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È morto lo scrittore Carlo Castellaneta. Mi incoraggiò a diventare un poeta
28 Settembre 2013
 

Milano – Lo scrittore Carlo Castellaneta è morto a Palmanova, Udine, a causa di una malattia polmonare. Aveva 83 anni. La sua fama era legata alla città di Milano, dove era nato nel 1930. E proprio a Milano lo conobbi, all'età di quattordici anni. Dopo aver letto in classe il suo primo romanzo In viaggio col padre, il nostro insegnante di italiano, che era suo amico, lo invitò a un incontro con noi studenti. Al termine dell'incontro, gli chiesi, molto timidamente, di leggere una delle mie prime poesie, dedicata al quartiere milanese di Quarto Oggiaro, dove abitavo allora con la mia famiglia. Ricordo ancora i versi di quella poesia: «I palazzi del mio grigio quartiere / Solo per povertà sono abitati. / Somigliano un pochino alle galere: / Son brutti, enormi e mal edificati. / Piccoli e scalcinati appartamenti / All'interno, d'intonaci ammuffiti. / Solo gli scarafaggi son contenti / Di viver fra quei muri scoloriti». Lo scrittore prese dalle mie mani il foglio dattiloscritto, lesse e... mi abbracciò! Mi rivolse complimenti che mi fecero ammutolire e diventare rosso di fronte all'insegnante e ai miei compagni. Mi raccomandò di restare sempre fedele alla poesia e mi diede il suo numero di telefono, che scrissi su un biglietto del tram che malauguratamente smarrii (forse mi cadde dalle mani tremanti nel momento stesso in cui cercai di riporlo nel portamonete), senza avere, successivamente, il coraggio di chiederlo al mio “prof”. Le parole di Carlo Castellaneta mi diedero sicurezza, perché da ragazzo ero molto introverso e insicuro, in merito alle mie qualità letterarie. Sarei potuto diventare un suo allievo o saremmo potuti essere amici, ma il destino – quel destino che ritroviamo come un elemento fondamentale per l'esistenza umana nella sua narrativa – decise diversamente.

Addio, Carlo Castellaneta: ti ricordo con affetto.

 

Roberto Malini


 
 
 
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