Fa presto buio
Non c’è ragione
Per non amarti:
Fa presto buio.
Spiraglio
Ti guardo non vista
Dalla porta
Accostata.
Tu sei il mio ragazzo
Con gli occhi di velluto
E i capelli di seta nera
A coprirti i pensieri.
Ti guardo
E al tempo ti rubo
Che su noi ricama sentieri.
Non ti avvedi
Tu che mi rimetti l’orologio.
Tu che mi ripari
Ombrello e scarpe.
Tu che accorto sei
Ad ogni mio bisogno
(m’accendi il fuoco
mi procuri l’acqua
chiudi la sera il portone)
Non ti avvedi
Che muoio
Fra le tue braccia
Inerti.
Dolcezza
Oh mio caro!
Ti ho qui accanto
E mi sento eterna
Nell’attimo
Della compiutezza.
Ti laverò il capo
Come a un bambino
E tu
Asciugherai lacrime.
Crosta
Rimugina la crosta
Di pane nero
Amore affamato.
Te la rendo
Per quella focaccia
Speziata di erbe amare
E drogata
Che mi desti
Nel tempo
Dell’aureo appetito.
Ho lottato per due
Ho lottato per due:
Contro la mia disperazione
Contro la tua inerzia.
Duello
Dov’è il mio
duellante
leale?
Chi è quest’uomo
Di ghiaccio
Ch’io non conosco?
Assillo
Non chiedermi
Se ho mangiato,
Se ho latte e pane
Di riserva
Se ho bisogno
Di chi mi aggiusti
Qualsiasi cosa rotta.
Non chiedermi
Se ho dormito stanotte:
Anche a occhi aperti
Continuo a sognarti.
Meccano
Se tu mi amassi al punto
D’annientare l’avverso ch’è in te
E piegarti verso il mio cuore
Riarso
Mi troveresti intenta
A digerire i pezzi del meccano
Con cui ti rivesti.
Olé
E ancora parlo di te.
E ogni parola che dico
È una picca che tento di mettere
A segno
Per farti inferocire
E aggredire il volteggiare
D’una cappa rossa.
Ma tu impassibile e fermo
Ti fai trafiggere
Da picche e banderillas
E altro non opponi
Che la tua schiena dritta.
Silenzi
Grazie per i tuoi silenzi
Che mi hanno costretta a parlare.
Ensemble
Amore danza
Danza amore.
Non corpi avvinghiati
Nel tango passionale
Al ritmo dell’habanera
– mosse studiate e tese –
Ma sciolti e briosi
Nell’abbraccio
Presa di un momento
E complice distacco.
Dannazione
Adesso so chi sono.
Più non mi cerco
Dove essere
Non posso
Più non mi sfuggo.
Ma dannazione
Stanca di masticare
La mia coda
Vorrei mordere
In baci di fuoco
La tua gola!
Al bar della Pace
Al bar della Pace
Sedemmo in quell’agosto
Infuocato
Per parlare ancora un poco
Di noi:
Dei ragazzi ch’eravamo stati
Del mare che non ci aveva visti
Mai insieme
Di quel giro nel vento
In cui mi avresti portata.
Promessa
Fiato dei tuoi polmoni
Polline lascerò nella tua bocca.
Cervo azzoppato
Con ali azzurre ti farò volare.
Senza più voce
Da vette di silenzi richiamerò l’aurora.
Saline
Sul candore di saline
Non si posano ali:
Dove tu sei
Io non sarò.
Diamante
Nella fenditura mi calai
Della tua mente oscura.
Laggiù trovai – brillava –
Il diamante che mi sezionò.
Con esso inciderò l’amore
Sul fondo dell’abisso.
Tu
Tu:
Isola senza approdo
E vie di fuga.
La nostra bella stagione
Primavera con te
Nel roseto bianco
Che ricrea
Quello della mia infanzia
(in quale giardino hai rubato
l’introvabile talea?)
Nel caldo sole
Che carezza la terra
(la tua calda carezza)
E vederti sparire
E apparire
Dal boschetto di bambù
(invasive le canne come le tue
arterie ricche).
Primavera con te
Dopo tante stagioni d’attesa
D’un gesto semplice
D’un fiato complice
(quanto tempo rubato alla vita!)
Nell’aria di festa
(quanto ho atteso quest’aria di festa!)
Delle corolle infiammate
Degli insetti ronzanti
Nella pace di queste nostre
Mura bianche
Dorate di vecchiezza
E di fumo
(quanta legna bruciata!)
Nel tramestio della gatta
Che allatta
Dei passeri che frugano fronde.
E dirti ancora
E dirti ancora
Di quel cielo violetto
Che scolora
E di noi
Dorati fra le stoppie.
Maria Lanciotti