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Vincenzo Donvito. Antifascismo militante? Sì, quello nonviolento del paesino tedesco ai confini della Polonia
25 Giugno 2019
 

Firenze, 24/06/2019I fatti: gli abitanti di un paesino tedesco alla frontiera con la Polonia, per boicottare un raduno neo-nazi che si sarebbe tenuto nel loro territorio, hanno acquistato coi loro soldi tutta la birra presente negli scaffali dell’unico supermercato del Paese. Con l’aggiunta del divieto della polizia di bere alcolici in quel raduno, lo stesso è praticamente saltato visto che più della metà dei 500 neo-nazi attesi per l’occasione, senza birra, non vi hanno preso parte.

Il contesto era particolarmente toccante, visto che il paesino di Ostritz, dopo che nel secolo scorso era stato governato dai nazisti, fino a qualche decennio fa era governato dai comunisti filo-sovietici che, solo dopo il crollo del muro di Berlino (9 novembre 1989) e la riunificazione della Germania, rinunciarono alle spartizioni decise alla fine della seconda guerra mondiale (Jalta, 1945).

Un passato molto intenso che, probabilmente, ha fatto molto riflettere gli abitanti di Ostritz a non ripetere gli errori del passato, rifuggendo da violenza (fisica ed istituzionale) per manifestare il loro dissenso verso chi fa dell’odio e dell’annientamento dell’altro e del diverso la propria ragion d’essere.

Ci è subito venuto in mente il nostrano antifascismo. Soprattutto quello cosiddetto militante che, quando non si esprime in vere e proprie violenze verso cose e persone in nome del loro disprezzo del fascismo, ha un’ampia sponda di proponenti e consenzienti verso provvedimenti che vietano ai cosiddetti fascisti italiani dell’oggi, di manifestare i propri convincimenti. Proprio in questi giorni, con una proposta dello scioglimento di uno di questi gruppi fascisti stiamo assistendo ad un girandola di dichiarazioni e appelli perché la stessa sia approvata. Approvazione che noi non ci auguriamo proprio perché, per non essere come i fascisti o i nazisti, crediamo bisognerebbe partire da un presupposto: non essere come loro, non usare i loro metodi, non farli diventare vittime di odio (per quanto storico possa essere considerato).

Ed oggi i cittadini del paesino tedesco al confine con la Polonia ci hanno dato una lezione suprema di antifascismo militante (questo sì!), perché basato su principi e metodi all’opposto di questi seminatori di odio e disumanità: far loro capire che non sono graditi, non usando l’autorità della legge, ma semplicemente dicendogli “non ti offriamo da bere”, che è uno dei gesti primordiali di un’ospitalità; “la nostra città non ti offre da bere, se vuoi bere portatelo, ma noi non siamo complici, coi nostri negozi, con le strutture della nostra comunità civica ed economica, di quello che farai nel tuo raduno”… e in più della metà se ne sono andati… speriamo che possa loro servire per pensare e riflettere sulla grandezza di questo grande gesto di battaglia e di lotta civica (altroché “Scudo e spade”, come si chiamava il raduno di questi neo-nazi), foss’anche solo per invitarli a confrontarsi con gli strumenti del dialogo e non della sopraffazione violenta e fisica.

Il maestro di questo tipo di gestualità militante ha un nome che è un pilastro e un emblema della storia, delle battaglie che si vincono senza morti e violenza: Mahatma Gandhi, e il suo satyagraha, in Occidente più noto come nonviolenza.

Un grazie di cuore e di testa ai cittadini di Ostritz.

 

Vincenzo Donvito, presidente Aduc


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