra i coordinatori dei gruppi e delle manifestazioni che si svolgevano nella Bassa Valle. È stato ricevuto anche con alcuni compagni dal Presidente della Repubblica Sandro Pertini, anche lui fervido partigiano. È scomparso il 18 agosto del 2005.

Nel libro sono pubblicate anche una ventina di documenti originali dell’epoca messi a disposizione dai due collezionisti Aurelio Moiola e Valerio Martinalli.

Questa pubblicazione postuma ci consente di capire meglio quest’uomo, che nonostante i suoi numerosi meriti non ha mai ostentato il suo valore dandoci una grande lezione di umiltà e serietà. Personalmente ritengo questo diario una pagina importante della storia valtellinese, scritta con semplicità e con una umanità che portano il lettore alla fine del racconto tutto d’un fiato. Consiglio la lettura a tutti, ma in particolare agli abitanti di Regoledo di Cosio che devono sicuramente essere riconoscenti a Emilio e a tutte quei concittadini che hanno messo a repentaglio la loro vita per il bene comune.


La presentazione di Anni perduti si è svolta a Regoledo, presso il salone del Centro Anziani, venerdì 15 febbraio 2008 alle ore 21. L’iniziativa è stata organizzata dal Circolo Culturale Filatelico Numismatico Morbegnese, editore del libro, con la collaborazione dell’Amministrazione comunale di Cosio Valtellino e della Provaltellina. Per tale occasione è stata allestita dal Circolo una mostra relativa alla seconda guerra mondiale, con reperti dell’epoca messi a disposizione dalle collezioni di Aurelio Moiola e Valerio Martinalli. È rimasta aperta al pubblico venerdì 15 e sabato 16 febbraio ed è stata visitata, oltre che dalla popolazione, anche da alcune classi delle scuole medie di Regoledo.

Alla serata, alla presenza di un’ottantina di persone, un numero davvero considerevole dato che in genere le presentazioni di libri non sono molto frequentate, sono intervenuti: Lorenzo Del Barba presidente del Circolo Culturale Filatelico Numismatico Morbegnese (presentatore della serata), Fausta Svanella sindaco di Cosio Valtellino, Giuseppe Rinaldi presidente dell’Anpi per la provincia di Sondrio, Eugenio Salvino assessore alla cultura del Comune di Cosio Valtellino, Stefano Martinalli autore della prefazione, Alberto Vido dell’Associazione “Nastro Azzurro” (decorati al valore militare), Cesare Dell’Oca in rappresentanza della ProValtellina e, per la famiglia, Gabriele Tonelli (figlio di Emilio).

 

Paola Mara De Maestri

(per 'l Gazetin, marzo 2008)

 

 

Emilio Tonelli, Anni perduti. Memorie di un protagonista della Seconda Guerra Mondiale e della resistenza in Valtellina, Circolo Culturale Filatelico Numismatico Morbegnese, 2008


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