Alba di un giorno nuovo
Dopo alcune notti di angoscia:
vissute tra lutti e dolor
si spera nell'alba di un giorno
miglior!
La tempesta è sedata!
Dagli occhi scendono ancora,
lacrime di dolore
e con infinita nostalgia,
si ripensa
a coloro che han
perso la vita travolti dal fango!
Il cuore di molti è colmo
di rabbia, di sfiducia
e di impotenza di fronte
ai sogni infranti
e alle fatiche,
travolti dalla piena.
Ma... ecco lacrime di gioia!
Brillano come
diamanti asciugate
da un nuovo sole:
preludio di un' alba nuova.
Nuova luce invade
la valle provata,
ma, gli animi pieni
di speranze concrete,
annunciano il giorno
della rinascita: la solidarietà
di un popolo che non teme
lo straripar del fiume che
l’attraversa!
Luciana Marchetti
Traona, luglio 1987
Notti d'angoscia
SABATO!
Pian piano calano le
ombre della sera,
dalla valle si alza un boato;
bambini spaventati,
donne impaurite e
uomini impotenti
di fronte ad una natura
violenta e ribelle.
PIOVE!
Da parecchi giorni piove
e il fiume, il nostro
fiume non sa più contenere
la tanto amata, cristallina
e sublime
ACQUA;
essa tutto travolge e
impetuosa ricopre ciò
che ostacola
il suo cammino.
PAURA:
con le lacrime agli occhi osservo lo
scorrere veloce e violento
dell'acqua.
Spaventata, furtivamente guardo chi
mi sta accanto e leggo
nei loro sguardi:
paura, impotenza e rabbia
davanti ad uno spettacolo
apocalittico!
Luciana Marchetti
Traona, 21/07/87
La montagna e i suoi colori
L'auto lascia il traffico
della città e piano piano
sale verso la montagna.
Un occhio segue la strada
ma l'altro guarda, osserva e
scruta tutt'intorno: colori caldi,
autunnali che riempiono il cuore
di gioia infinita.
Ma… là gli occhi vedono la roccia:
nuda, spaccata, che impressiona
l'animo umano e
in un attimo si scorge una lacrima!
La montagna è ferita e piange!
Ha perso l'imponenza che
la rendeva regina ammirata
dal mondo.
Nell'andare solitario
quanti pensieri
sovrastano la mente
e le paure emergono da un cuore
deluso, affranto, ma
ricolmo di speranza!
Luciana Marchetti
Bormio, ottobre 2016
Madrasco
Dalla bocca della madre
sbocci torrente nostro.
Nell’incanto dei boschi
si riposano le tue acque
ora rapide e rigogliose
ora placide e sicure.
La tua voce risuona
nel sentiero di Ronco.
Nel grigio filtri,
ti asciughi e riparti;
serpeggi tra gli aghi
ti stringi tra le gole,
ti affacci pieno di luce
all’abitato di Fusine.
In saltelli rimbalzi
fino all’Adda.
Dal ponte riaffiorano ricordi.
Tra la bruma
di un pomeriggio
di mezza estate
rinvengo i lamenti
di una furia inaudita:
il ribollire del fango
investe il paese
e si mescola al tracimare
dei cuori
sconnessi dall’onda.
Tronchi e massi
investono le nostre case
e riempiono
di silenzi gli anni a venire.
Mi scuote la sera
riprende lo sguardo.
Nell’ombra tra le mani
ritrovo la verde ninfea
della speranza.
Paola Mara De Maestri