Sembra incredibile come la stessa situazione di donna gay possa essere riferita, dai mass media, così diversamente in funzione dello stato sociale delle protagoniste. Da una parte c’è una donna, per la quale la settimana scorsa la Cassazione ha sentenziato l’affidamento dei figli a coppie gay, motivo per cui i vescovi e Gasparri hanno protestato vivacemente. Dall’altra parte c’è Jodie Foster che ha sperimentata e vissuta in prima persona la Modern Family.
Ma andiamo sul particolare che vede da una parte la Cassazione che sentenzia che «non sono poste certezze scientifiche o dati di esperienza, bensì il mero pregiudizio che sia dannoso per l'equilibrato sviluppo del bambino il fatto di vivere in una famiglia incentrata su una coppia omosessuale». E il pregiudizio determina la ribellione alla sentenza della chiesa e di alcuni politici e ovviamente del loro seguito, tutti depositari del “giusto”.
Dall’altra la storia di un’attrice geniale che, senza volergliene togliere merito, ha soltanto parlato della propria storia personale, venendo meno sì alla privacy che l’ha sempre contraddistinta, commuovendo la platea del Golden Globe, ma senza dire una parola a supporto delle altre donne gay che si trovano anche a gestire figli da sole o con altre donne. Perché è facile fare coming out essendo la Foster!
La diseguaglianza dei comportamenti e delle reazioni sembra, come sempre, principalmente determinata dalla diseguaglianza economica che sta alla base nella storia degli attori di queste vicende. Sicuramente la Foster non avrebbe sentito la spinta al coming out, se non fosse stata la Foster al Golden Globe e la più giovane artista premiata per quel dato riconoscimento, o almeno, il gesto non avrebbe avuto la risonanza che ha avuto. E inoltre si sarebbe potuto scommettere, e vincere facile, sul fatto che non avrebbe indotto alcuna critica dei vescovi o di Gasparri, che a conferma non hanno reagito assolutamente al suo discorso.
E allora il problema viene addirittura ribaltato: le donne ricche e potenti non solo non sono criticate, ma addirittura vengono osannate e portate a modello per avere concesso al pubblico poche parole relative alla loro vita privata. Sarebbe interessante conoscere se chi si è commosso sentendo la Foster parlare al Golden Globe, è la stessa persona che ha trovato da ridire sulla sentenza della Cassazione per l’affidamento dei figli alle coppie gay.
Questa diseguaglianza nelle reazioni fa sorgere spontaneo il desiderio che la grande ammirazione per il coming out di una persona ricca e potente, possa servire almeno a portare maggiore rispetto anche per chi così ricco e potente non è, ma è gay nella stessa identica maniera: non ama meno della ricca e potente attrice, la partner e i figli e anche il resto dei comportamenti è analogo. Nessuno si aspetta una standing ovation (sarebbe anche difficile trovare l’occasione), ma normale umana tolleranza. Altrimenti sarà stata appena celebrata una standing ovation dedicata soltanto alla libertà dei ricchi!
Linda Pasta