Questo contraddittorio binomio riassume tutti i guai della Sicilia. Il presidente Lombardo ha lanciato uno spiraglio di speranza, subito sbarrato da quanti preferiscono le oscurità del sottobosco; il MPA potrebbe rappresentare la base per una nuova Sicilia se non fosse per le “cattive compagnie” che vogliono condizionarne l’operato. Le parole non ci incantano, siamo siciliani e come tali comprendiamo e conosciamo i meandri arzigogolati dai quali si generano i freni allo sviluppo per favorire gli acceleratori di interessi occulti, che occulti non sono affatto.
Nella diatriba tra politica debole e poteri forti vengono, inevitabilmente, penalizzati tutti i servizi che la popolazione attende, avendone, peraltro, diritto.
Ora tocca alla Sanità; grande cloaca di raccolta, con mille rivoli di distribuzione mirata; sovrannumero di USL perché ai poteri forti servono le posizioni apicali di potere per tenere sotto controllo i bisogni ed elargirli a propria discrezione. L’amministrazione, l’economia concertata, lo sviluppo, la crescita dei servizi, non devono essere sotto il controllo della politica, ma devono rimanere nell’alveo dei poteri forti, quelli che non compaiono ufficialmente, perché preferiscono operare silenziosamente, occultamente, magari proponendo cambiamenti idonei a confermare lo storico precedente. Incombe, costantemente, la minaccia di far cadere il governo regionale, e ciò rappresenta visivamente la debolezza politica, come se una minaccia ben nota aleggiasse sulla possibilità di ben amministrare.
Un Assessore alla Sanità, che ben conosce la Sicilia, i ritmi dell’agire, i vincoli esercitati spudoratamente, ritiene di dover sciogliere il nodo gordiano che attanaglia uno dei più necessari servizi alla popolazione, ma, malauguratamente, si tratta anche del settore più danaroso e di maggior uso e abuso di potere, che i poteri forti non intendono abbandonare, per cui lo scontro tra la debolezza della politica e i poteri forti deve avvenire sul terreno improprio dei compromessi.
Dalle posizioni di vertice della sanità si nominano presidenti, direttori, primari; si procede agli acquisti, meglio se inutili o obsoleti, alle lucrose convenzioni, al collocamento dei trombati di turno che di “politica” vivono”, il tutto coniugando, nei medesimi poteri forti, i controllati e i controllori; per acquisire la forza che non ha, la politica viene obbligata ad abbeverarsi nel rigagnolo compromissorio che viene elargito sulla pelle della popolazione, che rappresenta l’ultimissimo problema che quei poteri forti si pongono… prima caritas incipit a me…!!!
La Sicilia langue, il popolo siciliano langue.
Si dice che la Speranza sia “l’ultima a morire”; sembra chiaro che tutti gli altri valori sono già morti, visto lo stato di agonia in cui si trova anche l’ultimo spiraglio di Speranza.
Rosario Amico Roxas