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Troppa cocaina in Italia? 
Una non-notizia che conferma la necessità' di cambiare le norme sulle droghe
02 Febbraio 2007
 

Le dichiarazioni di ieri del ministro dell'Interno, Giuliano Amato, sull'eccessivo consumo di cocaina in Italia, hanno sollevato l'ennesimo allarme droga. E come nei precedenti teatrini, stanno arrivando puntuali commenti tipo: "lo sapevo", "tutta colpa della Turco che ha innalzato le tabelle" ecc.

Per cui non è male ricordare che il decreto del ministro della Salute, Livia Turco, ha aumentato il quantitativo massimo di cannabis per uso personale, ma la cannabis non è cocaina, anche se la per la legge Fini-Giovanardi sono equiparate. Inoltre non esiste dimostrazione scientifica che il consumo di una induca al consumo dell'altra.

Non si può continuare a non guardare cosa succede al di là dei propri confini nazionali per accorgersi cosa succede in altri Paesi (Svizzera, Olanda ecc..) dove con legislazioni di tutt'altro tono si è raggiunta una diminuzione di consumi e morti. In Italia per ora siamo fermi a guardare quello che succede, lasciando in mano alla malavita organizzata lo spaccio di droga, e nell'illegalita' milioni di persone che usufruiscono di sostanze stupefacenti.

Il ministro della Solidarietà Sociale Paolo Ferrero, rispondendo ad una mia interrogazione, mi ha rassicurato ma solo in parte. Non c'è ancora un ddl del Governo in materia di droga, ma è stato istituito un tavolo interministeriale per tracciare delle linee guida che dovrebbero prevedere la depenalizzazione del consumo come indicato dal referendum del 1993; l'eliminazione delle sanzioni amministrative e delle tabelle, affidando al giudice la scelta di distinguere tra consumo e spaccio e l'inquadramento del fenomeno dal punto di vista socio-sanitario e non di polizia.

L'allarme del ministro Giuliano Amato va letto anche in questo senso e la peggiore risposta sarebbe quella di aumentare la repressione e basta.

 

Donatella Poretti


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