“La nostra terra è impastata più di morti
[che di vivi”
la tua voce sopra l’orrore
dipinge di versi sentieri
indica la strada del rifugio.
E la luce che colora i tuoi tramonti
addolcisce il sole cocente e la deriva
[dei naufraghi,
corpi sventrati dagli uomini
che li vollero servi di regalità spodestate.
Avverto una velatura pesante
scendermi negli occhi.
Mi appare lontano oggi
il mio declinare sentimenti d’amore
ma resto appesa al tuo dirmi del mondo
Forse una cecità, la mia, voluta ma non desiderata?
Patrizia Garofalo, testo e foto