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Sergio Caivano. Guernica
22 Marzo 2022
 

C’è un dipinto famoso, raffigurante la scena drammatica della strage, dello strazio di tante persone uccise contemporaneamente dalle bombe. Il dipinto, buttato di getto, è dovuto ad un grande pittore, Pablo Picasso. La scena sommariamente descritta rappresenta l’effetto tragico del bombardamento di Guernica, cittadina spagnola. Ricordiamo il fatto. Siamo nel 1937. Le elezioni nazionali hanno visto trionfare il Fronte popolare, costituito da socialisti, comunisti ed altre forze di sinistra, che conseguono la maggioranza assoluta dei seggi in Parlamento ed abbattono la monarchia. È alle porte una politica di riforme sociali che vadano incontro alle esigenze degli ultimi, dei poveri, dei diseredati, dei lavoratori. Tutto ciò è inaccettabili ai ricchi, ai nobili, ai benestanti. Tanto più in un’Europa dove ci sono forze nazionaliste, fasciste, naziste al potere.

Il pericolo di una “rivoluzione socialista”, fa scattare la controrivoluzione reazionaria. La guida il generalissimo Francisco Franco che può contare anche su parte delle forze armate. In tutta la Spagna si assiste ad una dura lotta civile. Le sorti appaiono incerte. Vi partecipano non solo gli spagnoli, ma anche volontari di altri Paesi europei. L’Italia fascista è presente con propri “volontari”, per lo più obbligati a partecipare. Ma vi sono anche effettivi volontari italiani che affiancano le sinistre, circa 3.500. Tra questi ci sono nomi noti, come quelli di Emilio Lussu, Randolfo Pacciardi, Pietro Nenni, che scriverà il libro Spagna pubblicato da Sugarco nel 1976 e di Carlo Rosselli, a cui verrà dedicato un altro libro, edito da Einaudi, sempre nel 1976, dal titolo esplicativo: Oggi in Spagna, domani in Italia. Carlo Rosselli, per una flebite, tornerà in Francia, dove troverà la morte assieme al fratello Nello, a Bagnoles-de-l’Orne, ad opera dei Cagoulardes, francesi di estrema destra, ricompensati generosamente dal regime fascista italiano.

Le sorti dello scontro sono ancora incerte. Hitler e Mussolini decidono d’intervenire più pesantemente, usando anche l’aviazione. Nel mese di aprile numerosi velivoli tedeschi ed italiani sorvolano Guernica, cittadina dove, in quel momento, ci sono solo civili, e scaricano, a più riprese, diverse tonnellate di bombe. È, forse, il primo bombardamento “a tappeto” della storia. L’effetto è devastante. Vengono barbaramente uccise migliaia di persone e ferite tante altre, tutte civili. La cittadina viene pressoché totalmente distrutta, restano soltanto le macerie.

Forse oggi avremmo dimenticato il truce episodio, se non ci apparisse sotto gli occhi quel raccapricciante dipinto di Pablo Picasso, fatto subito dopo, in tempo per essere presentato all’Esposizione internazionale di Parigi nel mese di luglio dello stesso 1937. Picasso ha così voluto immortalare il genocidio degli abitanti di Guernica, sfortunata cittadina basca.

 

Sergio Caivano


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