Il ddl sulla sicurezza appena votato dal Senato ha già prodotto, anche senza essere ancora in vigore, i suoi effetti devastanti e crudeli. La norma che introduce il reato di clandestinità obbligherà i pubblici ufficiali e gli incaricati di pubblico servizio a denunciare gli immigrati irregolari quando nell’esercizio delle loro funzioni vi si troveranno di fronte (scuola, sanità, anagrafe…). L’omessa denuncia, ex art. 361 e 362 codice penale, si configurerebbe come reato punibile a sua volta con una multa o la reclusione fino ad un anno.
Una badante ucraina, Vira, di 39 anni è morta pochi giorni fa dissanguata per un aborto spontaneo in un appartamento dove lavorava, a Torre a Mare-Bari. Era irregolare, ha raccolto il sangue in una bacinella, ma non ha chiamato aiuto per paura di essere denunciata.
Samira, algerina di 24 anni, ha avuto anch’essa una grave emorragia per un aborto spontaneo, non è ricoverata, anche se le sue condizioni sono gravi, sempre per paura di essere denunciata. Ora è assistita da volontari del gruppo EveryOne.
Secondo uno studio compiuto nelle ultime tre settimane dall’organizzazione per i diritti umani Gruppo EveryOne nei principali ospedali di Roma (San Gallicano, Policlinico Umberto I, San Camillo Forlanini, Policlinico Tor Vergata, Ospedale Grassi di Ostia) e Milano (Niguarda, ospedale Maggiore Policlinico, San Paolo, San Carlo Borromeo), è stata riscontrata una diminuzione di quasi il 35% dei migranti che ricorrono alle cure di pronto soccorso, conseguentemente alla notizia dell’imminente approvazione del provvedimento che prevede, tra le altre cose, l’introduzione in Italia del reato di clandestinità.
I picchi si registrano in particolare all’ospedale San Paolo di Milano, dove la diminuzione degli accessi alla struttura ospedaliera da parte dei migranti irregolari ha raggiunto quasi il 75%.
Da settembre dello scorso anno avevamo lanciato l’allarme, anche con una interrogazione parlamentare sul caso di una giovane ghanese che dopo un intervento abortivo in un ospedale pubblico era stata denunciata in quanto irregolare, e arrestata.
A quella interrogazione il ministero non ha mai dato risposta. Oggi, a suo modo, la risposta l’ha data il Senato. L’esempio che citavamo in quell’atto era quello degli Stati Uniti, dove è vietato l’accesso per legge ai funzionari dell’immigrazione negli ospedali. Questa, dopo l’entrata il vigore del ddl sicurezza, potrebbe essere oggi la soluzione per evitare che si crei una sanità parallela al Ssn, invisibile e gestita dalla criminalità, e perché si eviti il diffondersi di malattie ed epidemie debellate nel nostro Paese, ma non in quelli da cui provengono gli immigrati irregolari.
Donatella Poretti