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Sanità. I Ds sulla prossima visita dell'Assessore regionale: «Cè dica qualcosa da leghista»
Alessandro Cè
Alessandro Cè 
08 Giugno 2006
 

La presenza dell’assessore alla Sanità della Regione Lombardia, prevista nei prossimi giorni nelle varie strutture dell’Azienda Ospedaliera della Valtellina e Valchiavenna, deve essere l’occasione affinché chiarisca quali direttive la Giunta regionale intende dare al nuovo Direttore Generale.

Dalla data della nascita dell’Azienda Ospedaliera unica si sono persi tre anni di tempo con continui cambiamenti al vertice. Ad oggi non esiste un piano di riorganizzazione e pare che l’unica strategia che s’intravede sia quella dei tagli, in attesa che il “Dott. Degrado” compia il suo lavoro e sancisca la fine di alcune strutture ospedaliere. Se L’assessore ha intenzione di ridimensionare strutture o chiuderle lo dica con chiarezza! Dall’Assessore Cè della Lega ci aspettiamo che dica “qualcosa da leghista” e difenda innanzitutto la peculiarità di un territorio montano che nella sanità ha bisogno di regole e risorse differenziate rispetto al resto della Lombardia come avviene in Valle Canonica dove non si applica la separazione tra ASL e Azienda Ospedaliera.

I DS hanno un loro documento già trasmesso a tutti i Sindaci all’inizio di Luglio dell’anno scorso.

Siamo pronti a discutere, anche con coraggio, nuove soluzioni di riorganizzazione ospedaliera per aumentare la qualità delle prestazioni e garantire maggiormente un’assistenza qualificata ai cittadini. Non ci piace la strategia dell’inerzia dello status quo, ma nemmeno quella di nascondere dietro una finta riorganizzazione solo una questione di tagli.

Siamo consapevoli che bisogna:

  • chiarire il ruolo dell’ex “E. Morelli” nel panorama Lombardo, a partire dalle alte specialità presenti e la potenzialità che ha nel campo riabilitativo;

  • rivedere il ruolo di alcune strutture ospedaliere, attraverso una loro maggiore integrazione con il territorio, con i medici di medicina generale, innalzando la qualità delle prestazioni sanitarie e soci assistenziali;

  • far fronte a una crescente necessità d’assistenza domiciliare, visto l’invecchiamento della popolazione che non può essere demandato esclusivamente alle badanti.

Penso agli ospedali di comunità che in altre realtà del paese hanno dato ottimi risultati.

Per fare questo bisogna avere il coraggio di cambiare radicalmente l’attuale modello gestionale per dare una risposta alternativa all’ospedalizzazione e al bisogno di tutela della salute della popolazione.


Per i DS rimangono fondamentali alcuni punti per intraprendere un percorso di un confronto costruttivo:

  • riconoscimento della peculiarità del territorio con regole gestionali e di finanziamento differenziate dalla legge regionale 31/97;

  • l’applicazione dei contenuti e del percorso di riorganizzazione previsto nella delibera di costituzione dell’Azienda Ospedaliera;

  • La valorizzazione del ruolo dell’ex “E. Morelli” nel campo riabilitativo e delle alte specialità presenti;

  • la necessità di arrivare ad una forte integrazione tra ospedale e territorio.


Se partiamo da qui noi siamo disponibili a confrontarci anche con le forze politiche di centrodestra per intraprendere un percorso comune che porti ad una proposta politica condivisa nella riorganizzazione della sanità provinciale. Se invece nei partiti locali della CDL prevale, come successo in passato, la difesa delle scelte regionali si assumano, senza alibi, la responsabilità della difficile situazione in cui versa la sanità provinciale.


Angelo Costanzo

Segretario provinciale Ds


 
 
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