Sono felice di assistere all’avvio della trasformazione ecologica italiana. Sono certo che non sarò vivo quando sarà completa, tra trent’anni. Posso manifestare il mio punto di vista adesso.
Nel 1992 venne fatto il TUE, Trattato di Unità Europea, a Maastricht. L’Italia è peggiorata da allora nell’Europa, invece migliorata.
Ciò che viviamo oggi è ‘merito’ della classe politica che ha sgovernato l’Italia.*
Stavolta, il Recovery Plan, approvato dal Parlamento e spedito in Europa, avvia il progetto di trasformazione ecologica che dovrebbe esser chiaro fra cinque anni per essere completo tra trent’anni. È possibile, forse, che io veda come sta andando fra cinque anni. A me basterebbe. Spero che sia una trasformazione positiva, da draghi.
Federico Fubini, “La svolta ecologica (e i silenzi)”, in Corriere della Sera del 10/05/21, mi ha dato lo spunto per questo articolo. Anzitutto, l’autore fotografa una distonia frequente tra ciò che sta accadendo e viene osservato dalla maggioranza e la trasformazione effettiva delle cose avviata che vien vista dopo tanto tempo. Trent’anni fa, una breve frase del ministro Gianni De Michelis trasmessa in pochi secondi dal tg da Maastricht («Il governo e il Parlamento italiani devono rendersi conto che l’agenda dei prossimi cinque anni è piena») passò quasi inosservata a noi ed inosservata completamente dai politici sgovernanti. Come dice Fubini, De Michelis si sbagliava: era piena dei prossimi trenta. Mentre è rimasta vuota (omette, per carità di patria).
Il Recovery Plan oggi esiste. Mario Draghi è a guida. L’agenda dovrebbe esser piena per i prossimi cinque anni. Non dovremmo esser ciechi su quel che si deve fare. «Come gli altri Paesi europei ci siamo impegnati ad abbattere entro nove anni le emissioni di carbonio a meno della metà rispetto ai livelli del 1990 e azzerarle entro i trent’anni. (…)». “Con onestà il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani sul Corriere ha detto: il costo per ottenere tutto questo è “elevatissimo”».
Si tratta di cambiar stile di vita addirittura. Io, lo ripeto, sono felice di essere in mezzo a questa trasformazione. Mi propongo di osservarla bene e di commentarla, se tellusfolio mi accompagnerà.
Carlo Forin
* Senza distinzioni: da bocciare in blocco.