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Asmae Dachan. Marc, l’artista che dipinge la guerra
16 Novembre 2017
 

Foto drammatiche che diventano disegni. Sangue che si asciuga e diventa colore per arrivare anche agli sguardi più sensibili, alle persone che solitamente distolgono lo sguardo perché non riescono a guardare la realtà della guerra.

Il filtro creato dal disegno, dal tratto gentile e profondamente umano dell’artista Marc Nelson è un modo creativo e delicato per lanciare una forte denuncia: in Siria i civili continuano a soffrire e morire in silenzio.

Marc è un insegnante e artista americano che attraverso i suoi profili social divulga il suo messaggio di solidarietà e affetto verso i siriani. Riceve le foto da attivisti e fotografi siriani, le interiorizza e con il suo tratto gentile da un lato sembra cercare di asciugare le lacrime dei civili feriti e spaventati, dall’altro lancia un grido alle coscienze dell’umanità, perché non ignorino il dolore dei siriani.

Ecco il suo racconto.

 

Quando hai iniziato a trasformare in disegni le drammatiche immagini che giungono dalla Siria?

Ho iniziato a disegnare nell’autunno 2016. Mia moglie e io siamo stati più volte in Turchia tra il 2011 e il 2013 e abbiamo avuto l’opportunità di ascoltare molte testimonianze di civili vittime del regime di Assad. Un giorno, nel 2016, ero seduto in cattedra prima dell’arrivo dei miei studenti e ho visto sui social l’immagine di un uomo che tentava disperatamente di salvare una ragazzina ad Aleppo. La bambina stringeva la sua coperta e aveva un’espressione di panico assoluto sul volto. Sono rimasto scioccato da quell’immagine. Ho preso un carboncino e ho abbozzato l’immagine. Quello è stato il mio primo disegno sulla tragedia siriana.

Cosa provi quando trasformi in disegni le tragiche immagini condivise online dai fotografi e dagli attivisti siriani?

Le immagini degli attivisti chiedono la mia attenzione, riempiono la mia testa e sconvolgono la mia anima. Mi sento obbligato a usare i miei semplici strumenti, la grafite e il carboncino, per concentrarmi sulle immagini. Non voglio guardare altrove. Sento che le persone che compaiono in queste foto meritano attenzione, amore, compassione e disegnare è il mio modo per passare il mio tempo con le loro immagini.

Cosa pensi del protrarsi della guerra in Siria? Hai amici siriani?

Mi rammarico ogni giorno dalla violenza, dal terrore e dalla morte che affligge il bellissimo popolo della Siria. Sono i miei fratelli e sorelle e vorrei per loro la pace e ogni bene. Tutto quello che il popolo siriano desiderava era libertà e democrazia, invece hanno trovato violenza e morte. Essere testimone di questi eventi e non dire nulla sarebbe un crimine. Ho molti amici siriani compresi artisti, insegnanti, attivisti. Alcuni miei amici vivono negli Stati Uniti o in Europa, ma molti vivono ancora in Siria.

Secondo te, l’opinione pubblica mondiale conosce realmente cosa sta accadendo in Siria? La tua arte può aiutare una maggiore consapevolezza?

Ritengo che i media occidentali abbiano una soglia di attenzione molto bassa e questo è pericoloso. Per alcune settimane a dicembre 2016 le notizie di Aleppo erano in prima pagina. Ora, invece, negli Stati Uniti non si sente quasi più nulla sulla crisi in atto. Con la mia arte invito le persone a rallentare, a fermarsi a guardare le immagini e a pensare alle persone ritratte nelle mie immagini e sperare che alzino la voce per chiedere la loro salvezza. Disegno e dipingo quasi tutti i giorni. Continuerò a fare arte che celebra il coraggio umano e denuncia la violazione dei diritti umani.

 

Asmae Dachan

(da Diario di Siria, 16 novembre 2017)


Foto allegate

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