La caduta dell'ultimo diaframma nel tunnel di Alptransit è stato un evento imperdibile per ovvi motivi. Ne aggiungo uno, simbolico: la parola diaframma ha a che fare con l'apparato respiratorio dell'essere umano, auguriamoci quindi che questa apertura ferroviaria, permetta al traffico stradale e alla popolazione ticinese, in un domani non troppo lontano, di respirare tempi migliori.
La rivoluzionaria via di comunicazione ci farà “salir su” a vedere “de le cose belle / che porta il ciel, per un pertugio tondo”? Oppure ci stiamo illudendo di veder “le stelle”, grazie alla nuova trasversale alpina? (Mi scusino i puristi se riprendo il finale aperto dell’Inferno dantesco.)
Di fatto, Alptransit segnerà un’accelerazione comunicativa e commerciale, sarà più facile spostarsi perché la barriera naturale della montagna verrà perforata ad alta velocità. Le frontiere, ma anche le barriere naturalistiche aprono le porte alla globalizzazione, agli individui, ai popoli in movimento. La vera sfida epocale, dopo la caduta del muro di Berlino e delle ideologie, sta nel riuscire a convivere con le nostre grandi conquiste tecnologiche che ci regalano libertà, istantaneità e velocità nelle azioni umane.
Nel nostro territorio avremo un asse che taglierà da Nord a Sud la Svizzera e sarà un ponte tra sponde economiche e (questo è estremamente significativo) tra sponde linguistiche e culturali.
Il Ticino dovrà pure cogliere un’altra occasione ghiotta, quando sarà il momento di festeggiare la vera apertura della trasversale. Alludo in particolare all’idea-progetto Gottardo 2020, definita da una serie di eventi che dovranno ancorarsi al territorio e rimanere vivi, evitando il fuoco di paglia della festa fine a se stessa, effimera. Le quattro località coinvolte in primis, nell’idea di Gottardo 2020, formano i quattro vertici di una sorta di rombo. Lucerna/Erstfeld, Briga, Biasca/Bellinzona e Coira saranno, lo speriamo, coinvolte, ognuna con un argomento forte da sviluppare. “Incontri di culture” sarà il nostro tema, perché anche la cultura, così come la scienza e l’economia, possono maturare in ambienti estranei alle frontiere divisorie, in luoghi in cui il conflitto (inevitabile) si evolve nel confronto.
Tale rombo è accattivante: come figura geometrica ebbe grande fortuna nel Rinascimento, perché il rombo è il risultato dell’accostamento di due triangoli di uguale base. Il rombo di Gottardo 2020, se lo cerchiamo sulla cartina, è un poco sghembo, ma è sempre un rombo. Nella Scuola di Atenedi Raffaello il disegno che l’architetto Bramante mostra ai suoi allievi, è un rombo. Siamo pronti a rinascere un po’ anche noi, svizzeri di lingua italiana?
Daniele Dell’Agnola, scrittore,
presidente Circolo culturale Biasca