Giovedì , 28 Marzo 2024
VIGNETTA della SETTIMANA
Esercente l'attività editoriale
Realizzazione ed housing
BLOG
MACROLIBRARSI.IT
RICERCA
SU TUTTO IL SITO
TellusFolio > Scuola > Manuale Tellus
 
Share on Facebook Share on Twitter Share on Linkedin Delicious
Sergio Caivano. Gaetano Arfé partigiano in Valtellina
04 Giugno 2022
 

Pochi sanno, oggi, chi era Gaetano Arfé. Pochissimi che ha fatto il partigiano in Valtellina. Ne ripercorro la storia.

Napoletano di nascita, sviluppa sin da giovane un profondo sentimento antifascista, favorito dalla frequentazione di personaggi tra loro diversi ma concordi nell’avversione al regime, da Benedetto Croce a Giorgio Napolitano. S’impegna in un’opera di proselitismo contro il regime. Segnalato alle autorità di polizia, viene controllato. Per evitargli possibili sciagure, il padre Raffaele lo invia lontano, presso uno zio impiegato a Sondrio e ivi residente nella casa INCIS di via Stelvio. Frequento anch’io quella casa. Ho modo di conoscerlo. Oggi posso aggiungere altro. Perché Gaetano, anche a Sondrio, entra in contatto con la rete antifascista. Di notte, con Carlo Chiaravallotti scrive sui muri: “Abbasso i fascisti!”. Poi recapita alle formazioni partigiane messaggi del CLN. Aiuta perseguitati politici ed ebrei a rifugiarsi in Svizzera. In seguito ad una delazione, subisce il carcere di Via Caimi, ove incontra Giulio Chiarelli, noto antifascista, che sta scontando una delle tante pene a lui inflitte. Arfé viene rilasciato, ma sempre controllato da agenti segreti e spie fasciste.

Decide di fare la scelta definitiva, ed entra nella “Brigata Mortirolo” operante in Val Grosina, fino alla Liberazione. Poi torna a Napoli, si laurea, precisa il pensiero politico, segnato dal socialismo di Carlo e Nello Rosselli. Di Arfé non si sa se ricordare lo storico insigne, il politico appassionato, il professore impegnato o il giornalista scrupoloso. Perché Arfé racchiude in una sola persona tutto questo. Convinto assertore degli ideali e dei valori della libertà e del socialismo, dedica la sua vita a portarli avanti, con assoluto disinteresse personale. È considerato uno dei massimi storici del socialismo italiano di Turati, Matteotti, Rosselli, infine Pietro Nenni. Socialismo influenzato da personaggi di diversa estrazione, come Piero Calamandrei, Tristano Codignola, Enriques Agnoletti, persino Don Milani. Scrive la Storia dell’Avanti nella quale ricostruisce le vicende del massimalismo e del riformismo, la Storia del socialismo italiano 1892-1926, e poi la Storia delle idee politiche economiche e sociali, per finire con La questione socialista, ove spiega i motivi del suo abbandono del Partito negli anni di Craxi.

Dirige il quotidiano L’Avanti per circa un decennio, è a lungo condirettore di Mondo operaio. Diventa professore di Storia contemporanea e di Storia dei partiti e dei movimenti politici in diverse Università. Rappresenta il PSI come deputato e poi come senatore. Nel 1949 con Ferruccio Parri, Aldo Aniasi, Antonio Greppi, Norberto Bobbio, Piero Calamandrei, Leo Valiani, entra nella FIAP (Federazione italiana associazioni partigiane) coi patrioti di Giustizia e Libertà.

Noi valtellinesi lo ricordiamo per la sua permanenza a Sondrio e, soprattutto, per la partecipazione alla guerra di Liberazione con la “Brigata Mortirolo”. Anche Arfé non ha dimenticato la Valtellina. Su Immagini della Resistenza (pp. 23, 24, 25) ricorda come la permanenza in provincia gli abbia lasciato tracce indelebili. Alcune persone gli aprono la mente. Innanzitutto Piero Foianini: “medico bravissimo, uomo di commovente umanità, patriarca dell’antifascismo valtellinese. Fu lui a mettermi in contatto con altri compagni del partito d’azione: Mario Buzzi, Teresio Gola, Ercole Isella, il socialista Ugo Spinelli, e giovani impegnati nell’accompagnare in Svizzera prigionieri di guerra, perseguitati politici, ebrei”. È sempre Foianini a fargli presente la necessità della lotta armata, da condurre senza odio, per la dignità e per la libertà dell’Italia. A seguito di una delazione, finisce in carcere. “Nelle gelide celle di Via Caimi conobbi il mio primo comunista, Giulio Chiarelli. Nessun dubbio incrinava la sua fede nel comunismo, ma assieme alla fede egli aveva anche le altre virtù dei cristiani delle catacombe, la speranza e la carità… Mi raccontò, senza enfasi, del fronte popolare francese e della guerra di Spagna nella quale era rimasto ferito”. Ed aggiunge: “A Grosotto conobbi un giovanissimo partigiano, Maurizio Scarì “Paride”, il più giovane della formazione, che brillò per coraggio, che fu ferito alla vigilia della Liberazione, decorato dagli Alleati e rimasto nei decenni tra i miei amici più cari. Da lui risalii a suo padre Giovanni, che era stato operaio a Torino… Da lui sentii per la prima volta il nome di Gramsci, da lui appresi cosa era stata l’occupazione delle fabbriche nel 1920… e la carica criminale dello squadrismo torinese”. Così prosegue: In Val Grosina scoprii l’Europa. Questa volta il maestro fu un disertore tedesco, un operaio di Amburgo, approdato alla nostra formazione con una fotografia in mano, quella della sua famiglia distrutta da un bombardamento. Era straziato, tenuto in vita dalla volontà di contribuire a trovare il modo perché mai più bande di pazzi criminali potessero mandare i popoli a scannarsi tra loro. E il rimedio lo aveva trovato: abbattere le frontiere, sciogliere gli eserciti, fare di tutti i popoli d’Europa un popolo solo”.

In seguito ritornammo sul tema con Plinio Corti, commissario della Divisione, il quale ci informò che un gruppo di compagni aveva lanciato, già nel ’41, un manifesto “per l’Europa libera e unita” e aveva fondato un movimento per la federazione europea. Era il gruppo, ho saputo dopo, capeggiato da Altiero Spinelli”. Così continua: “Ho vissuto allora… il significato vero di parole offuscate dalla retorica o storpiate dalla demagogia: pace, patria, libertà, dignità della persona umana, solidarietà nei popoli e tra i popoli”. E conclude: “Se oggi, varcata la soglia della vecchiaia, posso guardare indietro, avendo errori da riconoscere ma non peccati di cui pentirmi lo debbo a loro. È questo il mio debito di gratitudine verso la Valtellina. È per questo che da allora continuo ad amarla come la mia patria”.

Da sempre passa le ferie a Grosotto, ospite della famiglia Scarì, con la quale i ricordi comuni, le avventure, i pericoli corsi in quel periodo ad un tempo tragico ma anche esaltante, che segna per sempre la vita, si sprecano, obbligandoli a far le ore piccole. Quando scompare, l’allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano invia un toccante messaggio contenente il ricordo di una vecchia amicizia, l’omaggio al combattente per la Libertà, al giornalista, allo scrittore, al politico impegnato con assoluto disinteresse personale.

 

Sergio Caivano


Articoli correlati

  Pier Paolo Segneri. Democrazia reale e democrazia liberale
  Gino Songini. Vieni, Spirito Creatore
  Lidia Menapace. Anomia
  Rita Bernardini. Cominciamo bene?
  Giorgio Napolitano: “La detenzione non deve umiliare la dignità delle persone”
  Paolo Diodati: Perché Giorgio Napolitano "non può" essere Tommaso Pignatelli
  Lidia Menapace. La deriva dell'antipolitica
  Paolo Diodati. Dei ns. Presidenti “migliori”
  Lidia Menapace. La deriva costituzionale
  Lettera del Presidente della Repubblica Napolitano a Marco Pannella
  Marco Pannella. Caro Napolitano, perché almeno tu conosca...
  Sergio Caivano. Guernica
  Sergio Caivano. “Mussolini il capobanda” di Aldo Cazzullo
  Gino Songini. A proposito della libertà di stampa
  I funerali di Petter e un documento da lui raccomandato
  Sergio Caivano. I primi partigiani conosciuti
  Giovanni Maria di Lieto. Per non dimenticare Stefania Venturini
  Acqui Terme. Dopo 11 anni il monumento alla resistenza è tornato al suo posto
  Scuola e Diritti. Articolo 33
  Pacs, De Lucia. Sull’art. 7 della Costituzione Napolitano sbaglia
  “Religione, ragione e laicità nel pensiero dei classici”
  Piero Calamandrei. Resistenza
  Sergio Caivano. La Costituzione. Il pensiero di Calamandrei
  “Nuova Repubblica” (1953 – 1957)
  Alberi della pace. Al monastero di Santa Giulia in Brescia
  Dell’amore per la musica, la vita e l’umiltà
  Un appello dei “ragazzi di don Milani”
  Paolo Fasce. Lo sciopero al contrario
  Mauro Raimondi. Sembra ieri…
  Pier Luigi Fanetti. Ritorno a Barbiana
  Gruppo Abele. “La scuola che ci piace”
  Maria Paola Forlani. I predatori dei ‘Beni artistici’, dei ‘Beni della comunità’
  Sandra Chistolini. La Scuola di Barbiana di don Lorenzo Milani
  Maria Lanciotti. Bignamino di una cronaca non ancora storicizzata – 1
  Guido Monti. Luciano Bolis, eroe della Resistenza europea
  Sergio Caivano. La scomparsa di Laura Wronowski, nipote di Giacomo Matteotti
  Carlo Ruta. La storia cambi passo
  Manuale di sopravvivenza alla nuova sinistra. È uscito Il libro volante 2
  Francesco Pullia. Un progetto federalista per sconfiggere la spirale della violenza
  Piero Cappelli: Napolitano & Spinelli
  Andrea Ermano. Noi non ne siamo degni, ma loro sì
  Maria Lanciotti. Il Manifesto di Ventotene
  I brevissimi/ Maria Lanciotti. Voci dall’isola
  Ventotene. Fino al 4 settembre, duecento giovani al seminario dei federalisti europei
  Brivio e Monti. Ora e sempre resistenza europea! Buon 9 maggio a tutti
  Brivio e Monti. Dar vita a una effettiva cittadinanza attiva europea
  Giuseppe Candido. Europa dei Governi Nazionali o Patria europea?
  Emma Bonino e Marco De Andreis. Non serve minacciare tagli. L’unica via sono gli eurobond
  Vincenzo Donvito. Riflessioni di un patriota alla vigilia del 20 Settembre
  Guido Monti. La vera discriminante è tra europeismo o sovranismo
  Napolitano: «Motivo di fiducia che i più convinti ed entusiasti sostenitori dell’Europa siano i giovani»
  Sondrio. Il Giorno della Memoria nel nome di Ferruccio Scala
 
 
 
Commenti
Lascia un commentoNessun commento da leggere
 
Indietro      Home Page
STRUMENTI
Versione stampabile
Gli articoli più letti
Invia questo articolo
INTERVENTI dei LETTORI
Un'area interamente dedicata agli interventi dei lettori
SONDAGGIO
TURCHIA NELL'UNIONE EUROPEA?

 72.7%
NO
 27.3%

  vota
  presentazione
  altri sondaggi
RICERCA nel SITO



Agende e Calendari

Archeologia e Storia

Attualità e temi sociali

Bambini e adolescenti

Bioarchitettura

CD / Musica

Cospirazionismo e misteri

Cucina e alimentazione

Discipline orientali

Esoterismo

Fate, Gnomi, Elfi, Folletti

I nostri Amici Animali

Letture

Maestri spirituali

Massaggi e Trattamenti

Migliorare se stessi

Paranormale

Patologie & Malattie

PNL

Psicologia

Religione

Rimedi Naturali

Scienza

Sessualità

Spiritualità

UFO

Vacanze Alternative

TELLUSfolio - Supplemento telematico quotidiano di Tellus
Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
Sede legale: Via Fontana, 11 - 23017 MORBEGNO - Tel. +39 0342 610861 - C.F./P.IVA 01022920142 - REA SO-77208 privacy policy