Venerdì , 04 Ottobre 2024
VIGNETTA della SETTIMANA
Esercente l'attività editoriale
Realizzazione ed housing
BLOG
MACROLIBRARSI.IT
RICERCA
SU TUTTO IL SITO
TellusFolio > Critica della cultura > Lo scaffale di Tellus
 
Share on Facebook Share on Twitter Share on Linkedin Delicious
Federico Fellini by Mediane. L'ultimo lavoro di Gordiano Lupi
26 Maggio 2009
 

Gordiano Lupi

Federico Fellini

A cinema greatmaster

Mediane, 2009, pagg. 300, Euro 25

(Carta fotografica, Selezione di foto originali)


Federico Fellini è senza dubbio il regista Italiano più conosciuto al mondo, oltre ad essere considerato come una fra le menti più fertili e visionarie del nostro cinema del dopoguerra. Più di ogni altro regista egli è stato in grado di trasformare la realtà della vita nel surrealismo della propria arte. Per quanto proveniente dalla scuola del neorealismo, l’eccentricità delle caratterizzazioni di Fellini e la sua “commedia dell’assurdo”, lo hanno allontanato dai suoi colleghi contemporanei quali Vittorio de Sica o Roberto Rossellini, identificandolo fino a renderlo unico.

Gordiano Lupi ripercorre la vita e la carriera cinematografica del grande regista riminese, integrando gli scritti da numerose citazioni del maestro, oltre ad una approfondita analisi di tutta la sua produzione.

Una selezione di rare ed inedite fotografie, ritraggono Fellini in vari momenti: sul set, dietro la macchina da presa ed in numerose istantanee di vita pubblica e mondana.

 

Di seguito, articolo di G. Lupi su La dolce vita



La svolta de La dolce vita


La dolce vita (1960) racconta la vita fallimentare del giornalista Marcello Rubini (Mastroianni) che ha abbandonato ogni ambizione letteraria, scrive per una rivista scandalistica e frequenta le notti romane a caccia di emozioni. Il film inizia con una visione simbolica del giornalista che sorvola la città in elicottero trasportando una gigantesca statua di Cristo. Fellini utilizza la dissolvenza per inserire nuove situazioni che presentano reporter d’assalto, tentati suicidi e un’attrice che arriva all’aeroporto. La parte interpretata da Anita Ekberg impegna buona parte del primo tempo e presenta un’attrice simbolo del modello felliniano di donna opulenta e sensuale.

«Anitona Ekberg mi ricordava le prime tedesche che arrivavano a Rimini in sidecar, già ad aprile si spogliavano sul molo e si tuffavano nell’acqua gelida, come trichechi», commenta Fellini.

Anita incontra Marcello davanti al panorama di San Pietro, finisce nel bel mezzo di una festa alle Terme di Caracalla, balla mambo e cha cha cha, soccorre un gattino per i vicoli di Roma, trascorre una notte brava che termina con un bagno nella Fontana di Trevi. La serata di musica frenetica mette in primo piano un giovanissimo Adriano Celentano con il suo clan, tra i protagonisti della festa. Un altro episodio polemizza con le false apparizioni mariane e la credulità popolare, ma sono sequenze che portano problemi con il Vaticano e con la stampa cattolica. Rubini passa il tempo seduto ai tavoli dei bar di via Veneto, collabora con un fotografo soprannominato Paparazzo (da questo film nasce il neologismo), si immerge in un mondo rutilante e borghese. Il giornalista incontra il padre e i due trascorrono una serata al night, dove il genitore si invaghisce di una ballerina. Marcello è fallito anche come figlio, perché ammette di non conoscere il padre, un uomo troppo impegnato per dedicargli tempo. Il dialogo padre–figlio a casa della ballerina, dopo un malore che finisce per far fallire il rapporto, è un grande pezzo di teatro. Il vecchio genitore dà le spalle al figlio, guarda fuori dalla finestra e mormora: “Bisogna che vada”. Non accetta il passare del tempo, vorrebbe essere ancora giovane, non dover giustificare un malore, soprattutto non doversi vergognare davanti al figlio. Lo scrittore fallito Steiner (Alain Cuny) afferma di essere “troppo serio per fare il dilettante e incapace di fare il professionista”, ma soprattutto non riesce a vivere distaccato dalla realtà e fuori dal tempo. Ama i suoi figli con tutto il cuore, li bacia prima di andare a dormire, li accudisce, ma finisce per ucciderli e si suicida con un colpo di pistola alla tempia. Marcello deve consolare la moglie affranta dal dolore, mentre reporter cannibali scattano foto a ripetizione. “Forse aveva paura di se steso. Di noi tutti”, conclude Marcello. A questo proposito citiamo un’interpretazione avanzata da Mario Aprile Zanetti che vede come chiave di lettura del film la presenza di due nature morte di Giorgio Morandi nella sala dove si svolge il dialogo tra Steiner e Rubini. «La natura morta di Morandi e la sequenza del salotto intellettuale di casa Steiner rappresentano una grande varietà di bottiglie e di persone. Mastroianni e Cuny oltre che del quadro parleranno anche dell’esistenza umana, sospesa tra paura e desiderio, entusiasmo e depressione, ordine e caos». (M. A. Zanetti, La natura morta de La dolce vita, Istituto Italiano di Cultura e New York Film Academy). L’interpretazione di Zanetti mette in stretta connessione Giorgio Morandi e Federico Fellini, come due artisti capaci di creare capolavori partendo dalle cose semplici e da attori poco conosciuti. Il tema del film diventa quello dell’arte in generale: la vita stessa come capolavoro.

La vita di Marcello Rubini prosegue con una giornata trascorsa in un locale sul mare dove scrive un articolo, conosce una ragazzina che fa la cameriera (Valeria Ciangottini) e si lascia infastidire dalle note del juke-box. La notte romana prosegue con un festino a casa di nobili, tra prostitute che dicono di amarlo, omosessuali, spogliarelli e finte sedute spiritiche. Marcello litiga con la compagna, è insoddisfatto di tutto e non sopporta l’amore come convenzione borghese. “Non vuoi bene a nessuno. Resterai per sempre solo”, dice lei. “Non posso passare la mia vita a voler bene a te”, risponde il giornalista. Fellini ritrae Marcello come un uomo perennemente inquieto, insoddisfatto della vita, deluso da tutto, persino dall’amore. Non è un personaggio positivo, ma è soltanto un giornalista che si vende per denaro, che intervista il maggior offerente e che scrive ciò che vuole il pubblico. Il film è una discesa negli inferi di una città degradata, tra nobildonne che si lasciano cavalcare, si spogliano per noia e scelgono gli eccessi per sentirsi vivi. Un barlume di speranza è racchiuso in uno splendido finale che si stempera tra il rumore del mare e gli occhi innocenti di Valeria Ciangottini, ultimo incontro di Marcello mentre sulla spiaggia sta spuntando l’alba. Il giornalista, però, non sente le parole dell’innocenza, il rumore soffoca ogni cosa, lo sguardo dolce della ragazza resterà un ricordo, perché lui seguirà i borghesi annoiati.

Gli sceneggiatori Tullio Pinelli, Brunello Rondi, Ennio Flaiano e Federico Fellini descrivono incontri erotici, orge e folli avventure. Il film è un viaggio nella notte romana, all’interno di una società corrotta dove crollano miti, valori e convenzioni. La pellicola è teatrale, girata quasi tutta in teatri di posa, con pochi esterni, costruita su parti liriche e grandi prove recitative. Fellini cita il circo in un paio di sequenze al night quando presenta una sorta di clown come domatore musicale di tre donne vestite da belve. Subito dopo entra in scena un triste suonatore di tromba che fa l’incantatore di palloncini mentre intona un languido motivo.

La dolce vita fa da spartiacque della produzione felliniana e dà il via a una serie di pellicole meno legate alle tradizionali strutture narrative. È una pietra miliare della carriera di Fellini ma anche della storia del cinema, perché rompe con un vecchio modo di raccontare storie sul grande schermo. Marcello Mastroianni diventa l’alter ego del regista, che attraverso le parole dell’attore esprime la sua analisi spietata di una società borghese in disfacimento. Fellini non sarebbe d’accordo con questa considerazione perché ha sempre detto: «Marcello Mastroianni non è il mio alter ego, sono io a essere il suo alter ego!».

La pellicola suscita enorme scandalo, sia per la scena del bagno nella Fontana di Trevi, sia per l’orgia finale con spogliarello, sia per alcune scene di amori extraconiugali. Oscar Luigi Scalfaro scrive due articoli come “Basta!” e “La sconcia vita” per mettere all’indice La dolce vita su L’Osservatore Romano, proprio mentre in parlamento si discute sulla moralità dell’opera. Tra i critici cattolici il film viene difeso soltanto da padre Angelo Arpa, gesuita e filosofo amico di Fellini. Arpa intuisce il grande impatto estetico e sociale della pellicola, ma paga di persona per le sue idee liberali, visto che il Vaticano gli vieta di parlare di cinema in pubblico. Nonostante tutto il film conquista la Palma d’Oro a Cannes e Piero Gherardi vince l’Oscar per i costumi. La dolce vita è un film epocale anche perché Fellini riesce a inventare una nuova frase popolare che resta nel gergo quotidiano insieme a vitelloni, paparazzi e bidone. Non manca una satira dai toni farseschi ispirata a La dolce vita diretta nel 1961 da Sergio Corbucci, su soggetto di Steno e Lucio Fulci: Totò, Peppino e la dolce vita. Totò e Peppino De Filippo sono i mattatori di una commedia che riprende luoghi e situazioni del film originale tuffandoli nell’acido corrosivo della farsa.

La dolce vita porta a Fellini non pochi problemi dal fronte cattolico, ma pure le sinistre non si fidano di lui perché rifiuta di accettare il punto di vista marxista. Tutto questo non reca conseguenze negative al regista che viene premiato in tutto il mondo come autore geniale. Fellini va oltre le ideologie, deforma la realtà ma la racconta con poesia e libertà, miscelando neorealismo a eccessi barocchi.


Gordiano Lupi


Articoli correlati

  “Purtroppo oggi ci compiaciamo di essere artisti più che uomini”
  Maria Paola Forlani. Federico Fellini a 100 anni dalla nascita
  Domenica/ Matteo Moca. Avete visto “La mummia" di Chade Abdel Salam?
  Alberto Figliolia. Se per caso andaste per diporto a Cracovia...
  Andrea Dall’Asta. La Croce e il Volto
  Una visione di Fellini
  Gianfranco Cercone. “Prova d'orchestra” di Federico Fellini
  Commedia sexy all'italiana. Novità in libreria
  Pier Paolo Pasolini (Mediane Libri)
  Gordiano Lupi. I libri di cinema editi da Mediane
  In libreria Pierino contro tutti
  Gordiano Lupi. Avana Killing
  “Focus Cuba”. Al Carnevale di Castrovillari con William Navarrete e Gordiano Lupi
  Cor(ro)sivoTV/ Gordiano Lupi. Un tuttologo di nome Saviano
  Gordiano Lupi. Per non spegnere il nostro futuro
  Gordiano Lupi allo Speciale TG1 su Cuba. Domenica 23 alle ore 23
  Piombino. Novembre piovono libri
  Omar Santana. Voci sulle condizioni di Fidel Castro
  Spazio libreria, con Lupi e Micheletti, alla Festa Pd di Piombino
  Caffè Letterari a Reggio Emilia. Baraghini, Bianciardi, Lupi, Anelli e Bucciarelli
  Piombino. Cattive storie di provincia
  Gordiano Lupi. “Tifosi interisti per sempre” a cura di Alberto Figliolia
  In libreria/ Roberto Mosi. Sinfonia per San Salvi
  “Yoani Sánchez. In attesa della primavera” di Gordiano Lupi
  Gordiano Lupi. L’Avana letteraria di un Infante defunto
  Stefano Tamburini. “Mi rammento Piombino” di Gordiano Lupi e Riccardo Marchionni
  Gordiano Lupi. Ancora una volta febbraio
  Gordiano Lupi. LA MIA AVANA
  Marcello Rotili. Autentico elegante romanzo della memoria
  Gordiano Lupi. Cattive storie di provincia
  Gordiano Lupi. I miei Mondiali
  Il cielo sopra Piombino
  Gordiano Lupi a Caserta per parlare di Cuba
  Gordiano Lupi. Domani e Empoli, con Giusti e Guerri
  Gordiano Lupi. “Nonni” di Maria Antonietta Schiavina
  Gordiano Lupi. Sogno di primavera
  In libreria Félix Luis Viera tradotto da Gordiano Lupi
  Patrizia Garofalo. Sono al fianco di chi si batte per la democrazia e la libertà
  Due, anzi tre, appuntamenti con Gordiano Lupi
  Il Foglio TV. Aprile non è crudele con i libri
  Gordiano Lupi su Radio Rai Tre con “Cuba Magica”
  Vetrina/ Gordiano Lupi. Il sogno d’una cosa
  Gordiano Lupi. Il viaggio è un’avventura bianca e blu
  Gordiano Lupi. Perché scrivo poco di Cuba
  Gordiano Lupi domani al Liceo Leonardo di Milano
  Gordiano Lupi. Velina o Calciatore, altro che scrittore!
  Gordiano Lupi. Yoani Sánchez, in attesa della primavera
  Marisa Cecchetti. Del “Miracolo a Piombino” di Gordiano Lupi
  Gordiano Lupi. Lettera da lontano
  Fidel Castro compie 85 anni
  Gordiano Lupi. San Giuseppe Artigiano
  Gordiano Lupi. Fernando di Leo e il suo cinema nero e perverso. Novità in libreria
  Lupi su Cuba a Bologna. Aperitivo letterario venerdì alle 18
  Lettera di Yoani Sánchez, “intrappolata nella rete”, agli studenti di Cuneo
  Gordiano Lupi. Piombino Leggendaria
  Carlos Alberto Montaner. HAVANA REAL di Yoani Sánchez
  Gordiano Lupi. Una terribile eredità
  Gordiano Lupi
  Gordiano Lupi. Il mio triste mondiale
  “La nostra iniziativa è per una Cuba democratica, pluralista e libera”
  Patrizia Garofalo. Le segrete del castello
  In libreria/ “Anatomia de la mirada”, poesie d’amore e di esilio
  Un Cappuccetto rosso sangue. Un film che ricorda Joe D’Amato
  I libri di Gordiano Lupi su Cuba a Miami
  Gordiano Lupi presenta Yoani Sánchez all'Università di Pisa
  Gordiano Lupi. La morte di un padre
  Marsiglia e L'Avana: luoghi dell'anima per due scrittori
  Gordiano Lupi. Un reduce, L'Avana, l'ambiguità del male
  Gordiano Lupi. Nicolás Guillén, il poeta nazionale
  Gordiano Lupi. Storia della commedia sexy all'italiana
  Gordiano Lupi. Confesso che ho sbagliato
  Gordiano Lupi. Cuba prima della rivoluzione
  Stefano Pacini e Gordiano Lupi. Mi Cuba
  Alberto Figliolia. “Sogni e altiforni” di Lupi e De Vita
  Gordiano Lupi al Camaiore 2014 (XXVI Premio letterario) con Stefania Sandrelli
  Gordiano Lupi. Altoforno spento
  Almeno il pane, Fidel
  Gordiano Lupi. Miracolo a Piombino. Storia di Marco e di un gabbiano
  Gordiano Lupi. Lo scrittore sfigato
  Piombino tra storia e memoria
  Piombino. Vent’anni di Foglio Letterario
  Lo scrittore toscano dell'anno 2011. Gordiano Lupi tra i vincitori
  “El otro paredón”, L’altro muro. Assassinio della reputazione a Cuba
  Riviste/ Promo per il 24 (Nuova Serie) del Foglio Letterario
  La situazione a Cuba e i blogger alternativi
  Yoani Sánchez. Lady, I love you
  “Pier Paolo Pasolini, il cinema, l’amore e Roma” di Gordiano Lupi e Patrizio Avella
  Alberto Figliolia. Calcio e acciaio di Gordiano Lupi
  Gordiano Lupi e Sabina Marchesi. Coppie diaboliche
  Gordiano Lupi, por la democracia para Cuba
  Oltre i muri: da Cuba al Medio Oriente. La sfida per la democrazia
  Patrizia Garofalo e Gordiano Lupi. A proposito di Cuba. A Ferrara, Venerdì 19 settembre
  Una terribile eredità. Gordiano Lupi in Campidoglio con Giovanni De Ficchy
  Gordiano Lupi. Comunista? No, grazie
  Gordiano Lupi. Miracolo a Piombino
  Riviste/ Gordiano Lupi. “Poesia” di Crocetti, 23
  Veleno. Dieci storie per non dormire
 
 
 
Commenti
Lascia un commentoNessun commento da leggere
 
Indietro      Home Page
STRUMENTI
Versione stampabile
Gli articoli più letti
Invia questo articolo
INTERVENTI dei LETTORI
Un'area interamente dedicata agli interventi dei lettori
SONDAGGIO
TURCHIA NELL'UNIONE EUROPEA?

 70.3%
NO
 29.7%

  vota
  presentazione
  altri sondaggi
RICERCA nel SITO



Agende e Calendari

Archeologia e Storia

Attualità e temi sociali

Bambini e adolescenti

Bioarchitettura

CD / Musica

Cospirazionismo e misteri

Cucina e alimentazione

Discipline orientali

Esoterismo

Fate, Gnomi, Elfi, Folletti

I nostri Amici Animali

Letture

Maestri spirituali

Massaggi e Trattamenti

Migliorare se stessi

Paranormale

Patologie & Malattie

PNL

Psicologia

Religione

Rimedi Naturali

Scienza

Sessualità

Spiritualità

UFO

Vacanze Alternative

TELLUSfolio - Supplemento telematico quotidiano di Tellus
Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
Sede legale: Via Fontana, 11 - 23017 MORBEGNO - Tel. +39 0342 610861 - C.F./P.IVA 01022920142 - REA SO-77208 privacy policy