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Daniele Castri. Castelli Romani: le carte son tante, ma grandi son anche la voglia di trasparenza e la determinazione dei cittadini
07 Febbraio 2013
 

«La Regione Lazio, con la determina B-00266 del 28 Gennaio 2013 (Doc. n. 1), ha approvato il nuovo crono-programma del Co.E.Ma. per la costruzione dell’Inceneritore dei Castelli Romani ed ha, di fatto, dato il via libera all’avvio del cantiere».

«Crediamo, a questo punto, sia necessario che il Sindaco di Albano, Nicola Marini, chieda alla Regione Lazio di avviare, con estrema urgenza, il procedimento di riapertura, revisione ed annullamento dell’Autorizzazione Ambientale relativa all’Inceneritore dei Castelli Romani».

Nel mese di Novembre il Sindaco di Roma, Gianni Alemanno, rivelò alla stampa la notizia del riasset del Co.E.Ma. (Pontina Ambiente di Cerroni, Acea ed Ama, pubblicata sulla stampa): «In relazione al gassificatore di Albano, in realizzazione con un consorzio Ama-Acea-Colari, ci sono delle difficoltà economiche date proprio dalla natura del consorzio. Per questo si è scelto di creare una società in cui Ama abbia la maggioranza. Comunque i lavori continuano». (5Giorni, Marco Montini, 21 Novembre 2012). Si tratta del consorzio “pubblico-privato” nato su iniziativa politica dello scomparso ex Assessore regionale ai rifiuti del Partito Democratico, Mario Di Carlo, e finito sotto le luci della ribalta dopo il famigerato fuori-onda della nota trasmissione televisiva “Report”. La notizia non era passata inosservata agli addetti ai lavori ed al comitato No Inc.

Proprio lo stesso giorno, tra l’altro, il Co.E.Ma. aveva inviato alla Direzione Regionale Attività Produttive e Rifiuti, una nota contenete una proposta di nuovo crono-programma con indicazioni relative al «prossimo avvio delle attività di cantierizzazione per la costruzione dell’Inceneritore dei Castelli Romani». (21 Novembre 2012, doc. n. 2)

Il Dipartimento Regionale Attività Produttive e Rifiuti ha risposto, però, alla richiesta del consorzio Co.E.Ma. solo il 24 gennaio scorso, chiedendo due copie cartacee ufficiali della proposta di crono-programma. Ed ecco che appena il giorno successivo, il 25 Gennaio 2013, il Co.E.Ma. ha inviato alla Regione Lazio, al Comune di Albano Laziale, al Comune di Ardea, alla Provincia di Roma ed all’Arpa Lazio, la copia definitiva della nuova proposta di crono-programma contenente le modalità e le tempistiche di realizzazione dell’inceneritore dei Castelli Romani. (Doc. n. 3)

Ma è solo con la determina n. B-00266 del 28 gennaio 2013, che la Regione Lazio approva definitivamente il nuovo crono-programma del consorzio Co.E.Ma. e autorizza, di fatto, non solo la costruzione dell’inceneritore di Albano ma anche l’avvio del cantiere. Eppure, tra le «condizioni da rispettare nella realizzazione dell’impianto» previste dalla contestatissima Autorizzazione Ambientale (Doc. n. 4) concessa ad Agosto 2009 dal Presidente della Regione Marrazzo, vi erano delle prescrizioni irrinunciabili tra cui il rispetto rigoroso del vecchio “Crono-programma dettagliato delle attività” (Doc. n. 9) di realizzazione dell’Inceneritore.

Addirittura, nella stessa autorizzazione (Doc. n. 5, allegato tecnico all’A.I.A. B-3694), si chiedeva di «procedere rigorosamente secondo il crono programma allegato al presente atto. Qualora a causa di eventi eccezionali, quali, ad esempio, eventi meteorici persistenti tali da non consentire il rispetto dei tempi di realizzazione previsti nel suddetto crono programma, il Consorzio dovrà comunicare tempestivamente alla Provincia di Roma, ai Comuni di Albano Laziale ed Ardea ed all’Arpa Lazio il nuovo crono programma delle attività». Il decreto di pubblica utilità di Marrazzo n. 147 del 27/12/2007 (Doc. n. 6), difatti, attribuiva all’impianto di Albano una «valenza strategica fondamentale per uscire dallo stato di emergenza dei rifiuti della Regione Lazio». Un’importanza tale da giustificare non solo l’assenza d’una gara ad evidenza pubblica per l’assegnazione diretta dell’incarico e dei soldi pubblici necessari per costruire l’impianto. Ma anche da permettere, data la presunta straordinaria urgenza ed improcrastinabilità dell’opera, di violare le regole ordinarie dello stato di diritto con un’approvazione commissariale.

Tra l’altro, proprio ieri mattina, alle ore 12:00, presso la sede del Comune di Albano, si è tenuta, ancora una volta a porte chiuse (!), una nuova conferenza dei Sindaci di bacino sul tema rifiuti ai Castelli Romani.

Dato il rischio concreto e reale che, tra poche settimane, parta il cantiere per la costruzione dell’inceneritore dei Castelli Romani, crediamo sia irrinunciabile che il Sindaco di Albano Laziale, Nicola Marini, proceda velocemente con l’adempimento delle richieste avanzate, ormai da mesi – e non ultimo anche nel corso dell’ultimo consiglio comunale di lunedì sera 4 gennaio – dal comitato No Inc. Visto che il Comune di Albano ne ha pieno titolo (come indicato nella parte finale del verbale della conferenza dei servizi del 20/04/2009, doc. n. 7), chiediamo che il Sindaco di Albano richieda, quanto prima, alla Regione Lazio, la riapertura della procedura di Autorizzazione Ambientale, con convocazione di una nuova conferenza dei servizi, col fine di ottenere l’annullamento.

Come indicato recentemente dalla Regione Lazio (Doc. n. 8), chiediamo che il Sindaco di Albano Laziale convochi, quanto prima, una conferenza dei servizi sul tema caratterizzazione geologica ed idrogeologica della discarica di Roncigliano, e chieda alla Pontina Ambiente di mettere a disposizione dell’Amministrazione comunale i dati relativi alle analisi svolte nei mesi scorsi dal CNR nei pozzi interni al noto sito di smaltimento dei rifiuti indifferenziati, in modo di avere immediata conoscenza dello stato delle falde acquifere locali. Chiediamo inolter la convocazione di un consiglio comunale straordinario ed aperto alla partecipazione della cittadinanza per discutere del tema avvio del cantiere per la costruzione dell’inceneritore, VII invaso e decreto Clini. E, infine, che si proceda con un controllo accurato, come previsto dalla legge, di tutti i rifiuti romani in entrata ed in uscita dalla locale discarica. (Art. 188, 188 bis e 188 ter del D.Lgs 152/2006 e art. 16 comma 5 D.Lgs. 205/2010 punto b.3: «il registro cronologico e le schede di movimentazione del sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti sono resi disponibili all'autorità di controllo in qualsiasi momento ne faccia richiesta...»).

 

Daniele Castri,

referente legale del Coordinamento No Inc di Albano Laziale


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