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Alberto Figliolia. Italia basket anno zero?
12 Ottobre 2009
 

Parafrasando un famoso film di Roberto Rossellini si potrebbe parlare di Italia anno zero. La palla a spicchi azzurra ci guarda dalle macerie della sconfitta con la Finlandia a Porto San Giorgio nel girone di ripescaggio per andare agli Europei. Sconfitta peraltro non decisiva poiché, visti i due k.o. subiti per opera della Francia targata Tony Parker, eravamo già stati scacciati dai campionati continentali, poi vinti dalla Spagna allenata da un italiano in doratissimo esilio ispano-moscovita, Sergio Scariolo da Brescia (ed Ettore Messina, in uscita dal CSKA Mosca-ex Armata Rossa, allena le merengues madridiste). La deriva contro i finnici simboleggia forse il punto più basso mai toccato dalla pallacanestro tricolore. Molteplici le ragioni, compreso il fatto che nelle evoluzioni sui campi della massima serie i prodotti indigeni non sempre recitano ruoli di primissimo piano e le squadre sono mosaici dove l'italiano è lingua poco usata. Mancano i risultati a livello internazionale, la crisi economica ha picchiato duro allontanando potenziali e salvifici sponsor, il movimento di base soffre nel reclutamento, eppure nella notte oscura che avvolge il basket del Bel Paese si è accesa la lucina del campionato. Una fiammella di speranza a spezzare tenebre, circuiti di vane chiacchiere (chi sarà il prossimo coach della Nazionale?) e viziose dietrologie. Finalmente si è ricominciato a giocare tentando di spazzare il parquet dalle polemiche. Il primo match domenica 11 ottobre è stato un derby che profuma di leggenda: Varese-Milano, eredi della Valanga Gialloblu contro epigoni delle Scarpette Rosse. Hanno vinto quelli della città-giardino che meglio di così non potevano festeggiare il ritorno ai vertici, dopo l'anno di purgatorio in Legadue.

Inevitabile ripartire da Siena, gran dominatrice nell'ultimo triennio, che ha già messo in saccoccia il primo trofeo stagionale – Supercoppa, ai danni della Virtus Bologna –, il nono trofeo dal 2002 e il sesto dell'Era Simone Pianigiani (sarà il contradaiolo della Lupa la futura guida azzurra?). Siena ha inserito in organico David Hawkins, il “Falco” strappato a Milano, sua rivale nella finalissima della scorsa stagione, straripante attaccante, solista che ha fame di vittorie di squadra. Subito accontentato. Nella formidabile struttura tecnica senese sono stati innestati anche la classe e l'esperienza vincente del play greco Nikolaos Zisis. Insomma, la corazzata Montepaschi, con i vari Stonerook, Eze, Lavrinovic, Sato..., è più agguerrita che mai. Per migliorarsi in Italia dovrebbe vincere lo scudetto senza perdere una partita: l'anno scorso, play off compresi, lasciò una gara alla sola Fortitudo, poi retrocessa. Per intanto, all'esordio, ha seppellito sotto una valanga di canestri, 87-48, la malcapitata compagine partenopea.

Chi potrà insidiare il primato della città del Palio? Certo ci riproverà l'Armani Jeans, nonostante lo sfortunato incipit, autrice di un rafforzamento oculato, mirato e teso a creare profondità nelle rotazioni recuperando dai labirinti della retrocessione Fortitudo Stefano Mancinelli. Il 26enne mancino teatino avrà una grande occasione per mostrare tutto il proprio talento tecnico-atletico e dissipare i residui dubbi aleggianti sulla sua attitudine al duro lavoro che conduce a esser Campioni.

Il duopolio-scontro fra provincia toscana e metropoli meneghina – provincia versus metropoli è il tradizionale e immaginifico feticcio del basket nostrano dai tempi dei duelli Bianchini-Peterson e prima ancora – può divenire un tripolio se si pescano dal mazzo le carte di Roma, con sei-italiani-sei giocanti nel roster, fra cui il transfuga da Milano Luca Vitali, atteso al riscatto, e l'altro poker di nazionali Datome, Crosariol, Giachetti, Gigli. La provincia sarà ben rappresentata da Treviso, Biella (splendida semifinalista 2009), Teramo, capace di un ambizioso progetto sul territorio, Pesaro, Cantù dalla gloriosissima storia, Ferrara, Montegranaro, Avellino, Caserta, Varese, la cui stella è tornata, per l'appunto, a splendere in serie A, e la matricola Cremona. Completano il panorama Napoli, trasferita armi e bagagli da Rieti, e le V nere bolognesi.

Nove le regioni rappresentate, la Lombardia con quattro équipes e la Campania con tre team a recitare una parte leonina, almeno per quel che concerne la presenza. Per la vittoria finale invece non sarà facile spegnere il ruggito di Siena.


Alberto Figliolia


 
 
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