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«La Val di Mello non si tocca!» Così il presidente Provera 
Respinti i ricorsi contro il no a nuove centraline: doppia vittoria per Provincia e Val Màsino
21 Luglio 2006
 

Nella battaglia a difesa delle zone più belle del nostro territorio, l’Amministrazione provinciale ha messo a segno due importanti colpi, i cui effetti benefici si potrebbero presto allargare. «Un risultato tangibile», sottolinea il presidente Fiorello Provera, «dell’attenzione che da sempre riserviamo alla tutela ambientale. La Val di Mello è uno dei gioielli della nostra terra e non siamo disposti a cedere di fronte alle richieste di nuove derivazioni. La legge, che siamo tenuti a rispettare, ci ha offerto delle opportunità e noi le abbiamo sfruttate fino in fondo nell’ambito nelle competenze attribuite alla Provincia, ottenendo un risultato davvero importante».

All’inizio dell’anno l’Amministrazione provinciale, competente per il rilascio delle autorizzazioni per le piccole derivazioni (gli impianti con potenza nominale media annua inferiore a 3.000 KWh), aveva respinto cinque domande per lo sfruttamento delle acque dei torrenti Porcellizzo, Ligoncio e Masino (Bagni Masino) e del torrente Ferro in Val di Mello. I richiedenti avevano successivamente presentato ricorsi al Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche relativi ai torrenti Porcellizzo, Ligoncio e Ferro. Tutti sono stati respinti dando ragione all’Amministrazione provinciale.

Risultano di particolare interesse le motivazioni delle due sentenze con le quali si dà atto del giusto e corretto operare della Giunta Provera in materia di acque. Ad esempio, la sentenza relativa al ricorso contro la bocciatura del progetto su Porcellizzo e Ligoncio precisa: «Il rigore dell’impianto motivazionale supera i pareri (parzialmente favorevoli alla derivazione) dell’Autorità di Bacino del fiume Po e della Regione Lombardia sia perché entrambi condizionati da varie prescrizioni, sia perché limitati agli effetti della concessione sul buon regime delle acque e sulla conservazione del livello minimo vitale, ma privi di alcuna valutazione degli altri interessi generali al cui giudizio di coerenza e sostenibilità è anche soggetto il rilascio della derivazione secondo l’articolo 7, comma 8, del Testo Unico». Il ruolo fondamentale svolto dall’Amministrazione provinciale è analogamente evidenziato ed elogiato nella sentenza che ha respinto il ricorso contro il no alla derivazione sul torrente Ferro. Vi si legge: «La diversa portata dell’indagine in relazione agli interessi da ponderare comporta che la Provincia ha fatto corretto uso dei poteri attribuitigli dal Testo Unico 1775/33 allorché, prima di valutare la domanda sotto l’aspetto tecnico, ne ha considerato l’attuabilità alla stregua della prevenzione del rischio di fenomeni valanghivi e della salvaguardia della pubblica incolumità, oltre che in relazione agli interessi ambientali, paesistici e di conservazione dell’ecosistema».

I risultati di queste due prime sentenze lasciano ben sperare per il futuro, poiché anche le altre domande presentate per le concessioni erano state respinte dalla Provincia con le medesime motivazioni. Se si considera, inoltre, che il pronunciamento del Tribunale Superiore delle Acque pubbliche riguarda richieste per la realizzazione di impianti nella medesima zona oggetto della domanda per la grande derivazione osteggiata da enti pubblici e cittadini, si intuisce come queste sentenze possano costituire un precedente favorevole nella battaglia in difesa della Val di Mello. «La tutela delle acque e dell’ambiente è il nostro primo obiettivo e come Amministrazione provinciale abbiamo fornito un contributo importante con questa vittoria, dimostrando che l’impegno della Giunta, unito alla competenza e alla professionalità dei nostri dirigenti, in questo caso l’ottimo dottor Italo Rizzi, consentono di raggiungere risultati importanti», evidenzia il presidente Provera. «I cittadini e i sindaci devono sapere che il nostro lavoro non si può esaurire in proclami e manifestazioni d’intenti che, spesso, non hanno nessuna conseguenza pratica. Le nostre azioni possono produrre risultati decisivi per la tutela del territorio e dei corsi d’acqua se operano nel rispetto rigoroso delle leggi che regolano la materia e nell’ambito delle competenze proprie dell’Amministrazione provinciale. Con il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale di prossima adozione abbiamo imposto vincoli su zone ancora non soggette a sfruttamento e con la nomina di un assessore ad hoc abbiamo coinvolto i sindaci per valutare insieme azioni comuni nell’ambito di un Tavolo Istituzionale Permanente sulle Acque. Nessuno può chiedere ad un’Amministrazione provinciale di violare la legge, ma possiamo lavorare insieme per cambiare quelle norme che ci sembrano ingiuste».

«La coesione e l’unità d’intenti», conclude il presidente Provera, «saranno determinanti e come Amministrazione provinciale saremo sempre a fianco dei sindaci e dei cittadini per difendere quello straordinario patrimonio che abbiamo avuto in dote».


 
 
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