Martedì , 19 Marzo 2024
VIGNETTA della SETTIMANA
Esercente l'attività editoriale
Realizzazione ed housing
BLOG
MACROLIBRARSI.IT
RICERCA
SU TUTTO IL SITO
TellusFolio > Diario di bordo
 
Share on Facebook Share on Twitter Share on Linkedin Delicious
Guido Monti. Due 9 maggio molto diversi
06 Maggio 2022
 

Le medaglie, si sa, hanno due facce che pur essendo dello stesso metallo non sempre combaciano l’una con l’altra. Questo può valere pure per le celebrazioni, la prima delle quali sarà nell’immediato quella del 9 maggio. Quel giorno si ricorda la dichiarazione Schuman, dal nome dell’allora ministro degli esteri francese, che proprio il 9 maggio del 1950 tenne un discorso ritenuto il punto di partenza del processo d’integrazione europea. La giornata europea, che sarà celebrata pure in provincia, a Sondrio e Sondalo, è una ricorrenza ormai entrata di diritto fra quelle tradizionalmente onorate nei vari Paesi dell’Ue. L’unione europea vaticinata da Altiero Spinelli confinato a Ventotene, dove in pieno secondo conflitto mondiale concepì il Manifesto per un’Europa libera e unita, ha preso corpo nel dopoguerra e ha garantito oltre 70 anni di pace, democrazia, libertà e progresso incontestabili.

Ma accanto al 9 maggio europeo ce n’è un altro celebrato nella Russia impegnata in un’insensata invasione dell’Ucraina sua confinante. I russi ricordano in quella data la vittoria sul nazismo risalente al 1945 e dunque, mentre l’Europa festeggia pacificamente la giornata a lei dedicata, la Russia lo fa invece nel bel mezzo di un’aggressione di tipico stampo nazionalista, sulla falsariga di quella attuata a suo danno dai nazisti da loro sconfitti sul campo. Una contraddizione storica che fa temere una ripetizione a discapito di altri stati di quanto voluto da Putin con l’Ucraina, né più né meno di ciò di cui si rese colpevole Hitler dapprima verso i Sudeti, per passare poi alla Polonia – motivo scatenante della seconda guerra mondiale – e via via con l’Olanda, il Belgio, la Francia e via elencando. Un paragone azzardato? Forse, ma non dimentichiamo che furono le cancellerie occidentali a rendersi complici del Führer consentendogli di agire impunemente, e così è stato pure per lo zar di Russia che già dal 2014 aveva dato precisi segnali con l’annessione di fatto della Crimea.

Sembra assurdo che al giorno d’oggi le rivendicazioni territoriali debbano essere ancora regolate dalle armi anziché dalla diplomazia, ma è una triste realtà di cui si deve prendere atto con alcune riflessioni. Innanzitutto è dimostrato che è il nazionalismo spinto all’eccesso a portare ai confronti bellici e questo è inconciliabile coi princìpi democratici e di risoluzione delle controversie con metodi pacifici. Bisogna poi constatare tristemente come l’opinione pubblica russa, anche mediante il travisamento dei fatti compiuto da una stampa asservita al regime, sia allineata in maggioranza al suo despota, adulato in passato anche da parecchi politici nostrani che adesso fingono indifferenza. Non va poi sottovalutato il fatto che l’Ucraina, parte integrante dell’unione sovietica che sotto sotto rasPutin vorrebbe rispolverare, non essendo aderente all’Ue al contrario di altri Paesi già appartenenti alla sfera d’influenza russa, non può godere della protezione garantita dall’ombrello europeo.

Però c’è dell’altro che, in vista del 9 maggio, non va taciuto perché sfugge a tanti in quanto di difficile percezione. È vero che il nazionalismo è il peggior nemico dell’europeismo, e quanto accaduto fra Russia e Ucraina lo evidenzia. Con le dovute eccezioni esiste tuttavia un avversario più subdolo che si annida nei gangli degli apparati di ogni nazione ed è visceralmente attaccato alle sue prerogative, che un superamento degli stati nazionali metterebbe a repentaglio: è lo statalismo rappresentato da soggetti al servizio dei poteri costituiti, simili dappertutto e sotto ogni latitudine. Che si tratti della Russia di Putin piuttosto che di una qualsiasi delle nostre democrazie, costoro sono talmente proni a chi comanda da non riuscire a vederne i limiti e le responsabilità. Quanti uomini dello stato furono supinamente agli ordini di Hitler? Questo non impedì loro, a guerra finita, di riciclarsi opportunisticamente con vesti ripulite e di tornare al servizio della loro nazione, non più soggetta a un regime totalitario bensì a una democrazia parlamentare. Diceva bene il grande Totò, principe della risata: siamo uomini o caporali? Ecco, si faccia attenzione ai tanti caporali che il 9 maggio, a denti stretti, sorrideranno alla festa dell’Europa piuttosto che a quella della Russia liberata dal nazismo. Anche loro, come gli uomini, sono una faccia della stessa medaglia.

 

Guido Monti


Articoli correlati

  Carlo Forin. Mario Draghi, dieci anni dopo
  Carlo Forin. Primavera 2020
  Sergio Caivano. Ursula von der Leyen rende omaggio alla Resistenza italiana
  Stati Uniti d'Europa. Iniziamo con il libero mercato. Lettera a Sassoli
  Carlo Forin. Il sovranismo, nemico radicale dell’Europa unita
  Guido Monti. Lettera federalista-europea a Carlo Forin in occasione del 25 aprile
  Carlo Forin. La (Com)missione europea
  Jardim. L'ossigeno di Putin
  Mellana. Affari d’Ucraina
  Claudia Osmetti. Putin, Occidente avvisato mezzo salvato
  Guido Monti. Salvini & c., un po’ di coerenza non guasterebbe
  Garrincha. Matrioska
  Guido Monti. Italexit se vince Meloni?
  Mellana. "Mani libere"
  Carlo Forin. Memori di Chernobyl 26 aprile 1986
  Mellana. La settimana con l’elmetto
  Asmae Dachan. Siria, cinque anni dall’inizio dell’offensiva russa
  Carlo Forin. La morte di Gorbaciov ignorata
  Valter Vecellio. La risorsa maggiore di Berlusconi è un PD senza proposte e iniziativa politica
  Omar Santana. Il tiro alla fune di Putin
  Valter Vecellio. Il delicato e complesso risiko dietro la vicenda georgiana
  Jardim e le relazioni Usa – Russia
  Almor e Mellana. La settimana inimmaginabile
  Matteo Mecacci. La spericolata politica estera di Berlusconi
  Igor Boni. Per dire la sua nella crisi ucraina
  Valter Vecellio: Boris Nemtsov, un altro che “non contava niente”
  Omar Santana. Le bandiere di Putin
  Garrincha. Il sogno di Putin
  Mellana. Le scuse di Putin
  Mellana. Mosche e... moscerini
  L’attacco ad Israele di Hamas imita l’attacco di Putin all’Ucraina
  Marco Pannella. Messaggio aperto per Silvio
  Omar Santana. Putin 1984
  Di Berlusconi, Veltroni, D’Alema. E del rischio di Putinismo. L’opinione di Zbigniew Brzezinski
  Garrincha. Sochi
  Carlo Forin. Ei fu
 
 
 
Commenti
Lascia un commentoLeggi i commenti [ 4 commenti ]
 
Indietro      Home Page
STRUMENTI
Versione stampabile
Gli articoli più letti
Invia questo articolo
INTERVENTI dei LETTORI
Un'area interamente dedicata agli interventi dei lettori
SONDAGGIO
TURCHIA NELL'UNIONE EUROPEA?

 72.6%
NO
 27.4%

  vota
  presentazione
  altri sondaggi
RICERCA nel SITO



Agende e Calendari

Archeologia e Storia

Attualità e temi sociali

Bambini e adolescenti

Bioarchitettura

CD / Musica

Cospirazionismo e misteri

Cucina e alimentazione

Discipline orientali

Esoterismo

Fate, Gnomi, Elfi, Folletti

I nostri Amici Animali

Letture

Maestri spirituali

Massaggi e Trattamenti

Migliorare se stessi

Paranormale

Patologie & Malattie

PNL

Psicologia

Religione

Rimedi Naturali

Scienza

Sessualità

Spiritualità

UFO

Vacanze Alternative

TELLUSfolio - Supplemento telematico quotidiano di Tellus
Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
Sede legale: Via Fontana, 11 - 23017 MORBEGNO - Tel. +39 0342 610861 - C.F./P.IVA 01022920142 - REA SO-77208 privacy policy