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Operai/e Granarolo nella terra ignota di Tremonti
14 Ottobre 2009
 

Tra le cose capitate è stato molto importante poter assistere alla lotta e al presidio e solidarizzare con gli e le operaie della Granarolo che si trova a Novara, come già ho narrato, ed è di fatto in smobilitazione; lo stesso si può dire della Ideal Standard ecc. Fabbriche attive, produttive, con un mercato sicuro ecc., che vengono messe in vendita trasformandosi esse stesse in merce: la finanziarizzazione della fabbrica, insomma. Ho presentato un ordine del giorno al Consiglio provinciale per vedere se riesco ad avviare un dibattito, una conferenza sulla crisi, perché sono molto indignata del modo come di fatto avviene l'informazione sulla crisi. Adesso la narrazione è la seguente: Tremonti continua a dire che la crisi è un rebus (“navighiamo in acque sconosciute, siamo in terra ignota, ecc.”), poi dice ogni secondo giorno che è colpa delle banche, e poi ancora che però noi ce la faremo meglio degli altri paesi europei, perché la nostra struttura economico-produttiva è più arretrata ecc. Poi ricomincia a dire, che navighiamo a vista e come conclusione di questi bei “ragionamenti” sostiene che dobbiamo avere fiducia in lui: perché mai dovremmo? mistero! A mio parere cercano di far credere che la crisi è finita perché le banche hanno ripreso i soldi che avevano prima sperperato, diventando la causa principale della crisi stessa o almeno la causa scatenante, adesso pensano di uscirne a prezzo della sconfitta della classe operaia sul terreno dei diritti da tempo conquistati e che vengono cancellati a uno a uno. Sto per dire a questo punto una enormità: se questo ingiusto passaggio potesse davvero rimediare la crisi, protestando per l'ingiustizia, e trattando per alleggerire e dilatare nel temo e contenere nella gravità i sacrifici, si potrebbe persino anche accettare. Il fatto è che la tentata sconfitta dei lavoratori e lavoratrici, non risolve la crisi che è strutturale e investe tutta l'economia e non solo la finanza. Perciò “rimediare” con l'ingiustizia non corregge le cause che la determinano: si ripeterà a breve, avviando un trend che mi pare di poter chiamare con evidente contraddizione una serie di crisi strutturali di congiuntura. È in causa la saturazione del mercato e del modo di produzione capitalistico: allargando questo modo anche a terreni che non gli appartengono (scuola sanità cultura servizi e servizi sociali pubblica amministrazione) non si ottiene una risoluzione della crisi e una ripresa del capitalismo, bensì l'estensione della barbarie.


Lidia Menapace


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