Occhi caleidoscopici vorrei avere
e un'aura elettrica
intorno al corpo scarificato.
E un verde psichedelico pigiama vorrei indossare
con alamari arancioni e bottoni con incisioni
di calamari oceanico-abissali
e guanti di seta nero-tenebra.
E in un letto a quattro piazze vorrei saltare e danzare
con lenzuola argentate come luna sospesa
su un lussureggiante e sospirante giardino d'oriente
per fare l'amore e non la guerra
con tutte le bajadere del pensiero.
E un giradischi dei ricordi vorrei accendere
sul cui piatto far girare le pagine
di Narciso e Boccadoro, le canzoni
di Jimi e quelle di John e Ringo e Paul e George,
dei Rolling Stones, e le sinfonie dei Pink Floyd,
le litanie elettroniche dei Soft Machine
e l'onirico urticante velluto dei Vanilla Fudge.
E i capelli come rami impazziti vorrei catturare
di Angela Davis e sentirli frusciare
negli irraggiungibili meandri della mia anima graffiata.
E la voce di MLK vorrei riudire per un altro sogno
e le declamazioni dalla lunga veste di Allen
e quelle esplosive di Gregory e alonate di Lawrence,
E la nuvola di fumo dal sigaro del Che vorrei annusare
e vederla sorvolare le pianure del disonore bastardo.
E una donna in forma di farfalla vorrei riconoscere
nelle mie pupille allo specchio e vorrei volasse
nei miei devastati interni togliendo loro
ogni maschera deturpante.
E infine vorrei assopirmi a una brezza soave,
a una brezza soave
dal mare,
dal mare...
e ridestarmi,
ridestarmi
in quello che sarei potuto divenire.
Alberto Figliolia